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Autore: _miky_    07/07/2014    14 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 24 ● IL PROIBITO ATTRAE
 

“Merito proprio di essere bocciata in questa materia!” pensò Sana mentre ripiegava il foglietto su cui aveva appena scritto un messaggio.
Aspettò che il professore si voltò verso la cattedra per recuperare un documento che gli serviva per la spiegazione, ovviamente sconosciuta alla ragazza e, con un lancio sicuro ma per niente mirato, tirò il bigliettino ad un Marco decisamente annoiato e con lo sguardo perso a fissare il vuoto. La pallina di carta arrivò ai piedi del ragazzo che, fatta eccezione per alcune persone, non si era accorto di nulla.
Sana vedendo il suo pessimo lancio si picchiò leggermente la fronte.
“Dannazione! Ma perché devo essere così tremendamente sbadata!” si disse mordendosi il labbro inferiore.
Lentamente si ravviò i capelli alzando lo sguardo verso la postazione di Marco.
Chissà a cosa stava pensando.
Decisamente ora non era un suo principale problema. Doveva semplicemente trovare una possibile soluzione per far recuperare al destinatario il bigliettino. Ma quale?
Si voltò verso una ragazza seduta dietro di Marco per domandarle se molto gentilmente poteva chiamarlo.
“Come cavolo si chiama?!” si chiese Sana picchiettando l’indice violentemente sul banco e girandosi di colpo verso Fuka che era seduta accanto a lei.
“Per caso tu sai il nome di quella bruna seduta dietro di Marco?” le sussurrò indicando la ragazza in questione.
“Ma che razza di domande mi fai?” inarcò un sopracciglio l’amica “È mai possibile che tu non riesca a chiedermi nulla inerente alla lezione!”.
“Dai rispondimi!”
Fuka sbuffò leggermente infastidita, sapendo però quanto potesse essere insistente Sana. Così seccata le rivelò il nome della compagnia di classe.
“Sakura…”
“Grazie mille!” rispose sorridendo la rossa per poi bisbigliare il suo nome.
La chiamò insistentemente altre due volte, ovviamente senza alcun risultato. Troppo impegnata ad ascoltare e a prendere appunti sul suo libro perfettamente ordinato.
Per caso era sorda? Che nervoso!
“Sakura!” affermò alzando leggermente il tono di voce e beccandosi un’occhiataccia dal professore.
Dopo che l’insegnante riprese a spiegare come se non fosse successo nulla, la povera malcapitata si voltò leggermente verso Sana, intimandola di parlare.
“Mi puoi…” sussurrò la ragazza bloccata da una voce fredda e severa.
“Signorina Kurata!” esclamò il docente intanto che qualche testa annoiata si girava verso la diretta interessata “Posso sapere anch’io il motivo di tanta agitazione?”.
“Agitata io?” rise istericamente Sana portandosi una mano dietro la nuca “Mi perdoni!” continuò seria.
“Diamine!” pensò arricciandosi la bocca “Non si è nemmeno girato!”.
Il professore riprese nuovamente la lezione, mentre la ragazza si arrese al piano A: Passaparola, per escogitare immediatamente un piano di riserva.
“Se utilizzassi tutta questa voglia e attenzione nello studio, sicuramente prenderei trenta ad ogni esame!” sbuffò massaggiandosi le meningi.
Trovato!
Piano B: Attirare l’attenzione del soggetto.
Semplicemente potrebbe far finita che Marco si fosse burlato alle spalle del professore, così che lui le chiedesse una plausibile spiegazione immediatamente.
Rapidamente scosse la testa.
Non funzionerebbe mai!
Improvvisamente i suoi occhi si soffermarono sul pennarello verde che teneva freneticamente in mano.
Piano C: Colpire il soggetto.
Ok, molto probabilmente il ragazzo l’avrebbe uccisa, ma infondo in questo modo si sarebbe anche vendicata per il brutto comportamento tenuto nei suoi confronti.
La ragazza vide il suo professore girarsi nuovamente verso la lavagna e senza pensarci due volte mirò alla testa di Marco.
“Preso!” sorrise soddisfatta la ragazza mentre Marco alterato si girava verso la direzione del tiro.
Il suo sguardo si soffermò verso la figura smagliante di Sana che velocemente indicò i piedi del ragazzo.
Confuso si piegò per osservare meglio cosa stesse cercando di comunicargli quella pazza che qualche mese fa, a suo malgrado, aveva deciso di conoscere. Vicino alle sue scarpe trovò un bigliettino colorato, così rapidamente raccolse l’oggetto.
Lentamente si passò tra le dita quel foglietto accartocciato, cercando di immaginare cosa potesse esserci scritto.
Che l’umore di Sana fosse cambiato radicalmente nel giro di un’ora?
Da lei poteva aspettarsi di tutto ormai.
Non solo perché era donna e che magari fosse in quel snervante periodo del mese, ma perché Sana Kurata era totalmente e incondizionatamente fuori dal comune, e questa era la prova lampante.
Dopo un attimo di indecisione, si perché aveva il timore che potesse esserci un messaggio di morte, Marco decise di aprire il foglietto.

