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Autore: bik90    08/07/2014    4 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Quando suonarono alla porta la mattina del giorno successivo, Eleonora era in bagno che si fissava le occhiaie. Aveva dormito pochissimo quella notte come anche Claudia e Federico, la notizia che Fulvia non era compatibile aveva scosso tutti. Non ricordava esattamente che ora fosse, sicuramente oltre le due di notte, ma nel scendere in cucina per bere un bicchiere d’acqua, aveva scoperto Federico sveglio intento a versarsi una tisana. Poco dopo li aveva raggiunti anche la sorella. Si sciacquò varie volte il viso e si recò nel salone dove aveva lasciato lo zaino. Guardò l’ora pensando che di solito avrebbe dovuto accompagnare Serena a scuola anche se entrava a seconda ora.
<< Ehi, buongiorno Ele >> la salutò Tommaso sulla soglia della porta.
La ragazza all’inizio rimase sorpresa nel vederlo ma poi abbozzò un sorriso.
<< Ciao Tom >> rispose << Claudia sa che sei qui? >>.
<< Sì, gli ho aperto io! >> fece la sorella dalla cucina << Arrivo >>.
Pochi secondi dopo i due fidanzati salutarono Eleonora e Federico iniziando ad andare a scuola col motorino del ragazzo.
<< Anche tu entri più tardi? >> notò Eleonora allacciandosi le scarpe.
Federico annuì mentre inzuppava un po’ troppo spesso un biscotto nella tazza di latte.
<< Papà vuole che vada a vivere a Miami con lui >> disse infine.
Non lo aveva ancora detto a nessuno, la sorella era la prima con cui si confidava.
L’altra s’irrigidì leggermente a quella frase e serrò la mascella.
<< Oh >> mormorò passandosi una mano tra i capelli << Che c’è, gli manchi improvvisamente? >>.
L’ironia tagliente che esibì fece sorridere appena il fratello che allontanò la tazza da sé senza averla bevuta.
<< Non credo >> disse con sincerità << Penso che voglia rivendicare una sorta di possesso >>.
<< E tu? >> domandò Eleonora << Vuoi farti possedere da quello stronzo? Vuoi far parte della sua nuova famiglia felice stile mulino bianco a Miami? >>.
Federico si alzò in piedi. Nonostante fosse tredici mesi più piccolo di lei, la superava di una ventina di centimetri.
<< No >> rispose << Resterò con te, e con Claudia, e con Ilaria e con Serena. Perché anche se fai la stronza so quanto ci tieni a questa famiglia ed io voglio farne parte >>.
Un lieve rossore si propagò sulle gote della sorella che lo spinse da un lato con fare giocoso. Prese lo zaino e le chiavi di casa pronta per recarsi a scuola. Federico la seguì con un piccolo sorriso compiaciuto e, nell’uscire dal cancello di casa, fu il primo a vedere un ragazzo in moto fermarsi di fronte a entrambi. Eleonora fissò il nuovo arrivato con aria sorpresa mentre l’altro si toglieva il casco.
<< Ciao Diego >> salutò. Aveva capito immediatamente chi fosse, ciò che la stupiva era la ricerca di un possibile motivo per il quale si trovasse di fronte la sua abitazione.
<< Ciao Ele >> contraccambiò il ragazzo guardando poi Federico.
<< Io inizio ad andare >> proclamò allora il diciassettenne << Ci vediamo all’intervallo >>.
Eleonora lo seguì con gli occhi finché poté prima di tornare a concentrarsi su Diego. La prima cosa che involontariamente notò fu che nonostante il casco, i capelli, tenuti fermi dal gel, non si erano affatto rovinati.
<< Come mai sei qui così presto? >> domandò << E’ successo qualcosa? >>.
<< Volevo chiederti un favore >> rispose l’altro << E non mi sembrava il caso di parlartene per telefono. Ho chiamato Davide e mi ha detto che ti avrei trovata qui perché oggi entrate più tardi >>.
<< Un favore? >> ripeté Eleonora alzando il sopracciglio destro.
Davide, pensò subito dopo, Ma i cazzi tuoi mai?
<< Correresti con me domani? >>.
<< Cosa? Una gara? >>.
<< Mi serve una spalla, Ele! >>.
<< E cosa vuoi da me? Hai già Clara! >> ribatté la ragazza riferendosi alla spalla di Diego.
<< E’ a Berlino col fidanzato >>.
<< Non mi interessa! >> esclamò Eleonora facendo un passo indietro << Ascolta Diego, davvero non è un bel periodo. Ho dei problemi… >>.
