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Autore: black_eyes    08/07/2014    5 recensioni
per la Huntbastian week tanti feels diversi
Lunedì 7: Infanzia
Martedì 8: Not like me
Mercoledì 9: Primogenito
Giovedì 10: Amico di penna / amico di tastiera
Venerdì 11: Scambio di corpi
Sabato 12: Masquerade
Domenica 13: Proposta
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Terza giornata! Yeaaah! mi sono sbizzarrita e mi è garbato questo prompt ... che mi è uscito una Smut/angst e non so come ho fatto ma ok ...
Non è betata so ... sorry come al solito XD
Buona lettura!

 

Sebastian Smythe era fuggito, era una vita che fuggiva dagli altri, il più delle volte non riuscendoci, e solo nell'ultimo periodo stava fuggendo dal proprio passato.

Per quell'ultimo caso ci era anche riuscito bene, ma adesso erano tornati, e lo aveva scovato.

Ci aveva messo tutto il suo impegno a non farsi vedere o sentire, aveva provato ad essere un'ombra e per quel periodo ci era riuscito; ovviamente con lo scomparire ne conseguiva anche abbandonare più volte la propria dimora, le piccole abitudini che si era creato, ma nei 3 secoli che aveva vissuto tutto ciò non importava.

Entrò nel proprio appartamento chiudendo la porta con tre mandate, rise scuotendo il capo, come se questo li avesse tenuti alla larga, si avvicinò alla finestra per tirare le tende, quando un movimento gli catturò l'attenzione. Non servì neanche voltarsi, sapeva già chi era.

“Mi hai trovato” sussurrò andando verso il bar per prepararsi qualcosa, in quegli anni aveva imparato a convivere con il suo essere diverso, e quindi a cercare di essere un po' normale, come chiunque. Come un umano.

“Oh Sebastian, come se fosse stato difficile.” Un giovane uomo dalla corporatura robusta e gli occhi di ghiaccio, uscì dall'ombra e gli andò alle spalle fissandolo mentre preparava l'alcolico “cos'è che stai facendo?”

“Bevo.” Spiegò, allontanandosi dall'altro “che vuoi da me?” Chiese bevendo quell'intruglio di cui sentì poco o nulla. Il suo organismo poteva bere decine di quegli alcolici che non sarebbe stato male, una cosa positiva del non essere un umano.

“Manchi alla famiglia. Sei come noi Sebastian,” il ragazzo sogghignò mostrando due canini appuntiti, lunghi e bianchi, delle vere armi che avrebbero potuto dissanguare una persona normale in poco meno di cinque minuti.

“Non più Hunter.” Si tolse il giubbino che appoggiò sulla poltrona di pelle. “sono cambiato in questi anni. Io non sono come te.” Lo fissò per poi voltarsi e raggiungere il comodino vicino al proprio letto. “Comunque lo conosci il motivo per cui mi sono allontanato da voi.”

“Allontanato … che parola stupida.” Sbuffò il ragazzo che faceva di nome Hunter “tu sei scappato come un codardo.” Ringhiò per poi ghignare quando vide che l'altro si era voltato di scatto.

“Io non sono un codardo. Non lo sono mai stato, ma fare una carneficina … come quella … è stato troppo anche per me.” Scosse il capo fissandolo mentre si versava un bicchiere di vodka “attento che quella l'ho comprata in Russia e …”
“Zitto un po' Smythe,” Hunter alzò gli occhi al cielo “sei diventato noioso in questo ultimo secolo che non ci siamo visti.” Disse bevendo d'un fiato il bicchierino di vodka che si era versato. “Non male questa, ma non è al pari di quello che è nostra natura bere.” Ghignò riponendo il bicchiere sul tavolino. “Non hai più bevuto una stilla di sangue umano noto.”

Sebastian strinse la mandibola scuotendo il capo “dopo quella notte ho fatto indigestione e non credo di voler ripetere quell'esperienza.”

Il ragazzo accanto a lui rise con cattiveria “certo, ma quando vivevi con noi ti piaceva fare sesso e uccidere ogni tuo amante.” Si leccò il labbro inferiore “ve ne erano tanti, cinque o sei, ogni notte, sette giorni a settimana, 365 giorni l'anno.” Gli si avvicinò poggiandogli una mano sul petto, facendolo sedere sul letto “te lo ricordi? Sesso e sangue.” Gli impose di stendersi sotto di lui, gli passò la mano su tutto il petto coperto della maglietta, fino ad arrivare al cavallo dei pantaloni.

Sebastian deglutì rilassandosi quando appoggiò la schiena contro al materasso rigido; non ci dormiva mai, non usava mai il letto, ma vedendolo ogni giorno in quella stanza, lo faceva sentire un po' più umano.

“Lo ricordi il sapore del sangue umano? Ferroso, caldo, denso, il tutto che ti scende giù per la gola e ti disseta.” Gli baciò il collo, succhiandogli la giugulare fredda “e il sesso?” Iniziò a baciargli tutta la gola, arrivando anche alle labbra che morse senza delicatezza “seducente, focoso, appagante.” Il suo tono di voce scese, fino a diventare un basso, gutturale, ringhio. “E ti ricordi quello che eravamo noi due Bas?” Gli chiese succhiandogli un lobo dell'orecchio facendolo gemere. “Ogni notte facevano sesso con gli umani, che quando raggiungevano l'orgasmo li uccidevamo.” Ghignò sulla sua pelle, leccando il suo collo. “Allora Sebastian?”

