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Autore: Sarah_Milka_    08/07/2014    1 recensioni
Da lontano il ragazzo li guardava increduli, lui era steso nel letto, con tutti quei fili attaccati al corpo e altri due che lo aiutavano a respirare.
"Mamma, non piangere, sono qui!"
Passò la mano davanti al viso del padre, ormai sull'orlo del pianto, cercò di abbracciare le sorelle con gli occhi rossi e le lacrime sul viso.
Ma niente, nessuno lo sentiva, nessuno lo vedeva, lui ora era solo un fantasma.
Da lontano vide una luce, nessuno sembrò notarla, ma per lui era accecante.
"Vieni ragazzo, non aver paura."
"C-chi sei?"
Chiese allarmato e con un po' di tremolio nella voce.
Una figura apparve sotto quella luce, un ragazzo con un accenno di barba e i capelli raccolti in un ciuffo castano rivolto all'insù gli sorrideva allegramente.
"Sono il tuo angelo custode."
"Il-il mio angelo custode?"
"Si, sono qui per aiutarti, vuoi tornare dalla tua famiglia, vero?"
"C-certo che voglio tornare da loro, ma non so come..."
"Fidati di me!"
L'angelo gli porse la mano e il ragazzo gliela strinse con più sicurezza di quanto si aspettava e, dopo aver guardato un'ultima volta i visi pieni di tristezza della famiglia, sparirono...
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Eravamo sul luogo dell'incidente, Sarah si guardava intorno cercando qualcosa che potesse essere d'aiuto, ma niente.
Cercò tra i cespugli, bussò alle varie abitazioni chiedendo informazioni, ma niente, nessuno aveva visto nè sentito niente.
Com'è possibile?
Ricordo chiaramente la gente che mi circondava subito dopo l'impatto con la macchina.
"Mentono."
Disse lei stringendosi nel suo cappotto bianco perla.
"Ne sono sicura. E' come se qualcuno li avesse corrotti o minacciati per non farli parlare."
Continuò soffiando sulle mani.
"Hai freddo?"
Lei annuì andando verso un bar poco distante da lì, appena entrammo la vidi riprendere il suo colorito naturale anche se le guance rimanevano ancora leggermente arrossate come la punta del naso.
"Con questo freddo potrei morire congelata."
La vidi rabbrividire per poi ordinare un te caldo e prendere posto a un tavolino in un angolo poco visibile del locale.
"Non lo so, quella gente, nasconde qualcosa."
Bonfocchiò soffiando sulla tazza.
"Io ricordo esattamente che molte persone mi circondavano prima che chiudessi gli occhi."
"Quindi i testimoni ci sono!"
Esclamò lei entusiasta.
Sembrava piacerle fare indagini per cercare il mio 'assassino' che non era riuscito del tutto nel suo intento.
"Ricordi la macchina com'era?"
"Era grigia, non ricordo esattamente che modello, se non sbaglio aveva un'ammaccatura sul faro destro e dopo l'impatto deve essersi rotto anche il vetro."
Dissi cercando di ricordare.
"Qualche altro dettaglio?"
Cercai di ricordare, ma oltre a il rumore dell'auto, che sembrava anche molto mal ridotto, non ricordo molto.
Poi pensai al conducente, non era molto grande di età e statura.
"Il conducente, era abbastanza giovane, forse sui vent'anni e non era neanche molto alto."
"Il problema rimane sempre quello però, appena ti viene in mente qualcosa di più dettagliato sei pregato di dirmelo."
Si alzò lasciando le banconote sul piattino.
"Ora dimmi, dove sei andato prima di essere investito?"
"Sono andato in un bar, quello che frequentavo dopo scuola."
"Perfetto andiamo lì."
Annuìì per poi affiancarmi a lei e tornare in quel bar.
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"Quello è il tavolo dove ero solito sedermi."
Lei annuì per prendere, poi, posto lì.
Si sedette guardandosi intorno.
"E' un bel posto, potrebbe essere piacevole leggere o studiare qui."
Sorrise per poi guardarmi.
"Cosa prendevi quando venivi qua?"
"Odio gli alcolici, e anche con i miei amici prendevo un succo o un cappuccino."
"Perfetto."
Disse lei portando una mano chiusa a pugno sotto al mento e l'altra stesa sul tavolino.
Era la tipica aria che usava quando era sovrappensiero.
Vidi Diego avvicinarsi a noi, aveva qualche anno in più a me e era figlio del proprietario del bar, nonchè mio amico d'infanzia con cui non andavo molto d'accordo.
Sorrise a Sarah per poi sfoderare il blocchetto per le ordinazioni e la penna.
