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Autore: Miyo_Chan    08/07/2014    3 recensioni
- Miki, vieni qui! E' arrivata una lettera per te. -
- Arrivo! -
- E' arrivata una lettera da parte di Kaien, è indirizzata a te. -
- L'aprirò dopo, ora devo andare da Sayori. Torno presto. - corse via, come faceva sempre. Miki aveva una resistenza fisica superiore alla norma: non stava mai ferma, neanche durante la notte.
Sopratutto la notte.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 

 






 

<< Buongiorno, sono il vostro professore di lettere e storia occidentale. So che avete già fatto un test d'ingresso qualche giorno fa, ma voglio valutarvi personalmente! Prendete un foglio! Il vostro compito si baserà su un argomento semplice, vista la vostra tenera età: La Superficialità! Avete fino all'ora di pranzo, buon lavoro! >>
molti studenti emisero mormorii di dissenso e il professore, di cui non conoscevo il nome ma che già odiavo, non ci fece minimamente caso. Guardai l'orologio sul muro. Erano le dieci quindi avevamo poco più di due ore per svolgere il compito. Sospirando mi voltai a sbirciare la mia compagna di banco: rovistava tra un mucchio di fogli in cerca di uno adatto per il compito. Non mi presi il disturbo di prestargliene uno.
Già dopo la prima ora il mio stomaco iniziò a reclamare del cibo a gran voce. Avevo già finito la stesura approssimata del mio compito, dovevo solo correggerlo, aggiungere gli ultimi dettagli e copiarlo in bella, poi sarei potuta andare a mangiare. Tra una correzione e l'altra riflettei sul fatto che il tema della superficialità era un argomento complicato, trovavo strano che ce lo avessero assegnato già al primo giorno di scuola. Mi voltai a guardare un paio di file dietro la mia. Vidi Yuuki che continuava a scrivere qualcosa e a cancellarla subito dopo, dietro di lei Zero se ne fregava altamente del compito. Probabilmente dovette percepire che lo stavo guardando perché alzo la testa di scatto e puntò i suoi occhi sui miei. Sul suo viso non c'era nessuna delle smorfie che mi riservava sempre, si limitava a studiarmi, e io facevo lo stesso con lui.
<< Ma che compito ci ha dato? >>
<< E' proprio strano! Pensare che lo avremo per il resto dell'anno mi mette i brividi; già non sono brava in lettere se poi ci dà anche temi impossibili sono fregata! >>
<< Non credo che si comporterà sempre così! >> mi intromisi nella discussione tra Sonoko, la mia compagna di banco, e Mei la mia vicina di stanza. Sonoko si voltò a guardarmi così potei notare gli occhi verdi come il bosco di Mei accendersi di speranza. << Lo pensi davvero? >> mi chiese. << Penso che volesse solo metterci alla prova. Per capire come comportarsi; ha dato una traccia così difficile per capire chi fossero i più bravi e chi invece ha bisogno di più aiuto. >> risposi sincera, ero arrivata a quella conclusione solo verso la fine della seconda ora e mi era sembrata accettabile. << Lo spero! >> sussurrò Sonoko ma l'idea che il professore non fosse veramente così severo le fece tornare il sorriso. Finii di sistemare il mio zaino e salutai le due ragazze per andare da Yuuki. La trovai nel corridoio ad aspettarmi. << Come è andato il compito? >> mi chiese appena la raggiunsi. << Bene, credo! Conoscevi già quel professore? E' sempre così rigido? >> cercai di confermare la mia teoria con quelle domande innocue. La mia amica sorrise e ammise di non averlo mai visto prima così finimmo per camminare verso la mensa parlando di argomenti neutri. La mensa era piena di studenti di tutti gli anni. Noi eravamo le più piccole e considerando la mia bassa statura mi sentii piccola e indifesa come una formica. I grandi tavoli rotondi erano già tutti occupati e persino il cibo iniziava a mancare. << Forse potremmo andare a mangiare con il Direttore... >> suggerì Yuuki. Annuii e sperai che a Cross non desse fastidio averci nel suo appartamento: non mi piaceva affatto quella mensa!
