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Autore: Evilcassy    08/07/2014    5 recensioni
E' passato un anno e mezzo dagli eventi di TS:W, e di Loki, improvvisamente, si perdono le tracce.
Nessuno sa che, su Nifleheim, vive proteggendo la Creatura il cui dominio, secondo una profezia delle Norne, sarà superiore a quello di Odino.
Ma le nubi non possono celare per sempre il Regno delle Nebbie dallo sguardo dell'Universo, né la Terra può sperare di scampare alla vendetta di Titano.
I destini di Loki, e dei Sette Vendicatori dovranno incrociarsi di nuovo.
Complicandosi ulteriormente, come se non lo fossero abbastanza...
[Sequel di The Seventh e The Seventh: Winter]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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Spett

The Seventh,

Hellraiser

 

 

 

 

PART 11: Clearin

 

Chapt.19:  Striking the Balance

 

 

Noi siamo impegnati in un gioco che non possiamo vincere.

Certi fallimenti sono migliori degli altri, questo è tutto.

[George Orwell, 1984]

 

 

 

Il corpo del Generale fuma ancora, in mezzo agli ultimi gemiti di agonia degli altri. Camminando tra i cadaveri smembrati, Mentore non prova neanche una briciola di rimorso per aver lasciato che la sua furia facesse scempio delle loro carni: che il fallimento, nel progetto Ultron, sarebbe stato pagato a carissimo prezzo era un avviso che più volte aveva ripetuto. Tuttavia la sua rabbia, dopo l’iniziare esplosione, era andata via via scemando: gli ultimi li aveva massacrati più per compiacere la Morte e dimostrarle il suo asservimento.

Nella penombra della stanza fredda,  Lei si compiace del suo operato: eppure non è ancora sazia, né tantomeno soddisfatta.

L'agonia dell'ultimo scienziato ancora in vita smette nell'istante in cui gli accarezza la guancia madida di sudore e sangue.

Poi, semplicemente, sparisce, per andare a reclamare il suo ultimo debito.

Il neon sfarfalla, ritorna a funzionare.

La base resta completamente silenziosa.

 

 

“D'accordo, Principessina: almeno uno dei due deve dormire e tu sei la prescelta.” Darcy solleva Hela da terra – la testina mora ciondola su una spalla – e le asciuga il naso dal filo di moccio che esce dalle narici. Sul tappeto del salottino, invece, Howie continua la sua rumorosa opera di distruzione suppellettili dribblando sapientemente i pedagogici tentativi materni di contenimento.

Jane se l'è data a gambe da un po' – probabilmente sarà nascosta da qualche parte con la scusa del monitoraggio di un qualche pianeta appena scoperto – e Darcy è più che conscia che sia stata la più furba delle tre.

Anche se, non ha problemi ad ammetterlo, BabyBorgo quando non è in compagnia del moccioso Stark è un pezzo di pane.

Infila le ditina nelle ciocche di capelli di Darcy e le attorciglia. Non tira, non fa male,è  semplicemente un antistress.

Darcy la porta nella sua stanza, dove ha allestito un piccolo 'Angolo Hela' con una brandina e tre sedie a fare da sponda, e la appoggia dentro al nido di cuscini e coperte restituendole il ciuccio. Hela cerca di lottare contro la sonno per non lasciarla andare via, ma si arrende dopo pochi secondi. Lascia lentamente la presa mentre Darcy la copre: “Già così presto, Principessina?” Commenta con una mezza risata: “Ed io che volevo cantarti qualcosa per farti dormire...”

Accende la ricetrasmittente e la appoggia su una delle sedie vicine al viso della bimba: “Se permetti, tata Darcy deve finire di leggersi Allegiant, prima di fare la nanna.” Controlla un'ultima volta che stia effettivamente dormendo, prende il suo e-book e poi esce dalla stanza con l'altra ricetrasmittente in mano.

Non si accorge del calo di temperatura.

 

 

 

Fury mi fissa in silenzio.

Senza battere ciglio.

Da circa venti minuti.

Poi si alza dalla sedia di fronte alla mia lettiga ed esce dalla stanza.