Se c’è una luce che trafigge il mio cuore, l’arcobaleno è il tuo messaggio d’amore!
Può darsi un giorno ti riesca a toccare,
con i colori si può cancellare il più avvilente e desolante squallore.

- Sana -
P.S. Non tardare.

Rilesse quella breve frase più e più volte ancora per comprenderne il vero significato.
Inizialmente non riusciva a capire il messaggio che Sana gli aveva inviato.
Era così ambiguo e senza senso… Forse, avrebbe preferito leggere la data e l’ora del suo processo. Sicuramente sarebbe stata una morte lenta e sofferente.
Nuovamente si riconcentrò su quelle parole che sembravano essere tratte da una canzone o da una poesia, oppure semplicemente da una citazione di qualche autore.
Possibile che ogni singola lettera, compresi apostrofi, accenti e virgole, fossero usciti dalla testa di quella ragazza così perennemente distratta, spensierata e buffa?
Che i ruoli si fossero invertiti completamente?
Era lei ora quella sicura, decisa e con la capacità di sorprenderlo?
Impossibile. Non voleva crederci!
Che i ruoli fossero sempre stati così?
Che non si fossero mai invertiti?
Che tutto ciò era solo apparenza?
Infondo lui con lei aveva sempre cercato di nascondere le sue reali emozioni dietro ad un ghigno spavaldo o dal portamento così convincente. Al contrario Sana non aveva mai celato il suo imbarazzo o il disagio che provava in ogni determinato momento. Lei era istintiva, senza alcuna vergogna a mostrarsi per ciò che era realmente.
Guardò ancora una volta il bigliettino, soprannominato da lui messaggio in codice, per poi appoggiarsi sul palmo della propria mano ad osservare, con lo sguardo perso nel vuoto, il cielo nuvoloso.
C’era brutto tempo. Il vento spostava violentemente i rami degli alberi, rimasti ormai completamente spogli, mentre scuri nuvoloni neri si imbattevano sopra la città. Il cielo era privo di quei raggi solari che davano colore alle ormai solite giornate gelide, lasciando così di conseguenza un colorito spento e buio, in cui pareva che le nuvole fossero così pesanti e dense da doversi scaricare da un momento all’altro. Un lampo di luce si fece prepotentemente largo nel cielo mentre un tuono, non molto lontano, si scagliò al suolo facendo spaventare inevitabilmente gli uccelli che, immediatamente si alzarono in volo.
E lì, in quel preciso momento, mentre le prime gocce cominciavano a infrangersi sul vetro della finestra dell’aula in cui si teneva lezione, Marco capì il senso di quella breve frase. Non erano parole dette a caso, ma al contrario, avevano un significato ben preciso.
Come per essere sicuro di ciò che aveva appena interpretato, rilesse ancora una volta il bigliettino che poco fa aveva ricevuto da Sana.
Perché non c’era arrivato fin da subito?!

Se c’è una luce che trafigge il mio cuore…

“Hai mai ascoltato il rumore della pioggia?” domandò lui sorridendole.
“Il rumore della pioggia?” ripeté lei confusa.
“Si, sentire il ticchettio sul vetro mentre sei in macchina magari in mezzo al traffico, oppure sul tetto mentre cerchi di dormire, per esempio. È una sensazione piacevole… Direi rilassante!” affermò seriamente mentre osservava le gocce infrangersi per terra.
“Si… Ma preferisco il sole, il calore che emana mi riempie di felicità. La pioggia al contrario mi mette tristezza!” confessò Sana guardandolo.

