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Autore: kiko90    08/07/2014    5 recensioni
Cinque anni.
Ci sono voluti cinque anni per trovare il famigerato One Piece ma, finalmente Monkey D. Rufy è riuscito a realizzare il suo sogno ed a diventare il re dei pirati e, adesso?
Una nuova era ha inizio!
Nuovi pirati solcheranno i mari alla ricerca di avventura, alla ricerca del tesoro di cappello di paglia!
STORIA AD OC!
ISCRIZIONI CHIUSE!
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Isola Shairam: verso il palazzo reale…

Dopo l’inaspettato, quanto ambiguo, incontro con il principe Zein, i pirati della Liberty, invitati dal principe a visitare il palazzo, si stavano dirigendo verso di esso, percorrendo un alberato viale, costeggiato da mille alberi dalle folte e verdeggianti chiome, le quali splendevano sotto il caldo sole, ombreggiando il passaggio dei pirati, i quali un po’ titubanti, si apprestavano a visitare il palazzo reale.
Zein, a capo del gruppo, mostrava con passione ogni angolo di quella terra che amava tanto; mostrando così la sua ampia conoscenza di botanica, architettura e storia.

-Questo e l’arco di Eraldo!- disse Zein, indicando il possente arco in pietra bianca scolpita, che gli si ergeva davanti.

-Eraldo? Ma che diavolo di nome è?- sbottò Diana aggrottando la fronte perplessa. –Sul serio esiste qualcuno che si chiama così?- chiese sistemandosi la lunga coda di cavallo.

-Eraldo era un prode eroe che sconfisse, milioni di anni fa, il temibile drago nero. Esso aveva, con il suo fuoco magico, incenerito gran parte dell’isola, uccidendo così milioni di abitanti…- iniziò il suo racconto il principe.

-Si, si come no! Adesso dovremmo anche credere che esistono i draghi che sputano fuoco magico…- disse scettica la mora.

-In un certo senso sì…- disse Edward ghignando.

-Mah! Anche se fosse io non credo che sto tipo che si chiama Era qualcosa abbia sfidato un drago, sono tutte cavolate!- continuò Diana, restia a credere a quel tipo di leggende.

-Quanto sei polemica Diana, lascia parlare Zein!- la riprese Lilian interessata alla storia.

-Grazie dolce Lilian…- disse Zein cogliendo un fiore da terra ed offrendolo in dono alla ragazza.- Come dicevo, Eraldo però, forte e coraggioso, decise di affrontare il drago e di salvare la giovane principessa che era stata rapita dal drago. Con pochi e precisi colpi il grande Eraldo sconfisse il drago per sempre, salvando l’isola e la principessa, alla quale chiese la mano proprio sotto questo arco.- disse Zein guardando Lilian intensamente negli occhi.

-Eraldo fu colpito come un fulmine a ciel sereno dalla bellezza della principessa, non poteva vivere senza di lei, così rischiò la vita per salvarla e, quando lei accettò di sposarlo fece incidere su questo vecchio arco la loro storia…- spiegò Zein prendendo Lilian per mano e mostrandole le incisioni sul grande arco. Sulla pietra infatti era rappresentato, con la tecnica del basso rilievo, un cavaliere che combatteva con un grosso drago e, sul lato opposto, lo stesso cavaliere in ginocchio davanti ad una donna, il tutto contornato da elaborati ghirigori che rendevano quell’opera unica ed inimitabile. La storia di un amore ricordato nel tempo.

-Wow! È una storia così romantica!- proferì Lily sognando ad occhi aperti la scena raccontatale. Immaginava la bellissima principessa vestita con un lungo abito bianco e il prode cavaliere inginocchiato nella sua luccicante armatura, davanti a lei, mentre le confessava tutto il suo amore. Come le sarebbe piaciuto essere al posto della principessa. Trovare qualcuno talmente innamorato di lei da considerare la sua vita inutile se non fosse stata trascorsa accanto a lei.

-Sì mia dolce salvatrice, è una storia bellissima. Io credo nel colpo di fulmine sai…- disse Zein guardando intensamente la ragazza – succede all’improvviso, quando meno te lo aspetti. Esso ti colpisce, ti senti frastornato e quello che ti trovi davanti ti sembra un sogno, ma non lo è, perché in realtà è solo la tua anima gemella che finalmente ti ha trovato e che mai lascerai andare…- disse sognante Zein, mentre Lilian continuava ad ammirare l’arco stando poco attenta alle attenzioni del giovane principe.

Qualche passo più indietro, Shin, ascoltava attento ogni parola del principe. Ora ne era più che certo, quel damerino si era preso una bella cotta per la sua compagna, e questo non gli andava per niente giù. Con quell’ultima frase sul colpo di fulmine, Zein aveva descritto precisamente la sensazione che Shin aveva provato nella locanda di Tom a Stargazer, quando per la prima volta aveva incontrato, o meglio percepito con il suo dolce profumo, Lilian. Ne era rimasto ammaliato, stordito, ma a differenza del principe non era stato in grado di farlo comprendere al giovane medico, che pian piano si era allontanata da lui.

-Vogliamo procedere?- disse Zein prendendo la mano di Lily e baciandole il dorso delicatamente, inchinandosi lievemente al suo cospetto.

Lily presa alla sprovvista arrossì, per niente abituata a tutte quelle lusinghe, ma allo stesso tempo ci stava prendendo gusto.

I pirati ed il principe continuarono a camminare, finché non arrivarono in prossimità di un grande ponte, il quale divideva il villaggio dalla casata reale. Infatti dall’altra parte del ponte, in tutta la sua bellezza, si ergeva un immenso palazzo.
I pirati rimasero a bocca aperta ammirando l’edificio. Esso era composto da quattro torri che si innalzavano di una decina di metri, fabbricate con il forte ed indistruttibile granito grigio perla. Esse si innalzavano ai lati della grossa casata, la cui facciata era abbellita dall’enorme portone in legno scuro intarsiato nell’oro più puro che splendeva sotto i raggi solari, che lo illuminavano come se risplendesse di luce propria.

