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Autore: Maty66    08/07/2014    6 recensioni
L’amore che ciascuno di noi può dare agli altri, per quanto ci si sforzi, è sempre e comunque un amore imperfetto.
Questa è l’ultima storia della serie “Storie di amore e di amicizia”.
Ben e Laura si amano più che mai e sono genitori, Ben e Semir sono sempre migliori amici e sono tornati ad essere colleghi di lavoro.
Tutto sembra essere tornato al suo posto nel puzzle della vita.
Ma le cose possono cambiare da un momento all’altro.
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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L’amore imperfetto     
 
Ben riemerse dal suo stato di torpore lentamente.
Sentiva come se l’aria che gli entrava nei polmoni fosse fuoco vivo e aprendo gli occhi ci mise qualche secondo a capire dove si trovava e perché. Solo quando sentì sul viso la cannula dell’ossigeno e vide accanto al letto la figura di Semir, seduto con la testa reclinata da un lato e gli occhi chiusi, ricordò tutto.
Il fuoco, le fiamme, la disperazione che  si faceva strada nel suo animo.
E Miriam!!! Dov’era Miriam?
Il terrore più folle si impadronì di lui e cercò disperatamente di buttare le gambe fuori dal letto, ottenendo in cambio solo un violento attacco di tosse e il capogiro più forte mai provato in via sua.
I colpi di tosse svegliarono Semir.
“Ehi… sei sveglio” disse con voce assonnata, sorridendo.
“Semir… Miriam… dov’è Miriam?” chiese il giovane con voce terrorizzata fra un colpo di tosse e l’altro.
“Bene,  Miriam sta bene. E’ un demonietto quella bimba. E’ già sveglia nella sua culla. Julia è con lei”
Ma Ben lesse qualcosa negli occhi di Semir che  non gli piaceva.
“Davvero? Non mi stai mentendo?” chiese incredulo mentre cercava di tenere a bada la tosse.
“No che non ti sto mentendo. Anzi fra un po’ cerco di portala qui per un minuto così la vedi…”    
 Ma Ben continuava a leggere negli occhi di Semir la paura.
“Semir…. cosa c’è che non mi dici?” chiese con un filo di voce
E a Semir non restò altro che raccontargli la verità.
 
 
Andrea e Konrad Jager erano in attesa sulle scomode sedie fuori al reparto grandi ustionati da ore ed ore, in attesa di notizie che non arrivavano mai.
“Ma quando ci dicono qualcosa…” mormorò il vecchio imprenditore guardando per l’ennesima volta verso la porta che tuttavia non si apriva.
“Andrà tutto bene… vedrà che andrà tutto bene” cercò di consolarlo Andrea prendendogli la mano.
“Già… ho praticamente tutta la famiglia qui in ospedale, compresa Helga. Si è salvato solo Thomas, poverino. A proposito non so dirle quanto le sia grato, signora  Gerkan, per essersi occupata di lui…”
.”Ma non deve dirlo neppure per scherzo. Thomas è il nostro figlioccio ed ora è  da mia madre, insieme alle mie figlie. Sono delle perfette baby sitter sa?” sorrise Andrea cercando di tirare su il morale del vecchio.
Finalmente la porta si aprì e ne uscì un medico in camice verde.
“ La famiglia della dottoressa Jager?” chiese guardando verso i due.
“Sì, io sono il suocero e la signora Gerkan è la migliore amica di Laura…” si presentò Konrad alzandosi di colpo dalla sedia.
“Non c’è il marito?” chiese interrogativo il medico
“No, mio figlio purtroppo è anche lui ricoverato qui… ha avuto una grave intossicazione da fumo. La prego, ci dica come sta Laura” balbettò il vecchio presagendo il peggio.
“Bene… io sono il dottor Haimann e sono il medico curante di Laura. Purtroppo non ho buone notizie…” disse il medico con aria seria.
 