<< Lo so, me l’ha detto Davide >> la interruppe il ragazzo << Hai problemi in famiglia, chiunque ne ha. Ma mi ha detto anche che ti sarebbe servito per svagarti un po’ >>.
La diciottenne rilasciò l’aria che aveva trattenuto fino a quel momento. Per pochi secondi aveva temuto che l’amico avesse raccontato con tranquillità la situazione di sua sorella ma, invece, era rimasto sul vago. Guardò Diego e scosse il capo.
<< Non me la sento, Die >> disse infine << Ho la testa da tutt’altra parte, non mi concentrerei per nulla e l’ultima volta che ho fatto questo sbaglio Davide ed io ci siamo fatti male >>.
Si guardarono negli occhi per qualche attimo finché Diego non alzò le mani al cielo in segno di resa.
<< Okay, capisco >> rispose << Mi costringerai a cambiare gara >>.
<< Vuoi correre senza spalla? >>.
<< Guadagnerò di meno, ma è sempre qualcosa >>.
<< In bocca al lupo allora >> disse Eleonora con un leggero sorriso.
<< Crepi sempre, Ele >> la salutò Diego ripartendo.
 
Non aveva ancora parcheggiato il suo motorino quando vide Davide fuori il cancello della scuola. Fino a qualche secondo prima c’era anche Lavinia ma la ragazza era entrata da sola, segno evidente che voleva parlarle da solo. Si tolse il casco mettendolo nel vano del suo sellino e fece un cenno con la mano all’amico che le si avvicinò dopo essersi passato una mano tra i capelli.
<< Ehi >> la salutò poggiandosi leggermente al manubrio << E’ passato Diego? >>.
Eleonora lo guardò con aria di rimprovero.
<< Sì >> rispose infine << E gli ho detto di no >>.
<< Perché? Ho pensato che ti servisse uno svago >>.
<< Uno svago? >> ripeté l’altra incredula di fronte a quelle parole << Credi che una gara mi possa distrarre dalla situazione di Serena? Ma come cazzo ti è venuto in mente? >>.
<< Calmati, Ele! Io pensavo che fosse la cosa giusta! >>.
La ragazza si voltò sentendo il profondo desiderio di dargli un pungo.
<< Beh, non lo è >> sentenziò intenzionata ad entrare nell’edificio scolastico.
<< Aspetta! >> la richiamò l’amico << C’è un’altra cosa che devo dirti >>.
Eleonora si girò sperando che non fosse un’altra delle sue cazzate.
<< Io e Lavinia abbiamo scopato >>.
Per diversi secondi la ragazza fissò Davide per accertarsi d’aver sentito bene.
<< Ho capito bene? >> domandò incerta.
Il ragazzo annuì spostando col piede un ciottolo.
<< Oh >> fece infine abbassando lo sguardo << Come…come è stato? >>.
Era strano chiedergli qualcosa riguardi ai rapporti che aveva avuto con Lavinia, fino a quel momento c’era stata solo lei nella sua vita sessuale.
<< Bello >> commentò Davide stringendosi leggermente nelle spalle.
<< No ti è piaciuto? >>.
<< Certo! >> esclamò il ragazzo guardandola << E’ stato bello >>.
Più o meno di quando l’hai fatto con me?, avrebbe voluto chiedere Eleonora ma si trattenne.
Non sapeva come identificare ciò che stava provando in quel momento e soprattutto perché l’amico avesse fatto una cosa del genere.
<< Sei innamorato? >> domandò buttandosi sulla spiegazione più ovvia.
<< Cosa? Innamorato? No! >>.
Eleonora lo fissò senza capire.
<< E allora…perché hai fatto sesso con lei? >>.
<< Perché mi manchi, cazzo! >> sbottò Davide incapace di trattenersi oltre << Mi manchi un casino, Ele! E non riesco a capire dove tu sia finita! Dov’è la nostra complicità? Dove è finito tutto quello che avevamo? Io… >> si passò entrambe le mani sul viso << …io non ci sto capendo più niente! Hai iniziato a mentirmi, a sparire, a essere sempre più lontana e non voglio che tutto questo finisca! >>.
La ragazza sentì formarsi le lacrime agli angoli degli occhi. Aveva creato solo casini, soprattutto con Davide. Per un attimo ebbe l’impulso di dirgli la verità ma poi rimase in silenzio.
<< Mi dispiace, Davide >> disse infine sbattendo le palpebre per non piangere.
Il ragazzo le accarezzò una ciocca di capelli.
