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Autore: Darcy    28/08/2008    0 recensioni
una ragazza verrrà catapultata, in un' avventura che la cambierà,tra presente e passato, vampiri e cose dell'altro mondo dovrà scoprire i misteri che si annidano in una storia vecchia di millenni e lottare contro il tempo per compiere la sua missione. Vi chiedo perdono! ho fatto una confusione!!! il secondo capitolo era il terzo!!!! ho dovuto modificare^^
Genere: Azione, Avventura, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lafioraria africana

Sesto Capitolo

La fioraia africana

Dopo quell’ intrusione  nel suo computer da parte dell’ aker Angela era sprofondata in una grande preoccupazione che l’attanagliava.

Francesca se ne era accorta, l’amica era diventata un po’ isterica aveva strani scatti ed era sempre all’erta come se qualcuno dovesse da un momento all’ altro saltarle addosso; aveva provocato a parlarle ma lei sviava sempre il discorso su qualcos’altro oppure diceva che non era niente, ma non la convinceva.

-Mi vuoi dire che hai? – le aveva chiesto in nel momento in cui erano state mandate fuori dalla classe per fare delle fotocopie.

-Non so di cosa tu stia parlando ..-

-Non fare la finta tonta con me! Si vede lontano un miglio che c’è qualcosa che non và… stai andando male nelle materie e questo non è assolutamente da te, ed in oltre sei sempre arrabbiata ed isterica, da un po’ di tempo ti vedo guardarti in giro  come se ti aspettassi che un leone ti salti addosso! Ora ,spiegami come puoi dire di non avere niente?!-

 

Angela fissò l’amica, le avrebbe creduto? Probabilmente no inoltre se avesse coinvolto anche lei in questa storia sarebbe stata sicuramente in pericolo , decise dunque di dirle una bugia.

-Va bene è solo che… sono ancora sconvolta per quello che è successo la sera del mio compleanno-

Per un attimo ebbe il sentore di non averla convinta.

-Nei sei proprio sicura?-

La ragazza occhialuta si costrinse ad un sorriso tirato.

-Ma certo!- disse provando a metterci tutto l’entusiasmo che poteva.

-Va bene-

 

Dopo aver finito di fotocopiare tornarono in classe ma Francesca non era ancora convinta.

 

 

 

 

Quel pomeriggio era più tosto caldo e c’era un afa terribile, l’odore dello smog unito a quella temperatura dava una sensazione orribile a chiunque lo respirasse.

Era la fine di Maggio e presto sarebbe arrivato Giugno con il suo sole e con le vacanze, già le vacanze! Peccato che per Angela non sarebbe stato così, i suoi genitori dovevano lavorare quindi se ne sarebbero dovuti stare per tutta l’estate in città, una tortura peggiore che rimanere per ore rinchiusa col preside per una bella lavata di capo.

Ma i pensieri della ragazza erano preoccupati per tutt’ altre cose, e neppure i compiti da fare riuscivano a distoglierla da ciò che l’affliggeva.

Quindi se ne stava seduta sul balcone a  pensierosa quando improvvisamente sentì qualcosa di ghiacciato sulla nuca. Sorpresa si girò di scatto e vide sua madre con un bicchiere di acqua fresca in mano che le sorrideva.

-Ehi! Stai facendo i compiti, brava, vuoi un bicchiere d’acqua?-

Angela lo prese in mano e ne bevve un sorso.

-Grazie.- disse.

-Di niente tesoro, senti mi faresti un favore?Puoi andare dalla fioraia, a prendermi un po’ di gerani? Sai ormai quelli che avevamo ormai sono irrecuperabili,purtroppo sono stata  molto impegnata e mi sono dimenticata di bagnarle.-

 

La ragazza ci pensò su poi si disse che una passeggiata poteva solo farli bene.

-D’accordo,Ah! Mamma senti posso parlarti un momento di una cosa?-

-Certo tesoro di che si tratta?-

 

Angela era indecisa se chiederglielo o meno, ma poi si buttò.

-Si tratta del ciondolo…-

 

La donna si guardò in giro per vedere se il marito era in circolazione.

-Che vuoi sapere?-

-Ecco, quall’era la storia che ha fatto infuriare così tanto Papà?-

 

La donna si sedette vicino alla figlia, avevano un bellissimo tavolo che in estate mettevano sempre per mangiare all’ aperto o per prendere il sole, se lo potevano permettere visto che il loro balcone era abbastanza ampio, alla ringhiera solitamente c’erano sempre piante di gerani che abbellivano il tutto.

