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Autore: Prongs4    08/07/2014    2 recensioni
Dal prologo:
"Man mano che ripercorreva i passi che lo avevano portato lontano, i connotati della sua vita andavano delineandosi nuovamente.
Il ricordo avrebbe perso la sua essenza di passato, e tutto si sarebbe concretizzato, attualizzato.
Il Lucius Malfoy che era stato fino a qualche anno prima sarebbe tornato. Più adulto, più deciso, più affascinante, ma pur sempre lui.
Era già per strada, e stava arrivando.
[...]
Narcissa Black desiderava che il suo cuore si fosse fermato.
Avrebbe dato qualunque cosa, qualunque, pur di morire con la consapevolezza che il suo desiderio più intenso si era avverato.
Lucius era tornato.
Forse per lei c’era ancora speranza.
Forse non era tutto perduto.
Forse il suo cuore avrebbe ripreso a battere, e forse avrebbe continuato a pompare felicità allo stato puro invece del sangue."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO I 

Il passo di Lucius era deciso, seppure lento ed elegante come sempre.
Si smaterializzò nel giardino di Villa Black al tramonto. Forse poiché lo riteneva il momento più adatto al suo glorioso ritorno, romantico e suggestivo con i suoi colori sfumati, o forse semplicemente perché per ben due volte si era recato da Narcissa e in altrettante occasioni gli era stato detto dall’elfa che la signorina non era in casa.
Mentre attraversò il porticato, sperò con tutto il cuore di non ricevere un’altra delusione.
Qualche ora prima gli era stato riferito che “la padroncina era uscita con la padrona”, ma Malfoy non ci aveva creduto neppure un secondo.
Sentiva la presenza di Narcissa aleggiare intorno a lui in modo concreto, e non aveva digerito di venire preso in giro da una stupida creaturina.