-Que…questa è casa tua?- balbettò Lilian incredula.

-Sì mia dea, questa è la mia umile dimora!- disse sorridente il biondino.

-Chiamala umile, sembra la casa di un drago celeste!- borbottò la vedetta.

I pirati, scortati dal principe iniziarono l’avanzata verso il palazzo, oltrepassando il lungo ponte in legno massiccio, il quale collegava il palazzo, costruito su un’ampia collina circondata interamente da un profondo fossato.
Yuki osservava affascinata ogni singolo particolare di quel luogo che, ai suoi occhi, sembrava magico. Aveva letto molti libri sul medioevo e visto molte figure che rappresentavano i castelli medievali e, quello che si trovava dinanzi a lei in quel momento, sembrava un vero e proprio castello medievale. Le alte torri, il fossato che proteggeva il castello da possibili attacchi esterni, innalzando il ponte che, da quel che aveva capito doveva essere il classico ponte levatoio.
La giovane navigatrice, ammaliata dall’aspetto esteriore del palazzo si chiedeva se l’interno di esso fosse altrettanto bello e stupefacente, ma presto, si disse, lo avrebbe scoperto.

Arrivati davanti l’immenso portone, due mastodontiche guardie si inchinarono al cospetto di Zein, aprendo, con forza, il massiccio portone.
Varcato il portone, i pirati si trovarono dentro un’immensa sala. Le pareti di essa erano ornate da mille eleganti ghirigori dorati, così come le possenti colonne quadrate che sostenevano il piano di sopra, collegato da due immense scale di legno pregiato, disposte a destra ed a sinistra della sala.
Tutti i presenti ammiravano estasiati la residenza del ragazzo, sicuri di non aver mai visto una reggia tanto ornata nei minimi dettagli.

-Figliuolo sei tornato finalmente!!- disse Razom, scendendo, con forti tonfi, data la sua enorme stazza, dalla scala.

-Padre, vieni voglio presentarti i miei nuovi amici e, soprattutto, la mia salvatrice, Lilian Rose Cowashy- disse Zein prendendo la mano di Lilian, invitandola ad avanzare verso il re.

Lily, un po’ imbarazzata, si inchinò goffamente davanti al grosso Re che la squadrò curioso da capo a piedi.

-Ma che stupenda fanciulla!!!- esordì il re –Ma in che senso è la tua salvatrice, figliuolo?- disse leggermente confuso il sovrano, lisciandosi, come d’abitudine, il brizzolato pizzetto.

-Mi ha salvato da un carro che stava per investirmi! Senza il suo prodigioso, quanto eroico gesto, sarei morto padre, capite? Lei è quella giusta! Lo sapevo che l’avrei trovata!- disse Zein esortando il padre a capire cosa intendeva.

-Oh!- esclamò il re, intensificando lo sguardo sulla figura della donna –Sì, si molto bella, graziosa e di buone maniere! Ottima scelta figliuolo!- si complimentò.

-Scusate, ehm... di che scelta state parlando?- chiese Lilian, confusa.

-Niente, niente mia dolce Lilian…- si affrettò a dire Zein, mentre il padre continuava a guardare Lily ed annuire soddisfatto.

-Cosa sono tutti questi schiamazzi? Non si può nemmeno riposare in pace in questo palazzo!- disse Amalia, la regina, scendendo con grazia dalla sontuosa scala.

-Mamma ho invitato a palazzo i miei nuovi amici. Sono dei commerciati approdati oggi sulla nostra isola. Lei è Lilian, mi ha salvato la vita e quindi ho deciso di invitarla, insieme ai suoi compagni, nel nostro palazzo…- disse Zein, mentre la madre, scendendo l’ultimo gradino, puntò il suo sguardo oltre il figlio, su Ryuu, il quale, con sguardo annoiato, osservava vigile ogni anfratto del palazzo.

Con eleganza, Amalia oltrepassò tutti i presenti, dirigendosi verso il giovane pirata.
I suoi occhi azzurri erano rimasti affascinati dal bell’aspetto del nuovo arrivato. Sotto la t-shirt nera, si potevano intravedere gli addominali perfetti di Ryuu, che incantarono la regina.

-E tu come ti chiami?- chiese Amalia, parandosi di fronte al taciturno ragazzo.

Ryuu, osservò la donna dinanzi a lui. La regina aveva dei lunghi capelli biondi, che cadevano leggiadri fino al fondo schiena. La pelle, color del latte, era illuminata da due splendenti occhi azzurri come il cielo, mentre il corpo, fasciato in uno stretto e scollato vestito di seta bianca, mostrava tutte le abbondanti forme della donna, poco nascoste.
Il ragazzo, osservata l’interlocutrice, storse il naso in segno di disinteresse. Non gli piacevano le donne che si mettevano in mostra, cercando di attirare l’attenzione di più uomini possibili, no, non era proprio il suo tipo di donna ideale.

-Cosa c’è, non hai la lingua?- disse la regina, posando un suo dito contro il petto del ragazzo, scendendo, sensuale, sempre più giù.

-Si chiama Ryuu, signora regina!- disse improvvisamente Yuki, affiancando Ryuu, e fulminando la regina.

-Ryuu…- ripeté la donna –che bel nome! Sarà un piacere averti come ospite…- disse sottolineando, in modo malizioso, l’ultima parola, ricevendo come risposta un grugnito poco interessato dal ragazzo ed un’ulteriore fulminata da parte della navigatrice.

-Vi ringraziamo per la vostra ospitalità! Io sono Solan, il capitano della nave dei commercianti!- disse la rossa presentandosi ai due sovrani.

-Sì, si…- disse sventolando una mano in aria la regina, poco interessata; mentre attenta osservava uno ad uno i ragazzi della sala, puntando i suoi occhi cristallini sulle figure maschili.

