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Autore: Benve    08/07/2014    5 recensioni
In questa storia ho voluto utilizzare Niall Horan, sconvolgendo un po' la sua persona.
Avrà anche delle PARTI ROSSE, avverto!
Spero vi piaccia! Un bacio!
Dal testo:
Dov’era finita l’intelligenza? E la cortesia? E la dolcezza?
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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   [ ‘Made a lot of changes,
but not forgetting who I was.
On the horizon,
well, I know the moon will be rising back home.
Don't forget where you belong
and If you ever feel alone, don't.’ ]
- One Direction
 
 
 
 
 
 
 
Ero certa che non ci saremmo fatte scappare più nessuno, adesso. Ora era tutto perfetto. Finalmente ero felice.
 
  
Londra, 16 luglio.
 
Niall
 
Il caldo di luglio inoltrato non aveva tardato ad arrivare neppure quell’anno ed anche la mia amata gelatina per capelli purtroppo ne aveva risentito. Aveva scelto proprio quella mattina per sciogliersi e spiaccicarsi sul fondo del barattolo, rendendomi la mattinata già di per sé movimentata impossibile. Mi tremavano le mani al solo pensiero di prendere l’aereo con lei, con la mia Francesca. Sì, quella mattina saremmo partiti per Dublino, dritti verso Mullingar.
Ero finalmente riuscito ad estrarre un po’ del composto umidiccio, quando questo ricadde nel barattolo grazie ad una voce che mi perforò gli orecchi, dicendomi di muovermi o l’aereo sarebbe partito senza di me. Calmati, Niall.
<< La gelatina non vuole saperne di rendermi più di bello di quanto io in realtà sia già! >> piagnucolai alla mia ragazza, ridendo di seguito di me stesso per la faccia che avevo assunto riflessa nello specchio.
<< Amore, ma sei già bellissimo! Che cavolo te la metti a fare quella roba nei capelli se tanto in aereo dovrai dormire? Eddai! >> esclamò Francesca dietro la porta del bagno.
<< Io non dormirò in aereo, non dormo mai in viaggio! >> Diciamo quasi mai.
<< Muoviti!! Se mi fai arrabbiare anche oggi ti lascio qua e vado a Mullingar da sola! >> brontolò sbattendo una porta. Sentii il rumore di un telefono e capii che probabilmente le era appena arrivato un sms.
Uscii dal bagno dopo qualche minuto e la vidi già pronta e con le chiavi in mano. Non mi lasciò nemmeno fiatare che << Ho già portato tutti i bagagli al piano di sotto, e poi non dire che non sono una donna forzuta! Datti una mossa, biondo. >> disse e mi lanciò le chiavi della macchina di suo padre, come da lui promesso. Mi affrettai a prendere il cellulare che nella fretta avevo dimenticato sul lavandino del bagno e dopo essermi guardato nuovamente allo specchio mi dichiarai pronto per partire verso una nuova avventura. Dove ci avrebbe davvero portato quel fantomatico viaggio? Verso universi a noi sconosciuti? Ed il mio vecchio letto era ancora così caldo e accogliente come lo ricordavo? E la cucina? Quel frigo che da piccolo trattavo come oro colato per tutte le prelibatezze che regalava al mio stomaco sempre in cerca di cibo era arrugginito? E quel giardino dove facevo sempre arrabbiare mia sorella era sempre verde oppure le erbacce avevano fatto capolino? Ah. Casa. Mullingar, babe. Arrivo!
 