Quando Natasha entra sto ancora tremando: “È stato orribile.”

Mi passa una mano fra i capelli e porge un sandwich al pollo: “Immagino” sussurra comprensiva: “La gamba?”

“L'antidolorifico è in circolo; è manna dal cielo, davvero.” Scarto il sandwich e ne mordo un boccone, Natasha prende posto sulla sedia  - in calzoncini e maglietta è decisamente meno inquietante di Fury – e fa lo stesso con il suo. “Il medico dice che non l'ho aggravato più di quel tanto, se si escludono di legamenti stirati; pensavo di peggio. Che ore sono?”

“Quasi l'una di notte, dovremmo metterci anche noi a letto: Bruce lo è di già da un pezzo e Clint mi ha dato una di quelle occhiate che... beh, sai.”

“E allora perché sei qui?”

“Ciclo.”

“Oh!”

“Già. Mentre eri impegnata a rifarti il gesso Tony ha parlato con Pepper: ad Hela è spuntato un dentino nuovo e ha dato un ulteriore due di picche a Stark Junior.”

Amore di Mamma: “Sono così orgogliosa di lei!” Pigolo fingendo di asciugarmi le lacrime agli angoli degli occhi. Poi chiedo a Nat di passarmi la mia tuta lacera e trovo nella tasca interna l'immagine spiegazzata dell'ultima conversazione su Skype. Hela ha le manine piantate sul tavolo e i capelli ribelli sparsi per aria. La bocca è aperta in una O – se non ricordo male sta urlicchiando di piacere – e Darcy alle sue spalle sembra trattenere a fatica il suo entusiasmo.

Che strana sensazione.

Qualcosa che non provo da quell'incidente in automobile - che incidente non era – in cui sono morti i miei genitori.

Una sensazione di appartenenza.

Ho voglia di vederla.

Guardo l'immagine sgranata, ricordo il suo profumo ed il suo modo goffo di provarmi ad accarezzare – mani paffute umide di saliva e completamente scoordinate - studio i suoi lineamenti e cerco di comprendere come sia razionalmente possibile che abbia sviluppato un tale attaccamento nei suoi confronti, che non l'ho portata per nove mesi dentro di me, né desiderata o cercata; L'ho praticamente ripudiata ed ora non vedo l'ora di ritrovarmela davanti.

“Certo che Darcy poteva anche mettersi in un posto più illuminato” Commenta Natasha.

Sto per spiegarle che si tratta solo di un problema di connessione quando mi accorgo di una cosa: è solo Hela ad essere in ombra, Darcy è illuminata completamente dal sole; addirittura strizza gli occhi abbagliata. Sulla bambina, invece, pare incombere un cono d'ombra. Che pare quasi avere una forma umana.

Sarà sicuramente Jane. O Pepper, cerco di convincermi e soffocare l’inquietudine.

“Tutto bene?” domanda Nat. Vorrei annuire, ma non riesco a mentirle e scuoto la testa. Lei segue il mio sguardo sulla foto di Hela, poi si siede sulla lettiga e mi fissa direttamente negli occhi: "Loki?"

"No, non le torcerebbe mai neppure un capello, di questo ne sono sicura."

"Pensi che possa portarla via?"

Alzo le spalle: "Non credo. È qualcos'altro. Non lo so, è... un brutto presentimento, un istinto, ecco."

Lei da un buffetto nella guancia e mi invita a dormirci su: "Fatti una bella dormita, Adie, che la stanchezza porta brutti pensieri." Mi sforzo di annuire e mi accomodo il cuscino mentre lei finge di rimboccarmi comicamente le coperte per tranquillizzarmi. Quando esce lascia accesa solo una piccola lampadina: "Per i brutti pensieri." Spiega con una mano sul pannello d'entrata: "Odiano le abat-jour accese."

 

 

 

 

.

Il secondo attacco dei demoni alati alle arpie è più forte del precedente: sfondano la prima linea della formazione facendole precipitare nel vuoto e ne disperdono la seconda, dirigendo l'attacco ad Erzsebet. Le guardiane più vicine alla Regina si chiudono a proteggerla, ma non possono evitare lo scontro diretto.