-Questa regina mi sembra una gatta in calore…- sussurrò Diana, e, sentendola, Lily le pestò un piede per farla tacere.

-Direi, figliuolo, che forse i tuoi nuovi amici preferirebbero riposarsi un po’…- disse il re.

-Hai ragione padre! Lucinda, vieni!- disse Zein chiamando a gran voce, la dama di corte.

La dama, una ragazza di vent’anni, entrò nella sala, inchinandosi al cospetto dei reali, aspettando che le venissero impartiti gli ordini.

-Lucinda, mostra le stanze hai nostri nuovi ospiti- si signorino Zein, disse la ragazza, inchinandosi servile.

Lilian notò il leggero rossore sulle guance della ragazza, sembrava in forte imbarazzo quando guardava Zein, forse lei aveva una cotta per il principe, che purtroppo sembrava non accorgersi per niente della dama.

I pirati seguirono la dama, che ad uno ad uno mostrò le stanze ed una volta sistemati tutti, si dileguò tra i corridoi di corte.
Ogni stanza era immensa, ornata nei minimi dettagli, e provvista di un bagno personale con tutti i comfort possibili, un ampio letto a baldacchino e svariati mobili per ogni necessità, anche la più futile. Ai pirati sembrava un sogno avere tutte quelle comodità a disposizione. Amavano la loro nave, ma alcune cose, come un bagno personale, un comodo letto, erano solo un sogno su una nave costruita per avere lo stretto necessario, senza appesantirla troppo con troppi mobili o altro che avrebbero facilitato l’affondamento in caso di forti tempeste.


Qualche ora dopo, i nuovi ospiti furono invitati a presentarsi nella sala delle feste, dove i sovrani avevano organizzato un sontuoso banchetto in loro onore.
Affamati e curiosi gli ospiti si fecero scortare dalla servitù, attraversando i lunghi corridoi, fino ad arrivare davanti un grosso portone, che al loro arrivo si aprì lentamente dall’interno.
La sala che li accolse era molto luminosa, le pareti erano di un rosa antico con qualche spruzzata di oro e si intonavano perfettamente alle lunghe tende che scendevano soavi davanti le finestre. Al centro della stanza un lungo tavolo rettangolare accoglieva gli invitati con i più pregiati piatti tipici di Shairam.

-Eccovi!- esultò il re –accomodatevi pure, tutto questo e per voi miei cari ospiti!-

Con calma i pirati si accomodarono alle sedie, mentre Lily fu scortata da Zein alla sedia a fianco alla sua.

-Mia salvatrice spero che non ti dispiaccia regalarmi un po’ del tuo tempo stasera-

-Ma no, figurati, però non mi chiamare salvatrice, chiamami Lily- disse la mora sorridendo dolce, mandando così in fumo il cervello del principe che iniziò ad evaporare facendosi mille film mentali.

La cena iniziò, accompagnata dal suono soave di violini e arpe che rendevano serena e piacevole la serata, mentre una schiera di camerieri, attenti, continuavano a portare mille piatti differenti con pesce, verdure e carni cucinate in mille modi, per la gioia dei pirati e soprattutto del panciuto re.

-Sono veramente contento di aver fatto la vostra conoscenza, ma mi dica cara Solan, quali merci commerciate?- chiese il re alla rossa al suo fianco.

-Merce di ogni tipo. Da stoffe, spezie, qualsiasi cosa ci venga affidato, ovviamente di alta qualità- disse la rossa, recitando perfettamente la parte del commerciante.

-Però vedo che siete anche ben armati!- disse la regina, non togliendo mai lo sguardo da Ryuu, il quale non si separava mai dalla sua fedele falce.

-Ogni sano di mente che viaggia per mare porta con se delle armi, difesa personale- disse freddo Ryuu, accarezzando il manico della falce a tre lame.

-Oh si…e questo ti rende molto più affascinante…-disse con tono malizioso la regina, sporgendosi sul tavolo, mettendo volontariamente il prosperoso e mal celato seno, esibendosi per il pirata che aveva di fronte.

Ryuu non fu toccato minimamente da quella scena e continuò, come niente fosse a bere e mangiare, mentre a qualche posto di distanza, Yuki, infilzava ripetutamente il pesce nel suo piatto, immaginando la faccia della regina al suo posto.
Quella donna ci stava provando spudoratamente con Ryuu da quando avevano messo piede a palazzo e, quel rincoglionito del marito non si era accorto di niente, mentre Ryuu, con il suo solito distacco non si curava minimamente di respingere tali avance, cosa che faceva ancora più innervosire la navigatrice.

Nel bel mezzo della cena, Solan iniziò a percepire una strana presenza. Si sentiva osservata, nuovamente come era successo quella stessa mattina nel caos del porto di Shairam. Avvertiva un’agghiacciante occhiata alle sue spalle, ma voltandosi non trovava nessuno dietro di se. Iniziò, senza allarmare nessuno, ad ispezionare la sala, ma era difficile trovare la fonte di quello sguardo, visto la folla di camerieri e musicisti che si trovavano nella sala.
Ad un certo punto sentì il fiato venirle meno. Il suo corpo si era come congelato sul posto estraniando ogni suono che la circondava.
Improvvisamente sembrava essere stata rinchiusa in una bolla. I suoni attorno a lei le giungevano ovattati, lontani; persino la voce roca e potente del re, il quale rideva e scherzava delle uscite poco fini di Diana intenta a bisticciare con Lily a causa dell’ultimo trancio di pesce spada arrostito che era rimasto sul tavolo.
Le immagini intorno alla rossa iniziarono a scorrere a rallentatore, mentre lei cercava in tutti i modi di capire cosa le stesse succedendo.
Improvvisamente la vide. Vide la stessa vecchietta incontrata nel porto. Essa si trovava in mezzo alla folla di camerieri che entravano ed uscivano dalla sala con piatti pieni e vuoti. La vecchia donna era proprio lì, che la fissava con quei suoi occhi vitrei ed agghiaccianti.
Solan puntò i suoi occhi ambrati sulla donna, ora in quella stanza c’erano solo loro due, tutto intorno il silenzio.

