Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Noraaaaaa    08/07/2014    0 recensioni
L'ALTRO GIORNO MI SONO ACCORTA CHE NON STAVO SCRIVENDO CIO' CHE MI SENTIVO, QUINDI E' MOMENTANEAMENTE SOSPESA. MI STO CIMENTANDO IN ALTRO, SCUSATE
Lui aveva già visto quegli occhi azzurro cielo, aveva già visto quel corpo fasciato da un'aderente tutina nera che ora stava correndo via. Le gambe lunghe della ragazza si muovevano veloci mentre si allontanava da lì, sotto lo sguardo confuso del riccio.
---
"oh insomma, Harry! Mi vuoi dire chi è la ragazza che stai sognando da una settimana?"
"Lei..." non sapeva che parole potesse identificare una creatura così... 'speciale'
"Lei è la ragazza della notte"
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5

Pov Selina
Corro instancabilmente nonostante sia ancora buio e le strade siano deserte. Respiro a pieni polmoni l'aria fresca e continuo il mio percorso sul marciapiede della strada principale della cittadina, dirigendomi al parco in cui è stata ritrovato il cadavere dell'anziana. Arrivo sul luogo e vedendo qualche poliziotto, tra cui il collega, ma soprattutto amico di mia madre, George, mi nascondo dietro un'arbusto. Mi osservo intorno e con uno scatto felino mi arrampico sul legno di quell'albero alto per poi posizionarmi tra i rami e osservare indisturbata la scena. Un nastro adesivo bianco indica la sagoma della signora deceduta, intorno delle transenne e dei cartelli che autorizzano solo il corpo dell'ordine a sorpassare quella specie di recinto. Il viso di George vaga stressato e stanco per il parco mentre si aggiusta nervosamente il distintivo sul petto. I suoi compagni del turno di notte si dividono i compiti tra quelli che perlustrano e quelli che sbadigliano. Devono essere lì da parecchio. Qualche giornalista di cronaca nera è appostato qualche metro più in là in attesa di sapere come sono iniziate le indagini, bramosi di un articolo degno di prima pagina. Mi sposto cautamente sul ramo più in alto e noto a qualche passo dall'altalena arrugginita, fuori dalla recinzione, un cappellino blu scuro che porta lo stemma di NY sul davanti. Strano che gli inquirenti non ci abbiano fatto caso. Con un balzo salto giù dall'albero e furtivamente mi avvicino a quel cappello. Vorrei farlo notare ai poliziotti, ma io non dovrei neanche essere lì, e se i colleghi di mia madre glielo riferiscono sarei rovinata. Sono tentata di lasciarlo lì ma il mio istinto mi dice che quel cappellino con la visiera appartiene all'aggressore. Lo prendo tra le mani osservandolo per poi riprendere la mia corsa verso casa. Entro dalla finestra di camera mia arrampicandomi e una volta dentro l'abitazione mi dirigo in cantina. Quella stanza è mia, mi appartiene, qui mi sento a mio agio più che in camera. Mi sono guadagnata questo rifugio stringendo un patto con la donna che stava dormendo nel suo letto ai piani superiori. Avevo desiderato un luogo grande dove nascondermi e lei aveva ceduto, a patto che io superassi ogni anno scolastico con una media degnamente alta. Quattro pareti in legno racchiudevano uno spazio abbastanza ampio. Un letto a due piazze sotto le scale e delle lucine gialle simili a quelle natalizie erano poste sul soffitto qua e là rendendo l'ambiente confortevole. Un armadio color panna racchiudeva su un lato i vestiti di quando ero piccina e dall'altro delle tutine tutte uguali, nere e lucide. Sul fondo del mobile uno scatolone chiuso  conteneva della stoffa nera e la macchina da cucito ed una bustina di stoffa appartenuta a mia nonna  che me l'aveva lasciata in eredità assieme ai poteri felini. All'interno una mascherina nera robusta e stupenda nella sua semplicità. Sul lato opposto al letto, nascosta da una tenda blu ricoperta da pizzo nero, una scrivania. Al di sopra, invece di poster di cantanti famosi, c'erano tanti fogli appesi, uniti da linee rosse che mostravano i fili conduttori della situazione. Sulla scrivania era posta una vecchia radio che era sincronizzata con le linee della polizia. Sul lato destro del muro avevo raggruppato ciò che avevo scoperto dell'uccisione di mio padre. Stavo cercando il delinquente che me lo aveva strappato via. E tra fili rossi, foto di ricercati pirati della strada e fogli che riguardavano le indagini spicca un quadretto che racchiude l'immagine di una famiglia sorridente davanti alla casa che abitavano: una bambina in braccio alla madre che nel frattempo osservava sognante il padre, che cingeva il fianco della moglie con un braccio. Ecco, questo è ciò che non tornerà mai più. Sovrappensiero mi dimentico quasi dell'uccisione di ieri sera e appoggiato quel cappellino sulla scrivania torno in camera mia chiudendo a chiave la porta.