...L’arcobaleno è il tuo messaggio d’amore!

“Capisco… Sei una persona solare”
Sana intuì che la sua non era una domanda, ma un’affermazione. Così curiosa gli domandò “Tu no?”.
“Sono più come un arcobaleno!” le rispose.
“Un arcobaleno? Questa non l’avevo mai sentita giuro!” gli disse ridendo e spalancando gli occhi.
“Non prendermi in giro! Sai, quando scrivo o canto le mie canzoni la tempesta dentro di me si placca perché il mio cuore si riempie di luce facendo nascere in me un arcobaleno. Ogni colore di questo incredibile effetto rappresenta una mia emozione” spiegò Marco.
“Caspita…” sussurrò Sana.

Può darsi un giorno ti riesca a toccare,
con i colori si può cancellare il più avvilente e desolante squallore.

Si era fidato delle persone sbagliate e lui ancora più stupido a non essersi accorto mai di nulla.
Da quel giorno, precisamente da quando vide il bacio tra la sua ragazza e il suo migliore amico, scomparve dalle loro vite senza una spiegazione, promettendosi di non affezionarsi più a nessuno.
Le persone deludono, mentendoti e approfittandosi di te.
Si poteva fidare solo di sé stesso e delle sue scelte.
“Mi dispiace…” sussurrò la ragazza appoggiando il capo sulla sua spalla.
“Non preoccuparti, non mi importa più ormai! Crescendo ho capito che sono stati loro nella parte del torto anche se…” scrollò leggermente le spalle.
“Anche se tu ora non riesci più a fidarti di nessuno…” completò per lui.
“Non devi dargliela vinta!” affermò all’improvviso Sana voltandosi verso di lui “Devi trovare la forza e il coraggio dentro di te per poterti fidare ancora, perché sono sicura che tu abbia ancora molto da dare alle persone!”.
Marco la guardò attentamente ascoltando ogni singola parola.
Ammirava la tenacia con cui affrontava la vita.
“Lo sto già facendo…” sorrise dolcemente il ragazzo “Lentamente, mi sto fidando di una persona...”.
Era incredibile come quella ragazza, fosse entrata nella vita di Marco come se niente fosse.
Ogni giorno rimaneva sempre più ammirato da ogni aspetto che Sana gli offriva.
In sua compagnia si sentiva bene, felice.
Felice come non lo era da molto, chissà quanto tempo.
E tutto questo grazie ad una sola persona, a lei.


Sapeva esattamente dove voleva che si incontrassero terminata la lezione. Così con un piccolo sorriso strappò un foglietto dal quaderno degli appunti e, con una calligrafia chiara e semplice rispose al biglietto.

Ci sarò.
 
***
 
“Secondo te ho fatto bene a lasciare Aya?” domandò ancora una volta Tsuyoshi mentre Akito, nella sua palestra, si allenava duramente.
Quella stessa mattina, mentre usciva di casa per dirigersi nel suo luogo di lavoro, si era ritrovato il suo migliore amico appoggiato al muretto della sua abitazione con uno sguardo afflitto e colmo di tristezza.

“Che diamine ci fai a quest’ora fuori da casa mia?” gli chiese Akito, sorpreso di vederlo lì.
Il suo migliore amico non rispose, sembrava assorto nei suoi pensieri.
“Ehi, Tsuyoshi?!” riprovò il biondo “Tutto bene?”.
“Ho lasciato Aya…” sussurrò il moro.
“Co-come?” esclamò Akito incredulo “Quando è successo?”.
“Ieri sera…”
Ok, era possibile che Aya e Tsuyoshi, Tsuyoshi e Aya, gli stessi amici che conosceva dai tempi dell’elementari e che si erano fidanzati ad una data ormai non più ricordata, si erano lasciati?
No, decisamente era una cosa impossibile.
Eppure… Tsuyoshi sembrava così estremamente serio.
“Vieni” si incamminò il biondo “Andiamo in palestra!”.