Dallo sperone su cui stanno combattendo, Amon si sbarazza del suo avversario e cerca con lo sguardo la moglie, poi alza entrambe le braccia per raccogliere e direzionare il potere della Gemma dell'Anima in suo soccorso.

Questa volta, la Gemma non brilla nemmeno.

Resta per un istante interdetto e prova di nuovo a disegnare con le mani ampi cerchi nell'aria bruciante: sembra quasi il comico direttore di un'orchestra che si rifiuta di suonare. Prova ancora.

E ancora.

Al suo fianco, Loki lo sta già osservando da qualche secondo, appoggiato alla lancia con l'aria più tranquilla del mondo. Quando il Re degli Inferi gli rivolge il suo sguardo dorato, arrossato dal fumo della battaglia, la Gemma sulla sua corona si scioglie completamente inondandogli la fronte e accecandolo quell'istante che basta per permettere a Loki di saltargli addosso e scaraventarlo a terra puntandogli la lancia alla gola.

Con la schiena sulla nuda roccia e la lama a graffiargli la giugulare, anche Amon si permette un ghigno ironico: “...ed io che mi guardavo alle spalle.”

“Saresti dovuto essere più attento.” Lo deride Loki. Rivolge il suo sguardo verso le Arpie sopra le loro teste, in netto svantaggio numerico: Erzsebet sta cercando di guidare una disperata difesa: “Morirà tra poco. O forse la prenderanno in ostaggio i tuoi nemici: non so quale delle due alternative augurarle.” Preme di nuovo la lancia sulla gola, il volto deformato dal ghigno sadico che non tiene più a freno: “Chissà cosa le faranno, prima di restituirtela.”

Amon, invece, ostenta sicurezza: “Si ucciderebbe con le sue stesse mani prima che accada."

“E tu la lasceresti fare? Convivresti con il rimorso di non averla salvata?"

“Oh, Loki, io convivo con un sacco di cose. E lo faccio molto meglio di te.” Erzsebet urla, sbalzata dalla sella della sua arpia, e per un attimo la maschera di impassibilità del Re si incrina: “Tuttavia... hai già dilaniato il mio Regno, ora minacci di far dilaniare la mia Regina. Sarebbe decisamente un po' troppo, forse anche per me. Sono interessato la tua offerta.” La mano sinistra di Loki lascia la presa della lancia e si apre: sul palmo prende forma la vera Gemma dell'Anima. Amon storce la bocca: “Questa è decisamente l'originale, la sento pulsare...! Come ho fatto ad essere così stolto da precipitare nel tuo inganno?

 “Perché le mie abilità sono ampiamente provate” Sogghigna Loki "Non esiste uomo o demone, nell'Universo, che possa resistere ai miei inganni, se io decido che sia così."

 “E quasi ti ammiro per questo. Per quanto ora lo trovi davvero fastidiosa. Ma dicevamo: il prezzo?"

“La nomina.”

“Di Hela?”

“E chi altri?”

“Tutto qui? E come posso fidarmi? La tua parola?” Amon alza un sopracciglio, scettico, piega la testa di lato: “Davvero?”

“Hai alternative?”

“Tu?”

“Se non nomini Principessa mia figlia, essa morirà per mano di qualcuno – Odino o i giganti di Muspel, demoni o Titani non importa. Se ti uccido, essa morirà comunque. Non ho alternative, ma tu ne hai una: rendi ora mia figlia tua Erede, e avrai il potere della Gemma che salverà la tua sposa e gli Inferi interi su cui governare.”

“E la tua, di sposa?”

Loki deglutisce, chiude per un istante gli occhi e poi li riapre, più determinati di prima: “Io non ho una sposa a cui badare, ho una figlia.”

"Direi che è abbastanza" Re Amon alza gli occhi: “E sia, dunque.”

 

 

 

C'è freddo. Hela si raggomitola tra i cuscini stropicciando e arrotolando il lenzuolo che la copre.