Ben era stato ad ascoltare il racconto di Semir in assoluto silenzio, immobile, tanto che il socio si era chiesto, ad un certo punto, se lo stesse realmente a sentire.
“Mi spiace Ben… mi spiace davvero tanto per quello che è successo. Dovevo impedire a Laura di entrare in quella casa… dovevo farla uscire per prima…” balbettò il piccolo turco alla fine del racconto.
Ben si voltò a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime.
“Tu non hai colpa di nulla. Hai salvato la vita a me e a Miriam. Sono io  da biasimare…. se ti avessi avvertito, se non fossi stato come al solito così impulsivo…”
“Tu cercavi solo di salvare la vita di tua figlia. La colpa è di Jonas, quel lurido essere. Ma ora non ha più importanza, ha avuto la sua punizione”
“Devo andare da Laura… ti prego Semir trova il modo di farmela vedere” supplicò Ben con un filo di voce.
L’amico lo guardò pieno di comprensione. Come poteva dirgli che le visite nel reparto grandi ustionati erano del tutto proibite per il timore di infezioni? Come poteva riferirgli quello che gli aveva detto il medico del pronto soccorso appena arrivati in ospedale? Ovvero che Laura difficilmente  avrebbe superato le ustioni?
“Ci provo… ma tu devi stare qui tranquillo” trovò solo il coraggio di dire mentre usciva dalla stanza per compiere quella missione impossibile.

 
“Purtroppo la situazione clinica di Laura è molto critica. La trave in fiamme l’ha colpita alla schiena e ha riportato ustioni molto profonde. In questi casi il rischio peggiore sono le infezioni ed il blocco renale. Per fortuna Laura è giovane e prima di questa storia in perfetta salute, ma…” il medico si interruppe nel vedere Semir che si avvicinava.
L’ispettore  aveva fatto a tempo a sentire solo l’ultima parte del discorso, ma fu sufficiente a fargli raggelare il sangue nelle vene.
“Dottore mi chiedevo se fosse possibile far entrare, anche solo per un minuto, il marito di Laura… sarebbe importante per entrambi” chiese sommessamente
“Laura è sotto sedativi, e forse, viste le condizioni cliniche anche del marito, non è il caso che lui la veda così…” obiettò il medico
 “Le assicuro che Ben starebbe peggio nel non vederla. E il contatto farà bene anche a Laura, ne sono più che sicuro”
 Il medico sospirò e poi acconsentì con un cenno del capo.
“Mi dia il tempo di organizzare la cosa…” disse rientrando in reparto.

 
“Guarda chi è venuto a farti visita” disse Julia entrando nella stanza del fratello con la nipotina fra le braccia.
Miriam appena vide il padre si illuminò letteralmente.
 “Papapa” urlò dimenandosi nelle braccia della zia  e lanciandosi verso il padre.
Julia poggiò la bambina sul letto accanto a Ben che l’abbracciò con cautela mentre scoppiava in un pianto a dirotto.
“Ben… non fare  così dai, vedrai andrà tutto bene” cercò di consolarlo Julia, senza sapere bene cosa fare.
Ben cercò di farsi forza, per non farsi vedere piangere dalla piccola che continuava a guardarlo felice con i suoi bellissimi occhi blu. Gli occhi della madre.
 “Sai qualcosa di Laura?” chiese poi con un filo di voce.
Julia scosse piano la testa.
“No… niente di nuovo purtroppo” bisbigliò triste.
Ben rimase per un po’ in silenzio, accarezzando la testa della figlia.
“Sai almeno come sta Helga?”
“Sì, lei sta meglio. L’hanno operata e uscirà dall’ospedale entro una settimana” rispose Julia contenta di poter dare al fratello una buona notizia.
“E tu? Tu come stai?”
“Anche io… anzi noi stiamo bene” sorrise la sorella accarezzandosi il ventre.
“Bene… ho mandato tutta la mia famiglia in ospedale a quanto pare…”
“Senti Ben, tu non hai fatto proprio nulla, la colpa è di quel pazzo psicopatico che ti ha preso di mira. Tu non hai fatto nulla di male. Anzi, se non fosse stato per te e per Semir sarei morta”
Il fratello la guardò triste.
“Non ne sono così sicuro. Ti ricordi, vero, come ero al liceo. Mi piaceva fare il bulletto, prendere in giro gli “sfigati”. Il bello è che neppure mi ricordo di aver preso in giro anche Jonni. A stento l’ho riconosciuto,  per me per era una nullità. Invece…”
“Invece cosa? Tutti siamo stati ragazzi e tu sei stato uno dei pochi a capire lo sbaglio che stava facendo accompagnandosi a quella banda di bulletti figli di papà”
“Già  ma a quanto pare l’ho capito non abbastanza presto. Come non ho capito che Anja era incinta e che aveva abortito Se non fosse stato per me… è colpa mia se mia moglie sta morendo” Ben riprese a piangere.
La conversazione venne interrotta dall’arrivo di Semir che spingeva una sedia a rotelle.
“Puoi andare a vedere Laura” disse, ma nei suoi occhi non si leggeva né gioia né sollievo per la notizia. Si leggeva solo dolore.