“Ha detto che doveva dirmi qualcosa…” continuò il ragazzo “Secondo te cosa doveva dirmi?”.
“Mi hai preso per un indovino?!” affermò Akito mentre riprendeva fiato dalle addominali appena eseguite.
“Magari doveva confessarmi il suo tradimento con Naozumi…”
“Tradimento?” ripeté inarcando un sopracciglio il biondo.
Fermiamoci tutti un momento.
Aya. La ragazza timida e sincera, dai movimenti così delicati e che non riuscirebbe nemmeno a far male ad una formica, avrebbe tradito Tsuyoshi? L’amore, a quanto pare fino a ieri, della sua vita.
Non riusciva nemmeno ad immaginarlo, figuriamoci a dirlo.
“E dai, ultimamente passavano molto tempo insieme!” giustificò Tsuyoshi la sua supposizione “Li hai visti anche tu, non me lo sto inventando”.
“Io non penso che Aya ti abbia tradito, né che provi un sentimento per quel Damerino. Andiamo! Come si fa a stare insieme ad una persona così perfettamente ordinata? Che riesce a capire il cervello e i ragionamenti assurdi di qualsiasi donna? Anzi, molto probabilmente è più bravo lui del genere femminile stesso! È impossibile! Inoltre Aya non ne sarebbe capace” rispose il biondo per poi alzarsi dalla sua postazione e cominciare qualche mossa pratica di karate.
Si, doveva ammettere che era anche da parte, ma questo non glielo avrebbe mai detto.
“Come mai tanta perseveranza negli allenamenti oggi?” chiese Tsuyoshi dopo un lungo silenzio.
Aveva bisogno di cambiare argomento, di distrarsi da quei pensieri che lo tormentavano in continuazione, altrimenti sarebbe scoppiato.
“Non è che hai intenzione di picchiare l’ex ragazzo della tua amica!” affermò preoccupato Tsuyoshi.
“E tu come fai a sapere cosa è successo?” chiese Akito fermandosi di colpo.
Non aveva parlato più con nessuno di quella sera al Movida e, ricordava perfettamente che il suo amico non c’era.
“Me lo ha raccontato Gomi qualche giorno fa!”
“Quando imparerete a farvi gli affari vostri!” commentò acidamente Akito.
“Allora? Sono preoccupato per te! Non voglio trovarti in qualche casino per colpa di quella squilibrata compagnia!”
“Perché mai dovrei andare a provocare Jack!” rispose il biondo senza alcun timore “Quella sera sono intervenuto solo perché Alex era in difficoltà!”.
“Meno male…” sospirò fortemente l’amico “Ma toglimi una curiosità…”.
Akito sapeva perfettamente che la domanda che gli stava per formulare l’amico sarebbe stata fastidiosa e invadente. Ormai lo conosceva fin troppo bene.
“Sana cosa pensa di Alex? Non è gelosa? Gomi mi ha raccontato che Alex è una ragazza da mozzarti il fiato!” affermò Tsuyoshi ricevendo un’occhiataccia da parte dell’amico “Certo, anche Sana è una bellissima ragazza!” aggiunse immediatamente.
“Non c’è nulla da dire” rispose freddamente il ragazzo.
“Come non c’è nulla da dire?!” ripeté scosso Tsuyoshi.
“Ormai la conosci anche tu. Sai come è fatta!” rispose colpendo il vuoto violentemente.
Ricordava ancora perfettamente ogni singolo dettaglio di quella angosciante serata in macchina.
Credeva che appena Alex fosse scesa dalla macchina, la solita curiosità “impicciona” e la giusta gelosia della sua ragazza, avrebbero avuto il sopravvento, invece…

Stalle vicino.