“Perchè mi fai questo Hunt?” Domandò balbettando e ansimando sotto ai suoi tocchi.

“Perchè mi manchi, ti rivoglio con me.” Gli slacciò i jeans velocemente stringendogli l'erezione tra le sue gambe “noi due siamo un'unica entità Bas” Gli baciò le labbra tenendogli fermi i polsi con una sola mano “come quando ci univamo, ogni notte, dopo aver bevuto il sangue.” Lo spogliò totalmente, e quando fu nudo davanti a lui un lieve ringhio gli uscì dalle labbra “perfetto, tu sei sempre stato perfetto Sebastian.” Si avventò sulle sue labbra “perfetto per me” gliele morse “solo per me, e per nessun altro.” Rimarcò fissandolo nelle iridi nere di lussuria.

“Non tornerò nella famiglia” ansimò Sebastian scuotendo il capo e fissando il ragazzo sopra di sé spogliarsi “non voglio tornarci, non ne faccio più parte.” Gli si bloccarono le parole in gola vedendo i muscoli del petto, le braccia muscolose e quella distesa di pelle che una volta solo lui poteva marchiare e mordere a suo piacimento. Non potè dire o fare altro che Hunter gettò tutti i loro vestiti sul pavimento per potersi dedicare completamente a quel corpo longilineo e perfetto che aveva sotto di sé.

Morse, leccò, succhiò ogni centimetro di pelle che poteva raggiungere, facendo impazzire Sebastian che gemeva e ansimava sotto al tocco dell'altro.

“Torna tra noi Bas,” gli sussurrò in un orecchio senza smettere di suggere la pelle e stringere l'erezione oramai completa “il tuo posto è quello.” Si abbassò a mordergli un capezzolo, lasciandogli un marchio piuttosto vistoso, vedendolo poi inarcarsi verso l'alto. “Quello vicino a me.”

Smythe scosse il capo, cercando di sgusciare via dalla presa di Hunter, quando ci riuscì, seppur non senza fatica, gli strinse entrambe le mani tra le proprie.

“No” sussurrò “non voglio più essere un assassino.” Deglutì la saliva che gli si era accumulata in bocca e lo fissò nuovamente “era bello uccidere, vivere rubando la vita agli altri” notò le iridi dell'altro divenire rosse, quasi bourdeux “ma non è giusto. Ho passato un secolo cercando di riabilitarmi e ...” inspirò il suo profumo. In tutti quegli anni non era cambiato; e il fatto che non era cambiato neanche l'effetto che aveva sul proprio corpo, quel suo profumo era peggio di una droga, era più buono e dissetante del sangue. Avrebbe potuto dissetarsi già solo restando con il suo profumo nelle narici. “Se davvero ti manco,” deglutì Sebastian sentendo i canini e le gengive pulsare dal male “se davvero tu dici che siamo una cosa sola, allora lascia tutto come ho fatto io. Vieni a vivere con me.” Lo baciò delicatamente sulle labbra, sentendo i propri canini graffiargliele leggermente, “allontanati da quei mostri. Stai con me Hunter” lo baciò nuovamente per poi prendergli il viso tra le mani “te lo chiedo in ricordo di ciò che eravamo.” Sebastian si avvicinò nuovamente alle sue labbra, ma una mano forte gli si strinse attorno alla gola.

“Mi spiace Bas.” Scosse il capo Hunter stringendo la mano un po' più forte “ma nella famiglia ci sono delle regole.” Vide le pupille dell'altro allargarsi dal terrore.

“No.” Sussurrò Sebastian cercando di deglutire “ti prego no.”

“Mi spiace” sussurrò un'ultima volta prima di rompergli il collo riuscendo a stordirlo, per poi prendere un paletto di legno dal proprio giubbino pugnalandolo dritto al petto e così facendo uccidendolo.

Hunter si rivestì senza fissare il letto, sapeva che era già divenuto polvere, ma non riusciva a essere freddo e impassibile. Sebastian era stato il suo compagno per più di un secolo e mezzo, l'aveva amato, si erano amati, ma quando la famiglia decideva che bisognava eliminare i fuggiaschi allora bisognava obbedire.

Anche se Sebastian aveva cambiato il suo modo di vivere e nutrirsi, era pur sempre un pericolo e una minaccia per gli altri vampiri.

Uscì da quell'appartamento come vi era entrato, come un'ombra, nessuno lo vide, nessuno lo sentì e sentendo un dolore forte all'altezza del petto.
Forse Sebastian aveva ragione, lui non era più un assassino, e forse in realtà, non lo era mai stato, pensò Hunter cercando altre prede da cacciare per cibarsi.

Perchè lui era questo, un cacciatore senza anima né cuore, lui era un mostro.


Teeeerminata anche oggi!
Grazie per chi legge e per chi commenta!
A domani!
Buona Huntbastian Week! <3
  
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