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Autore: jawaadskebab    07/07/2014    16 recensioni
Finalmente mi guardai intorno, lasciando Louis a osservarsi indignato la maglietta. «Ma dove siamo?»
«Benvenuta nel Paese delle Meraviglie!» rispose lui con finta allegria.
Avevo capito bene? Il Paese delle Meraviglie? Sottomondo? «Siamo... - sbarrai gli occhi - nel libro?»
«Ma no, nella toilette di casa tua.»
«Si dice cesso.»
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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( 3 )



JOURNEY IN TALES.



 


Varcai la soglia della biblioteca, o meglio, il luogo della mia prematura morte. 
Silenzio assoluto.
Certo, in biblioteca c'era sempre silenzio, ma in quel caso...beh, non c'era proprio anima viva.
«Ehi? - deglutii, guardandomi intorno - C'è nessuno?»
Si sentì un rumore in lontananza.
Merda.
Cominciai a indietreggiare, pronta per girarmi e uscire da quel luogo inquietante, quando sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Mi girai di colpo gridando, ritrovandomi di fronte una signora sulla cinquantina con i capelli grigi raccolti in una crocchia impeccabile, che mi fissava impassibile. 
«Lo prendo come un 'Buongiorno, Mrs. Godmother.'»
Tirai su col naso: «Beh...»
«Tu devi essere la signorina Hastings. - mi interruppe, sistemandosi gli occhiali da vista sul naso - Tuo padre mi ha detto che sei una bravissima ragazza con un eccezionale spirito di iniziativa.»
Aggrottai la fronte: «Davvero?»
«No.» rispose, senza neanche l'ombra di un sorriso.
Feci spallucce: «Oh, okay. E comunque stia tranquilla, non la prendo come un'offesa.»
Silenzio.
Quella donna aveva l'umorismo pari a quello di un vecchio bradipo con la dermatite.
«Bene. - battei le mani - Da dove posso iniziare?»
«Potresti andare a spolverare quei libri.» disse consegnandomi un piumino per spolverare e indicandomi un punto in lontananza.
Annuii incamminandomi, quando un altro suo commento mi fermò: «Hai qualche domanda prima di iniziare a lavorare?»
«Mi pagherà?» dissi, mentre la osservavo sedersi dietro al bancone.
«No.»
«Okay. - mi rassegnai, sussurrando - Almeno ci ho provato.»
Giunta nella zona indicatami da Mrs. Godmother, mi ritrovai circondata da una miriade di libri ricoperti di polvere. Oh, Gesù santissimo. Papà me l'avrebbe pagata cara. Oh, se me l'avrebbe pagata cara.
Decisi infine di mettermi al lavoro, anche perchè non avevo altra scelta. Passai il piumino sui libri, facendomi cadere addosso una quantità industriale di polvere, che mi fece starnutire e picchiare una testata sullo scaffale. Imprecai con una mano sulla fronte, mentre con l'altra cercavo il fazzoletto che tenevo sempre in tasca. Tuttavia, trovai solamente un foglio di carta tutto spiegazzato di cui non conoscevo neanche l'esistenza.

Regole della biblioteca.
- Fare silenzio.
- Non consumare cibi o bevande.
- Non usare i libri al posto della carta igienica. (In caso ve lo stiate chiedendo sì, è già successo.)
- Non chiedere niente alla bibliotecaria.


Mi accigliai. Non chiedere niente alla bibliotecaria? Ma se era il suo lavoro? Che grandissima stronzata.

- Non dire parolacce.

Certo che in quella biblioteca non si poteva fare proprio un cazzo. Sbuffai, continuando a leggere.

- E non sbuffare.

Oh, ma vaffanculo. Accartocciai il foglio buttandolo in un angolo remoto della stanza, e continuando a spolverare libri e scaffali.