Due parole che avevano avuto il potere di far cambiare radicalmente i suoi pensieri e le sue aspettative.
Avrebbe tanto voluto che le cose fossero andate diversamente.
Avrebbe desiderato con tutto sé stesso vedere Sana reagire ed esternare le sue preoccupazioni, i suoi pensieri e ciò che sentiva in quel momento. Sia fuori dal locale che in macchina, aveva notato il disagio, l’angoscia e la gelosia che provava in quel momento di caos.
Ma doveva saperlo: Sana non era tutte le ragazze e, sicuramente per questo, lui se ne era innamorato. L’unica domanda che si sottoponeva più volte era: quanto avrebbe resistito?
“Tieni Akito!” esclamò l’amico porgendogli il telefono “È da un po’ che suona! Come hai fatto a non sentirlo?”.
Già, come aveva fatto a non sentire la fastidiosa suoneria del cellulare?
Rapidamente rispose al telefono e si stupì non poco nel sentire la voce di Alex.
“Va bene, sarò da te per le 15:00!” affermò per poi terminare la chiamata.
“Chi era?” domandò immediatamente Tsuyoshi “Mi sembrava una voce femminile!”.
“Per caso sei diventato la mia ragazza?” gli disse leggermente preoccupato ma soprattutto infastidito.
“Certo che no!” si affrettò a rispondere il ragazzo “Era solo per chiedere!”.
“Alex…”
“Ti vedi con lei?” strabuzzò gli occhi Tsuyoshi “Amico, prevedo guai!”.
“Se non vuoi sapere, non chiedere allora!” esclamò riprendendo i suoi allenamenti.
“Come sei permaloso…” sbuffò il moro “Stavo solo pensando a cosa…”.
“A cosa direbbe Sana. Si, lo so!” lo precedette Akito “Ma infondo non faccio nulla di male, Alex è solo un’amica!”.
“Se lo dici tu…” annuì poco convinto l’amico.
“E poi Sana ha il suo usignolo canterino sempre appresso a sé. Cosa dovrei dire io?”

 
***
 
Sana leggermente agitata camminava nei corridoi della scuola per raggiungere il luogo in cui si sarebbe incontrata con Marco.
Era in perfetto orario, cosa da non credere!
Una volta arrivata nell’atrio dell’università vide il ragazzo seduto comodamente sugli scalini esterni ad aspettarla.
Inevitabilmente le scappò un piccolo sorriso, ricordandosi come se fosse ieri quel pomeriggio di inizio autunno.

“Comunque se la prossima volta mi dirai di non fare tardi, io mi presenterò puntuale come un orologio svizzero”.
Sana lo guardò divertita “Perciò mi stai confessando che hai fatto appositamente ritardo?”.
“No, ho avuto un imprevisto. Comunque fidati di me, io mantengo sempre le promesse!” ghignò il ragazzo facendole l’occhiolino.