<< Voglio solo che le cose tornino com’erano >>.
Eleonora scosse il capo ancor prima di rendersi conto d’averlo fatto.
<< Perché? >> sbottò lui << Quando tua sorella guarirà, ci lasceremo tutta questa situazione alle spalle! >>.
<< Non possiamo essere quelli di prima! Sono cambiata, Davide! E anche tu lo sei! >>.
Con rabbia afferrò lo zaino che aveva lasciato per terra e si recò in classe lasciando l’amico ancora più confuso di prima.
 
Non aveva rivolto la parola a nessuno mentre era in classe e, quando era suonata la campanella dell’intervallo, si era recata sul tetto della scuola intenzionata a rimanere ancora sola. Quando però sentì dei passi alle sue spalle, comprese che Martina doveva averla raggiunta. Abbozzò un sorriso senza muoversi e senza smettere di osservare il piccolo squarcio di mare che s’intravedeva da quell’altezza. La più piccola scivolò dietro di lei abbracciandola e posando il mento sulla sua spalla. Aveva ormai imparato a non interrompere quei momenti di silenzio e pace che viveva Eleonora preferendo farne parte piuttosto che restare esclusa.
<< Ti ho vista discutere con Davide >> fece a distanza di diversi minuti << Avete alzato il tono della voce >>.
L’altra ragazza annuì.
<< Lui mi ha confessato che spera che tra noi torni tutto come prima >>.
<< Ah >> mormorò Martina. Fece un respiro profondo prima di continuare << E tu? >>.
<< Non gli ho ancora detto di me e di te >> rispose la più grande.
Martina le diede un bacio sulla guancia.
<< Riuscirai a dirglielo >> la confortò << Vedrai >>.
In quel momento Eleonora si voltò per poterla guardare negli occhi e la baciò. La più piccola nutriva un’estrema fiducia in lei e non voleva deluderla. Raccontare a Davide la verità, però, dopo il loro trascorso, non era facile.
<< Domani pomeriggio vieni da me? >>.
La ragazza dai capelli chiari si strinse nelle spalle a quella domanda.
<< Volevo montare Agamennone >>.
Martina scoppiò in una breve risata a quelle parole e si guadagnò un’occhiata interrogativa da parte di Eleonora.
<< Ele, domani è otto dicembre. Non credo che il maneggio sia aperto. Vieni a fare l’albero da me, che ne dici? Poi possiamo andare in ospedale da Serena >>.
Alla maggiore piacque il verbo usato al plurale, non la faceva sentire sola. Senza risponderle le mise una mano dietro la nuca e la baciò nuovamente.
<< Lo prendo per un sì >> disse Martina con un sorriso dolcissimo << Oggi pomeriggio cerca di non arrabbiarti con tuo padre >> aggiunse riferendosi al fatto che molto probabilmente lo avrebbe rivisto.
Sugli occhi di Eleonora passò un lampo di rabbia mentre si irrigidiva.
<< Non voglio parlare di lui >> rispose alzandosi in piedi.
<< Ele, per favore >> continuò l’altra imitandola << Avvelenarti in questo modo non servirà a niente, lo capisci? Non si può tornare indietro. Pensa solo a Serena mentre sarai lì >>.
<< Io ci penso >> affermò la più grande con tono duro << Non faccio che pensare a lei! >>.
<< E allora lascialo stare, ignoralo! >>.
<< Lui non dovrebbe nemmeno essere qui! >> urlò Eleonora incapace di trattenersi << Si vuole portare via Federico! >>.
Le diede le spalle stringendo i pugni per la rabbia. Martina allora la abbracciò comprendendo che l’altra aveva paura non solo di perdere Serena ma anche il fratello appena ritrovato. Le lasciò un bacio sul collo.
<< Andrà tutto bene >> mormorò vicino al suo orecchio.
Aveva perso il conto di quante volte, ormai glielo aveva detto. Sentì Eleonora fare un respiro profondo tra le sue braccia prima di sciogliersi dalla presa. La campanella suonò in quel momento. La più grande guardò l’altra mentre si ricordava di Diego e della gara che le aveva proposto. Avrebbe voluto parlargliene ma non le sembrava davvero il momento opportuno. Sicuramente l’avrebbe obbligata a smettere immediatamente e lei non poteva mollare Davide all’improvviso.
<< Dobbiamo andare >> fece Martina prendendole delicatamente la mano.
Eleonora annuì intrecciando le loro dita.
<< Sarà dura stare in classe senza di te >> le disse cingendole i fianchi << Che cosa mi hai fatto? >>. 
