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Autore: MetalheadLikeYou    08/07/2014    4 recensioni
Till ed Eleonora vanno finalmente, dopo aver tanto penato, a vivere insieme a Berlino, la convivenza sarà una dura "lotta", ce la faranno?
Bho.......
Continuo di "Ohne dich kann ich nicht sein...Ohne dich".
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20



Il giorno del book fotografico mi alzai decisamente innervosita.
Dire che non volevo assolutamente vedere quele due donne era riduttivo, la sola idea di passare con loro un'intera mattina e forse anche il pomeriggio mi faceva imbestialire.
Till diceva che ero esagerata.

Mi avvolsi il collo in una sciarpona, chiudendo lo zaino con le varie macchine fotografiche che avrei dovuo usare e mi recai sul set.
Un ampio salone bianco, con dei vetri grandi che permettevano al sole di illuminare la stanza e permettere un perfetto gioco di luci ed ombre che proprio non si addiceva alla ragazza.
La vidi arrivare insieme alla madre.
Sembrava la sua guardia del corpo e continuava a ripeterle cosa doveva o non doveva fare, dire o non dover dire.
Sbuffai.
<< Buongiorno Eleonora, come stai?>> domandò la madre, allungandomi la mano per afferrare la mia in una stretta decisamente provocatoria.
<< Buongiorno>> risposi con riluttanza.
Quello non sarebbe mai stato un buon giorno.
Alzai gli occhi al cielo quando anche la ragazza venne a salutarmi, sorridendo in modo tirato.
Salutai i miei colleghi, i miei aiutanti che iniziavano a montare i pannelli, mentre la ragazza seguiva Katie e Melanie nello stanzino adibito a sala trucco e camerino privato.
Guardai Marcello, il mio aiutante personale, un ragazzo italiano che ad ogni mio cenno riusciva a capire quale obiettivo o quale filtro passarmi.
Avevamo stretto una bella amicizia ed era uno dei pochi a sapere veramente con chi fossi fidanzata, era uno con cui riuscivo a parlare senza problemi e che, dato il suo amore quasi viscerale,  aveva conosciuto il mio compagno ed i Rammstein al completo.

Ci girammo entrambi verso le due Thomalla, che stavano rientrando nel salone e mi fissavano entrambe con attenzione.
La ragazza iniziò a posare tranquilla ma troppo rigida, avvolta da un vestito nero a maniche lunghe.
La madre iniziò a dirle come mettersi e come atteggiarsi ma lasciai correre senza protestare ma continuando a fotografare quella ragazza che, si vedeva lontano un miglio, avrebbe tanto voluto essere altrove.
Dopo la prima mezz'ora di servizio, lei andò a cambiarsi, dandomi inevitabilmente del tempo per fumarmi una sigaretta in tutta tranquillità e riprendendo un po della calma che mi aveva gentilmente abbandonata.

La vidi tornare per l'ennesima volta, indossando dei pantaloni bianchi uniti ad un top dalla scollatura evidente che metteva in risalto le sue forme.
Osservai il suo braccio sinistro, trovandoci con enorme sorpresa il ritratto del volto del mio compagno, tatuato in bianco e nero e con delle rose vicino.
Sbarrai gli occhi decisamente colpita e innervosita da ciò, ricordando subito che la sera della cena lei non aveva quel disegno e la sua pelle era intatta.
Marcello mi fissò con occhio attento e decisamente preoccupato per una mia possibile reazione.
Ormai ero famosa per il mio caratterino decisamente troppo fumantino e nessuno aveva il coraggio di iniziare una discussione con me, non perchè fossi una stronza colossale, ma per il semplice fatto che riuscivo ad uscirne illesa sempre e comunque.
Sul lavoro accettavo i miei bagli e chiedevo scusa, ma se si trattava della mia vita privata, nessuno aveva il diritto di mettere bocca sulle mie scelte o sui miei ragionamenti.
La madre di Sophia osservò e studiò decisamente incuriosita i miei movimenti senza capire però cosa mi avesse detto il mio assistente, che aveva adottato l'italiano come lingua di comunicazione.
<< Sta calma!>> mi ripetè Marcello per l'ennesima volta mentre io iniziavo a dare le solite direttive alla ragazza, come se fossi un Generale dell'Esercito.
<< Si si, sono calma>>
<>