Era felice di sapere che Marco avesse mantenuto la sua piccola promessa, perché in fondo si sa, è dalle piccole cose che nasce ogni profondo rapporto.
“Non ho molto tempo!” affermò immediatamente Sana sedendosi accanto a Marco “Purtroppo tra poco devo andare a lavorare!”.
Il ragazzo in silenzio osservò molto attentamente il movimento fluido della ragazza, quel giorno indossava dei semplici jeans abbinati ad una comoda felpa bianca che le ricadeva morbida sui suoi esili fianchi.
Incrociò per un attimo gli occhi allegri di lei ed ebbe l’impressione che dovesse confessargli qualcosa di elettrizzante.
Che si fosse lasciata con il ragazzo? No, non sarebbe sicuramente così felice.
Lo sguardo di Marco si spostò sulle labbra di Sana che, per colpa del freddo, erano diventate screpolate e secche. Sicuramente gli stava dicendo qualcosa, poiché vedeva il costante movimento che compivano le sue labbra, ma l’unica cosa che riusciva a comprendere in quel momento, era il desiderio irrefrenabile di farle sue e di sentirne il sapore. Immaginò che sapessero di vaniglia, perché da quella poca distanza che li separavano, riusciva ad annusare il profumo del burrocacao da lei utilizzato.
Ok, doveva ritornare immediatamente alla realtà prima che il suo istinto decidesse di impossessarsi immediatamente di quella bocca che bramava dalla voglia di assaggiare.
“Marco!” affermò nuovamente Sana muovendogli una mano davanti agli occhi “Ci sei?”.
“Si, scusa… Ero distratto da te…”
“Ok… Tieni…” affermò porgendogli una cartelletta azzurra con un piccolo fiocco, mentre una moltitudine di pensieri le invasero la mente.
Aveva capito bene?
Certo, che si. Che domande… Non era mica sorda!
Cosa avrà voluto dire con l’espressione “Ero distratto da te”?
Che poi, perché proprio da lei?
Marco prese titubante la cartelletta con allegato un fiocco blu.
“Che cos’è?” chiese curioso il ragazzo “Manca ancora un mese a natale!”.
“Dai aprila!” esclamò euforica “Voglio vedere la tua faccia!”.
Il ragazzo eseguì l’ordine di Sana aprendo velocemente la cartelletta, era inevitabilmente curioso di scoprirne il contenuto. All’interno di ciò vi erano vari fascicoli catalogati con segnalibri di colori diversi ed estraendo e leggendo rapidamente il primo blocco di fogli capì cosa avesse stampato la sua amica.
“Non…” affermò sorridendole e ritornando immediatamente a leggere alcune parole dei fascicoli “Non dovevi!”.
“Figurati!” sorrise felice la ragazza “Qualcuno doveva pur spronarti!”.
Ogni fascicolo conteneva informazioni utili riguardanti le accademie per giovani artisti o cantanti, catalogati con colori differenti in base ai costi, ai luoghi, alla distanza e al livello richiesto per entrarvi.
“Spero di aver fatto un buon lavoro, ho messo anche alcune annotazioni!” gli confessò imbarazzata portandosi una mano dietro alla nuca “Devi sapere che io sono perennemente disordinata!”.
“È perfetto…” affermò semplicemente il ragazzo tornando a guardarla con uno sguardo infinito “Grazie”.
La risata isterica di Sana si bloccò non appena i suoi occhi incrociarono quelli profondi di Marco.
No!
Impossibile!
Si rifiutava categoricamente di pensare che le sue amiche avessero ragione!
“Sai…” riprese a parlare Sana, distogliendo lo sguardo dal ragazzo e osservando le gocce di pioggia infrangersi al suolo “Le mie amiche credono che tu abbia una cotta per me…”.
Ma che diavolo le era preso?!
Odiava quando la sua lingua prendeva vita propria, eppure quelle parole le erano uscite con tanta facilità.
L’espressione di Marco si fece improvvisamente più curiosa.
Che avrebbe saputo il motivo del suo strano atteggiamento senza domandarle nulla?
“Io ho risposto che è una cosa impossibile oltre che impensabile!” aggiunse immediatamente la ragazza.
“Perché?” chiese inarcando un sopracciglio.
Sana scrollò leggermente le spalle “Perché se fosse stato così tu mi avresti, come dire… Corteggiato senza troppi giri di parole! Insomma, non avresti di certo perso tempo” gli disse guardandolo attentamente negli occhi “Sto imparando a conoscerti e dalla tua personalità ho percepito questo!”.
“Cambierebbe poi molto?”
“Come?” chiese scossa la ragazza guardandolo attentamente negli occhi.
Non si aspettava di certo questa domanda che, per giunta, andava oltre al significato stesso della frase.
“Non avrò mai parlato direttamente, ma tutto ciò che ho fatto credo che sia stato più che palese!” esclamò Marco con un tono abbastanza nervoso “Secondo te io dedico a chiunque le canzoni che realizzo? Espongo le mie angosce, le mie esperienze, le mie delusioni ai quattro venti? Riservo a tutte le ragazze quelle particolari attenzioni, cercando inoltre di trovare un modo per sorprenderle e per farle sentire speciali e uniche esattamente come io le vedo? Come io ti vedo!”.
Sana non riusciva a muoversi, tanto meno a sussurrare qualcosa. Ad ogni esclamazione le si apriva un mondo di ulteriori quesiti, di risposte, di particolari che prima non aveva fatto caso e, di avvertimenti da parte delle sue amiche e soprattutto di una persona: Akito.

“Scommetto che tu non te sei nemmeno accorta!” ghignò Akito.
“Accorta di cosa?” gli domandò continuando a non capire intanto che l’ansia cresceva dentro di lei.
“Ho visto il modo in cui eri assorta nei tuoi pensieri durante il brano che ha cantato” affermò arrabbiato il ragazzo “Il modo in cui ti guarda e ti sorride, come TU lo guardi!” puntualizzò “C’era del disagio tra di voi e sento che la causa sono io!”.