Pov Harry
La mattina mi sveglio con un forte mal di testa, come se qualcuno mi martellasse su una tempia. Dopo una doccia fredda caccio giù una pasticca per cacciare quel dolore. Mi vesto rapidamente per affrontare una giornata di scuola. Scendo di sotto e rubo una brioche al miele dal piatto di mia sorella che mi regala un pugno sul petto. Esco di casa scusandomi per la fretta e salutando tutti. Sto per salire in macchina quando noto Selina uscire di casa con dei libri in grembo e la solita borsa sulla spalla. La chiamo a voce alta e quando si rivolge verso di me sento i suoi occhi color ghiaccio addosso. Mi sento intimorito dalla bellezza e dalla profondità di quell'oceano che ha negli occhi. Mi sorride e con una mano mi saluta.
“Se vuoi ti accompagno io! Tanto dobbiamo andare entrambi nella stessa prigione” cerco, invano, di fare il brillante. Lei ci pensa qualche secondo e poi annuisce venendo oltre, camminando elegantemente. Le sorrido e da bravo gentleman le tengo aperta la portiera inchinandomi in avanti imitando un maggiordomo. Le scappa una risatina graziosa e allegra sta al gioco facendo un inchino femminile fingendo di sollevare con le punta delle dita un vestito immaginario.
Il tragitto in macchina è silenzioso ma non imbarazzante. Ogni tanto la noto girarsi a osservarmi e con la coda dell'occhio io stesso la ammiro distraendomi dalla strada. Siamo entrambi persi nei nostri pensieri quando parcheggio fuori dall'edificio scolastico. Si volta verso di me e impacciata si avvicina a me, che guardandola resto immobile mentre le mie emozioni vorticano al centro dello stomaco. Quando poggia le sue labbra chiare sulla mia guancia in un bacio leggero e veloce mi maledico. Chissà cosa pensavo?! Credevo davvero che avesse potuto baciare un quasi sconosciuto?!
“Grazie del passaggio Harry” dice prima di voltarsi e scendere dall'auto nera e dirigersi verso i suoi amici Josè e Bess.
Sospiro e chiudendo la macchina vado dai miei compagni che mi osservano aspettando una spiegazione del fatto che eravamo in macchina insieme. Gli sorrido sfacciatamente e Liam ride dandomi una pacca sulla spalla.
“Quindi?” chiede il biondo alla mia sinistra non capendo cosa il mio sorriso sornione nascondesse.
“Quindi a lui piace ma non lo ammetterà mai perchè è troppo orgoglioso, il riccio” interviene Liam che aveva centrato in pieno i miei sentimenti. Zayn ci raggiunge facendo cadere il discorso, è per mano con Perrie che ci saluta con entusiasmo. Quella ragazza è iperattiva. Le rispondiamo sorridendo, sapendo quanto è felice il nostro amico al suo fianco.
Trascinandomi da un'aula all'altra con la voglia di seguire le lezioni che diminuisce sempre di più mi domando se Louis avesse voglia di accompagnarmi a comprare un costume al centro commerciale nel pomeriggio, in vista della grande festa in piscina nella villa dei Tomlinson. Sono invitati tutti quelli dell'ultimo anno per festeggiare la fine delle superiori e l'inizio di una nuova vita. Il fatto è che in Inghilterra il costume da bagno non serve molto e l'unico che ho mi sta piccolo perchè negli ultimi mesi la mia massa muscolare e la mia altezza sono aumentati parecchio. Mi passo una mano tra la folta chioma e apro il mio armadietto appoggiando il libro di matematica e prendendo quello di letteratura, la mia odiata letteratura.