-Solan…- la chiamò la vecchietta. Il suo era un sussurro, ma venne percepito dalla rossa chiaramente, come se l’anziana si trovasse al suo fianco.

-Chi sei?- chiese il capitano. Non riusciva a sentire la sua stessa voce, e le sue labbra non si erano mosse di un millimetro, quindi probabilmente la vecchietta non aveva udito la sua domanda, che forse aveva formulato mentalmente, ma con estrema sorpresa della rossa, essa rispose.

-Non importa chi sono… importa solo ciò che ti ho detto…- disse la donna.

Solan si ritrovò quelle parole nella mente. Esse rimbombavano feroci nella sua testa causandole un leggero dolore alle tempie. Non capiva che diavolo stava succedendo, ed era stanca di rimanere in balia di quello strano maleficio, così chiuse gli occhi ed iniziò a respirare profondamente. In pochi secondi i suoni ritornarono. Le risa del re, il battibeccare delle sue compagne di viaggio, le avances sussurrate della regina e i ringhi di disapprovazione di Yuki; ogni cosa era tornata normale. Si accorse che quelli che per lei erano sembrati istanti lunghissimi, in realtà corrispondevano ad un battito di ciglia. Si Guardò intorno la rossa, cercando la vecchietta e vedendola uscire dalla sala. Con calma, la rossa si alzò dalla sedia, scusandosi con il re, trovando la scusa che doveva prendere qualcosa in camera sua.

-Tutto bene?- le chiese Edward studiando ogni movimento della rossa.

-Sì, tranquillo. Devo accertarmi di una cosa e torno subito- disse tranquillamente la donna prima di lasciare il tavolo.

L’avrebbe trovata. Avrebbe trovato quella donna e questa volta con le buone o con le cattive si sarebbe fatta dire ogni cosa. Cosa voleva da lei? Come conosceva il suo nome? E, soprattutto, che significato aveva la frase che le aveva sussurrato al porto?







Nel frattempo sull’isola dei giganti…

-Finn! Finn!- urlò Luna notando la macchia di sangue che, pian piano, impregnava sempre più la maglietta dell’amico.

Finn si era buttato, senza pensarci troppo, sul proiettile proteggendo la sua amata Luna.

La biondina, la quale era stata solo sfiorata dal proiettile, sentiva un leggero bruciore al fianco, ma non le importava visto che la vita di Finn era in pericolo.
Con cura, l’archeologa cercò di appoggiare il ragazzo a terra senza farlo sforzare troppo.

-Tranquilla è solo un graffio- disse Finn cercando di rassicurare l’amica, notando l’espressione preoccupata della biondina.

-Non dovevi gettarti contro il proiettile, perché lo hai fatto?- chiese Luna, mentre sollevava la maglietta del ragazzo cercando di capire la gravità della ferità.

Finn non rispose, abbassò lo sguardo pensando alle parole pronunciate dalla madre quella stesse mattina. Secondo Linak lui e Luna erano destinati a stare insieme e quando lui aveva rivisto la biondina dopo tutti quegli anni aveva capito di averla sempre amata, ma il destino era tutt’altra storia, e soprattutto il coraggio di confessare ciò che provava alla sua migliore amica era la cosa più dura.

-Ieeeeee cos’è successo al mio caro Finn??- urlò Sasume la nonnina gigante.

-E' stato colpito da un proiettile!- disse Luna, sbarrando gli occhi appena vide la ferita del ragazzo.

-Ieeeeee chi ha osato ferire Finn-chan Ieeeee!!- disse la vecchietta esaminando con cura ogni angolo del villaggio, individuando poi il suo bersaglio: un marine che scappava con un fucile in mano.

Repentina la vecchietta imbracciò il forcone che aveva li vicino e lo lanciò con potenza e precisione verso il marine.
Il forcone saettò veloce conficcandosi con assoluta precisione nella schiena del marine, il quale cadde a terra morente.

Luna, con occhi fuori dalle orbite, si complimentò con la vecchia Sasume, rimanendo stupita dalla sua forza è precisione.

-Ieeeeee io da giovane ero una valorosa guerriera gigante! Ho combattuto per anni sotto le armi di questi stolti che ora ci temono così tanto da volerci tutti morti! Ieeee ma non ce la faranno Ieeeee noi siamo più forti!!- disse più determinata che mai Sasume.

Un colpo di tosse riportò l’attenzione di Luna su Finn, il quale aveva iniziato a sbiancare e tremare lievemente.

-Dobbiamo subito portarlo alla valle, lì qualcuno lo curerà!- disse l’archeologa, mentre Amlach, dopo aver formato un enorme buco nero ed averci attirato i marine rimasti, si avvicinò al resto del gruppo.

-Ne stanno arrivando altri- disse Amlach fissando, con il suo occhio attento, la foresta da dove erano giunti –Luna porta Finn e la vecchia, alla valle, qui ci penso io!- ordinò il capitano.

SDENG

Un sonoro cazzotto colpì la testa scura di Amlach che, con sguardo truce, fulminò la vecchia Sasume la quale aveva ancora il pugno alzato.

-Ieeeee…Vecchia a chi? Senti un po’ ragazzino, sarò anche più grande di te, ma non ti permetto di chiamarmi vecchia! Io non dimostro poi tutti questi anni Ieeeee!!- disse Sasume. Seppur in avanzata età la vecchietta si sentiva ancora giovane, sia dentro che fuori, non badando agli anni che passavano, complice anche la sua innata grinta che le aveva sempre permesso di farsi rispettare da tutti.