Francesca
 
Niall teneva il volante assorto nei suoi pensieri e si torturava di tanto in tanto il labbro inferiore con i denti, gli occhi cupi nascosti dietro i suoi Ray-Ban scuri. Accennando un sorriso giocherellavo distratta con uno dei due manici della mia borsa, cercando di capire se le sue fossero preoccupazioni o soltanto innocui pensieri. La scuola era finita e come per miracolo i professori avevano promosso Niall senza nessun brutto scherzo, così come fortunatamente era successo a ognuno di noi, e eravamo riusciti a convincere mio padre a lasciarmi stare qualche giorno in più in Irlanda col mio ragazzo, come un piccolo premio. Naturalmente con l’aiuto non indifferente di mamma.
Eppure Niall continuava a rimanere impassibile e serio, senza nemmeno regalarmi di tanto in tanto uno dei suoi dolci sorrisi o semplicemente accennando a uno sguardo verso la mia postazione. Così, quando ci fermammo a causa di un semaforo rosso mi voltai verso di lui e << Topino >> soffiai dolce. Questo non sembrò accorgersene e allora << Niall? >> insistei. Finalmente si girò. Sorrisi.
<< Dimmi, amore. >> soffiò roco.
<< E’ tutto apposto? >> chiesi.
<< Certo. >> rispose dopo una breve pausa e poi << Perché me lo chiedi, dolcezza? >> concluse.
<< Così, ti vedo tutto serioso.. Pensavo qualcosa ti turbasse, ecco. >> feci premurosa.
<< Quanto sei scema.. Vieni qui. >> rise sporgendosi poi verso di me per baciarmi. Le sue labbra sapevano di menta, segno che si era lavato i denti da poco. Il semaforo era ancora rosso e decisi quindi di approfittarne, beandomi ancora di lui, cercando la sua lingua. Ci baciammo per qualche minuto, forse qualcuno di troppo, dato che improvvisamente con uno schiocco Niall si allontanò da me, impaurito da qualcuno che aveva appena suonato il clacson per richiamare la nostra attenzione. Scoppiai a ridere e anche lui con me, mettendo velocemente la seconda e sfrecciando via.
L’aeroporto era parecchio lontano da casa di Niall, distava più o meno quaranta minuti di macchina. Passammo del tempo a canticchiare canzoni stupide che passavano alla radio e quando finalmente fummo arrivati a destinazione nemmeno sentivo più le gambe.
<< Welcome to London Stansted. >> esclamò Niall col suo buffo accento, io risi.
<< Forza, prendiamo le valige, non possiamo rischiare di trovare la fila al check-in. >> Gli sussurrai in un orecchio e subito dopo avergli dato una leggera pacca sul sedere gli presi le chiavi dalla mano e andai ad aprire il baule posteriore.
Erano quasi le dieci e ci saremmo imbarcati per mezzogiorno circa, quindi ci incamminammo mano nella mano con calma verso le porte scorrevoli d’entrata, accompagnati dal rumore fastidioso ma eccitante dei nostri trolleys. Subito cercai delle poltroncine dove avremmo atteso per le successive ore, anche se Niall si fermò a pesare le valige. Ah, lui e la sua mania dei vestiti, peggio delle donne!
Scossi la testa ridendo tra me e me, aspettando pazientemente che Niall tornasse a farmi compagnia.
 
Gemma
 
Ogni volta che io e Liam parlavamo a telefono era un patimento, non riuscivo a dirgli nemmeno come mi chiamavo, che lui si ostinava a ripetermi quando desiderasse dirmi cose sporche all’orecchio. Gli avevo ripetuto anche quella santissima mattina che solo un cretino come lui poteva fare allusioni simili, che il sesso a telefono era da folli e, anche se noi due sotto sotto un po’ lo eravamo, non avrei ceduto a una cosa del genere, mai, nemmeno fra un milione di anni.
Ero finalmente riuscita a pigiare il tasto rosso della conversazione e, prendendo la borsa, ero pronta per andare a casa sua, dove insieme avremmo preso la macchina e avremmo guidato con la costante paura di arrivare in ritardo in una mattinata troppo importante.
<< E gli altri? Saranno già tutti lì? >> chiesi preoccupata al mio ragazzo.
<< Gem, rilassati! Andiamo, almeno per una volta lascia stare la tua parte maniaca del controllo e rilassati su quel sedile comodo! Arriveremo in tempo. Non devi preoccuparti, mica partono e ci lasciano a mani in mano! >> rise.
<< Se ridi ancora di me ti uccido. >> lo fulminai, sciogliendomi poco dopo per colpa di quegli occhi che diventavano due fessure tanto dolci ogni volta che Liam mi sorrideva.
 