 

-Beh! Io non la conosco molto perchè non lo mai sentita di persona, ma da quanto mi raccontava tuo padre quando eravamo fidanzati sembrava narrasse l’avventura di grandi guerrieri possessori della pietra che combattevano una guerra contro i vampiri.-

 

Angela inghiotti la saliva ed incitò la madre ad andare avanti.

- Per quanto mi ricordo, sembra che tua nonna sostenesse che la pietra che porti al collo fosse una di quelle che portavano i protagonisti della storia.-

-Ah.- riuscì a dire soltanto la ragazza.

-Grazie mamma, ora sarà meglio che vad…-

Si bloccò appena notò che il bicchiere che aveva tra le dita era un po’ troppo freddo, lo guardò e rimase completamente sbalordita nel constatare che effettivamente l’acqua si era completamente trasformata in ghiaccio, per fortuna sua madre si era alzata e la stava ringraziando ancora della cortesia o non avrebbe mai potuto spiegarle la cosa.

-Tesoro? Va tutto bene hai un aria strana.- Chiese la madre

-Cosa!? Ah! No!non preoccuparti va tutto a meraviglia!- rispose nascondendo il bicchiere dietro la schiena.

-Ne sei sicura?-

-C-certo!-

-Ok, allora conto su dite! –

 

Detto questo se ne andò in casa.

Angela tornò a fissare il bicchiere con il ghiaccio, lo fissò così intensamente che si fuse improvvisamente trasformandosi in acqua, la quale cominciò a fluttuare per aria come se non ci fosse gravità, poi improvvisamente cadde per terra non dando più segno di vita.

I ciondoli donano poteri straordinari pari solo a quelli degli dei.

A quanto pareva era vero.

Aveva ormai capito da tanto tempo che poteva controllare l’acqua, effettivamente ricordando quello che era successo la serata del compleanno e i sogni che faceva non poteva essere altro e quello che  era appena successo le lo confermava, peccato però che non riuscisse a controlla re i propri poteri al meglio.

Ma era inutile bruciare le tappe, attraverso i sogni aveva scoperto molte cose ed acquisito una certa familiarità con tutto ciò che riguardava l’antica Grecia , cosa  di cui stava cominciando ad essere molto fiera. Mentre pensava a ciò Angela era sulla strada per  il negozio di fiori, arrivatavi notò subito che però qualcosa non andava l’insegna era cambiata, era scritta a caratteri grandi ed in corsivo con un colore viola ed ai lati, c’erano due rose rosse che incorniciavano il tutto ma lei si ricordava che l’insegna era totalmente diversa.

Entrò dentro ed il suono del campanello fece notare la sua presenza alla donna che si trovava al bancone, subito questa  le chiese:

-Posso aiutarti?-

 

Era una donna sulla trentina i capelli neri e corti con qualche ciocca colorata di arancio ed gli occhi grandi e  bruni ,un corpo asciutto e slanciato, indossava una camicia a maniche corte bianca e dei pantaloni a pinocchietto marroni, sembrava gentile.

-Si grazie, avrei bisogno di gerani.-

-Allora devi andare nella serra, fatti aiutare da mia figlia… Iris!-

-Arrivo mamma!-

La ragazza dagli occhi azzurri si guardò in torno, l’ambiente era molto rilassante  e per tutta la camera si sentiva odore di terriccio: il negozio era a due piani, uno in cui si vendevano i fiori per buche l’altro probabilmente serviva come magazzino, ci si accedeva grazie ad una graziosa scala a chiocciola da cui apparve una ragazza pressa poco della stessa età di Angela, scura di pelle come una pantera, si chiese come potesse essere la figlia della donna al bancone ma non per il colore della pelle ma perché se veramente aveva la sua stessa età come le sembrava non poteva essere figlia della signora che sembrava averne solo trenta, ma magari l’aveva adottata, infondo però non erano affari che la riguardavano.

Le due persone la stavano guardando e solo allora la ragazza si rese conto di avere una faccia probabilmente molto stupida, arrossi.

-Ah!ah!ah! hai visto mamma è successo ancora!-

-Eh! Già, ti starai chiedendo come faccio ad aver una figlia così grande, ragazza, come ti chiami?-

-Ehm, sono Angela piacere … e io non volevo …-

-Oh! Non ti preoccupare ci siamo trasferiti qui da poco dopo tutto, molti del posto entrando qui si sono comportati come te- disse con un grande sorriso la ragazza nera.

 

I suoi denti erano bianchi come l’avorio e facevano risaltare il volto scuro  ed ovale, le labbra erano carrnose e come la maggior parte della gente di colore gli occhi erano scuri ma erano più tosto piccoli.

Alle parole della ragazza Angela si illuminò.