Amlach osservò la donna, alta e possente, con la pelle rugosa e gli occhi chiari che brillavano però di una strana luce. Quegli occhi simboleggiavano la forza interiore della donna che, nonostante aveva appena subito un pesante lutto perdendo il marito tanto amato, avevano ancora voglia di vivere e soprattutto di proteggere quell’isola e i suoi abitanti che amava tanto. Amlach, colpito dallo spirito della vecchietta ghignò e disse –Va bene vecchia!- sfidando così la furia della donna che però capì il tono scherzoso del capitano e sorrise fingendosi arrabbiata.


Luna e Sasume aiutarono Finn a reggersi in piedi sorreggendolo ed iniziando a camminare verso la valle.

-E meglio che non andiate nella foresta o vi scontrerete con i marine! Vecchia non c’è un'altra via per la valle di Ramis?- chiese Wolf

-Sì, c’è un vecchio viale, un po’ più lungo e tortuoso, ma sicuro, andiamo!- disse la vecchietta indicando a Luna la direzione, mentre Finn pian piano perdeva conoscenza.


Nel villaggio, semi distrutto, rimase solo Wolf con i sensi completamente all’erta, vigile ad ogni rumore proveniente dalla foresta.
Due delle tre spade erano già pronte ad essere usate, mentre la terza giaceva tranquilla ancora nel suo fodero, pronta ad essere usata solo in caso di bisogno.
Passi frettolosi, schiamazzi e urla di graduati, si udivano sempre più; così come un felino pronto a catturare la sua preda, Amlach iniziò a correre verso la foresta, dove i primi cadaveri caddero sul terreno umido e freddo.
Il lupo iniziò la sua caccia.









Nel frattempo, all’uscita est della valle di Ramis, Ashuros e Mya seguivano attenti la gigante Rika.
Mya era sempre stata molto restia a fidarsi delle persone. Nella sua vita si era fidata molto spesso delle persone sbagliate, rimanendone ferita e facendo si che il suo carattere, già molto riservato, si chiudesse ancor di più impedendole di fidarsi subito delle persone che aveva intorno, anche se si mostravano buone d’animo.
In quel momento, mentre camminava attraverso un lungo e buio corridoio scavato nella pietra, Mya non sapeva se poteva fidarsi di Rika, la gigante che li stava conducendo verso l’uscita della valle. Era avvenuto tutto molto velocemente; erano approdati su Sinif e si erano ritrovati catapultati in una valle quasi mitologica con in atto una guerra contro lo sterminio dei giganti. Non capiva perché la marina conseguisse questi obiettivi così crudeli. Sapeva di cosa era capace, lo aveva provato sulla sua stessa pelle, eppure non avrebbe mai capito cosa spingesse milioni di uomini ad ubbidire a tali ordini, lo trovava ripugnante.
Con lo sguardo, Mya, osservò la figura mastodontica davanti a lei. Rika era una gigante molto bella. I suoi lunghi capelli neri mossi le ricadevano selvaggi ed indomabili lungo la schiena, incorniciando il viso ovale illuminato da due occhioni castani. Rika non aveva aperto bocca da quando avevano lasciato gli altri gruppi e, quel silenzio iniziava un po’ a pesarle.
La mora voltò il capo alla sua destra, cercando, o almeno sperando, che il suo compagno di ciurma prendesse l’iniziativa, ma le speranze erano molto poche.
Ashuros camminava concentrato ed in perfetto silenzio. Ogni passo del giovane era seguito da un suono metallico, dato dalle numerose catene che indossava. Il ciuffo argenteo del ragazzo, ricadeva lungo, nascondendogli l’occhio sinistro. Mya osservò senza farsi notare, il compagno. Si sentiva un po’ a disagio in sua compagnia, visto che era passato circa un mese dalla sua entrata in ciurma e non aveva mai parlato con il ragazzo.
Appena salita sulla Blackmoon si era chiesta come potesse fidarsi di quelle persone appena conosciute e, soprattutto, come loro potessero fidarsi di lei, ma presto capì che quella grande, quanto strana famiglia, l’aveva scelta ed accettata dal primo momento che aveva messo piede sulla nave. Inaspettatamente era riuscita ad aprirsi subito, instaurando immediatamente un bel rapporto, soprattutto con le ragazze. L’unico con cui non si era mai sentita in sintonia, o almeno non aveva mai avuto un motivo con cui iniziare un discorso, era proprio Ashuros. Il ragazzo non era affatto un chiacchierone e giocherellone, in certi sensi, come Stun; piuttosto Ash era molto simile al loro capitano, sempre sulle sue ed in disparte. Lo aveva osservato molte volte, soprattutto in quell’ultimo periodo, quando Ash aveva fatto di tutto per cercare informazione sulla guerra su Sinif per la compagna Luna. Era un bravo ragazzo, se lo sentiva, ma restava il fatto che non riusciva, nonostante fossero compagni, a fidarsi completamente di lui.

-Ecco l’uscita!- esordì Rika, spezzando quel pesante silenzio e i pensieri di Mya, la quale tornò a concentrasi sull’obiettivo iniziale: salvare i giganti.

I pirati e Rika, uscirono dalla grotta attraverso un piccolo passaggio che richiusero accuratamente con un enorme masso, per poi avviarsi verso il villaggio più vicino.

-Il villaggio che stiamo per visitare si chiama Kranic. Non è molto grande, ma è abitato principalmente da bambini- disse Rika con voce lieve.

Mya notò Ashuros sussultare lievemente alla parola “bambini”, ma non osò chiedergli il motivo.

-Come mai è abitato principalmente da bambini?- chiese Mya a Rika.

-Perché a Kranic è stato fondato, molti anni fa, un orfanotrofio dove vengono accettati tutti i bambini giganti e non, che sono stati abbandonati dai genitori o che li hanno persi per tragici incidenti.- le spiegò la donna continuando a camminare per la lunga valle sprovvista di ogni tipo di vegetazione.