"Cosa posso portarti?"
"Un succo alla mela, grazie."
Lei gli sorrise mentre lui annotava annuendo.
"Qualche altra cosa?"
"No, va bene così."
Tornò indietro e lei mi guardò.
"Lui è Diego, lo conosco da quando siamo bambini, ha qualche anno in più a me, se non sbaglio ne ha compiuti venti il mese scorso, il bar appartiene al padre e sono di origini italiane."
"Perchè ho la netta sensazione che quel tipo non ti piaccia?"
"Non siamo mai andati d'accordo, fin da bambini, ci facevamo i dispetti a vicende e durante le scuole medie mi dava il tormento."
Tornò di nuovo al tavolo portando sul vassoio un bicchiere colmo di succo di mela.
"Ecco a te."
"Grazie."
Tornò dietro al bancone e Sarah mi guardò nuovamente.
"Se-se gli chiedessi di te, mi-mi risponderebbe?"
"Non lo so, ma alla prima stronzata che dice o che fa lo ammazzo, quanto è vero che sono un mezzo fantasma!"
 Urlai dirigendomi verso il bancone mentre Sarah finiva di trangugiare velocemente il suo succo.
"Ecco."
Disse lei porgendo una banconota a Diego che subito lui cambiò con delle monete.
"Scusa se te lo domando, ma conosci Louis Tomlinson?"
S'irrigidì di botto.
"E'-è un amico di famiglia, perchè?"
"L'altro giorno passavo qua avanti e ho visto uno striscione d'incoraggiamento per lui, viene a scuola con me quindi..."
"Ah, capisco."
Lei gli sorrise mentre lui lavava il bicchiere.
"Comunque lo conosco da quando ero piccolo, non siamo mai andati molto d'accordo. Certo, un po' gli sta bene quello che è successo per colpa della sua spavalderia e il suo voler apparire..."
Lasciò la frase in sospeso  mentre Sarah lo guardava sconvolta, allora non credeva che fosse vero ciò che dicevo?
"Ma Lou-Louis ha rischiato di morire e tu dici tali cazzate?!"
Mi voltai verso Sarah, non era un tipo che diceva facilmente parolacce eppure ora l'ha detto, segno di essere molto arrabbiata.
"Ma tu che vuoi?"
"Sto solo aiutando un amico, quello che forse tu non faresti mai."
Sibilò uscendo dal bar per poi correre verso casa sua.
"E' un idiota Louis, non lo dar retta. Certa gente non connette il cervello alla bocca prima di parlare e spara solo sentenze stupide e impossibili."
"Lo so, ma mi sento in colpa, tu ti batti per me, per far cambiare idea sul mio incidente e litighi con tutti, non  è bello, sai?"
"Si, lo so."
Aprì il portone di casa e mi lasciò entrare con lei.
"Non c'è nessuno come al solito."
Si lasciò cadere sul divano con ancora il cappotto addosso e il cappello.
"Sono stanca morta, farei volentieri un riposino di 24 ore filate, se non di più."
"Io non avverto la stanchezza."
Dissi scrollando le spalle e sedendomi al suo fianco.
"Essere un fantasma ha alcuni vantaggi."
Bonfocchiò chiudendo gli occhi e sospirando.
"Mi dispiace non aver trovato un granchè oggi."
"Dispiace anche a me."
"Non ricordi altro?"
"Purtroppo no, sembra che io abbia cancellato dalla mente quegli ultimi istanti."
"Ho come la sensazione che sia stato tutto architettato"
La guardai confuso.
"Pensaci, ti investono, scappano via, il giorno seguente le prove più visibili scompaiono... Avevi qualche 'nemico'?"
"Io...io non lo so"
Guardai l'ora.
"E' tardi, ora i miei devono essere già all'ospedale."
"Va tranquillo, ci vediamo domani."
Mi porse un sorriso e io uscìì da quella casa dopo una giornata tremendamente pesante.


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Ta-daaaaaaaaaaaan!
Come state?
Spero bene.
Chi era al concerto di Torino?
Io ancora a casa, ma vabbè, dettagli.
E dopo una settimana sono riuscita a pubblicarvi il nuovo capitolo della storia, anche se non mi convince molto.
Comunque... grazie alle persone che la leggono, ma io vorrei realmente sapere cosa ne pensate, se sia necessario continuarla o meno, giuro mi stanno a venì tanti di quei complessi su 'sta storia lol
Grazie anche alle poche persone che l'hanno messa tra le preferite e le seguite :')
Ora vi lascio, ciauuuuuu.
Sarah*






  
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