Carole
 
‘Carole, tesoro, non riesco a trovare i miei jeans, quelli strettissimi che mi piacciono tanto. Non è che per caso li ho dimenticati da te? Xx Lou.’
Un classico, avevo una montagna di cose di Louis da quando avevamo iniziato a fare coppia fissa e quasi mi dispiaceva ogni volta dirgli che poteva venire a prenderle quando voleva. Amavo dormire con le sue magliette, così mi impedivano di fare brutti sogni. Svegliarsi con il suo odore addosso anche quando lui non era lì con me era perlomeno il paradiso.
Risposi velocemente al messaggio e, felice che una nuova giornata con lui fosse appena iniziata, cominciai a prepararmi del caffè. Sarebbe venuto a ritirare i pantaloni solo dopo le dieci, una volta aiutato il padre a potare la siepe in giardino.
Quando finalmente Louis suonò il campanello mi precipitai ad aprire la porta e questo mi accolse con un sorriso assurdo, il solito sorriso di un Louis pervertito.
<< Se non fosse che dobbiamo uscire perché siamo in ritardo ti prenderei seduta stante. Lo sai questo, vero? >> fece famelico squadrandomi da capo a piedi. Effettivamente aveva ragione. Indossavo solo una delle sue magliette e gli slip ed era decisamente troppo tardi. Sorrisi all’idea e guardandolo gli promisi che ci sarebbe stato tempo per noi nel pomeriggio, quando finalmente le acque sarebbero state più calme.
 
Francesca
 
Mi distrassi per un secondo e, quando per caso intravidi qualcuno a me familiare varcare la soglia dell’enorme stabilimento, quasi mi venne un colpo. Rebecca?
<< Hey, donna di mondo! Pensavi di andartene senza salutarmi un’ultima volta? >> fece la ragazza mora, correndo verso di me.
<< Vado in Irlanda per qualche giorno, mica in Africa! >> risi cercando di sopravvivere al suo abbraccio da orso. Dietro di lei un inconfondibile risata. Zayn. E alle sue spalle Liam con Gemma seguiti da Louis con Carole.
<< Ah, ci siete proprio tutti eh? >> esclamò Niall divertito, poggiando le borse a terra, vicino a noi. Sorrise e tirando una pacca sulla spalla a Louis gli fece un occhiolino che il castano prontamente ricambiò.
<< Non tutti, non ancora! >> fece qualcuno. Mi sporsi e vidi che quel qualcuno era Harry, per mano a Danielle. Adesso c’erano proprio tutti. Nemmeno stessimo andando su Marte!
<< Fratellino! >> esclamò Gemma, visibilmente felice che il fratello si fosse unito alla combriccola. Senza di lui non era mai la stessa cosa.
Danielle ci salutò tutti con un timido sorriso e Niall mi intimò che andare salutarla e a ringraziarla per essere venuta a salutarci sarebbe stato un gesto carino, nonostante lei con noi non avesse mai avuto niente a che fare. Così mi avvicinai e la ringraziai con due baci sulle guance. Per un attimo questa rimase sorpresa, guardò Harry e insieme sorrisero. La ragazza si spostò verso Carole e le altre ragazze e Harry rimase a farmi compagnia.
<< Ti va se facciamo due passi? Quando sono all’aeroporto amo guardare le destinazioni più assurde. >> mi chiese ridendo. Sempre il solito pazzo.
<< Quanto sei scemo, Harry. Certo, dai, andiamo! >> feci l’occhiolino a Niall e, vedendolo tranquillo, ci spostammo verso i tabelloni degli orari.
<< Alla fine siete riusciti a fare questo viaggio. Sono davvero contento per voi. Niall mi ha raccontato quanto Mullingar sia importante per lui, appunto perché ci è nato e in parte anche cresciuto. >> fece il riccio. Entrambi col naso all’insù verso le mete scelte dai turisti. Ogni tanto una leggera risatina.
<< Ah sì? E quando avreste parlato voi due? >> ridacchiai dandogli una spinta col fianco sinistro.
<< L’altro giorno, abbiamo fumato una sigaretta insieme. Sai, abbiamo ricominciato a poltrire sui divani costosi di casa Payne e adesso chi ci toglie più di là? Quindi tra una chiacchiera e l’altra mi ha raccontato i piani che riserva per voi due. >> finì ammiccando malizioso.
<< Harry! Sei uno scemo, non voglio sapere altro! >> ammisi sconvolta e in preda a una risata imminente. Harry mi batté sul tempo perché, con mia sorpresa, scoppiò a ridere a crepapelle nel bel mezzo dell’edificio. E quando, dopo un secondo, si accorse di aver attirato l’attenzione di mezzo aeroporto si portò le mani davanti alla bocca in un modo talmente buffo che non riuscii a smettere di ridere per i minuti successivi.
Ero così felice, avevo ritrovato un amico stupendo e, quando tornati dagli altri Niall mi vide felice fu anche lui al settimo cielo.
Erano quasi le dieci e trenta quando carichi dei nostri bagagli ci avviammo verso il check-in e una volta fatto salutammo i nostri amici, pronti per dirigerci verso il Gate 3.
 