Solo in quel momento Mya notò l’assenza di vegetazione in quel luogo. Da quel che aveva potuto capire di Sinif, essa era un’isola immersa nel verde, con vallate, alberi e fiori, non si spiegava quel posto privo anche della più semplice erbetta tappezzante; intorno a loro, il giallo dell’erba secca e il rosso della terra cotta dal sole padroneggiavano, rendendo tutto il paesaggio un deserto desolato e privo di vita.

-Rika perché in questa zona non c’è vegetazione?- chiese sempre più curiosa la mora.

-Vedo che sei molto attenta Mya- sorrise la gigante voltandosi verso la ragazza –Di solito Sinif è interamente coperta di verde, in ogni luogo, ma da quando è iniziato questo insensato attacco da parte della marina, alcune zone hanno perso la loro linfa vitale. Sono improvvisamente inaridite, come se qualcosa o qualcuno si stesse nutrendo dell’energia della natura! Tutto ciò ci spaventa a morte, se solo questa “cosa” colpisse Ramis noi saremmo spacciati…- disse affranta la gigante.

-Non preoccuparti, vedrai che questo non succederà, noi lo impediremo!- disse Mya cercando di sollevare l’umore di Rika. Poteva percepire l’angoscia che attanagliava la donna, la preoccupazione per il suo popolo e per la sua isola erano così forti, e Mya non poteva far altro che mettercela tutta per impedire il peggio.

-Attente!- urlò Ashuros fiondandosi accanto alle ragazze.

In pochi secondi delle catene nere uscirono dalle sue mani, dirigendosi veloci dietro le grosse pietre che vi si paravano nella desolata vallata.
Mya vide lo sguardo concentrato del compagno e, repentina, imbracciò le sue fidate pistole, pronte a far fuori ogni nemico che si parava davanti.

Alcuni soldati furono catturati e sollevati in aria dalle potenti ed indistruttibili catene di Ashuros, mentre altri iniziarono a sparare contro Rika e Mya.

Pronta e letale, Mya iniziò a sparare contro i marine i quali si erano nascosti dietro le pietre per fargli un’imboscata. Senza sbagliare un solo colpo, Mya atterrò una decina di marine, mentre Rika, accanto a lei, utilizzava la lancia che portava legata dietro la schiena, per abbatterne altri.

Il combattimento durò a lungo. Rika, grazie alla sua stazza e alla sua agilità era favorita nel corpo a corpo, riuscendo così ad abbattere molti soldati, mentre altri spaventati se la davano a gambe levate.
Mya saettava il suo sguardo in ogni direzione, colpendo senza scampo ogni marine, anche il più lontano, proteggendo gli amici impegnati nel corpo a corpo.
Dopo una buona mezz’ora i pirati ebbero la meglio. Ashuros con le sue catene aveva stritolato diversi avversari, lasciando i loro corpi, privi di vita, sul terreno o lanciandoli sulle aguzze pietre da dove erano venuti.

-Siete fortissimi ragazzi!- esultò Rika –Con voi la speranza di salvare Sinif si fa sempre più forte!- disse sorridendo felice, mentre riponeva la lunga lancia insanguinata, dietro la schiena.

-venite andiamo, il villaggio e proprio laggiù!- disse Rika indicando un punto all’orizzonte, dove, lontano, si potevano intravedere due o tre casette ed una grossa, quanto alquanto sgangherata, struttura.

In pochi minuti i tre arrivarono nel villaggio di Kranic. Esso era molto piccolo, come aveva detto Rika, e molto degradato. Al centro si ergeva un grosso edificio, deteriorato sia dal tempo che dalla guerra e, tutto intorno, la desolazione più assoluta.

-Ma non c’è nessuno!- disse Mya, notando le vie deserte.

-Invece qualcuno c’è…ma sono nascosti…- disse Ashuros guardandosi intorno.

Improvvisamente la porta dell’orfanotrofio si aprì e ne uscì una bambina che iniziò a correre verso i tre nuovi arrivati.

-Hana vieni qui!!- urlò un uomo sulla sessantina, attaccato alla porta dell’orfanotrofio.

La bambina, guardandosi indietro, continuò a correre finché non finì per sbattere contro Ashuros.
La piccola cadde a terra e, solo allora si accorse dei nuovi arrivati. La faccia della piccola sbiancò di colpo, ritrovandosi di fronte lo sguardo freddo del ragazzo i cui occhi grigi la squadravano da capo a piedi.
Mya osservò il compagno ed avanzò di un passo per tranquillizzare la bambina, quando, con sua enorme sorpresa, Ashuros si abbassò all’altezza della bimba e, sorridendo dolce, le porse la mano per alzarsi.
Mya rimase stupita da quel gesto che non si aspettava minimamente. L’espressione sempre fredda e distaccata del compagno, si era tramutata in uno sguardo dolce ed amorevole, come quello di un fratello maggiore che aiuta la sua sorellina a rialzarsi dopo una caduta.

Hana accettò sorridendo la mano di Ashuros, capendo che non doveva avere nessuna paura di quel ragazzo dagli occhi e capelli grigi.

-Grazie!! Io sono Hana e tu?- chiese la piccola, spolverandosi il piccolo vestitino rosa sgualcito.

-Io mi chiamo Ashuros, ma puoi chiamarmi anche Ash!- rispose il ragazzo continuando a sorridere alla bambina.

Mya rimase quasi incantata nel vedere quella scena, ma dovette riprendersi subito visto l’imminente pericolo che li stava per colpire.
Un vento freddo e glaciale sollevò la polvere della strada, mentre un urlo agghiacciante si estendeva per tutto il villaggio, rompendo vetri per la potenza del forte suono, ed assordendo i pirati che immediatamente si pararono, invano, le orecchie, mentre una donna dai lunghi capelli bianchi scendeva dal cielo.








Nell’immensa vallata di Ramis nel frattempo, Luna e la vecchia Sasume giunsero nella grotta trascinando un Finn quasi morente.

