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Autore: Rosencranz    06/07/2014    3 recensioni
Un tempo vi era un uomo.
Vi erano dei luoghi, vi erano degli eventi, vi erano degli attori di un palcoscenico chiamato "mondo".
Un tempo, vi era un uomo che aveva in mano un filo, un singolo filo.
Intrecciato a questo filo, fili appartenenti ad altri uomini, ad altre vite, ad altri palcoscenici e ad altri eventi.
Assieme, questi fili hanno formato nel tempo un Arazzo, ed il disegno di questo Arazzo, è quello che i meno consapevoli tendono a chiamare "Vita".
Lui, si è limitato a chiamarlo "Cammino".
Questi, sono i diari del suo cammino, e del cammino di coloro che hanno deciso di accompagnarlo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Preludio.



A.D. MDCLX

A volte vorrei veramente ricordarmi in quanti giorni ho maledetto la Cristianità che in queste terre ha portato scempio e distruzione. Assieme all’Ebreo ed al Ragazzo ho viaggiato per giorni con una carovana che portava spezie lungo la via a questo viaggio preposta da anni, secoli forse. E’ vecchia quanto noi, e per questo ci strappa momenti di sorriso in preda al biancore dell’alba dei nostri animi.
Da qualche anno oramai mi trovo in questo luogo che dicono “Culla del Divino”, ma che sembra esser stato più che altro dimenticato da ogni Creatore di questa palla di fango; il Deserto ci abbraccia come se fossimo i suoi figli perduti, scorticandoci la pelle e labbra con le tempeste di sabbia, e facendoci tremare come foglie di alberi mai sorti di notte.
Abbiamo mischiato i nostri Vini per creare il Fuoco necessario a riscaldarci, e sotto il benevolo sguardo del sole e della luna abbiamo viaggiato, ripercorrendo la strada da Oriente ad Occidente, perchè la nostra cometa fosse l’astro diurno e non il Vespero che ad esso segue. Il lucifero celeste è a volte visibile nel cielo, e speriamo che quest’evento che deve avvenire ci comunichi le risposte che desideriamo.
Abbiamo avuto notizia a Roma, presso la Santa Sede, che ci saranno degli sconvolgimenti nella Curia: ridiamo internamente, perchè non è più affar nostro. Il Ragazzo, fisicamente giovane, c’invita al rispetto dei primi sacerdoti della vera magia talismanica e sacerdotale che in seno alla Babilonia terrestre continuano ad insegnare ed a perseguire i loro scopi. Rimaniamo in silenzio, incapaci di manifestargli apertamente ogni nostro dubbio maturato. l’Ebreo che da troppo tempo cammina su questa terra vorrebbe dire qualcosa di più, ma gli fu interdetto quel giorno montano macchiato di sangue e di abbandoni, e dunque Tace.
A me non furono dati gli stessi obblighi, ma credo che il tempo - anzi, ne sono certo - sconfesserà le sue Teorie: il mondo è destinato a dimenticarsi di noi, a dimenticarci. A.S. è rimasto un nome senza volto, o forse lo diventerà, o forse lo è sempre stato. Non m’interessa, le nostre eredità sono diverse, così come quelle del P.S. e dei R+C, che per un po’ mi videro affrontare il mio personale matrimonio per possedere la criniera del Leone Verde, necessaria per acquisire il Fuoco e riscaldare la mia notte.
Ma ora, come C. e S.G. - li ho rivisti, nelle loro raffigurazioni attuali, in Russia anni fa. Il secondo doveva iniziare il suo sentiero; il primo promise di essergli allievo in queste reincarnazioni. - viaggio per le mie strade, per i miei percorsi. Ho scoperto un’informazione in più per ottenere il cerchio ed il triangolo, e scavare fino al cerchio iniziale che racchiude la Coppa e la Spada. Devo vedere. (Forse gli chiederò in prestito il nome per compiere qualcosa, è faccenda di Conti, di Conteurs per dirla come già dissi o dirò).
Il Deserto continua a bruciare, ma giorni fa siamo riusciti a trovare ospitalità presso un gruppo di confratelli. La loro Via è simile alla nostra, e ci siamo scambiati i Segni e le Promesse, mostrando il reciproco frutto per saggiarne il Succo: il loro sapore è diverso, più carico di notti e di vento di scirocco, più spinto al viaggio ed all’Aria. Il nostro è ancora legato alla Terra, e ci siamo sentiti ignobili ed ingenui. Ora presso queste tende vergo in questa lingua che ho deciso di fare mia per il tempo di questa rappresentazione queste nuove pagine di Diario: La Città del Tempio ci attende, Gerusalemme è a qualche giorno di viaggio, e lì dentro, presso una delle vie che s’affacciano alla sinistra della Seconda porta d’ingresso, dovremo chiedere del nostro vecchio amico A. Probabilmente questa volta il testo che gli abbiamo chiesto è vero, e dunque non sarà troppo difficile aggiungere alla mappa nuove punte di freccia e punti stellati.
Mi guardo allo specchio metallico appeso mentre vergo queste parole, e sospiro: la febbre della Caccia ha preso già il mio sguardo, ma oramai mi porto appresso questa ricerca da ben più d’una vita. E’ inutile che rifletta sull’inanità di questo fatto, quanto più che altro è giusto che ne affronti le piene conseguenze, qualsiasi esse siano.
So che non finirà qui, che non potrà finire qui, e che i ricordi che possiedo affronteranno nuove vite, nuove realtà. Vergo queste parole affinchè nuovamente vengano vergate dai miei successori, dalle mie successive manifestazioni.
Che la Caccia non si concluda finchè non sarà la fine, chiedo solo questo. Che non si perda la Memoria, che l’Ombra che io rappresento non svanisca ancora, e perpetua si rigeneri all’alzarsi del Sole, al nascere del Fuoco Interiore.
Così sia,
I.O.S.S.A.





NOTA DELL'AUTORE:
Non sono bravo con i racconti. O meglio, credo di poter creare qualcosa, ma non è questo il caso. Questo è un esperimento più che altro, un viaggio. Per i poveri due tre lettori di turno, questi diari saranno non sequenziali, quindi non avranno uno scorrimento lineare. Immaginateli come qualcosa che di tanto in tanto trovate fra i libri, pagine sparsi in mezzo a qualche capitolo, nascosti dietro un tavolo, incastrati nella cornice di un quadro. E considerate voi il filo logico che li possa unire, la storia che possono raccontare, e l'identità dei protagonisti. Via via l'ordine risulterà chiaro, ma in mancanza di quello, ognuno acquisirà senso rileggendolo assieme ai successivi.


   
 
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