 
Ben chiuse istintivamente gli occhi, mentre l’infermiere lo spingeva nella stanza sterile, dopo averlo rivestito con camice, cuffietta e mascherina.
Semir  gli aveva detto delle condizioni di Laura e dell’aspetto che poteva avere, ma man mano che si avvicinava alla porta, spinto sulla sedia a rotelle dall’infermiere vestito come lui, il terrore si impadronì di lui.
Aveva una voglia infinita di piangere, ma cercava a di dominarsi.
“Sua moglie è sedata, ma è cosciente, mi raccomando non la tocchi, ma se vuole le parli. Le farà bene”
Sempre con gli occhi chiusi Ben sentì l’infermiere uscire dalla stanza e richiudere la porta a vetri.
Nelle narici aveva l’odore penetrante dei disinfettanti e dei medicinali. Nelle orecchie il suono ritmico del monitor cardiaco.
Si costrinse ad aprire gli occhi e si costrinse a non urlare alla vista del corpo sul letto.
Laura era stesa sul ventre, la schiena coperta da  garze sterili da cui si intravedevano comunque le tremende ustioni che la martoriavano.
Era pallidissima e sudata, attaccata ad una miriade di macchinari che lanciavano suoni e luci intermittenti. Aveva gli occhi chiusi ma le palpebre si muovevano leggermente.
“Laura…” balbettò il marito mentre le lacrime gli scendevano irrefrenabili sulle guance.
“Laura…“ chiamò ancora non ottenendo risposta.
“Oh mio Dio Laura… perdonami…  ti prego perdonami”
Ben distolse lo sguardo dal quel corpo martoriato, vinto dal pensiero  di dover vivere una intera vita senza l’unica donna che avesse mai realmente amato, senza la madre dei suoi figli.
“B…Ben…” la voce di Laura era solo un soffio.
Ben rivolse di nuovo lo sguardo al letto e vide gli stupendi occhi di Laura che lo guardavano stanchi.
 E lei gli sorrideva, come riusciva a sorridergli in una situazione così gli era incomprensibile
“Amore mio…” riuscì solo a dire
“St.. stai bbene…” il sollievo era evidente negli occhi della donna.
“Sì, sto bene e stanno bene anche Miriam e Thomas” la rassicurò subito Ben ottenendo in cambio un altro timido sorriso della moglie.
I due rimasero a guardarsi per un po’ senza dire nulla.
“Ti prego… ti prego Laura devi guarire, io non ce la faccio a vivere senza di te… ti prego” disse alla fine Ben riprendendo a piangere.
Laura sorrise di nuovo debolmente, ma Ben lesse nei suoi occhi la piena consapevolezza delle sue condizioni, in fondo era un medico.
“Tu sei forte…  te l’ho già detto, qualsiasi cosa succeda, tu ce la puoi fare. Hai tante persone su cui contare… Semir e Andrea, tuo padre…”
“La mia vita senza di te non ha senso… io non ce la faccio. Tu non mi puoi lasciare…”
 “Tu hai il dovere di pensare ai nostri figli…” sussurrò Laura con voce debolissima, ma decisa.
Ben non riusciva più a parlare dall’emozione.
 “Andrà tutto bene, amore mio” gli disse piano
Ben si asciugò le lacrime.
“Sì certo andrà tutto bene, ma tu devi sforzarti, devi combattere. Devi combattere per rimanere qui con me e con i nostri bambini” finalmente aveva ritrovato il coraggio.
Ormai l’infermiere era rientrato per portare via Ben.
“Ti amo…” riuscì a sussurrare Laura prima di addormentarsi di nuovo, vinta dai farmaci.
        