E c'è anche qualcuno, nella stanza, ed è qualcuno che la osserva e le impedisce di dormire bene. La ricetrasmittente sulla sedia ronza e si spegne, Hela si strofina gli occhietti mettendosi a sedere: "Pa-pà?" Balbetta, guardandosi attorno. Sbatte le palpebre e il buio che da impenetrabile si schiarisce alla sua vista dorata. Cerca il letto dove dorme Darcy, trovandolo vuoto con il tavolo da notte sgombero dalla solita montagna di fazzoletti e bicchieri d'acqua vuoti e protesta con un mezzo singhiozzo; quando cerca di mettersi in piedi appoggiandosi allo schienale della sedia perde l'equilibrio e rotola a terra trascinando con sé una cascata di cuscini e sbattendo la testa sul tappetino del pavimento. Non fa male, ma il colpo era inaspettato, ed è tutto così freddo e strano, brutto. Scoppia a piangere.

Nell'angolo più lontano della stanza, il buio si condensa in una nuvola nera che gli occhi della bambina non riescono a fendere.

Aumenta l'intensità del pianto con quella del freddo e l'avanzare dell'oscurità dall'angolo della stanza.

Tra le lacrime intravede un volto pallido nel buio e allunga le braccia per farsi prendere in spalla, ma le ritrae subito quando non riconosce nel volto nessuna famigliarità: "Mam-ma?"

Il viso non risponde. Seguita a flutturare nella nuvola nera che sta prendendo il sopravvento nella stanza.

La bambina trema così tanto da non riuscire neppure più a piangere forte.

 

 

"Io, Amon Ba'al Hammon, Sovrano del Limbo e Protettore delle Porte dell'Oltremondo, successore di Astaroth e figlio di

 

 

Dalla nuvola di buio è comparsa anche una mano bianca. Ondeggia davanti agli occhi dorati della bambina, calamitandole l'attenzione e cessandone il pianto.

 

 

"Comandante delle Quaranta Legioni dell'Anticamera degli Inferi, Settimo Spirito di Goetia, Conduttore di Avidità, Conoscitore del Passato e del Futuro, Riconciliatore dei Nemici..."

"Ne hai ancora per molto?"

"Un po' di pazienza, amico mio, è una formula complessa. Dicevamo: Riconciliatore dei Nemici e Dissipatore di Amicizie, Induttore e Vanificatore di Passioni "

 

 

 

Il freddo della mano bianca è percettibile anche senza che la sfiori realmente: Hela ne è completamente ipnotizzata.

 

 

"Attraverso il mio sangue e la mia voce, eleggo mia unica Erede ,di titoli e possedimenti, Hela di Niflheim, figlia di Loki e di Addison, Duchessa del Limbo."

 

 

Le dita sono quasi sulla sua guancia, a tergerle le lacrime con la sua carezza fatale.

 

 

"Sia la Principessa Hela consacrata al dono della Vista che fende le Tenebre, del Fuoco Fatuo e della Lunga Giovinezza. Sia la sua vita prospera, e la sua anima immunhe al tocco diretto della Morte."

 

 

E la mano evapora sul viso della bambina. Il volto bianco ed impassibile si contrae in una smorfia di sgomento e si sfalda.

La nuvola di tenebra svanisce, portando con sé il freddo.

Hela sbatte le palpebre una, due volte, riprende la mobilità dei suoi muscoli.

E poi scoppia di nuovo a piangere.

 

 

 

"Fatto."

"Veramente?"

Amon annuisce e Loki dopo un istante di esitazione lascia cadere a terra la lancia e la Gemma, che il Re si affretta a recuperare, accasciandosi sulle ginocchia. "È finita" mormora, sentendosi improvvisamente esausto e privo di forze.

Si lascia cadere all'indietro, sulla viva roccia nera della Voragine, con gli occhi che pungono. "È finita."

Amon guida la carica finale delle sue Legioni stringendo la Gemma luminescente tra le dita.

"È finita."

Hela è salva, Hela è al sicuro. La sua bambina ha un futuro davanti che nessuno potrà strapparle via.

Almeno in quello non ha fallito.

Tutto attorno, i Demoni di Amon ed Erzsebet esultano alla vittoria e sollevano i sovrani a braccia, portandoli in trionfo urlando.