Tornai stanca morta dalla bibliotecaria, notando che era seduta nella stessa posizione di prima mentre leggeva una rivista di gossip. Posai il piumino sul bancone per ottenere la sua attenzione, anche se non mi cagò minimamente.
Mi schiarii la voce: «Posso andare a casa?»
«No.» disse senza neanche alzare lo sguardo.
Tirai un profondo sospiro, cercando di mantenere la calma: «Ho spolverato tutti gli scaffali della biblioteca. - per poi sbottare, visto che non ottenevo alcuna reazione - Mi guardi, sembro la palla di polvere ambulante della Swiffer!» 
«La polvere non dura, perchè Swiffer la cattura.» recitò impassibile sfogliando la sua rivista.
Mi sedetti rassegnata sulla sedia di fronte a lei, posando la testa sul bancone. Nella biblioteca regnava il silenzio, l'unico rumore che si sentiva era lo sfogliare delle pagine. 
Era davvero squallido.
Dopo circa due minuti alzai la testa, posando il mento sulla mano con fare annoiato: «Posso andare a casa?»
«No.»
«Ma non c'è nessuno in questo posto!» dissi esasperata.
«Lo vedo.»
Mi accasciai nuovamente sulla scrivania: «Mi annoio a morte.»
«Mi annoio, mi annoio... - si decise finalmente ad alzare lo sguardo - state sempre ad annoiarvi voi. Oh, se vivessi nel posto dal quale vengo io non ti annoieresti per niente.»
«E da dove viene?» chiesi, in un tentativo di conversazione.
In risposta, Mrs. Godmother mi indicò il cartello con l'avviso di fare silenzio. 
Riappoggiai nuovamente il mento sulla mano, imbronciata. Dovevo pensare a un modo per morire velocemente e senza dolore, possibilmente facendo sentire in colpa mio padre. Avrei potuto...
«Perchè non metti a posto i libri?»
«Devo proprio?» biascicai.
«Hai un entusiasmo eccellente.  - indicò la stessa zona di prima - Puoi iniziare da là.»
Mi alzai sbuffando, mentre la megera mi intimò: «Guai a te se strappi le pagine.» 
La liquidai con un gesto seccato della mano e mi incamminai fra i corridoi. Come già detto prima, non avevo altra scelta. Se mi fossi ribellata papà l'avrebbe saputo, e non osai immaginare dove avrebbe potuto mandarmi. La biblioteca era già un inferno. 
Giunsi nello stesso punto di prima ritrovandomi nuovamente circondata dai libri, che cominciai a disporre in ordine alfabetico. Chissà quanto tempo era passato dall'ultima volta che qualcuno li aveva messi a posto, visto che notai, con mio grande dispiacere, che c'erano titoli con la C accanto a titoli con la W. Non che fossi una cima a scuola, ma ero abbastanza intelligente da sapere che la C veniva dopo la M.
Scherzo.
D'un tratto presi un volume che tempo prima, probabilmente anni, qualche coglione aveva incastrato male, facendomi cadere addosso una montagna di libri. 
Silenzio.
Mi guardai intorno per vedere se la bibliotecaria si fosse accorta di qualcosa, ma non notai nulla di strano. Così mi chinai per raccoglierli, quando uno in particolare attirò la mia attenzione. Presi il libro tra le mani, passando il palmo della mano sulla copertina per eliminare quel leggero strato di polvere, in modo da leggere il titolo.
Come pensavo. 
«Journey in Tales.» mormorai con un sorriso. 
Mi sedetti sulla scrivania alle mie spalle, mentre osservavo il libro che mia madre mi leggeva sempre quando ero piccola. Sfiorai nuovamente la copertina, indecisa se aprirlo e risvegliare in me ricordi dolorosi, oppure buttarlo insieme agli altri sullo scaffale facendo finta di niente.
Strinsi le labbra, e aprii il libro. 
"C'era una volta..."
Chiusi gli occhi, immaginandomi la voce della mamma che prima di andare a dormire si metteva accanto a me e a Jackson, per leggerci qualche pagina del libro. Mi ricordai di Jackson che continuava a interromperla per fare domande idiote che non c'entravano un cazzo e la mamma che, quando lui si addormentava, gli rimboccava le coperte mentre mi ripeteva: «Sono sicura che è un bambino molto intelligente, ogni cosa a suo tempo.» Tuttavia, pensai in quel momento, nonostante fossero passati ormai dieci anni, non vi erano ancora stati dei segni che dimostrassero l'esistenza di anche un solo neurone nel cervello di Jackson. Poi sorrisi, al ricordo di quando pregavo mamma di continuare a leggermi la storia, nonostante fosse notte fonda. E infine, mi ricordai di Louis.
Louis William Tomlinson. L'arrogante, presuntuoso e meraviglioso protagonista del romanzo. Nonchè la mia prima cotta. 
Ora che ci pensavo però era piuttosto imbarazzante quando da piccola a scuola mi prendevano in giro, e in risposta gli gridavo che sarebbe arrivato il terribile Louis Tomlinson a vendicarmi. 
Mi sedetti mentre mi guardavo intorno per accertarmi che Mrs. Godmother non fosse da quelle parti, e continuai a leggere.

Sentii il rumore di uno strappo e mi svegliai di colpo guardandomi intorno. Quando abbassai lo sguardo sul libro, notai di avergli staccato, accidentalmente, una pagina e di averci, accidentalmente, sbavato sopra.
Perfetto. Un libro che era stato conservato per chissà quanti anni con la massima cura, e io lo avevo appena rovinato perchè mi ci ero addormentata sopra.
Merda. Che cosa avevo fatto? Avrei dovuto passare tutta la mia vita lì costretta a lavori forzati, me lo sentivo. 
Stavo per chiudere il libro e rimetterlo a posto per non lasciare nessuna traccia, quando riabbassai lo sguardo. Ero troppo distratta nell'offendermi mentalmente che mi accorsi solo dopo che la pagina staccata era diventata interamente bianca, priva di scritte.
Alzai un sopracciglio. Che razza di stregoneria era quella?
Poco dopo le pagine del libro cominciarono a sfogliarsi come sospinte da un vento forte, per poi fermarsi nello stesso punto di prima. Con la bocca spalancata per lo stupore, vidi una fonte di luce uscire dal libro e poco a poco prendere una forma umana.
Non appena la sagoma divenne nitida, sbarrai gli occhi.
Di fronte a me si trovava Louis William Tomlinson in persona.
Il ragazzo si guardò intorno curioso, per poi posare lo sguardo su di me.
Silenzio.
Poi alzò la mano destra in segno di saluto: «Ehilà.»
Urlai.






EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
inizio col dire che per ben due volte mi sono dimenticata di mettere i crediti per il banner a chocovato.
chiedo scusa, sono idiota lo so.
comunque, grazie per tutte le recensioni che avete lasciato, e spero vi piaccia il capitolo. alla prossima! <3
 
  
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