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Autore: KokoroLilium    09/07/2014    1 recensioni
"C'era una volta il Lupo Cattivo.[...]
Ma in mille anni, Dottore, in tante vite, non hai permesso a nessuno di loro di conoscerti, nessuno di loro conosce il tuo nome.
Dottore, hai esplorato l'universo, ma nessuno ha mai esplorato la tua mente. Se busso, mi lascerai entrare?"
Disperato e forse vano tentativo di ripercorrere e pensieri e le memorie del Dottore.
Genere: Angst, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II. Starting night terrors. 

- Dottore, hai perso la lingua?
Joe e Clara scoppiarono a ridere sonoramente, ignorando totalmente quel poverino che se ne stava attonito con il manuale di fisica quantistica ancora aperto tra le mani. Vedendo che non smettevano di ridere, chiuse il libro e lo posò accanto a sé, per poi alzarsi e prendere ad aggiustarsi in modo compulsivo il farfallino.
 - Clara, la tua amica è davvero molto... simpatica - accennò forzando un lieve sorriso sghembo. Clara allora gli si avvicinò con passi di danza e finalmente lo strinse in un abbraccio, inalando il suo odore inconfondibile, indimenticabile, odore di antico e di sorprendente.
 - Lo so! E... bentornato, Dottore. Mi sei mancato.
Il Dottore sorrise e le stampò un bacio sulla fronte, sentendo una lieve sensazione di calore espandersi nel suo petto. - Mi sei mancata anche tu, peste. Allora! Chi vuole fare un giretto?
Joe si avvicinò a loro ed alzò un sopracciglio, perplessa. - Non ti chiedi se per me sia normale tutto questo?- chiese alzando le braccia per indicare l'interno del Tardis pieno zeppo di roba estremamente incomprensibile e tecnologica.
Il Dottore sorrise. - Dovrei? Cioè, Clara ti ha già detto tutto, e poi... nuova amica, yowza!
 - Dottore! - esclamò Clara tirandogli un buffetto sulla nuca. - Pensavo non esclamassi più certi insulti alla decenza! Vuoi anche un fez, per caso?
 - Un fez! - esclamò lui ridendo e saltellando. - Magari! Oh, quanto vorrei un fez...
 - Ah, a proposito di questo... - si intromise Joe. Fece qualche passo verso di lui. Prese a frugare nella borsa, ne cacciò un fez color rosso mattone e glielo porse, sotto il suo sguardo sorpreso. - Lo porto con me da parecchio tempo in attesa di potertelo dare e quando Clara mi ha detto che in pochi giorni saresti tornato ho pensato che.. beh... - la sua voce si spense e venne rimpiazzata da un sorriso, mentre spingeva il piccolo cilindro verso il Dottore attonito.
Quest'ultimo sgranò gli occhi e lo afferrò con un piccolo e lento gesto.
 - E' davvero per me?
 - Chi altri potrebbe mai avere più cattivo gusto di te, Dottore? - esclamò Joe scoppiando in una fragorosa risata.
Il Dottore allora, più felice che mai, sgranò ulteriormente gli occhi e si infilò il fez. Clara pensò che gli ricordava vagamente un bambino a Natale. - Grazie grazie grazie! Già ti adoro, hai conquistato la mia fiducia... e solo per questa volta ignorerò l'offesa al mio geniale ma incompreso gusto nel vestire!
Esplose una risata generale che sembrò illuminare la sala di comando del Tardis a giorno, di un color arancio acceso, un colore felice, spensierato.
 - Ma aspetta - la  interruppe Clara. – Nelle lunghe chiacchierate su di lui non ho mai accennato ai fez…
 - Certo che sì, Clara, e già il parlarmi del suo farfallino me l'avrebbe fatto intuire.
 - Basta prendermi in giro! - sbottò il Dottore, e la risata ricominciò dal punto dove era cessata. Clara si sentiva appagata da quello splendido quadretto, le sembrava la scena finale di un film, il suo lieto fine, incorniciato dalle pareti dello splendido Tardis tirato a lucido, così vecchio ma funzionale, come lo stesso Dottore. Pensò improvvisamente che, nonostante la sua famiglia fosse lontana dalla sua città – e anche piuttosto distante dal suo cuore – il Dottore e Joe la rimpiazzavano piuttosto bene. Insieme erano la famiglia più stramba e mal costruita dell’intero universo.