Ora tutto lentamente cominciava ad essere più chiaro.
“Diamine! Non ho portato nemmeno la mia ex nel mio posto speciale!” le confessò con un tono che non ammetteva repliche “Sei proprio stupida!”.
“Come prego?” gli domandò ancora più sorpresa nel sentire da lui un insulto nei suoi confronti.
“Se non hai capito nulla di tutto ciò sei proprio stupida!”
Era furente, arrabbiato.
Come caspita aveva fatto a non accorgersi di nulla?
Qualunque donna sarebbe stata lusingata nel ricevere ogni singola attenzione donatale a Sana.
“Quindi…” cercò di metabolizzare l’idea la ragazza “Io ti piaccio?”.
“Wow!” affermò sarcastico Marco “Dovrei farti un monumento, finalmente l’hai capito!”.
“E tu ti stai dichiarando offendendomi?”
“Mettiamo in chiaro le cose: io non ti ho assolutamente offeso, ho solo detto come stanno i fatti!”
“Ok ok…” ammise Sana sospirando “Ti confesso che io sono sempre stata tarda nel capire questo complicato sentimento chiamato Amore. Anche con Akito è stato così!”.
“Povero ragazzo!” sussurrò Marco provando un’improvvisa compassione nei suoi riguardi.
“Eh lo so!” annuì Sana mentre rideva imbarazzata.
“Comunque sono sicuro che nemmeno io ti sono totalmente indifferente” ghignò il ragazzo “Altrimenti, in più di una occasione, non ti saresti imbarazzata e non avresti nemmeno accettato tutte le attenzioni che, da come ho potuto constatare, ti sono sempre piaciute. Ammettilo anche tu provi un interesse nei miei confronti!”.
“Tu vaneggi!” rispose prontamente Sana.
“Dici?” le disse sfidandola Marco e riacquistando la sua solita calma e sicurezza, stavolta però non stava recitando “Prova solo a pensare al nostro giro in moto. Ti sei fidata completamente di me pur non sapendo nemmeno dove fossimo diretti, senza contare il fatto che non eri mai salita su quel mezzo. Potevi tranquillamente rifiutare, infondo avresti sicuramente potuto chiedere gli appunti che ti servivano alle tue amiche”.
“Non potevo sapere che dietro a tutto ciò ci fosse un secondo fine!” ribatté Sana dopo un attimo di esitazione.
“Hai sempre accettato ogni mio invito, eccetto che non dovessi andare a lavorare. Ti sei preoccupata per me più di una volta e, al “Live Club!”, addirittura davanti al tuo ragazzo che, da quanto ho potuto constatare, non gli è stato indifferente il tuo gesto!” continuò Marco sempre più convinto di ciò che le stava dicendo “So anche per certo che la canzone “E poi niente!” ti abbia suscitato delle emozioni riguardanti noi, esattamente come il primo brano che ti ho fatto ascoltare al garage”.
“L’ho fatto per amicizia!”
“L’hai detto tu stessa!” rise Marco facendole il verso “Ti confesso che io sono sempre stata tarda nel capire questo complicato sentimento chiamato Amore. Anche con Akito è stato così!”.
“E-ecco…”  balbettò la ragazza confusa ad ogni sua singola parola.
“Ammettilo…” affermò avvicinandosi notevolmente al suo viso “Tra di noi c’è una certa attrazione innegabile…”.
Sana era come bloccata ad osservare quegli occhi castani così seducenti, esattamente come il modo in cui aveva pronunciato quell’ultima frase.
“Sono…” sussurrò Sana sentendosi avvampare nonostante il freddo di fine autunno “Sono innamorata di Akito…”.
Marco rimase per un momento immobile a scrutare ogni dettaglio sul viso della ragazza.
Bingo!
Quell’ultima confessione non lo aveva per nulla scosso, anzi…
Lentamente si allontanò ghignando “Se sei innamorata del tuo Akito, tutti gli altri ragazzi dovrebbero starti indifferenti!”.
“In-infatti è…” balbettò Sana riuscendo poi ad acquisire una minima sicurezza nel suo tono di voce “Infatti è cosi!”.
“Spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che idee*” le citò Marco.
“E questa da dove è uscita?” inarcò un sopracciglio la ragazza “Cosa vorresti dirmi con ciò?”.
“È una frase che ho letto su una copertina di un libro” le spiegò “Io credo, anzi, sono sicurissimo che tu ti voglia auto convincere di non provare nulla nei miei confronti, non volendo guardare in faccia alla realtà e di conseguenza non ammettendolo a te stessa!”.
“Tu non sai cosa provo per e con Akito!”
“Ma so cosa provi con me. Conosco le tue emozioni e le tue sensazioni…”
“Sei così convinto di ciò che, appena hai scoperto che io ero fidanzata, sei scomparso andando a divertirti con quella ragazza!” gli disse irritata accorgendosi dopo dello sbaglio compiuto nell’affermare ciò, infatti Marco ghignava per l’effetto ottenuto.
“Hai ragione… Ma io ora sono qui!” affermò con un tono estremamente serio e con un pizzico di dolcezza e sincerità.
Ok, Marco aveva vinto ad un punteggio sproporzionato, tanto che Sana non riuscì a contraddirlo.
Era vero ciò che le aveva detto.
Era vero che provava qualcosa nei suoi confronti, una sorta di attrazione ma non era lo stesso paragonabile a ciò che sentiva per Akito.
Insomma… Lei era innamorata del suo fidanzato e, di questo, ne era assolutamente convinta!
Che le stava succedendo?
Come se non bastasse, era riuscito a zittirla e a confonderla totalmente con le sue opinioni.
Erano lì, occhi negli occhi a fissarsi attentamente, aspettando di ricevere una qualsiasi reazione da parto dell’altro. Intorno a loro si sentiva solo il perenne rumore della pioggia così rilassante.
Improvvisamente il cellulare di Sana interrupe quello strano silenzio formatosi e, senza spostare lo sguardo dagli occhi di Marco, rispose al telefono.
“Si, hai ragione Rei!” esclamò alzandosi di colpo in piedi “Arrivo subito!”.
“Lavoro?” le domandò il ragazzo.
“Già…” annuì Sana alzando gli occhi al cielo “Sono pure in ritardo… Cacchio!”.
“Ci vediamo Rossa!” la salutò alzandosi in piedi e avvicinandosi alla porta d’ingresso dell’università.
“Si, ciao!”
“Rossa…” affermò richiamandola un’ultima volta e andandole incontro per tirarla fortemente, ma allo stesso tempo dolcemente, a sé.
I loro visi in un attimo si ritrovarono vicinissimi e Sana riuscì distintamente a sentire il buon profumo che il ragazzo emanava.
I loro occhi erano incatenati in quelli dell’altro, l’unica differenza era l’espressione differente sui loro volti.
Sana era sorpresa di quel gesto così sciolto e sorprendente, il suo cuore batteva ad una velocità smisurata e le sue guance, ancora una volta, si colorarono di rosso, mentre Marco con un piccolo sorriso, cercò di controllare il suo istinto di impossessarsi di quelle asciutte labbra così invitanti.
Si avvicinò alla guancia morbida della ragazza porgendole un veloce ma intenso bacio, per poi scostarsi da lei lentamente.
“Ricorda… Il proibito attrae!”
La ragazza rimasta ferma e immobile nel ricevere quel gesto così inaspettato, cercò di riprendere l’autocontrollo che, forse, ancora possedeva.
“De-Devo andare!” esclamò balbettando e correndo verso l’auto del suo manager che la stava aspettando fuori dal cancello dell’istituto.
 