-Resisti Finn siamo arrivati!- disse Luna con gli occhi umidi. Sentiva una strana e forte stretta al cuore ogni volta che volgeva lo sguardo sul suo amico, il quale ormai non riusciva più a tenere le gambe dritte e a respirare regolarmente. La maglietta del ragazzo era zuppa di sangue e, sia Luna che Sasume, non vedevano l’ora di affidare il ragazzo ad un medico, visto che entrambe avevano intuito la gravità della ferita.

Appena le due donne giunsero nella valle, oltrepassando il lungo corridoio di pietra, notarono subito una gran folla.
Giganti e non, erano disposti in ogni zona della valle e, molti di loro, riportavano qualche ferita più o meno grave.

-Luna!- la chiamò Asako correndole incontro.

-Asi! Presto Finn a bisogno di un medico!- disse l’archeologa disperata.

La bionda navigatrice aiutò la compagna e la vecchietta a sistemare Finn su una brandina provvisoria e poi corse a chiamare July, la quale era impegnata a curare le varie ferite dei poveri isolani colpiti dalla guerra.

Dopo pochi secondi, che a Luna sembrarono interminabili, July arrivò seguita da due giganti, Roki e Trunk.

-Ragazzi prendete la barella di Finn e portatela laggiù, così posso fasciare la ferita- ordinò il medico.

-Rika era con voi?- chiese Roki a Luna che negò con il capo.

-No, lei è nel gruppo di Ashuros e Mya- rispose la biondina, notando che alcuni gruppi erano già rientrati dalla missione, forse per quel motivo la valle era affollata in quel modo; sicuramente July ed Asako, aiutate da Roki e Trunk avevano portato i giganti feriti nella grotta per mantenerli al sicuro.

-Capisco…- disse Roki abbassando il capo scuro. Lui era il fratello gemello di Rika. I due erano sempre stati molto legati e ognuno si preoccupava sempre dell’altro, e in quel momento, Roki, era estremamente preoccupato per la sorella. Sentiva una strana sensazione, come se Rika fosse in pericolo, ma non poteva fare niente per aiutarlo e questo lo stava facendo impazzire.

-Tranquillo i miei amici sono ottimi combattenti, Rika è al sicuro con loro!- disse Asako cercando di consolare il giovane gigante.

Finn fu riposto all’interno di una piccola caverna che fungeva da infermeria.
July, con delicatezza, tolse la maglia al ragazzo per verificare lo stato della ferita.

-E' molto grave?- chiese Luna, mentre si tormentava le mani.

-Uhm…no…- disse July mentre con un batuffolo di cotone imbevuto puliva la ferita. –il proiettile è facilmente estraibile, dovrebbe rimettersi presto, però ha bisogno di riposo assoluto almeno per qualche giorno- si pronunciò il medico.

-No…io…devo…salvare…Sinif…- tossì il ragazzo, mentre pian piano riprendeva i sensi.

-Tranquillo, ci penseremo noi a salvare Sinif, ora l’importante e che tu guarisca…- disse amorevolmente Luna, accarezzando i folti capelli scuri dell’amico.

Finn sorrise perdendosi nel blu degli occhi di Luna e, piano, ritornò nel mondo dei sogni, affidandosi alle dolci carezze della sua Luna e alle cure di July.





Qualche ora dopo, un’altra orda di giganti feriti invase la valle, capitanata dal gruppo composto da Stun, Sara, il gigante scorbutico Torres e Stink. Quest’ultimo era portato a spalla da Stun e Torres, anche loro con qualche ferita superficiale.

-Cos’è successo?- disse Asako correndo incontro a Sara.

-Siamo stati attaccati mentre portavamo i giganti qui nella valle. Stink è ferito ad una gamba, ho cercato di bendarla come meglio potevo- disse con il fiatone Sara.

-Ottimo lavoro! Vieni portatelo da questa parte così July potrà controllare la ferita.-

-Gli altri sono già tornati?- chiese la castana.

-Solo il gruppo di Wolf, anche se lui è rimasto nel villaggio a combattere- disse Asako indicando un lettino dove far sdraiare Stink.

-Come mai non è tornato anche il capitano?- chiese Sara

-Finn e Luna sono stati feriti e quindi Amlach per permettere a loro di tornare qui senza incappare nei marine, è restato lì- li informò la navigatrice.

Stun appena sentì le parole “Luna ferita” non ragionò più. Il suo corpo si pietrificò all’istante, sentendosi come un grosso macigno ed impedendogli di muoversi o semplicemente di parlare. Il panico lo aveva assalito, il sol pensiero che la sua Luna fosse stata ferita lo mandava in bestia. Perché lui non era lì con lei ha proteggerla? Perché quello stupido idiota di Finn non aveva evitato che lei si ferisse? Ma soprattutto, dov’era ora Luna? Mille domande gli affollavano la mente, e la voglia incontrollata di vedere la sua testolina bionda era sempre più forte. Quella stessa mattina si era comportato malissimo con lei, respingendola, solo perché era geloso marcio di Finn. Sì, lo aveva capito bene che il suo comportamento da scorbutico era solo la conseguenza di una forte gelosia. Durante quelle ore di separazione, mentre aveva combattuto contro una schiera di marine, non c’era stato un attimo in cui non aveva pensato a lei. Il suo dolce sorriso, le battute e gli scherzi, le sue labbra, il suo corpo, tutto le era mancato di Luna; e ora sapere che era ferita e, forse anche gravemente, lo spaventava a morte.

-Dov’è Luna?- riuscì finalmente a chiedere, Stun, con tono apatico.

-Laggiù, in quella grotta… e con…- Asako non riuscì a finire la frase che Stun si era già allontanato verso la grotta indicatagli.






Nella penombra della grotta, Finn si svegliò, dopo qualche ora di profondo sonno.
Il giovane ragazzo si guardò intorno per capire dove si trovasse esattamente.
Intorno a lui solo roccia e buio con una piccola luce che giungeva dal suo fianco destro, la quale illuminava debolmente la stanza rocciosa.
Con fatica, Finn, riuscì a girarsi mettendosi seduto sul lettino.