Per la prima volta dopo tanto tempo, Loki sente il nodo allo stomaco sciogliersi ed il sollievo diffondersi nel corpo.

Scoppia a ridere ed in singhiozzi nello stesso momento: "È finita."

 

 

 

Davanti al riflesso di pannello lucido della Sala Mensa, Thor scrolla di nuovo la corolla di dreadlocks e li osserva ricadere sulle spalle con un ghigno soddisfatto: "Mi piacciono!"

"Non si era capito" Bofonchia Clint ficandosi in bocca il quarto panino della serata: "Sei peggio di Natasha quando esce dal parrucchiere."

"Come, scusa?" Parlando del diavolo, eccola comparire da uno dei pannelli d'entrata, avvicinarsi al tavolo di Clint e rifilargli un pizzicotto dietro alla nuca che gli fa andare di traverso il panino davanti allo sguardo divertito del Capitano. Poi si serve dal sacchetto dei sandwich, rimproverandoli di aver finito tutti quelli al tacchino.

"Colpa di Stark. Trovava divertente seguire Fury sbriciolando sulla plancia di comando." Risponde il Capitano "Me ne è rimasto un wrap vegetariano, vuoi?" Lei dimostra interesse e Steve le chiede anche notizie di Addison.

"Si è risvegliata, sta meglio ma sostiene di avere brutti presentimenti su Hela."

Thor si volta di scatto, un nugolo di dreadlocks che si apre in una coreografica aureola: "Che intendi?"

"Ma nulla, è solo stanca e quando si è stanchi si pensa male. E poi è un po' italiana e si sa, le madri italiane sono ansiose."

"A GreyRaven: Dal Bondage al Bonding in un mese" Ridacchia Clint, alzando la bottiglia di Birra. Natasha fa lo stesso con la sua, apprezzando la battuta.

"Se posso aiutarla a placare questo suo stato, posso precedervi a Nevada Field. Anch'io sono impaziente a rivedere mia nipote."

Natasha alza un sopracciglio: "E...?"

"...e basta!" Thor incrocia le labbra avendo cura di accompagnare il suo diniego con una vibrante scrollata di dreadlocks.

"Niente esibizione di treccine a qualcuna?" Insiste "Sai che staresti meglio se te li legassi in alto? Credo che potresti avere ancora qualche possibilità con..."

Lui alza una spalla e fa un gesto di disinteresse con la mano. Appena gli altri girano l'occhio, però, si passa una mano tra i capelli per raccoglierli e torna a specchiarsi.

 

 

Con le strumentazioni di nuovo funzionanti Nevada Field è ritornata a pieno regime. Selvig è riuscito addirittura a farsi sentire via skype paventando un suo ritorno il prima possibile, gettando un'ombra di sconforto tra alcuni degli scienziati: "Vacanze finite" aveva commentato uno di loro "Se vacanze si potevano chiamare con la dottoressa Foster in perenne crisi isterica." Gli aveva fatto eco una compagna.

Dal canto suo, Jane aveva fatto spallucce e ripreso il suo lavoro: unico rammarico, non aver potuto raccogliere dati audio e video degli ultimi stravolgimenti atmosferici.

"Si saranno verificate anomalie spazio temporali più uniche che rare, e noi non abbiamo uno straccio di rilevazione" si lamenta con Darcy: "Quando ricapita un alieno in grado di sconvolgere il magnetismo terrestre?!"

"Mah, vedendo la media negli ultimi anni, non escluderei un panel al Comic-Con."

"Ormai questo pianeta è diventato un porto di mare" concorda Pepper con un sospiro.

"Ma noi lo abitavamo prima che fosse mainstream. Tisana?"

"Grazie, Darcy."

"Anche per me." Guarda fuori dalla finestra: "Malva e Verbena, grazie."

"Uh! Il dottor Banner ha fatto scuola... adesso la bevi in suo onore?"

"No, è che ho bisogno di qualcosa di molto rilassante" Continuando a guardare fuori dalla finestra, Jane si toglie lo scialle dalle spalle e lo getta furiosamente su una sedia: "Anzi, no" ringhia inforcando la porta.