Nonostante tutto, quella ragazza riusciva a trasmetterle un senso di pace che la faceva sentire protetta. Martina la baciò con trasporto felice per quelle parole.
<< Ti ho fatta innamorare >>.
 
In quelle due ore scolastiche Davide avrebbe pagato oro per poter leggere nella mente di Eleonora. Nell’osservarla, aveva compreso che non sarebbe più stato come un tempo. A farglielo capire non erano state le parole di quella mattina ma il modo di comportarsi nei suoi confronti. Era così fredda e distante. Si chiese come fossero riusciti a passare da un rapporto simbiotico come il loro al niente più totale. La ragazza a malapena lo guardava mentre lui non le avrebbe staccato gli occhi di dosso non solo per il suo aspetto fisico ma perché non aveva mai immaginato la sua vita senza di lei. Quel pensiero gli fece male, più di quanto si aspettasse.
Torna cazzo, avrebbe voluto dirle, Torna da me.
Quella notte aveva sognato di possederla con forza, quasi con violenza quasi a volerle far scontare tutto quel periodo di astinenza. Il sesso che aveva fatto con Lavinia non era servito a calmarlo, pareva anzi che avesse peggiorato la situazione. Il suo pensiero fisso era tornare a sentire il calore dell’intimità di Eleonora. Il piacere che aveva tratto dall’amica era sempre stato superiore a quello che aveva ricevuto dall’altra. Lo rivoleva ma per quanto si sforzasse, la ragazza dai lunghi capelli chiari non voleva tornare a essere una cosa sola con lui. Alzò gli occhi nel sentire l’assegno della professoressa di matematica e incontrò quelli di Lavinia che stava preparando lo zaino. La ragazza gli sorrise; durante l’intervallo erano stati insieme leggermente in disparte dagli altri e avevano chiacchierato a lungo di quello che stava accadendo tra loro. Davide avrebbe tanto voluto buttarsi in quella specie di storia che stava nascendo, dimenticare Eleonora e le sensazioni che gli provocava ed essere finalmente libero di godersi a pieno Lavinia ma non ci riusciva. L’amica era una costante ombra presente che non faceva altro che ricordargli quello che aveva perso e che,  a quanto pareva, era stato importante solo per lui.
<< Ti aspetto fuori >> gli disse la ragazza strizzandogli l’occhio.
Davide si alzò in piedi riponendo velocemente l’astuccio e il quaderno ad anelli nello zaino. Si fermò un solo attimo non sapendo se aspettare o meno l’amica.
<< Inizio a scendere >> fece per tirarsi fuori dall’impaccio che stava avvertendo.
Eleonora annuì prima di passarsi una mano tra i capelli e finire di riordinare le sue cose. Col trascorrere dei minuti e delle ore, l’idea che Davide e Lavinia facessero sesso non le procurava nessun fastidio. Sarebbe stata contenta per l’amico se le avesse comunicato di essersi innamorato come era accaduto a lei ma alla fine andava bene lo stesso. Il ragazzo aveva bisogno di staccarsi da quel rapporto morboso che avevano sempre avuto, la ragazza dagli occhi azzurri poteva essere un valido motivo per farlo. Osservò l’amico allontanarsi, probabilmente preceduto da Lavinia e ripensando alle parole di quella mattina si sentì in colpa per non avergli detto la verità su Martina. Promise a se stessa che l’avrebbe fatto non appena avesse avuto un attimo di sollievo da tutto quello che stava succedendo. In fondo avevano sempre condiviso tutto, quanto poteva essere terribile la notizia di essersi innamorata? Vero era che era una ragazza come lei ma a Davide quanto poteva importare? Sarebbe dovuto essere solo felice per quello che le era capitato. E poi lui aveva Lavinia adesso. Si mise lo zaino sulle spalle e s’incamminò verso l’uscita scoprendo che i due erano già andati via.
<< Ehi, Ele >> disse Paolo avvicinandosi << Ma c’è qualcosa tra Davide e Lavinia per caso? >>.
La ragazza si strinse nelle spalle.
<< Sarebbe carino se così fosse, non trovi? >>.
L’amico emise un lungo fischio.
<< Cavolo Ele, Lavinia è figa assurda! Me la scoperei volentieri anch’io >>.
Anche avrebbe dovuto evitare, Eleonora scoppiò a ridere a quelle parole e lo spintonò amichevolmente.
<< Metti la testa a posto, altrimenti non ti vorrà mai nessuna! >>.
Paolo la guardò sorridendo.
