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Autore: Yuki_san    27/08/2008    2 recensioni
J.W. Goethe disse "Fino a che non avrai appreso questo: morire e rinascere, non sarai che un triste viaggiatore per l’oscura terra." Fanfic breve ambientata in un futuro inaspettato e non molto lontano del mondo di Naruto... Come tipo di ff ho messo "What if?" anche se non lo è proprio secondo me...
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Anni Salve a tutti! Eccomi di ritorno... chiedo perdono per il ritardo stratosferico ma sono stata in vacanza far far away e non avevo il portatile con me. Tempo di rimettere piede nello studio e ho subito messo a posto questa maledettissima ultima parte.
La pausa mi è servita per riprendermi un pelo e darmi un imput per completare la fanfic con quel dannato dialogo...

A voi l'ultimo capitolo, sulle note della nostalgica "Shamandalie" dei Sonata Arctica.


Anni

Anni.

Nulla scorre più lento e veloce dei giorni, dei mesi e degli anni.

Il tempo è cosa curiosa per gli esseri umani: essi desiderano che fugga rapido nel futuro nei momenti di sofferenza, smarrimento, quando la loro forza viene meno, quando si ritrovano soli e perduti senza apparente ragione d’esistere.

In altri momenti invece gli uomini si aggrappano ad esso, che si è fatto ricordo del passato, delicato, passionale, felice. Questo tipo di tempo, questi momenti nessuno se li vuol far scappare, scivolare come acqua tra le dita, permettendo che ne rimanga nient’altro che quella dolorosa sensazione di bagnato sulla pelle, tra i polpastrelli.

Ma nulla di quello che il mortale desidera o porta nella memoria importa all’evo. Esso non ritorna indietro come un mercante di stoffe soddisfatto giunge al villaggio, come un figlio rincasa dai giochi con gli amici al calar del sole, come un vecchio amore risorge da lontano fattosi più grande con il procedere degli anni.

Anni.

Ne sono trascorsi quindici e mezzo e da un decennio e più Konoha vanta il suo nuovo Hokage, che l’ha fatta crescere nella pace, nell’armonia, nella reciproco aiuto. La mano del capo villaggio è pronta e veloce a colpire, per difendere la libertà e gli ideali di ogni giusto che ha deciso di proteggere sotto le sue enormi ali.

La porta di quell’ufficio stimato e riverito anche dai Paesi stranieri si schiude e dall’uscio sbuca l’assistente del Rokudaime, una pila di rotoli stretta tra le braccia che gli arrivavano fino al mento col quale li tiene puntellati, appoggiandoli al petto.

-Ecco i documenti…- annuncia il corvino Sai mentre procede goffo verso la scrivania, di fronte alla grande finestra a vetri rilucenti.

La poltrona è volta verso l’esterno, l’Hokage sta contemplando, scrutando cieli, montagne, foreste, vie, case, negozi e persone. La sua gente. Poggia il gomito sul bracciolo, il pugno serrato a sorreggere la testa inclinata e osserva: non c’è conquista più piacevole a quella giovane ora del pomeriggio, che guardare e provare da quell’altezza ad immagine…

Dopo qualche istante, l’ex Anbu si toglie dalle mani tutte quelle scartoffie posandole con uno sbuffo sul ripiano di legno davanti alla sedia del Kage del Villaggio della Foglia.

-Grazie mille, Sai-kun- si alza in piedi Sakura Haruno. Sorride, incantevole e serafica. Anche il consigliere ride tra sé, trasognato davanti a tanta grazia e splendore.

La donna non dimostra affatto i suoi trentacinque anni. I capelli, il volto, il portamento sono impeccabili e da togliere il fiato proprio come quando ne aveva venti, esattamente come lo è il suo spirito battagliero e deciso. Rimane per l’eternità una dea, scesa in terra a guidarli verso il bene della luce, cercando di non far pesare su nessuno le sue ombre. Resta il loro Giglio Bianco anche ora che veste quell’abito. La sua presenza all’interno delle mura solide di Konoha è resa ancor più importante e vera in mezzo a loro, che ne vengono rincuorati e rigenerati.

Il Rokudaime prende in mano il primo rotolo della pila, l’uomo, il cui volto affilato comincia ad essere solcato da alcune piccole rughe, la fissa in attesa. Con le unghie laccate di rosso lei esamina con attenzione il foglio di pergamena tra le sue mani, si mordicchia il labbro inferiore, concentrata ed infine infrange il mutismo che si era andato a creare -Avrò parecchio da fare qui…- sospira sconsolata.

-Se posso esserle utile in qualche modo signora, io…- inizia precipitoso l’assistente non riuscendo a tener a freno quel suo del tutto nuovo entusiasmo.