<< Mullingar, arriviamo! >> esclamò Niall felice come una pasqua di tornare nella sua terra verde, quando alle dodici e ventisette ci ritrovammo insieme a molte altre persone nell’immensa pista.
Davanti a noi l’enorme aereo British Airways. Il cuore mi stava per scoppiare in petto e Niall avvertì la scarica di tensione che rilasciai su di lui grazie alle nostre mani incrociate.
<< Amore, andrà tutto bene. Sei tranquilla? Ci sono io. >> fece protettivo dandomi un bacio sulla fronte.
<< Sono così felice di partire insieme a te, vita mia. >> feci a cuore aperto. Un bacio a stampo e via, verso le scale che ci avrebbero permesso l’accesso all’aereo.
 
Quel viaggio non aveva più lo scopo di fuggire da una Londra troppo affollata di gente, di pensieri e di odio, ora era una cosa solo nostra, qualcosa di intimo e personale che Niall aveva deciso di condividere solo con me. Al nostro ritorno avremmo comunque trovato persone fantastiche ad accoglierci e i cuori pieni d’amore.
Ora, seduti in completo relax, non mi restava che accoccolarmi al petto di Niall e ascoltare il suo respiro che piano piano si faceva pesante. E menomale lui era quello che in viaggio non dormiva mai.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
HEY GIOIE BELLE.
Vi ricordate ancora di me? Sono passati ben cinque mesi dal capitolo 44 e mi rendo conto che è un’eternità. Col 45° capitolo segniamo un punto importante della storia, proprio perché è il penultimo. Sono stati cinque mesi intensi questi ultimi della mia vita, cinque mesi dove ho spremuto il cervello in vari modi, dove mi sono rovinata l’esistenza soprattutto per colpa della scuola. Adesso che è luglio è finito tutto e posso urlare felice: HO FATTO L’ESAME DI MATURITA’ ! E ancora non riesco a rendermi conto che mi sono sudata e guadagnata (e meritata) il mio bel 77 su 100! ll fatto è che questi cinque mesi sono stati un problema per questa fan fiction, voi non potete capire quanto mi è mancato scrivere, quanto è stato brutto ogni santo giorno svegliarmi con la voglia di scrivere e di dedicare giornate intere ai capitoli per terminarla e per farvi assaporare ciò che avevo da dirvi e invece non poterlo fare (scusate la depressione post-esame, è l’ora.. 0.56) ………Che stavo dicendo? Che questa atmosfera mi è mancata terribilmente. Mi è mancato postare i miei capitoli su questo sito meraviglioso, mi è mancato il mio favoloso banner e le mie favolose lettrici, mi siete davvero mancate, mi sento davvero una merda nei vostri confronti! (si può dire merda? chissene, ormai l’ho detto) Capisco che forse sto parlando al vento, forse non c’è più nessuno che segue la mia storia, voglio dire, capirei benissimo.. sono passati ben cinque mesi! Però beh.. Io sono ancora qui, nonostante l’uragano mi abbia scombussolata beh, io sono ancora qui. E se c’è anche solo una di voi che vuole sapere come finisce questa storia io sarò onorata, davvero lusingata di condividere con voi anche l’ultimo capitolo. Se volete lasciarmi qualche recensione ormai sapete che io amo sapere cosa pensate di ciò che scrivo. QUINDI RECENSITE! FATELO SE VI VA! IO LEGGO TUTTO.
Vi lascio con una mia personale speranza, la speranza di non avervi deluso ulteriormente con questo capitolo. A me è piaciuto ( ma vah?) e spero abbia colpito anche voi.
Vi ringrazio davvero, immensamente!
Siete ancora il mio cielo, non ve lo scordate.
Con tanto amore, la vostra (quasi diciannovenne!) Francesca! Xx
  
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