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Autore: TheDoctor1002    06/07/2014    1 recensioni
Gli scosto i capelli rosso fiamma dal viso. Ora non è certo difficile capire perchè lo stessero inseguendo. Faccio scorrere le dita lungo la giugulare e, incredibile, ma c'è battito. Flebile e tenace, come a gridargli che per lui non è ancora venuto il momento di andarsene. Ho le traveggole: quell'indice si è davvero mosso? No, certo che no, è stata solo un'impressione. Deve esserlo anche quel leggero tremolio della palpebra: dovrei dormire più a lungo.
"Si sta riprendendo!" Constata Lance subito dopo.
Ma che diamine...?

Nota: la storia presenta forti divergenze dal fumetto
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Non posso crederci, dannazione, chi ha fatto questo macello?!" 
Sbotto, sollevando la maglia di Gerard sulla schiena ed esaminando con cura i graffi che nessuno si era preso la briga di medicare. Passo una mano sulla carne viva che sbuca attraverso i sottilissimi tagli sulla pelle: in alcuni punti si intravedono granelli di sabbia che cercano sistemazione nelle ferite aperte. 
Con una certa esitazione, Gerard indica Lance, come a non volerlo mettere troppo nei guai. 
"Beh, il dolore gli è passato!" Si difende lui da dietro il suo banco da lavoro, sollevando appena lo sguardo dal motore della vecchia Chevy. 
"Vandalo." Borbotto, prendendo da un angolo dell'infermeria una tanica d'acqua e versandone una generosa parte sulla schiena di Gerard. 
Lui impreca tra i denti, cercando in qualche modo di togliersi l'acqua di dosso quasi stesse andando a fuoco "Che ti è saltato in mente, sei impazzita?!" 
"L'acqua o la morte per infezione. Dicono sia abbastanza dolorosa..." 
Mi accosto all'armadietto di ferro per estrarre un flacone di mercurocromo e alcune boccette di vetro di un bel colore ambrato. Sulle etichette sbiadite riconosco i nomi delle sostanze lette sul libro di medicina e le poso accanto a Gerard. 
Con un tovagliolo imbevuto di liquido rosso intenso inizio a tamponare leggermente le ferite, infine strofino un piccolo angolo di pelle all'altezza della spalla. 
"Comunque" lo minaccio puntandogli contro l'indice "quegli psicanalisti non hanno in mano niente!" 
Torno alla dispensa per prendere una siringa, ma lì sembra non esserci. Cerco allora nei cassetti, ottenendo un discreto successo e trovando una siringa sterilizzata usa e getta. 
"Battery City Hospital?" chiede Gee malizioso, leggendo il nome inciso sul lato. 
"L'ho presa in prestito." mi giustifico, cercando di prelevare dalla boccetta ambrata le anatossine, ma la mano mi trema terribilmente. 
Mantieni la calma, dannazione, che farai se rischierà la vita?
Lance mi sposta delicatamente e prende il mio posto. "Non preoccuparti, faccio io" mi rassicura. Cerco di evitare di guardare la siringa tra le sue dita, uscendo, ma quando lo sguardo sfiora per caso la punta dell'ago, un brivido percorre la mia schiena e serro per un istante gli occhi.  
Rientro dopo pochi secondi con ancora una mano sul viso. 
"Tranquilla, l'ho buttata via" rassicura Lance. Solo allora ho il coraggio di sbirciare e constatare che, effettivamente, di aghi non ce n'é più neanche l'ombra. 
"Paura degli aghi?" Chiede Gerard massaggiandosi il braccio con aria distratta. 
"Fanne parola con qualcuno e giuro che ti porto a conoscere i coyote direttamente nelle loro tane." Rimbecco con l'aria più minacciosa che un corpo tremante possa consentire. 
"Tranquilla, dolcezza, solo per sapere!"
"Si è ambientato" constatò Lance con tono forzatamente neutro
"Già, l'avevo notato...ehi Testarossa!" chiamo Gerard, distraendolo da un accuratissimo esame della spalla "Che dici, ti andrebbe di imparare a sparare?" 