‘Volente o nolente’, si convinse Lucius, ‘dovrà comunque ricevermi prima o poi. Sono pur sempre il suo fidanzato!’
Bussò all’imponente portone di Villa Black per la terza volta quella giornata, e per la terza volta fu accolto dall’elfa.
“Sono qui per la signorina Narcissa. Non accetterò un’altra scusa come risposta” disse con tono minaccioso.
L’elfa sembrò dapprima titubante, ma infine lo fece entrare.
Senza aspettare che lo annunciasse o che andasse ad avvertire della visita, Lucius oltrepassò l’elfa e si diresse verso la camera di Narcissa.
Sentiva la serva dietro di lui chiamarlo e supplicarlo di attendere all’ingresso l’arrivo dei padroni di casa, ma nulla poteva fermare l’impazienza che lo aveva colto.
La sollecitudine era tanta da fargli dimenticare le buone maniere, e quando si ritrovò davanti la porta della stanza della piccola Black non bussò nemmeno.
La aprì teatralmente, ma la fortuna sembrava non girare a suo favore.
La stanza era vuota, seppure impregnata dell’inconfondibile profumo di Cissy.
Lucius lo respirò a pieni polmoni, pensando che gli era mancato più dell’ossigeno.
Si guardò intorno, sospettando che Narcissa si stesse nascondendo alla sua vista.
D’un tratto sentì un paio di dita ticchettargli sulla spalla.
Si voltò, speranzoso, ma non era la sorella Black che voleva lui quella che gli si parò davanti.
“Sei tornato più maleducato di quanto ricordassi, Malfoy. Non si usa più presentarsi a casa degli altri su invito?”
Il sorriso beffardo di Bellatrix, tipico della sua persona, stranamente non indispose Lucius come avrebbe fatto in passato. Lui si limitò a chiederle: “Lei dov’è? Questo giochetto non mi sta divertendo più!”
La donna rise. “Povero Lucius. Il tuo cuoricino innamorato si sente perduto?”
E senza dargli il tempo  di rispondere, continuò: “Non hai più il diritto di venire a cercarla”
“Ah no?” le chiese ironicamente lui.
“No” confermò lei. “Non hai saputo le ultime novità?”
Malfoy stava per perdere la pazienza. Assottigliò gli occhi, guardando trucemente Bellatrix.
“Parla”
“Come sei aggressivo!” ribatté la bruna, ridendo nuovamente. “Così non otterrai proprio nulla. Ma forse ti si schiariranno le idee al matrimonio di Cissy”
Un’altra smorfia attraversò il viso di Lucius. “Pensi di potermi tenere lontano da tua sorella fino a quando ci sposeremo, Bellatrix?”
Un piccolo tremito sembrò cogliere la Black, suscitando sospetti in Lucius.
Quel leggero tentennamento durò un attimo solo, sostituito da un ghigno cattivo.
Vi sposerete? Tu e chi, se posso chiederlo?” gli domandò la donna.
Malfoy alzò gli occhi al cielo. “Ti avverto, Black, mi stai facendo innervosire”
“Che paura” rispose Bellatrix con un piccolo broncio. “Non mi hai sentita? Ho detto ‘il matrimonio di Cissy’ … non mi sembra che l’avvenimento riguardi anche te...”
Lui la guardò senza capire, e lei sorrise soddisfatta per la confusione che gli leggeva negli occhi.
Ma ancora una volta, quello sguardo non lo convinceva del tutto.
Si sentiva inquieto, più del solito, vicino alla maggiore delle sorelle Black. Gli sembrava diversa, e non comprendeva quel leggero dolore che le leggeva negli occhi.
“La tua lunga assenza non è stata gradita dalla famiglia Black. I miei genitori hanno deciso che era ora che Narcissa si fidanzasse ufficialmente. Tu non c’eri, dunque hanno scelto un altro giovane. Insomma, la vostra unione non ha più il loro benestare…” gli rivelò infine la giovane, mentre gli girava intorno come un avvoltoio, osservandolo.
Malfoy ponderò per qualche istante l’idea di non fidarsi, ma qualcosa nel suo tono di voce lo indusse a crederle.
Cadde il silenzio per diversi minuti. Fu la donna ad infrangerlo. “Mia sorella è in casa, ma non vuole vederti” gli comunicò con noncuranza. “Conosci la strada per uscire”
Lucius si sentì impossessato da un’improvvisa rabbia. La squadrò con rancore.
“Ambasciator non porta pena” gli sussurrò Bellatrix.
“Buona serata” sibilò Malfoy fra i denti, cercando di trattenere la sua furia e il suo stupore per non dare ulteriore soddisfazione alla donna.
 Voltò l’angolo e ripercorse i corridoi che lo separavano dall’ingresso.
“Anche a te, amore mio” rispose la Black, mentre lui si allontanava.
La voce uscita dal corpo di Bellatrix non era la sua però. Era più dolce, melodiosa, malinconica.
La donna sbatté più volte le ciglia, e quando d’un tratto sgranò gli occhi, il nero delle iridi si era trasformato in blu. Si passò una mano fra i capelli mentre quelli ritrovavano il naturale biondo, la fece poi scivolare sulla linea della mascella, che sì ammorbidì, riacquistando la consueta armoniosità, e infine sulle labbra, da cui scomparve l’acceso rossetto che tanto amava Bellatrix.
“Non c’era che bisogno che tu restassi qui ad assistere” disse Narcissa a voce alta, mentre la vera Bellatrix annullava l’incantesimo di disillusione eseguito su se stessa.
“Volevo solo assicurarmi che tu non facessi qualche colpo di testa. Ma non mi hai interpretata poi troppo male, devo ammetterlo!”
“E’ diventato ancora più bello” mormorò Narcissa, fissando il punto in cui lui era scomparso. “E’ l’uomo più affascinante che io abbia mai visto”
Bellatrix alzò gli occhi al cielo, sbuffando annoiata. “Sei così smielata, Cissy. Tranquilla comunque, non penso tornerà a cercarti”
Narcissa sorrise amaramente. “Tornerà eccome. Non sono stata poi così brava. La mia imitazione non l’ha convinto del tutto”
“Io credo di sì invece. Non è abbastanza sveglio da notare piccole imperfezioni nel mio modo di fare!”
“Dovresti smetterla di sottovalutarlo, Bella” disse Narcissa mentre si dirigeva a sua volta verso l’ingresso. La sua voce riecheggiò nei vasti corridoi.
“Anche se dovesse tornare, peggio per lui. Avrebbe dovuto aspettarsi che scomparire per così tanto tempo avrebbe avuto delle conseguenze!” ribatté la maggiore, seguendola. “Si può sapere dove stai andando?”
Narcissa si stava allacciando il mantello, indossando il cappuccio. “C’è una cosa che devo fare”
“Ossia?” indagò subito Bellatrix.
“Devo andare da Madama McClan per ritirare un abito”
La bruna sembrava ancora sospettosa, ma non ribatté. “D’accordo. Ci vediamo presto. Ora torno a casa, da Rodolphus”
“Salutamelo”