 

 

 

Thor non si è annunciato con fulmini o acquazzoni. Neppure con un atterraggio 'a tonfo' come suo solito. Semplicemente, attraversa il giardino con il Mjolnir in mano, in jeans e maglietta dei Giants, come se entrare dalla sua ex, al quale ha devastato la finestra della camera e scazzottato il suo attuale ragazzo in versione Berserk, sia la cosa più normale dell'Universo.

Jane praticamente abbatte la porta a vetri del giardino per andargli incontro: "TU!"

"Ciao Jane."

"TU COME OSI!" Gli rifila uno schiaffo che rimbalza sulla guancia e lo fa arretrare di un paio di passi: "PRESENTARTI QUI, COME SE NIENTE FOSSE, DAVANTI AI MIEI OCCHI!"

"Jane, io..."

"STRONZO MENTECATTO ASGARDIANO!"

"...veramente io..."

"Adesso stai zitto e mi ascolti bene: ho detto che è FINITA tra di noi, FINITA HAI CAPITO? Ho tutto il diritto di rifarmi una vita, e di frequentare CHI VOGLIO e con chi MI FA STARE BENE!"

"Io non cercavo..."

"Oh sì, tu cercavi proprio lo scontro, bello mio, ti conosco. Devi lasciarmi vivere, hai capito? Noi due non stiamo più insieme e non c'è modo che possiamo tornare a frequentarci. E SMETTILA DI SCUOTERE QUELLA CAZZO DI TESTA!" Si ferma, strizza gli occhi, lo guarda bene: "Rasta? Ti sei fatto... i rasta?"

"Già."Risponde gettando la testa all'indietro: "Ed ora se permetti..." La prende e la sposta di lato sollevandola: "Come sto tentando di dirti da che son giunto, non era te che cercavo."

"Co-cosa?" Dopo un istante di smarrimento Jane si lancia al suo inseguimento: "Che vorresti dire?"

"Son qui per mia nipote, Hela. Posso domandarti dove si trova o sono di impedimento al proseguire della tua vita?"

Le guance di Jane diventano bollenti per l'imbarazzo: "Io... ahem... ti domando scusa, davvero, è solo che..."

"Non ha importanza, ora."

"E' nella stanza di Darcy, terzo piano a destra."

"Veramente è secondo piano a sinistra" la testa di Darcy - e lo schermo del suo Starkphone - fa capolino dallo stipite della porta: "Vieni, Thor, ti accompagno io. Hey, i dreadlocks, uau! No-Asgard-No-Cry, posso toccarli?"

 

 

Il sorriso di Darcy quando apre la porta della stanza con un 'Ta-daa!' si spegne quando trovano il lettino vuoto. Accende di scatto la luce e Thor si getta a cercarla scaraventando i cuscini e le copertine, aprendo le ante degli armadi chiamandola a gran voce.

Ha già il mjolnir alzato per spaccare la finestra e cercarla fuori quando Darcy si piega abbastanza per trovarla raggomitolata in un angolo buio sotto la rete del letto.

Thor lascia cadere a terra il martello ammaccando le assi del pavimento e sposta la rete cercando di fare il meno rumore possibile. La prende in braccio  - lei si raggomitola ancora di più su se stessa diventando minuscola nelle sue braccia- e sospira di sollievo. Hela apre appena gli occhietti gonfi di sonno, incontra i suoi, e allunga le manine sui dreadlocks. Si riaddormenta immediatamente stringendo una treccina tra i pugnetti chiusi.

Darcy aggiorna il suo profilo Instagram.

Il 'Like' di GreyRaven è praticamente immediato.

 

 

 

Questi ultimi capitoli sono assolutamente dei parti.

Ci sto mettendo un’eternità  - e vi assicuro, non è una cosa psicologica, io non vedo l’ora di finire!.

Ad ogni modo, come sempre non posso mancare di ringraziare per il seguito, per l’affetto e per le recensioni a quest’ultima parte della saga…

GRAZIE grazie e ancora GRAZIE!!!

Come sempre, rimando al mio ask per qualsiasi questione e per tutto il resto c’è MasterStark.

Alla prossima, se vorrete…

EC.

   
 
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