<< Anche tu sei una gran gnocca, sia chiaro >> aggiunse alzando le braccia << Che palle, tutte amiche così belle mi dovevano capitare e mai nessuna strafiga che mi venga dietro! >>.
<< Lo prendo per un complimento >> fece l’altra avvicinandosi al suo motorino e prendendo in mano il casco.
<< Ci vediamo domani, Ele >>.
Eleonora alzò la mano in segno di saluto e, non appena il ragazzo si fu allontanato, le si avvicinò Martina.
<< Ciao straniera >> disse la più grande lanciandole l’altro casco che si portava sempre dietro.
La ragazza dai capelli rossi rise leggermente.
<< Straniera? >> ripeté salendo sul motorino e abbracciandola.
<< Beh, non si può certo dire che tu sia del posto! >>.
Arrivarono sotto casa di Martina.
<< Dirò a Davide di noi >> proclamò Eleonora una volta che furono ferme.
L’altra ragazza la baciò senza dire niente. Non occorrevano le parole per farle capire quanto fosse felice di sentirglielo dire.
<< Lo farò, te lo prometto >> riprese non appena poté riprendere a parlare << Appena... >>.
<< Appena le cose miglioreranno >> concluse al suo posto Martina con un sorriso << Miglioreranno davvero, Ele. Non può piovere per sempre >>.
 
Aveva sperato fino all’ultimo di non incontrare Augusto in ospedale ma quello non era un periodo destinato a non essere accontentata. Era arrivata con Federico lasciando il motorino nel parcheggio dopo aver pranzato dalla nonna paterna. Claudia quel pomeriggio doveva studiare per una interrogazione di latino mentre Ilaria aveva il compito scritto di storia subito dopo la festività santa. Sarebbero stati quindi solo loro due e ovviamente Fulvia. Nel vedere l’uomo fuori la stanza della ragazza che parlava al telefono in inglese, Eleonora si irrigidì di colpo.
<< Ele, lascialo perdere >> mormorò Federico che era al suo fianco << Siamo qui per Serena >>.
La sorella annuì una sola volta prima di riprendere a camminare. Intuì che stesse parlando con Victoria, la madre di Michael mentre gli passava accanto. Augusto agganciò velocemente per poter richiamare l’attenzione del ragazzo.
<< Ho esposto a Victoria la tua situazione, Federico >> esordì senza nemmeno salutare << Puoi venire a stare da noi a Miami. Per lei non ci sono problemi >>.
Suo figlio lo fissò per qualche istante come se lo vedesse per la prima volta. Possibile che stesse ancora insistendo? Gli pareva di essere stato molto chiaro. Aprì la bocca per rispondere ma Eleonora lo precedette.
<< Lui non è una tua fottuta proprietà >> disse << Non vuole venire a vivere con te, ti è così difficile da capire? >>.
Le labbra di augusto si piegarono a un leggero sorriso.
<< E’ strano vederti difenderlo a spada tratta, quando eravate bambini non facevi altro che incolparlo per qualunque cosa >>.
<< Sono cresciuta >> rispose a denti stretti la ragazza << E tu non eri di certo qui per vedermi farlo. C’era nonno >>.
Questa volta l’uomo si lasciò andare a una breve risata.
<< Mio padre >> affermò << La persona più quadrata che abbia mai conosciuto >>.
<< Non azzardarti a parlare male di lui! Per me c’è sempre stato al contrario tuo! >>.
<< E credi che tuo nonno avrebbe approvato la tua relazione omosessuale, Eleonora? Lui? Così rigido e chiuso nella sua moralità? >>.
<< Sta’ zitto! >> urlò la figlia colpita dalle sue parole e diventando rossa << Nonno mi voleva bene! Tu gli hai sempre dato dispiaceri! Non sei venuto nemmeno al suo funerale nonostante nonna ti avesse chiamato! Lui sarebbe stato contento di vedermi felice! >>.
Federico le bloccò il braccio che involontariamente aveva alzato la sorella come se volesse colpire il padre in pieno viso. Vide Augusto fare un passo indietro colpito da quell’azione improvvisa. Sapeva perfettamente che la ragazza era stata cresciuta da Ennio e proprio per questo non lo vedeva come la persona che in realtà era. Suo padre era stato l’uomo che aveva provato a ingabbiarlo negli schemi che la società imponeva, per questo era andato via. E lontano dalla sua famiglia, era rinato. Stava per esporre il suo punto di vista alla ragazza quando arrivò il caporeparto ed entrambi compresero che quella conversazione era solo stata rimandata.
 
  
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