-Che stai facendo? Devi restare sdraiato!- gli disse Luna con tono fintamente minaccioso, mentre un sorriso di sollievo spuntò sul suo bel viso.

Finn sorrise di rimando, osservando la giovane biondina accanto a lui, illuminata dalla flebile luce di una candela, appoggiata su uno spartano comodino fatto con un ceppo di quercia.

-Cos’hai da sorridere?- gli chiese Luna, piegando la testa da un lato, incuriosita dallo sguardo profondo dell’amico.

-Sorrido perché non riesco ancora a credere che tu sia veramente qui! Mi sei mancata così tanto Luna…- disse Finn, prendendo la mano destra della ragazza tra le sue ed iniziandole ad accarezzare delicatamente il palmo.

Luna sentì una serie di brividi di piacere lungo la schiena, e non capiva il perché. Era confusa come non mai, stare vicina a Finn la confondeva, visto che non sapeva cosa provava realmente per lui. Le sue guance si colorarono leggermente di rosso, mentre Finn, ostinato, continuava a guardarla intensamente negli occhi. Luna non riuscendo più a reggere quello sguardo, abbassò il viso, cercando un modo per stemperare quella tensione.

-Non dovevi metterti tra me e il proiettile, hai rischiato grosso! E poi non lo sai, ma io ho la pellaccia dura!- disse la biondina ridendo, sollevando nuovamente il viso e, ritrovando gli occhi di Finn sempre su di lei.

-Non avrei mai permesso che quel marine ti colpisse Luna. Tu sei importante per me, lo sei sempre stata…- iniziò Finn, convinto che quello fosse finalmente il momento giusto per confessare ciò che provava per la biondina.

-Si, bhe anche tu sei importante per me… siamo amici da sempre ahahaha- disse Luna ridendo, cercando di buttare la situazione sul ridere, non voleva sentirsi dire ciò che Finn stava per dire, le cose si sarebbero complicate ancor di più, eppure una piccola parte di lei sperava che Finn continuasse a parlare, e così fece.

-Luna è inutile che ci giriamo intorno, sono stanco di nascondere ciò che provo per te…- disse portando il palmo della sua mano sulla guancia destra della ragazza, la quale si immobilizzò sul posto, avvampando.

-In questi anni ti ho pensato ogni istante. Ogni giorno mi mancavi sempre di più e, quando ti ho rivista questa mattina, ho giurato a me stesso che ti avrei confessato ogni mio sentimento, perché io ti amo Luna!- concluse Finn avvicinandosi pericolosamente alle labbra della ragazza, la quale aveva spalancato gli occhi dopo quella confessione.

Con delicatezza Finn circondò il volto della ragazza con le sue mani e lo avvicinò al suo. Luna non ci stava capendo più niente, la sua testa era affollata da mille pensieri e domande. Stava facendo la cosa giusta permettendo a Finn di baciarla? Se da una parte voleva baciare Finn, dall’altra qualcosa dentro di lei le diceva che era sbagliato, che non era la cosa giusta da fare, che tutto sarebbe cambiato e che molti avrebbero sofferto.
Mentre Luna si poneva tutte quelle domande, le labbra di Finn si poggiarono sulle sue, delicatamente.
Quasi involontariamente l’archeologa rispose al bacio, lasciandosi trasportare dall’amore che il ragazzo provava per lei, ma che lei non sapeva se lo ricambiasse o meno.


Dalla piccola entrata della grotta, Stun, impietrito, assisteva alla scena.
Il dolore lo avvolse, insieme ad una rabbia e delusione accecante.
La sua Luna stava baciando Finn, il suo migliore amico, ciò voleva dire che lei lo amava. In fondo Luna e Finn erano amici da sempre, avevano condiviso l’infanzia e soprattutto entrambi erano figli di giganti e umani. Erano perfetti insieme, e come aveva detto qualche ora prima la madre di Finn, erano destinati a stare insieme.
Qualcosa al centro del suo petto blu si ruppe, inondando il costato di un dolore lancinante, che difficilmente lo avrebbe mai abbandonato.
Non aveva senso restare lì, ormai aveva perso ciò che amava di più, l’unica persona che lo vedeva, o almeno così credeva, con altri occhi. L’unica persona che non lo aveva mai fatto sentire un mostro; ma quella stessa persona aveva scelto di stare con Finn, un ragazzo normale, non un mostro come lui.
Voltò le spalle a quella scena, Stun, incamminandosi verso l’uscita di Ramis, mentre i primi e potenti tuoni annunciavano l’imminente temporale che si stava per abbattere su Sinif.









ANGOLO AUTRICE:

Ieeeeeeee ragazzi/e!!!
Non sono la nonna Sasume, ma la vostra “cara” autrice!
Allora questo capitolino, mica tanto ino visto la lunghezza O.O, mi convince per metà. Non so se possa piacervi tutto questa fase di sentimenti in ribellione, gelosie e cose varie, forse sto esagerando un po’, allontanandomi dal vero obiettivo, non so ditemi voi così mi regolo! Comunque sul cap non aggiungo altro, preferisco leggere le vostre recensioni e soprattutto le vostre reazioni a ciò che ho scritto! ;)
Detto ciò ho un piccolo annuncio da fare…

ATTENZIONE: AVVISO IMPORTATE!!!

SAPENDO QUANTO VI PIACCIANO LE STORIE AD OC, VOLEVO COMUNICARVI CHE, LA MIA AMICA MIYUKI90, PUBBLICHERA’ A BREVE UNA STORIA OC. SE SIETE INTERESSATI I POSTI DISPONIBILI SONO 6 (TRE MASCHI E TRE FEMMINE), CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE ME LO FACCIA SAPERE E SARO’ FELICE DI DARVI TUTTE LE INFO CHE DESIDERATE!
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE!

Bacioni Kiko90


   
 
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