"Due mani" mi ammonisce Killjoy, facendo aderire i palmi contro il metallo della pistola. È una lasergun piccola e fredda, bianca immacolata, probabilmente rubata a qualche draculiano. 
"Guarda come faccio io: entrambe le mani sul calcio e due dita sul grilletto" 
Ribadisce, afferrando saldamente la sua pistola
"Credevo bastasse tenere un dito solo, c'è chi di pistole ne usa due!" 
"Per ora impara così, quando saprai sparare avrai tutto il tempo per fare Lara Croft."
Prende la mira in pochi istanti e, tenendo salda l'arma tra le mani, fa fuoco, centrando in pieno il bersaglio colorato sul muro esterno del Wall Mart. 
"Prova tu" mi invita con un sorriso soddisfatto "prima alla mia maniera e poi alla tua, coraggio!" 
Per il primo colpo tengo la lasergun con entrambe le mani, facendo ben attenzione a mirare precisamente il cerchio giallo sulla parete, poi lascio partire il laser, che si infrange sul muro circa due centimetri più in alto. 
"Devi familiarizzarci un po', è normale, ti ci abituerai" rassicura lei.
Provo ora a lasciar cadere una delle due mani. Stringo forte l'altra sul metallo chiaro e porto il braccio all'altezza degli occhi in modo da avere l'arma sulla stessa linea dello sguardo, infine lascio partire il colpo, che va a lasciare un foro precisamente al centro del mirino. 
Killjoy per qualche secondo sembra stupita, subito dopo sbuffa: "la fortuna del principiante". Si allontana borbottando ancora tra se e piazza tre lattine vuote di mojito-soda su un muretto di mattoni alto circa un metro che costeggia quello che una volta doveva essere il parcheggio. Parte da lì e cammina a grandi passi, arrivata a una certa distanza mi fa cenno di raggiungerla. 
"Prova a beccare una lattina" mi sfida con tono accigliato. Il viso è corrucciato, tiene le mani ai fianchi e mi guarda come farebbe una bambina arrabbiata. Vederla così è strano, dopo tutto quello che è successo. Cerco di paragonare la ragazza che mi ha soccorso nel deserto, quella malinconica che è sparita quando ho ritrovato Mickey e ora questa specie di bambina intrappolata nel corpo di una donna, ma non trovo alcun nesso tra le tre. 
Quante maschere indossi, Killjoy? 
"Avanti, che aspetti?!" Ripete con una punta di rabbia mista ad aspettativa nella voce. 
Mi scosto i capelli rosso fiamma dal viso, prendo ancora la mira e faccio uno, due, tre centri. Killjoy sembra sempre più incredula. 
"Non c'è che dire, Testarossa: è il tuo mestiere" ammette con ancora lo stupore dipinto in faccia. 
"Quindi potrò venire con voi, la prossima volta?"
Lei fissa per un istante un punto imprecisato davanti a se, prima di sospirare un sommesso "vedremo". 
Solleva all'improvviso lo sguardo con un luminoso sorriso sul volto. 
"Ma tu non hai ancora un nome ufficiale!" Constata. Non posso che darle ragione, non so proprio di cosa stia parlando. 
"Un...nome?"
"Certo, un nome! È una tradizione della nostra squadra: Mickey è Kobra Kid, Frank è Fun Ghoul e Ray è Jet Star. Io, ovviamente, sono Killjoy. Non è un nome che scegliamo: sono due parole scelte a caso dal dizionario. Solo io faccio eccezione: il mio nomignolo mi é stato affibbiato."
"Affibbiato?" Chiedo curioso, accompagnandola di nuovo verso l'interno del centro commerciale.  
"Non tutti apprezzano che io faccia sempre di testa mia" ammette scrollando appena le spalle. 