<< Il Preside non c'è! >> notai dopo essere arrivate nel suo ufficio. << Andiamo in cucina, sto morendo di fame! >> << Sicura che a Cross vada bene? >> chiesi per esserne sicura. Non volevo avere problemi con lui, il preside era un amico di mia madre e temevo che l'avrebbe tenuta costantemente aggiornata su tutte le mie azioni.
Anche la cucina era vuota ma, semi morte di fame, ci rimboccammo le maniche e iniziammo a cucinare. Il preside non si fece vedere per tutto il pranzo, così dopo aver finito di sistemare, rinunciammo ad incontrarlo e tornammo in classe.
<< Perché c'è tutta questa confusione? >> chiesi sconvolta. Più ragazze di quanto potesse contenere lo stretto corridoio che portava alla mia aula, urlavano e si ammassavano in un punto.
<< Non ne sono certa.. >> mi rispose Yuuki che cercò subito, in quanto guardiana, di tenere a bada le ragazze. Fu solo dopo l'arrivo di Zero che queste smisero di urlare e si allontanarono dall'ingresso dell'aula.
Tre ragazzi con la divisa bianca stavano parlando con il preside e un altro uomo dall'aria minacciosa con una vistosa benda che gli copriva l'occhio destro. Consideravo Kaname come un membro della famiglia ed ero così abituata alla sua presenza che la sua bellezza non mi faceva più effetto. Stare in presenza di quei tre ragazzi era diverso però, e nonostante gli sforzi mi ritrovai anche io, come le ragazze dietro di me, ad osservarli incantata. Quello più vicino alla porta era molto alto e aveva i capelli castano chiaro; dopo di lui c'era un ragazzo altrettanto alto, anche se non come il precedente, aveva splendidi capelli biondi e incantevoli occhi azzurri, sembrava la reincarnazione di un angelo; il terzo ragazzo era il più basso e somigliava molto a Kaname: doveva appartenere anche lui alla famiglia Kuran!
<< Perché sono qui? >> chiese Yuuki a Zero. Solo all'ora riuscii a staccare gli occhi dai ragazzi della night class, feci un paio di respiri profondi cercando di calmare il cuore impazzito. << Non lo so. >> fu la lapidaria risposta di Zero, e guardandomi con ribrezzo continuò << Dovresti calmarti, persino un sordo riuscirebbe a sentire il battito del tuo cuore. >> offesa e punta sul vivo non riuscii a trattenermi. << Ti dà forse fastidio? O lo dici perché in realtà ti piace? >>
Zero se ne andò senza aggiungere altro, lasciando solo la mia esile figura e quella di yuuki tra le decine di ragazze e i tre, bellissimi, vampiri.
<< Finiremo di parlarne nel mio ufficio: la pausa pranzo sta per finire e gli alunni della day class devono tornare alle loro lezioni. >> fu l'unica cosa che riuscimmo a sentire. Avevamo passato venti minuti ferme davanti la porta dell'aula. Persino le studentesse avevano smesso di urlare per cercare di sentire qualcosa. Il preside si voltò verso me e Yuuki e con un cenno della mano ci diede il permesso di entrare nell'aula.
Lentamente, quasi timorose di avvicinarci, affiancammo il preside.
<< Mi dispiace disturbarvi ma devo chiedervi un favore. >>
<< Non si preoccupi, siamo sempre disponibili! >> rispose Yuuki per entrambe. Con la coda dell'occhio notai il vampiro biondo sorridere. Non era un sorriso piacevole, al contrario sentii i brividi per tutta la schiena. << Ti ringrazio Yuuki. Allora perché non accompagnate i ragazzi al loro dormitorio? >>