Sei mesi dopo

“Mamma, perché festeggiamo oggi il compleanno dei gemelli se è già passato?” chiese per l’ennesima volta Lily mentre aiutava la madre a sistemare i palloncini colorati sulla tavola.
“Lily te l’ho già spiegato, si festeggia oggi perché zia Laura era in ospedale e voleva essere presente al primo compleanno di Miriam e Thomas…”
“Ma anche se tu non stai in ospedale, posso avere anche io due feste di compleanno?” chiese interessata la bambina.
“No, direi di no, in questa casa ci saranno già troppe feste di compleanno quando arriverà la sorellina o il fratellino” rispose la madre carezzandosi la pancia appena evidente sotto il vestito leggero.
Lei e Semir aspettavano il terzo bambino e Andrea era sicura che fosse un maschietto, ma Semir aveva insistito per non saperlo, professandosi entusiasta all’idea di un’altra figlia femmina.
“Allora è tutto pronto a quanto pare” fece Helga sistemando la gigantesca torta di compleanno sul tavolo.
“Helga è una meraviglia…”  si complimentò Andrea guardando la torta a tre piani, piena di decorazioni celeste e rosa.
“Dovrebbero essere qui a momenti” disse Semir guardano dalla finestra.
Il giardino di casa Gerkan era già pieno degli ospiti. Erano venuti proprio tutti a salutare Laura che usciva dall’ospedale e i gemelli con il loro compleanno posticipato.
“I bambini?” chiese abbracciando la moglie da dietro e mettendole le mani sulla pancia
“Aida sta facendo pratica con i gemelli al piano di sopra. Dice che quando nasce il fratellino gli baderà lei, io non dovrò fare nulla”
“Sarà un’altra bellissima femminuccia e stavolta il parto non me lo perdo, vedrai” disse il marito con voce sicura.
“Sì, come no” sorrise ironica Andrea.
Il vocio in giardino richiamò l’attenzione dei due; la Mercedes di Ben aveva appena imboccato il viale.
Ben scese raggiante.
Erano stati mesi difficilissimi e le conseguenze fisiche erano ancora ben evidenti sul corpo di Laura.
Ma a Ben non interessava,  la guarigione di Laura era stata definita un vero e proprio miracolo medico. La vita gli aveva regalato un’altra possibilità e lui non aveva alcuna intenzione di sprecarla.
Semir si fece incontro all’amico ed aiutò Laura a scendere dall’auto.
Fortunatamente le ustioni le avevano risparmiato il volto, ma la schiena e le braccia erano ancora pesantemente segnate, anche se i medici avevano assicurato che con una buona chirurgia plastica la situazione sarebbe nettamente migliorata.
“Laura bentornata…” disse Semir.
Laura gli sorrise, ma si appoggiò al marito, quasi aggrappandosi a lui.
“Ben…  aspetta, ho paura…”  gli sussurrò piano, cercando di coprirsi le braccia con le maniche della camicia
“Non devi, sei la mia donna, la più bella che io abbia mai visto. Mi hai dato  due figli splendidi ed io ti amo” la rassicurò il marito, andando incontro con lei ai gemelli che arrancavano tenuti per mano da Andrea ed Helga.
Erano così carini nei loro vestitini ed i loro sorrisi e gridolini contribuirono subito a rasserenare l’atmosfera. Le risate iniziarono a risuonare nell’aria.
 