Tutti sono riuniti in cerchio, attorno a un falò crepitante che getta scintille sulla terra battuta del parcheggio. Il cielo è sereno e la via lattea è chiaramente visibile, quasi a indicarci un cammino. Fun Ghoul osserva con una certa curiosità il nuovo arrivato, distogliendo lo sguardo quando questi ricambia. È piuttosto divertente spiarli, sembra stiano giocando a tennis. Kobra Kid pulisce gli occhiali per l'ennesima volta e Jet Star non trova pace, rigirandosi sul posto e sedendosi ora con le gambe incrociate, ora con le ginocchia distese, senza mai trovare una posizione comoda abbastanza. 
"Bene signori" esordisco con un ampio gesto delle braccia, a indicare ognuno di loro "immagino che vi starete chiedendo perchè vi ho riuniti qui...Frank? Hai il dizionario?"
Lui agita un ammasso polveroso di carta. La copertina si è scollata del tutto, lasciando solo i fogli spiegazzati e strappati. Appoggia il tomo per terra e lo apre a caso, circa a metà. Indica una parola random, tenendo gli occhi chiusi, infine emette la sua sentenza: "Party!"
Tutti sembrano piuttosto soddisfatti dall'esito della prima estrazione, Gerard in particolare. Frank resta in attesa, ora è il mio turno di parlare. 
"Quindici" decido, e il ragazzo moro inizia a sfogliare le pagine sottili ed ingiallite, contandole ad alta voce finchè non arriva al numero stabilito. Qui copre di nuovo gli occhi, scegliendo un'altra parola dall'elenco. 
"La seconda parola è...post office?" 
Inutile dire che la solennità dell'evento e il clima di tensione che ero riuscita a creare si sono sfaldati in questo preciso istante, facendo piombare un silenzio imbarazzato e perplesso. 
"Party post office?" Chiede Mikey "Si può cambiare? È terribile!" 
Annuisco brevemente e faccio cenno a Frank di tornare indietro di due pagine. Estrae così una nuova parola "La seconda parola é...ehi, niente male...poison!" 
Questa volta sembrano tutti piuttosto soddisfatti e non posso fare a meno che dare ragione a Frank: si, decisamente Party Poison è un nome splendido. 
"Gerard Way" annuncio "accetti di entrare in questa squadra? Di combattere, vivere e morire per riportare la bellezza che a questo mondo è stata sottratta? Rifiuterai ogni forma di tirannia, ti opporrai con determinazione ad ogni sopruso? Darai supporto e conforto ai tuoi compagni nel momento del bisogno così come loro faranno per te? Darai loro la fiducia che meritano e prometti di non tradire mai il corpo che ora ha intenzione di accoglierti? Prometti che mai coinvolgerai in questo conflitto civili ed innocenti e, anzi, li proteggerai e farai tutto ciò che é in tuo potere per far si che la popolazione rimanga estranea alla vicenda? Prometti che non ucciderai mai per vendetta o per un tornaconto personale?"
Il silenzio cala pesante, mentre tutti sembrano riflettere su quelle parole.  Gerard sembra essere stato colpito nell'animo, come se quel giuramento si fosse impresso a caratteri di fuoco nel suo cervello. 
"Io, Gerard Way" risponde con tono basso e solenne, mentre le fiamme lanciano lucenti bagliori negli occhi che ancora tiene fissi sulle braci "mi assumo tutte le responsabilità che l'ingresso nella squadra comporta. Rispetterò sempre le promesse fatte questa notte e non rinnegherò mai i principi su cui questa divisione si fonda. Lo giuro." 
"Lo giuro." Ribadiscono fermamente gli altri all'unisono. 
Sorrido leggermente, guardandolo negli occhi. Mi sembra quasi impossibile che la piccola testarossa spaventata che abbiamo salvato dai draculiani sia qui. E lui non solo è qui, ma ha anche capito, ora è dei nostri. Sostiene la nostra causa, combatte al nostro fianco, prosegue con noi un cammino lungo, difficile e pericoloso senza alcuna paura. Gli prendo le mani, stringendole entrambe e appoggiandole alle ginocchia. 
"Benvenuto tra noi, Party Poison." 
   
 
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