Pov Selina
Sospiro di sollievo al suono della campanella e assieme a Josè e Bess mi dirigo all'uscita.
“Sel, come mai non c'eri sul bus stamattina?” mi chiede Bess con cui fin dal primo anno di medie avevo preso l'autobus.
“Mi ha accompagnato Harry” cerco di essere indifferente dicendolo.
“..Styles?! Com.. cioè.. perchè?” rido vedendola in uno stato confusionale mentre Josè mi guarda sorridendo come uno che ne sa molto.
“Bess! Tranquilla, siamo usciti di casa contemporaneamente e mi ha offerto un passaggio” mi ricordo dei suoi occhi esitanti mentre aspettava la mia risposta. I suoi occhioni verdi. Quando mi ero avvicinata per un semplice bacio di cortesia sulla guancia era stato difficile non deviare verso le sue labbra, così invitanti. Non so cosa mi stesse prendendo. Lo avevo sempre visto come il vicino carino che non mi avrebbe mai calcolato. Era una sorta di ragazzo impossibile della porta accanto. In realtà con il tempo non mi sembrava più tanto impossibile, o comunque non gli prestavo importanza perchè troppo occupata nei miei affari nella cantina. Josè ci saluta e si avvia verso la macchina di una ragazza con una pelle chiara e dei capelli biondi e tenuti in un caschetto che le dona particolarmente. Mi volto verso Bess che incredula come me alza le spalle e scuote leggermente la testa per  farmi capire che non ne sa niente. Camminiamo verso la fermata del bus perchè non abbiamo voglia di arrivare a casa a piedi ma vengo fermata da una mano avvolta sul polso. Mi giro e vedo Harry sorridermi, al suo fianco Louis che scuote energicamente la mano in un saluto sgangherato; Bess guarda la scena sorridendo ad entrambi e sistemandosi lo zainetto di tante stoffe colorate sulle spalle. “Volevo solo informarvi della festa che si terrà il 20 giugno a casa mia” ci informa Louis ed Harry prosegue “Non dimenticatevi il costume da bagno, Lou ha una piscina immensa” Annuiamo e ringraziamo dell'invito.
“Ora dobbiamo proprio andare o perdiamo il bus, scusate.. a domani!” Bess si dilegua tra gli studenti in fila per entrare nel pulmino giallo trascinandomi per un polso. Ci sediamo sui primi posti che troviamo e Bess mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite.
“Che c'è?” chiedo infastidita dal suo sguardo
“Ma hai visto come ti guardava?! Insomma aveva una faccia da ebete!”
“Ma che dici?! Non è vero” rispondo scuotendo le mani davanti al mio viso per nascondere l'imbarazzo e quindi le guance arrossate, e per dissuaderla da quell'idea infondata.

La abbraccio prima di scendere alla mia fermata

A casa sono da sola anche oggi, mia mamma lavora troppo. Scendo in cantina con un piatto di pasta e una forchetta. Scosto la tenda e mi siedo alla scrivania accendendo la radiolina. Sento gracchiare e poi la voce di mia madre “Qui agente 1-9-8-1. Sospettiamo sia un killer l'agressore della signora Duster. Abbiamo trovato segni di lesioni quasi identiche a quelle trovate sul corpo della vittima dell'anno scorso. Stesso giorno, stesse lesioni, le vittime entrambe donne anziane che abitano nel...” mia madre si ferma, quasi scombussolata mentre io presto attenzione e analizzo tutti i dati. “nella ..” un sospiro triste e poi il nome di quella via che non scorderò mai.. “Byley Lane street” un tuffo al cuore. La via in cui mio padre era stato trovato privo di vita. Abbasso il volume continuando a mangiare la pasta ormai fredda. Mi sistemo sul letto e leggo qualche pagina del “Ritratto di Dorian Gray”. Dopo due ore sento la radiolina gracchiare malamente. Mi alzo lentamente e giro la manopolina. “Qui agente 1-9-7-3. Un ladro è entrato al centro commerciale, ha una pistola e sta girando tutti i negozi per riscattare soldi. Ha due ragazzi con se. Sono due ostaggi. E' instabile. Servono minimo cinque uomini”. Sorrido ringraziando che mia madre sarebbe tornata solo tra quattro ore a casa. Infilo una tutina nera, indosso le all star malmesse e la mascherina. I capelli raccolti ed esco dalla porta sul retro correndo rapidissima verso il centro commerciale.

ECCOMI CON IL QUINTO CAPITOLO. SCRIVENDOLO HO TIPO AVUTO MILLE IDEE PER I PROSSIMI CAPITOLI. MI DISPIACE VEDERE CHE NESSUNO HA RECENSITO NEANCHE PER CRITICARE LO SCORSO CAPITOLO, NONOSTANTE LE NUMEROSISSIME VISUALIZZAZIONI SIA DELLA STORIA CHE DEL CAPITOLO IN Sé.
SPERO CHE MI LASCERETE RECENSIONI PERCHE' ALTRIMENTI NON SONO STIMOLATA NELLA SCRITTURA E FINISCO PER AGGIORNARE OGNI MORTE DI PAPA. A PRESTISSIMO.
eleonora :)

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Noraaaaaa