Ciò
in cui credevo
Capitolo 1 – Riflessioni
Capitolo 1 – Riflessioni
Il
sole stava tramontando, e nella sua discesa verso la terra tracciava
strisce rossastre lungo il cielo, bruciando le nuvole
d’arancione.
Gohan, seduto sull’erba di una collina, osservava quello spettacolo in silenzio, senza vederlo realmente.
Anche quel giorno, i cyborg avevano ucciso e distrutto, e l’intervento del saiyan era stato pressoché inutile. Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a vedere tante facce distorte dal terrore, riusciva ancora a sentire le urla assordanti delle vittime dei due robot.
Stringendo i denti, si prese la testa tra le mani, affondando e dita nei propri capelli neri. “Ci deve pur essere un modo per fermarli” pensò, con forza, serrando gli occhi.
Un momento dopo, udì un lieve fruscio, e percepì un’aura familiare. Lasciò andare il proprio capo e si voltò, sgranando gli occhi in un’espressione sorpresa.
«Trunks?!» esclamò, stupefatto. «Che cosa ci fai qui?! A quest’ora, poi!»
Il ragazzino dai capelli lilla, sentendo un rimprovero nelle parole allibite del suo maestro, si fermò di colpo. «La mamma sa che sono venuto da te!» replicò, alzando le mani come per difendersi.
A quella spiegazione alquanto accorata, Gohan non poté fare a meno di sorridere.
Per un istante, la pena e la rabbia per quanto era stato distrutto lasciarono il suo cuore.
Solo Trunks era in grado di cacciare così i demoni che infestavano la sua mente.
Senza dire nulla, il figlio di Goku poggiò la mano sul terreno accanto a sé. Fu un gesto più che sufficiente, e Trunks accorse sollevato, andandosi a sedere accanto al mentore.
Gli rivolse uno sguardo radioso, quindi i suoi occhi vennero attratti dal punto in cui stava scomparendo il sole… Come ipnotizzato, si girò in quella direzione, prendendo a fissare il lento declino dell’astro.
Gohan, intanto, prese a studiare di sottecchi il bambino: i capelli leggermente spettinati, lo sguardo incredibilmente serio per un ragazzino di nove anni… Con un lieve sussulto, si rese conto che le mani di Trunks erano strette sui pantaloni blu del bambino.
Leggermente immalinconito, ma in qualche modo anche più sereno, ora che il suo piccolo allievo era accanto a lui, Gohan distolse lo sguardo dal figlio di Vegeta. Andò a posarlo sul paesaggio che si estendeva davanti a loro, illuminato dagli ultimi bagliori rossi del tramonto.
Cumuli di macerie si estendevano a vista d’occhio; qualche colonna di fumo saliva sinuosa verso il cielo.
«Quando finirà tutto questo?» domandò improvvisamente Trunks, allargando il braccio a comprendere l’intero paesaggio. Aveva parlato in tono quieto.
Gohan non seppe cosa replicare. Tacque a lungo, indeciso. «Non lo so» mormorò infine, in un soffio.
Il viso di Trunks fremette, ed il bambino si morse un labbro, corrugando la fronte. Un velo di tristezza scese sui suoi occhi e in qualche modo gli indurì i tratti, ma al contempo lo fece apparire fragile e smarrito come non mai.
Gohan non gli disse niente. Sapeva come si sentiva il ragazzino, ed era perfettamente consapevole del fatto che non esistevano parole per liberarsi dall’impotenza e dal rancore di fronte a ciò che i cyborg stavano facendo.
Quindi, in silenzio, circondò con un braccio le spalle del bambino.
E rimasero lì, immobili, stagliati contro un cielo che non si era ancora scurito del tutto.
Ognuno con le proprie riflessioni. Le quali, in fin dei conti, riguardavano la medesima cosa.
Questo è la mia prima Fan Fiction. Il primo capitolo è un po' corto, lo so. Pensavo di far entrare in scena Videl dal prossimo.