Lei lo interrompe con la sua voce calda e morbida, insistendo nel rivolgergli quel celestiale sorriso di luce -Sai-sama, ti ringrazio per la tua generosità che, credimi, è ben accetta. Tuttavia, ho intenzione di assentarmi qualche ora da palazzo… potrai darmi tutto l’aiuto che desideri al mio ritorno.-


 

Vento che soffia, scompiglia i capelli che danzano nell’aria, s’attorcigliano ai lineamenti del volto, sfiorano il collo. Suoni che si ovattano col frusciare dell’erba verde sotto i propri passi, che struscia leggera contro la stoffa delle proprie vesti. Profumi giunti da terre lontane che inondano le narici e le addensa di perpetua nostalgia, vinta dall’odore frizzante e leggiadro del primo germoglio di primavera. S’agitano armoniosi i petali di ciliegio nell’aria, rosati contro il cielo indaco e sereno, sospinti da una forza ignota alla montagna che s’eleva sulle case e sulla vita di quelli che sembrano aver dimenticato…

È un vortice, un richiamo irrefrenabile e noto che li trascina come quei fiori sin lì, dinanzi alla tomba che tiene uniti i loro presenti, lontani ed opposti.

Non c’è rancore, non c’è astio, non c’è guerra per nessuno dei due in quel luogo sacro che pare scordato dagli dei e dagli uomini, bensì vige il silenzio carico dei ricordi, delle memorie e delle mancate reminescenze poiché nulla al cuore di entrambi è sfuggito con il passare di complete esistenze, il mutare di infiniti legami smembrati.

Solo lì possono avvicinarsi e riaffondare i propri occhi in quelli così dissimili dell’altro, ma comunque partecipi di quella mancanza fisica e spirituale alla stessa maniera.

Immobili come figure scolpite in prezioso marmo bianco, si reggono uno al fianco dell’altra e abbassano lo sguardo su quella vecchia lapide. È di un colore scuro, nero quasi, le incisioni stanno via via scomparendo dalla pietra erosa dalle piogge e dalle brezze.

-Per quale ragione continui a venire qui?- domanda lei priva di ogni premura.

-Forse per la stessa che porta anche te, in questo giorno, anno dopo anno…- replica pragmatico lui.

È colta da attimi di singolare esitazione nel parlare di nuovo -Secondo te cosa direbbe ora di noi?-

Il suo vicino si abbandona ad un niveo ghigno, privo tuttavia di qualsiasi malignità -Si metterebbe a sbraitare le solite stupidaggini e avrebbe da ridire su tutto…-

Non ridono perché quello non è un discorso puerile o vuoto, intavolato soltanto per aprire la bocca a vanvera. C’è impiegato un enorme sforzo e viene coinvolta una smisurata volontà di intendimento delle sensazioni proprie ed altrui in quella sorta di esamina.

-Mi pare ieri il giorno in cui Kakashi-sensei ci sottoponeva a quello stupido test dei campanelli. Rammenti, pure quel mattino non aveva perso occasione per mettersi in ridicolo… Chissà, se allora avessimo saputo come sarebbe andata a finire, fossimo stati meno ingenui, le cose sarebbero state… migliori oggi-

-Non lo puoi cambiare l’oggi. Sappiamo entrambi quanto inutile sia, quanto poco ci sia servito rimpiangere il perduto e come sia molto più saggio invece tenere in considerazione solo il restante… Noi siamo ciò che rimane, Sakura-chan, io e te. Niente altro. Solo noi e, che ci piaccia o no, questo è e sarà… Io e te qui, su questo mondo, a combatterci sino alla morte e Naruto-kun ad attenderci sulla soglia…-

-Allora spero di veder presto la tua spada sopra di me. Questo almeno significherebbe perdere attraverso l'unica via restante di questa vita, Sasuke-kun. Ho bisogno d'intrecciare le mie dita con le sue su quella soglia di cui tu parli-

-Ed io sarò all’eco dei tuoi passi lungo tutti quegli istanti. Ci puoi contare su tutto questo.- 


FINE.


Finito... beh, devo dire che come finale mi fa schifetto. In definitiva il dialogo non porta da nessuna parte e non mi pare addirittura nemmeno fine a se stesso... mi sembrano tante parole buttale lì a caso... ç__ç

Mi sento un po' sconsolata visto che speravo in una bella storia... invece mi ritrovo tra le dita un mezzo flop... T__T

Beh, spero che abbiate pietà di me e che vogliate essere così clementi da lasciarmi almeno un commento prima che finisca di sotterrarmi nella fossa... T__T
Un estremo saluto ad hachi92 ed Angel23 che mi hanno sempre commentato e spero non si siano inviperite leggendo questo schifo dopo settimane d'attesa valsa a nulla... Sorry! Godetevi Naruto Shippuden a settembre voi che potrete! ç__ç

Ciao e alla prossima (dall'Oltretomba... mi vedo già intenta a scribacchiare con la penna di piuma, affiancata da Cheronte che mi sbatte in testa il remo della barca all'inizio e fine di ogni paragrafo dialogato -__-')

Yuki_san
  
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