<< Sei una nuova guardiana? >>il ragazzo biondo mi si avvicinò e Yuuki poco più avanti mi guardò allarmata mentre gli altri due ragazzi le si affiancavano, la distraevano e allontanavano ancora di più da me. I vampiri erano esseri molto furbi e anche un po' sadici, era una lezione che tenevo sempre in mente.
<< Non sono una guardiana. Ho solo fatto un favore al preside. >> risposi senza guardarlo.
<< Non ti ho mai visto da queste parti: devi essere una nuova figlia del preside. Io sono Aidou. >>
<< L'accademia ti sembra un orfanotrofio?! Non sono una nuova figlia del preside, ho già i miei genitori. >>
La presenza di quel ragazzo mi innervosiva. Lo guardai negli occhi, anche se sapevo che non avrei dovuto, perché volevo che capisse che non avevo paura di lui e non gli ero inferiore. Ero abbastanza sicura che non avesse usato nessun “trucco da vampiro” ma rimasi comunque incantata, stregata dai suoi occhi color ghiaccio. Azzurri come il cielo d'estate e freddi come l'inverno. Senza guardare il terreno inciampai dopo un paio di passi appena, ma che mi sembrarono mille, e solo allora distolsi lo sguardo. Non ricordavo bene di cosa stessimo parlando così assunsi un aria indifferente e continuai a camminare come se poco prima non avevo rischiato di finire con il sedere per terra. Gli altri due ragazzi stavano ancora intrattenendo Yuuki e io ne approfittai per osservarli meglio. Se si sorvolava sul fatto che fossero incredibilmente belli potevo quasi sembrare dei normali studenti. Non c'era niente in loro che suscitasse paure, niente che mettesse in mostra la loro particolare natura.
<< Il più basso è Shiki. L'altro è mio cugino: Kain. Io mi sono già presentato e Yuuki la conosciamo tutti, quindi manchi solo tu. Chi sei? >> anche se tenevo gli occhi fissi sul gruppetto davanti a noi sapevo di avere il suo sguardo addosso, potevo sentirlo perforarmi la pelle. Non mi girai per guardarlo per non ripetere l'esperienza di poco prima. Per quanto la sua domanda potesse essere banale c'era qualcosa, nel suo tono o nel fatto che per lui sembrava essere importante sapere chi io fossi, che mi metteva sulla difensiva.
<< Come mai sei così curioso Aidou? >> chiesi per prendere tempo ed evitate di dover rispondere alla sua domanda. << C'è qualche motivo per cui non vuoi rispondere? >> questa volta non riuscii a trattenermi e mi voltai: era chiaramente sospettoso. Se non gli avessi detto niente avrebbe di certo fatto delle ricerche su di me, e forse avrebbe scoperto più del necessario.
<< Puoi chiamarmi Miki. >> decisi di restare sul vago e non dirgli il mio nome intero. Aidou sembrò soddisfatto e non mi fece altre domande, ciò mi fece sospettare che avrebbe comunque chiesto in giro di me. Stanca di quella situazione aumentai il passo e affiancai Yuuki.
Il dormitorio Luna era grande circa il doppio del dormitorio Sole e sicuramente all'interno doveva essere anche molto più lussuoso, purtroppo non varcammo il cancello, lasciando proseguire i ragazzi da soli, e non potei verificare la mia tesi. Anche Yuuki sembrava dispiaciuta di non essere entrata, pensai che forse dentro sperava di incontrare Kaname.
<< Cosa ci fate qui? >>
Mi voltai lentamente, consapevole del fatto che chi aveva parlato ci avesse seguite per tutto il percorso fatto con gli studente della notte. << Il direttore ci aveva chiesto di accompagnarli. >> si giustificò Yuuki. Io fui più rude. << C'è qualche motivo per cui non dovremmo stare qui, Zero? >>
<< E' pericoloso. >> mi rispose senza degnarmi di uno sguardo. Sul fatto che fosse pericoloso ero più che d'accordo ma mi infastidiva parecchio il modo in cui mi parlava: come se si stesse rivolgendo ad una bambina. Tornammo in classe in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Mi stupii parecchio quando il professore che non solo non aveva fatto caso alla nostra assenza ma non ci rimproverò neanche per il ritardo.
A fine giornata ero stremata ma felice: avevo superato il primo giorno e non avevo combinato nessun guaio. Ero fiera di me e troppo eccitata da ciò per poter andare a letto così uscii dal dormitorio per fare un giro nel boschetto che circondava la scuola. Appena uscii dal dormitorio però vidi Zero fare la sua solita ronda. Per non farmi vedere corsi e andai a nascondermi tra gli alberi, quando se ne fu andato cercai un posto tranquillo dove poter stare da sola. Trovai una grande quercia circondata da cespugli con strani fiori rossi. Era una visione talmente perfetta da risultare quasi strana: dei fiori così belli potevano crescere senza un aiuto umano? Andai a sedermi su una grossa radice che spuntava dal terreno facendo molta attenzione a non rovinare nessun fiore. Finalmente sola e tranquilla chiusi gli occhi concentrandomi solo sui suoni della natura. Le foglie sfrusciavano spinte dal vento, da qualche parte un grillo solitario cantava. In quel momento c'era talmente tanta calma che riuscivo a sentire il leggero battito del mio cuore. Dopo un po' persi la cognizione del tempo e probabilmente mi addormentai anche. In quel momento di veglia percepii qualcos'altro, un suono più regolare e vigoroso dell'esile battito del mio cuore, ma pur sempre un cuore. Aprii gli occhi di scatto, allarmata dalla presenza che si avvicinava. Nonostante ciò, una volta in piedi, tutto sembrava mantenere la solita quiete. Inoltre non riuscivo a vedere nessuno. La sensazione