In ogni caso... Dovrei continuarla o cancellarla?
Fatemi sapere!
P.S. Va bene questa dimensione di carattere?
Gohan, seduto sull’erba di una collina, osservava quello spettacolo in silenzio, senza vederlo realmente.
Anche quel giorno, i cyborg avevano ucciso e distrutto, e l’intervento del saiyan era stato pressoché inutile. Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a vedere tante facce distorte dal terrore, riusciva ancora a sentire le urla assordanti delle vittime dei due robot.
Stringendo i denti, si prese la testa tra le mani, affondando e dita nei propri capelli neri. “Ci deve pur essere un modo per fermarli” pensò, con forza, serrando gli occhi.
Un momento dopo, udì un lieve fruscio, e percepì un’aura familiare. Lasciò andare il proprio capo e si voltò, sgranando gli occhi in un’espressione sorpresa.
«Trunks?!» esclamò, stupefatto. «Che cosa ci fai qui?! A quest’ora, poi!»
Il ragazzino dai capelli lilla, sentendo un rimprovero nelle parole allibite del suo maestro, si fermò di colpo. «La mamma sa che sono venuto da te!» replicò, alzando le mani come per difendersi.
A quella spiegazione alquanto accorata, Gohan non poté fare a meno di sorridere.
Per un istante, la pena e la rabbia per quanto era stato distrutto lasciarono il suo cuore.
Solo Trunks era in grado di cacciare così i demoni che infestavano la sua mente.
Senza dire nulla, il figlio di Goku poggiò la mano sul terreno accanto a sé. Fu un gesto più che sufficiente, e Trunks accorse sollevato, andandosi a sedere accanto al mentore.
Gli rivolse uno sguardo radioso, quindi i suoi occhi vennero attratti dal punto in cui stava scomparendo il sole… Come ipnotizzato, si girò in quella direzione, prendendo a fissare il lento declino dell’astro.
Gohan, intanto, prese a studiare di sottecchi il bambino: i capelli leggermente spettinati, lo sguardo incredibilmente serio per un ragazzino di nove anni… Con un lieve sussulto, si rese conto che le mani di Trunks erano strette sui pantaloni blu del bambino.
Leggermente immalinconito, ma in qualche modo anche più sereno, ora che il suo piccolo allievo era accanto a lui, Gohan distolse lo sguardo dal figlio di Vegeta. Andò a posarlo sul paesaggio che si estendeva davanti a loro, illuminato dagli ultimi bagliori rossi del tramonto.
Cumuli di macerie si estendevano a vista d’occhio; qualche colonna di fumo saliva sinuosa verso il cielo.
«Quando finirà tutto questo?» domandò improvvisamente Trunks, allargando il braccio a comprendere l’intero paesaggio. Aveva parlato in tono quieto.
Gohan non seppe cosa replicare. Tacque a lungo, indeciso. «Non lo so» mormorò infine, in un soffio.
Il viso di Trunks fremette, ed il bambino si morse un labbro, corrugando la fronte. Un velo di tristezza scese sui suoi occhi e in qualche modo gli indurì i tratti, ma al contempo lo fece apparire fragile e smarrito come non mai.
Gohan non gli disse niente. Sapeva come si sentiva il ragazzino, ed era perfettamente consapevole del fatto che non esistevano parole per liberarsi dall’impotenza e dal rancore di fronte a ciò che i cyborg stavano facendo.
Quindi, in silenzio, circondò con un braccio le spalle del bambino.
E rimasero lì, immobili, stagliati contro un cielo che non si era ancora scurito del tutto.
Ognuno con le proprie riflessioni. Le quali, in fin dei conti, riguardavano la medesima cosa.
Questo è la mia prima Fan Fiction. Il primo capitolo è un po' corto, lo so. Pensavo di far entrare in scena Videl dal prossimo.
In ogni caso... Dovrei continuarla o cancellarla?
Fatemi sapere!
P.S. Va bene questa dimensione di carattere?
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