<< Sophie mettiti così...no più dritta con quella schiena...più dritta ho detto>> 
<< Si mamma>
<< Metti meglio il braccio, più sul fianco>>
<< Così?>>
<< No! Dio mio, devi essere più sensuale>> 
Il tono della voce di Simone era stridula e fredda, manipolatrice e decisamente troppo per le mie orecchie.
<< Adesso basta!>> dissi spazientita e con un tono di voce troppo lapidario per la situazione.
Mi girai verso di lei, lasciando che la fotocamera si poggiasse delicatamente contro il mio petto, tirandomi dritta in piedi e fissandola con astio.
<< Così non riesco a lavorare, basta, se vuoi rimanere ti chiedo di fare silenzio, sennò puoi anche uscire da questa stanza>> continuai decisamente incazzata.
Non solo ero estremamente nervosa per quel tatuaggio messo il bella mostra dalla ragazza, che ora mi fissava con la preoccupazione negli occhi, ma i continui ordini della madre della donna mi davano alla testa e mi rendevano lenta nel mio lavoro.
<< Ma...>> provò ad opporsi lei.
<< Nessun ma, se vuoi assistere, sta zitta!>> le ordinai con tono stanco e distaccato, fissando poi Marcello che ridendo divertito, mi passò un nuovo filtro.
Mi rimisi a lavorare nel silenzio, aprendo bocca esclusivamente per dare le indicazioni alla donna e chiedere gentilmente al mio assistente il suo aiuto, commentando di tanto in tanto nella mia lingua madre il mio disagio e il mio essere assolutamente in contrasto con le due attrici.
Simone non parlava, restava a braccia conserte ad osservare la scena, strizzita sicuramente per il mio tono di voce e per la discussione in cui ne era uscita sconfitta.


Per fortuna la giornata finì presto e le prime ad andarsene furono proprio le due donne.
Riuscii a captare la voce della madre sussurrare un "gliela faccio pagare", scoppiai a ridere divertita sedendomi finalmente su una delle poltroncine presenti nel salone.
Fui l'ultima ad andarmene, portandomi via le mie care e fedeli fotocamere, tornandomene a casa e trovandoci tutto il gruppo al completo che ridevano divertiti per un testo che Till aveva finalmente completato.
<< Oh quale onore, la nostra Ele>> urlarono all'unisono Richard e Paul, facendomi sorridere intenerita.
<< Ciao a tutti, vado a farmi una doccia e sono da voi>>
Loro annuirono comprensivi ed io, correndo su, mi spiacciai a lavarmi e rivestirmi, troppo felice di passare una serata con loro.
Finalmente li rivedevo tutti e l'idea di perdere del tempo nel croggiolarmi nel torpore dell'acqua mi dava fastidio, così tornai giù, con i capelli avvolti ancora in un asciugamano e fissandoli ad uno ad uno.
Christian era solito levarsi gli occhiali ogni volta che rideva mentre Paul continuava a battere la mano destra sul tavolo.
Le loro risate riempivano l'aria e rendevano la casa allegra ed accogliente.
Mi avvicinai a loro, abbracciando Till e posandogli un bacio su una guancia, sorridendo divertita da Richard che con il suo essere una Diva, continuava a gesticolare propinandoci una serie di lunghi commenti allo scritto.
Mi sembrava felice.
Sapevo che la separazione dalla mia ex migliore amica l'aveva fatto soffrire e non poco, ma ora era li e rideva di cuore, riducendo come sempre i suoi occhi a due piccole fessure.
<< Come è andata?>> mi domandò Till, facendomi storcere il naso contraria.
<< Per poco non sbrano Simone>>
<< Te l'avevo detto Doom>> urlò Paul allungando la mano verso il batterista che gli mise sopra una banconota da 50 euro.
<< Avete scommesso di nuovo?>> domandai ironica, schiaffandomi una mano sulla fronte e scuotendo la testa divertita.
<< Si, è sempre bello vincere contro di lui>>
<< Sei uno stronzo>> commentò sbuffando lo sconfitto, poggiando la faccia su una mano.
<< Perchè stavi per ucciderla?>> domandò Flake che cercava in tutti i modi di trattenere una risata .
<< Non la smetteva più di parlare e io non riuscivo a lavorare con quella vocetta stridula di sottofondo>>
Altre risate si alzarono allegre nella stanza mentre io mettevo su un finto broncio, sedendomi su una gamba di Till che serio se ne stava ancora in silenzio pensieroso.
<< Non la sopporti proprio>>
<< No sinceramente non so chi uccidere prima, se lei o la figlia>>
<> domandò questa volta il mio compagno.
<< Si è tatuata il tuo ritratto sul braccio sinistro>> ammisi, vedendolo cambiar espressione e sentendo cessare le risate dei ragazzi, che ora se ne stavano in silenzio a fissare il cantante che si passò una mano nei capelli.
<< Quella porterà guai>> continuai, rimandendo fedele al mio brutto presentimento.
<< Ma no>> esordì lui, << E' solo un tatuaggio>>








******
Salve salve, eccomi tornata.
Quante novità in un solo capitolo, la Thomalla e il suo tattoo, i "ragazzi" che tornano ad essere presenti nella vita di Eleonora e di Till.
Bhe non so voi ma io quelle due donne proprio non le sopporto e ho riversato tutto il mio "amore" per loro in questi capitoli.

Mi scuso per eventuali errori di battitura e ringrazio come sempre le mie adorate pucciosaherm, RoarGirl LitaLindemann: vi voglio bene e vi ringrazio per la vostra infinita pazienza e per il supporto che mi date.
Grazie anche a chi legge questa mia ff.
Un bacione e alla prossima <3
 
  
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