La festa era quasi al termine e Ben e Semir stavano sul patio bevendo in santa pace, dopo l’enorme trambusto, una birra.
“Allora socio, proprio non lo vuoi sapere cosa state aspettando?” chiese Ben guardando Andrea che parava fitto con Julia.
 La giovane sorella di Ben aveva ormai un pancione enorme ed era venuta alla festa da sola perchè Peter e Konrad erano all’estero.
 “No abbiamo deciso di no, anche se io preferirei una femmina, ma nessuno qui mi crede” rispose Semir prendendo un sorso dalla sua bottiglia.
 “Le quotazioni migliori sono sul maschio però” rise l’amico
“Cosa?? Vuoi dire che state scommettendo sul sesso del bambino?”
“Certo,  mi pare che anche tu abbia partecipato a qualche scommessa quando sono nati i gemelli”
Semir arrossì leggermente.
“Come stai? Come sta Laura?” chiese dopo un po’
“Stiamo andando avanti. Insieme ce la possiamo fare, di questo sono sicuro ci vuole solo un po’ di tempo”
Semir si sentì sollevato a sentirlo parlare così. Erano stati mesi difficilissimi per l’amico dal punto di vista psicologico e solo la necessità di incoraggiare Laura l’aveva distratto e fatto uscire dai suoi sensi di colpa.
“Tu sai che se hai bisogno…”
“Sì lo so. Tu ci sei e ci sarai sempre” sorrise l’amico.
 
Semir guardò la festa che stava finendo e tutte le persone che salutavano andando via.
Guardò Andrea e le sue figlie, Laura, i gemellini, Julia,  tutti i colleghi del distretto. E poi guardò Ben che era tornato vicino alla moglie.  Pensò che  quel posto quella sera era pieno di amore, quell’amore, che per quanto imperfetto, ci sorregge, ci aiuta e spinge a vivere.
Era fortunato a fare parte di quell’amore imperfetto.
 
“Semir… fai presto prendi l’auto… Julia ha le doglie!!” urlò Andrea verso il marito.
Solo allora Semir si accorse dell’enorme confusione che all’improvviso si era creata in giardino, con Julia sorretta da Helga e Ben. 
“No… che dici, prendiamo la mia, lo sai che Semir poi si sente male…” obiettò Ben
“Semir non si sente male. Sto benissimo e ora vi posso accompagnare in ospedale senza problemi” fece il piccolo turco correndo verso di loro.
Ma all’improvviso Julia cacciò un urlo di dolore piegandosi  per la contrazione.
Semir sentì la testa che gli girava e la nausea che gli saliva prepotente.
Iniziò a barcollare e divenne più bianco di un lenzuolo.
“Andreaaaa… in realtà credo di non sentirmi affatto bene”
FINE
 


Questa è la fine della serie di Ben e Laura.
Come  titoli di coda posso dirvi che  Julia avrà una femminuccia.
Thomas diventerà un violinista, anche piuttosto noto.
Miriam… beh, lei farà la poliziotta ovviamente, spericolata come il padre.
Zio Semir e papà Ben faranno carriera nella polizia, restando sempre amici per la pelle. Avranno sempre come capo Kim perché lei nel frattempo è diventata capo della Polizia Federale.
Laura, dopo varie operazioni di chirurgia plastica, tornerà al suo vero lavoro, ovvero medico specialista per malattie infettive e tornerà a lavorare per parte dell’anno nelle missioni all’estero.
In questa storia Semir e Andrea non si separano. Vivono felici insieme  ad Aida, anche lei poliziotta ed amica per la pelle di Miriam (riproponendo l’accoppiata dei loro genitori, ma al femminile) e Lily… testa scapestrata e disperazione di mamma e papà.
Di che sesso è il terzo figlio di Andrea e Semir? Ma è ovvio è… NON VE LO DICO!! Sono dispettosa… immaginate voi.
Grazie a  tutti quelli che hanno letto, a quanti hanno recensito e soprattutto alla mia splendida beta
A presto
                                                                      Maty66

 
  
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