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Autore: Neverland98    05/07/2014    7 recensioni
*rullo di tamburi*
ed ecco qui, a grande richiesta, il seguito di DARK NIGHTS!
Spero che vi piaccia come il precedente e, soprattutto, mi scuso con le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo: purtroppo mi è mancato il tempo per rispondere (ero troppo impegnata a pensare alla trama), ma ho letto tutti i vostri commenti e mi sono commossa!
Siete state fantastiche!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per favore, mentre leggete, ascoltate questa canzone ----> https://www.youtube.com/watch?v=VHoDAm9IXqM
Grazie mille ^^


 
20. CORSA

 

Nei minuti che seguono, tutto quello che succede è confuso. Assisto al frantumarsi della mia vita come uno spettatore esterno, come se niente mi riguardasse. Ho la vista annebbiata, un dolore che mi toglie il respiro e la testa che esplode. Sono immobile, immobile per terra accanto al corpo di mia madre, sperando ancora di trovarmi in un incubo, perché infondo è proprio colpa degli incubi questo casino.
Mia madre non c’è più.
E’ morta.
Andata via.
Non la rivedrò.
Me lo ripeto in continuazione perché è l’unico modo per realizzare davvero in che abisso sono sprofondata. Già, mi sembra così irreale.
Non è patetico?
Mi pento di tutte le volte in cui avrei potuto passare del tempo con lei e non l’ho fatto; dei momenti sprecati; dei litigi. Se potessi tornare indietro, non sprecherei neanche un istante.
Il suo corpo è ancora roseo e ,se non ci fosse la macchia nerastra sulla camicia, direi che sta solo dormendo. Le sue mani mi appaiono così fragili, e cerco di ricordare l’ultima  volta che le ho sentite su di me, l’ultima volta che mi ha abbracciato. E’ stato prima che partisse per quel viaggio di lavoro.
Tutto sommato sono contenta di averle fatto capire che l’avevo perdonata – che le volevo bene – prima che fosse troppo tardi. In fondo il rimpianto non è poi tanto grande.
Il dolore invece sì.
Guardo – ma non vedo – la breve lotta tra Arden e Collins. Collins. Mio padre, l’uomo che non si è fatto scrupoli ad uccidere mia madre davanti ai miei occhi. Gli occhi di sua figlia. Sento una rabbia esagerata esplodermi al centro del petto. E’ troppa persino per muovermi. In pochi secondi ho perso tutto quello che avevo. Mia madre. Tutta la mia famiglia. Non ho più nessuno che si prenda cura di me, non ho più un punto di riferimento. Sono sola. Sola con l’uomo che in teoria dovrebbe essere mio padre, ma soltanto biologicamente, e il ragazzo che amo e ancora non ho capito se provi lo stesso per me o se stia solo cercando di uccidermi. Già, perché è proprio quello che vuole mio padre. Dio, che schifo! E adesso mi ricordo – e la consapevolezza mi schiaccia come un insetto – che non importa quanto lontano andrò. Non potrò mai fuggire, non sarò mai libera. La maledizione è dentro di me, e l’unico modo per eliminarla è morire.
-Andiamo, Lia-
Non sento neanche la mano di Arden che mi solleva per un braccio e mi aiuta a mettermi in piedi. – Dobbiamo scappare!-
Sì, giusto. Dobbiamo scappare.
Allora perché sono immobile? Perché non riesco a muovere i piedi, che sembrano pesanti come il cemento? Perché anche solo il pensiero di fare qualsiasi cosa mi provoca fitte di dolore lancinante. Non vorrei nemmeno respirare.
-Lia, forza!- addolcisce lo sguardo.-D’accordo- dice, e mi prende in braccio.-Ti porto io-
Sono come una bambola di pezza. Lo sguardo fisso, il corpo leggero che non riesce a stare dritto o ad assumere una posizione autonoma.
-Mia madre … - inizio, con voce roca.
-Lo so, Lia. Mi dispiace tantissimo. Ma è anche per lei che adesso devi salvarti-
-Non possiamo lasciarla lì- protesto, e finalmente riacquisto il controllo su me stessa. Sposto lo sguardo su Arden.
-Chiameremo la polizia. Se ne occuperanno loro-
-Ma lei … Non è giusto … - continuo.  
Mia madre non si merita di essere abbandonata per terra, in una casa estranea, con l’uomo che le ha sparato. Mia madre merita un funerale, una sepoltura, i fiori più belli. Forse è inutile, forse è solo superstizione, ma il solo pensiero di lasciarla lì come un animale  mi sembra così sbagliato che vorrei scavare una fosse con le mani e seppellirla.
-Hai perfettamente ragione, ma pensaci. Cosa vorrebbe lei, adesso? Vorrebbe che tu rimanessi lì, con il rischio di essere uccisa da Collins? O vorrebbe che ti salvassi? Non rendere vano il suo sacrificio.-
-Ma io non voglio andarmene! Voglio rimanere lì!- la mia voce, rotta dai singhiozzi, sembra quella di una bambina. Non ho mai pianto così in vita mia.
-E’ inutile, Lia. Tua madre è morta, e questo non cambierà. Andiamo, cerca di ragionare!-
Ma perché fa così? Come può chiedermi di “ragionare” in questo momento? Non capisco assolutamente più niente. Vorrei che fosse più comprensivo, che mi coccolasse di più. Ma non mi arrabbio, in fondo è meglio che lui rimanga lucido ed esterno alla situazione, così sarà in grado di decidere cosa fare, perché se dipendesse da me sarei spacciata. Devo essergli grata. Ma, accidenti, potrebbe anche … non so … provare a consolarmi. Si, d’accordo, sarebbe comunque inutile. Però ne ho bisogno.
Chiudo gli occhi e appoggio la testa al petto di Arden, mentre lui esce in strada e continua a correre.
Dove siamo diretti? Dove andremo? Ho perso tutto, non abbiamo più niente.
Mi chiedo come andrà a finire.




Eh, che dire. E' il terzultimo capitolo, amori miei, mi mancherete tantissimo! :*
 
   
 
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