***
Del sole vi era rimasto poco o nulla in cielo quando Narcissa mise piede fuori di casa.
Le dispiaceva dover mentire a Bellatrix, ma proprio non aveva potuto resistere alla tentazione.
Rivedere Lucius le aveva fatto tornare in mente sensazioni che credeva sopite per sempre, e non voleva aspettare di incontrarlo di nuovo per caso per poterle provare ancora. Aveva bisogno di rivederlo immediatamente.
Anche se solo da lontano, anche se lui non l’avrebbe vista, anche se non si sarebbero nemmeno sfiorati, lei sentiva la necessità di sentirlo accanto. 
Si smaterializzò davanti al cancello di Malfoy Manor, certa che fosse tornato a casa a chiedere spiegazioni sul loro fidanzamento.
Il cancello in ferro battuto che preludeva il giardino non era chiuso, bensì accostato.
Narcissa immaginò nitidamente Lucius aprirlo infuriato, e con altrettanta foga sbatterselo alle spalle, così da non incastrarlo del tutto nella serratura.
Con lentezza, lo aprì quel tanto che bastava per farla entrare, sperando di non fare troppo rumore.
Tutto intorno a lei taceva, e di Lucius non vi era traccia.
Che stupida era stata! Il suo capriccio era non solo insensato, ma anche poco pratico. Non poteva certo rimanere inerme ad aspettare che lui uscisse fuori dalla porta di casa.
Rimase a fissare il Maniero per qualche secondo, e prima di rendersene conto stava già bussando alla porta di Villa Malfoy.

***

“Padrone?” domandò timidamente Dobby l’elfo domestico sulla soglia di una stanza.
L’elfo che aveva accolto Narcissa l’aveva altresì scortata da Lucius. Il giovane, a dire del servitore, era tornato a casa molto arrabbiato.
“Ti avevo detto di non disturbarmi!” fu la risposta secca che arrivò dalla camera.
“Dobby chiede scusa, Dobby farà andare via la signorina Black, se il padrone lo desidera”
Lucius ebbe uno scatto; si alzò dalla sedia tanto velocemente da farla cadere. “La signorina Black, hai detto? Narcissa?” gli domandò bruscamente.
La ragazza vide l’elfo, proprio davanti a lei, annuire con timore in risposta alla foga del padrone.
La porta della stanza, semichiusa fino a quel momento, venne rapidamente aperta da Lucius.
“Sei qui” sussurrò.
La fissava, avido di lei, incantato come lo era stato poche altre volte.
In quei due anni la bellezza di Narcissa era cambiata e maturata.
I suoi lineamenti cesellati si erano leggermente induriti, affilati, ma senza perdere il loro candore, solo conferendole un’aria più grande.
Gli occhi parevano diventati del colore di un lago ghiacciato, ma in quel momento non avrebbero potuto essere meno gelidi.
La sua figura, da sempre gracile, aveva assunto connotati più decisi: le gambe erano snelle e toniche e, come dettavano le regole canoniche di bellezza, il suo profilo era del tutto piatto, eccetto per le naturali e sensuali curve femminili.
La perfezione sembrava essersi concretizzata in lei.
Il tempo che impiegò a studiarla sembrò a Lucius infinito, ed invece si trattò di appena due secondi. Due secondi trascorsi i quali, il ragazzo si ritrovò ad indietreggiare e traballare leggermente, preso alla sprovvista dallo schiaffo che Narcissa abbatté sulla sua guancia.
<< Sei impazzita? >> avrebbe voluto chiederle, ma non ne ebbe il tempo.
Tanto veloce quanto lo aveva colpito, la donna lo afferrò per il colletto della camicia, e poi se lo spinse quasi addosso. Lo tirò man mano più vicino a sé, fino a che le loro labbra non si toccarono, fino a che i rispettivi respiri non si fusero.
“Narcissa” mormorò Lucius con tormento, mentre le passava un braccio intorno alla vita.
Lei non rispose al suo richiamo; continuò semplicemente a baciarlo, come se le sue labbra fossero per lei quello che è l’ossigeno per qualcuno che non ha respirato a lungo: sollievo e piacere.
Le loro bocche si conoscevano bene, si erano esplorate tante volte, ma mai in maniera così impaziente.
Erano due persone diverse, per certi versi completamente nuove, e in quanto tali si stavano riscoprendo.
Quando il bacio terminò, Narcissa si allontanò leggermente da lui. Respirava affannosamente, e aveva uno sguardo d’un tratto spiritato.
“Ti odio” gli sussurrò.
Lucius rise: evidentemente la trovava una battuta particolarmente divertente.
Osservò Narcissa indietreggiare verso il corridoio, senza comprendere che stava per avvicinarsi al camino, entrarci, e lanciargli un ultimo sguardo.
Se ne rese conto solo quando la vide scomparire tra le fiamme.

*ANGOLO AUTRICE*
Ecco il primo capitolo vero e proprio:) non sono tutte rose e fiori per Lucius e Narcissa, eh?
Quanto al fidanzato della povera Cissy, entrerà in gioco nel prossimo capitolo, e anche il perché del 'ti odio' pronunciato da Narcissa assumerà più significato!
Spero che gradiate questo capitolo, e come sempre mi auguro di poter leggere i vostri commenti nella pagina delle recensioni.
Grazie a tutti i lettori e a presto:)
Prongs4

 
  
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