d'allarme persisteva e, per quanto la cosa mi spaventasse, usai la parte più profonda di me, quella che nascondevo sin dalla nascita e che detestavo profondamente. Chiusi gli occhi, feci un profondo respiro e concentrata più che mai restai in ascolto. Riuscivo a percepire la vita di ogni singolo albero, cespuglio o animaletto che mi circondava, il leggero vento proveniente dal Nord si fece ancora più calmo. Sentivo la potenza vitale della quercia a cui ora davo le spalle, era molto antica e la sua energia oscurava quella dei cespugli ai suoi piedi. Per un po' non sentii altro che la vita della vegetazione e dei piccoli animaletti, poi pian piano, come se stesse arrivando in punta di piedi avverti la forza vitale diversa da quella umana anche se non totalmente differente. Era un vampiro, insieme a lui avvertii altre presenze non altrettanto potenti ma comunque più vigorose di quelle delle piante: umani. Riaprendo gli occhi mi chiesi cosa dovessi fare. A circa cento metri da me c'era un vampiro con almeno due umani soli nei boschi ed ero certa che ciò fosse contro le regole. Però non mi fidavo del tutto di quello che avevo percepito: c'era la possibilità che i vampiri fossero più di uno e non volevo scontrarmi con loro. La cosa giusta da fare era avvisare i guardiani ma in quel caso avrei anche dovuto spiegare cosa ci facessi fuori a quell'ora. Avrei potuto far finta di niente ma se fosse successo qualcosa agli umani non me lo sarei mai perdonato. Alla fine decisi di andare a vedere com'era la situazione, sarei intervenuta solo nel caso in cui gli umani fossero stati davvero in pericolo altrimenti sarei tornata nel dormitorio delle ragazze senza farmi notare.
Quando arrivai mi accorsi che la situazione era peggio di quel che mi aspettassi. Una esile ragazza umana era stretta in quello che per una qualsiasi persona poteva sembrare un abbraccio un po' troppo passionale. Ciò che vedevo io era solo un brutale vampiro che si preoccupava di tenere in piedi la sua vittima svenuta mentre le sue zanne le laceravano il candido collo. Sussultai e il vampiro smise di bere per posare i suoi occhi rossi su di me. Nello stesso istante percepii un movimento alla mia destra e notai un altro vampiro che assisteva annoiato alla scena. Era uno dei tre ragazzi che avevo accompagnato al dormitorio questo pomeriggio, il più alto con i capelli castano chiaro. Visibilmente annoiato si soffermò un istante su di me poi si rivolse all'altro vampiro.
<< Basta così Aidou, hai già dato abbastanza spettacolo, è meglio tornare in classe. >>
Il nome che aveva appena pronunciato mi sembrava familiare, con un occhio più attento riuscii a riconoscere il biondo che quel pomeriggio aveva tanto insistito per conoscere il mio nome. Aidou lasciò cadere per terra la ragazza e nel cercare di frenare la sua caduta finii anche io in ginocchio, ai piedi del vampiro, con la ragazza tra le braccia. << Che ti dicevo cugino? Finiscono tutte ai miei piedi! >> e rise. Ciò mi fece infuriare ma tenni a bada la rabbia e trascinai la ragazza il più lontano possibile dal biondo, sporcandomi la gonna di fango e sangue. Controllai la ferita al collo e il battito cardiaco della ragazza, fin troppo debole. << Non riderai più quando arriveranno i guardiani! >> risposi sperando che l'odore di sangue avesse allarmato i vampiri abbastanza da costringere i guardiani a trovarne la fonte. << Come se potessero farmi qualcosa! >>
<< Aidou... >> lo riprese suo cugino << … è meglio andare, prima che il capo dormitorio Kuran di accorga della nostra assenza. >> << Non potrei mai andarmene e lasciare sole due ragazze così belle! >> gli rispose il biondo. Io continuavo a pensare ad un modo per uscire da quella situazione, rendendomi conto di come la ragazza che continuavo a stringere mi rendesse impotente, non potevo correre né combattere. Il vampiro più alto si arrese subito e appoggiandosi contro un albero guardò indifferente il cugino che si faceva sempre più vicino a me. Si abbassò fino a raggiungere la mia altezza. Fisso i suoi occhi nei miei, io rigida come un pezzo di legno, strinsi più forte la ragazza svenuta e digrignai i denti per la frustrazione. Alzò una mano e leggeri come il tocco di tante piume i suoi polpastrelli accarezzarono il mio viso, dalla tempia fino all'angolo della bocca. << Perché sei venuta fin qui? Vuoi che beva anche il tuo sangue? Ne sarei molto felice, sai? Il solo profumo mi preannuncia la sua squisita dolcezza. >> sussurrò. << Preferirei morire, piuttosto! >>
<< Non fare così. Se sei qui ci sarà pur un motivo, no? In realtà sei gelosa della ragazza che stringi tra le braccia; vorresti che la mia bocca si posasse anche sulla pelle soffice del tuo collo e che io mi nutra anche del tuo sangue. >> finì di parlare a qualche centimetro dal mio viso. Mostrò i denti, con due canini lunghi e bianchi. I suoi occhi risplendettero, più rossi che mai.

 

 

 

 

 

 

Sono tornata. :D

È passato un secolo dall'ultimo aggiornamento, mi dispiace tantissimo :(
Spero di riuscire a pubblicare il terzo capitolo entro la fine dell'estate, farò del mio meglio. Inoltre visto che ci saranno diversi salti nel tempo, stavo pensando di dividere la storia in più parti, ma deciderò in seguito.
Spero che la lettura vi sia piaciuta e che vorrete lasciare un commento.
A presto,

Miyo :D

   
 
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