* Diego De Silva
 
SPOILER:
“Stavo pensando che potresti uscire insieme ai miei amici” le propose il ragazzo bevendo un sorso di Coca-Cola.
Alex a quella affermazione scoppiò in una falsa risata “Stai parlando sul serio?”.
“Ho per caso l’aria di uno che ti prende in giro?”
“La tua Girlfriend che ne pensa?” gli domandò fissando attentamente ogni sua espressione facciale.





Ciao a tutte!!!
Come procedono le vostre vacanze, esami e lavoro?
Spero tutto bene! =) Io personalmente non vedo l'ora di partire, manca un mese esatto! Evvai !!! ^.^
Ultimamente arrivo la domenica sera chiedendomi: "Riuscirò a pubblicare per tempo?". Si perchè tra vari impegni personali e crisi di ispirazione mi ritrovo in panico!
Volevo ringraziare moltissimo la mia amica Stefy per la frase suggeritami da lei di Diego De Silva! <3
Saluto e ringrazio tantissimo Lolimik, Angel92, Reginadeisogni, Love Kodocha, Drizzle__93, Sirenetta91, Cicatrce92, Elamela, Diosa Unica, Sel 97, _Lucikagomedragneel_, Kiss99 G_Love_A, Piccolasognatice91, Vale_89 e LaSayuri10 per i bellissimi pareri che mi donate e perchè mi seguite sempre!
Grazie anche a chi legge soltanto e a chi ha inserito la ff tra le preferite, seguite e ricordate!
Un bacione grande e vi abbraccio!

Miky
  
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