-Effettivamente mi sembrava che fosse cambiato qualcosa qui!-

-Siamo arrivate da una settimana,abbiamo preso questo negozio e l’appartamento che vi è sopra e ci siamo trasferite da Palermo … e a proposito io sono Margherita, piacere. – disse la signora dall’ insolito look.

-Piacere mio.- rispose la ragazza.

-Io mi chiamo Iris, piacere di conoscerti quanti anni hai?-

 

Più tosto diretta la ragazza.

-Diciassette.-

-Hai la mia stessa età! Magari diventiamo amiche!-

-Tesoro, porta Angela nella serra sta cercando dei gerani.-

-Ok, vieni ti faccio vedere il posto più bello del mondo!-

 

Iris aprì la porta che portava al retro del negozio e dopo un piccolo corridoio passarono attraverso una porta da cui proveniva un calore ancora più maggiore di quello di fuori.

-Che caldo!-

-Beh! È una serra di che ti stupisci! Ma guarda com’è bella!-

In effetti  nell’ ampio spazio erano coltivate piante di ogni genere  e colore che emanavano un profumo meraviglioso ed una vista davvero spettacolare: c’erano captus, gigli, rose di tutti i colori,piante da salotto o decorative insomma sembrava un piccolo paradiso terrestre.

-Ehi! È veramente bellissimo qui! Ma come fate a curare tutte queste piante?-

-Lo faccio io, ovviamente mi aiuta anche mia madre!-

-Ma non è faticoso?-

-Si, ma io amo le piante, mi piace vederle crescere ogni giorno curandole per poi ammirare il meraviglioso risultato finale, e poi sono affascinanti, lo sapevi che molte specie vegetali possono essere usate come medicinali forse anche più efficaci di quelli sintetici? In oltre possono essere usate anche come veleni o antidoti per veleni!-

 

Parlava come un treno, ed aveva una strana luce negli occhi mentre parlava di tutto ciò che rappresentava il mondo vegetale e animale, e fu così che Angela in breve comincio a  scoprire molte cose su Iris: amava alla follia i vegetali, era una campionessa di frisbe ed adorava giocarci, scoprì anche che Margherita era la sua madre adottiva e che l’aveva presa con se all’ età di dodici anni sottraendola da un futuro orribile, visto che era nata in Nigeria.

Il tempo passava in fretta e la ragazza dagli occhi azzurri si era completamente dimenticata della sua commissione tanto era presa dal parlare dell’amica, poi però qualcosa prese la sua attenzione.

C’era una strana statuetta su uno dei bancali dietro ad Iris raffigurante una donna su un trono l’aveva già vista da qualche parte nei suoi sogni, ma certo! Era Demetra dea del raccolto e del frumento ma cosa ci faceva li?

-Che cos’è quella statuetta?-

-Cosa?- chiese girandosi la ragazza africana.

-Ah! Quella  è una statuetta che abbiamo trovato in soffitta, carina vero?-

-Posso vederla?-

-Certo, prendila pure!-

 

E così fece la rigirò tra le mani e mentre lo faceva venne invasa da una strana sensazione poi sentì il ciondolo al petto pulsare  e tutto in torno a lei cambiò, come in un sogno si ritrovò in una scena  completamente diversa  non era più nella serra di Iris ma in una strada che attraversava i campi di grano e  in qui contadini lavoravano con aratri e falce.

Si guardò intorno verso l’orizzonte si poteva intravedere un convoglio di soldati marciare verso la sua direzione e quando furono ormai  vicini si sposto per paura di essere calpestata e livide da più vicino; erano a migliaia, fieri marciavano con regolarità e con addosso l’equipaggiamento adatto per una lunga battaglia, uno spettacolo più tosto impressionante.

Tra la folla di guerrieri uno in particolare attirò la sua attenzione, quando gli passò accanto  potè vederlo meglio e subito ebbe la sensazione di averlo già visto da qualche parte, quei occhi scuri e penetranti quei capelli rossi, era il ragazzo che aveva visto la mattina prima  che gli fosse stato dato il pendente!

Trasalì qualcuno le aveva toccato una spalla.

-Mia padrona.-

Girò la testa e vide una donna di colore con un vestito greco addosso, ma fu solo per un attimo perché subito l’immagine fu sostituita da quella di Iris.

-Stai bene? Eri strana! Sembravi in trance, sicura di non volere qualcosa?-

-Grazie, ma forse è meglio che vada! Grazie Iris mi ha fatto piacere conoscerti!-

-Anche a me! Torna a trovarmi, ehi! Aspetta un momento non stai dimenticando qualcos …-

 

Ma la bruna era già sparita dietro alla porta. Iris sbuffò poi prese un elastico e si legò i capelli crespi e neri pensando che avrebbe rivi sto presto quella ragazza.

 

 

  
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