Improvvisamente il suo cellulare squillò per l'arrivo di un messaggio e la distrasse dai suoi pensieri beati. Nel riconoscere il numero sullo schermo, sul suo viso comparve una smorfia mortificata.
 - Ragazzi, scusate tanto, ma come sapete ho anche un lavoro pomeridiano come babysitter, e avevo totalmente dimenticato che oggi avrei dovuto badare a due pulci con la varicella. E poi ho lasciato le pentole sul fuoco, e nonostante tu abbia una macchina del tempo, non me la sento proprio di stare in pensiero.
 - Significa che oggi non si parte? - chiese il Dottore sfoderando la migliore delle sue espressioni di delusione che ricordava vagamente il broncio di un cucciolo triste.
 - Significa che tu e Joe farete un viaggetto senza di me. Tanto puoi essere di ritorno per l'ora del the, giusto?
Alle spalle dell’uomo, Joe si illuminò e mimò una pioggia di baci rivolta alla sua amica.
 - Beh, perfetto, direi! - acconsentì il Dottore.
 - Allora ci vediamo tra un paio d’ore! – esclamò Clara e, dopo aver salutato con dei dolci baci sulle guance i suoi amici, saltellò fuori dal Tardis e si chiuse la porta alle spalle.
Il Dottore restò ad osservare per un paio di secondi la porta chiusa, pensieroso, ma un poderoso colpo di tosse di Joe lo riportò alla realtà. Si girò verso di lei, sorridente.
 - Quindi… dove andiamo? – chiese lei.
 - Sta a te decidere – rispose il Dottore facendo spallucce. – Dove, quando, quanto lontano, quanto strano…
 - In realtà – lo interruppe la ragazza sedendosi sul piccolo divanetto a due posti.- C’è sempre stata una cosa che ho desiderato vedere più da vicino.
Lui si illuminò di curiosità. – E sarebbe…?
 - Una supernova.
Non aveva neanche fatto in tempo a concludere la frase che subito il Tardis iniziò a ruggire, spinto dalle manovre eccitate del Dottore.
 - Come desideri, mia cara!
 
Le porte del Tardis si spalancarono e una luce abbagliante accecò il due passeggeri solo per un istante, per poi affievolirsi e trasformarsi in un alone dolce come una carezza.
Joe fece un passo avanti e si sedette sul bordo del Tardis, proprio sulla soglia.
 – Tranquilla, sei protetta dallo…
 - …. Schermo protettivo del Tardis.
Lui  ammutolì pensando a un bel discorsetto da fare a Clara, e lei prese ad osservare il panorama.
Joe non parlava, se ne stava lì immobile, immersa nella luce di quella stella che esplodeva ed entrambe, la stella e la ragazza, sembravano essere così belle, ma così dannatamente tristi.
- Qualcosa non va? – le chiese il Dottore accovacciandosi accanto a lei.
Joe scosse la testa e si strinse nella maglia fin troppo sottile per quel clima pungente. – Stavo solo pensando.
Il  Dottore annuì e puntò un ginocchio a terra, ritenendo che fosse il caso di lasciar cadere la conversazione.
Chiese piuttosto: - Come mai proprio una supernova?
Lei rise piano, socchiuse gli occhi e si sbilanciò all’indietro, poggiando la testa sul fianco dell’uomo e facendolo così sobbalzare.
 - Ci sono tante cose che non sai, Dottore…
Il Dottore allora dovette prendersi un secondo di riflessione per elaborare la frase, e stava per chiedere spiegazioni, quando si accorse di uno strano movimento proveniente dalla tasca interna della sua giacca.
Provò immediatamente solletico e scoppiò a ridere, facendo sobbalzare Joe che dovette aggrapparsi alla porta per non cadere, ed afferrò la carta psichica, che vibrava contro il suo petto.
Gli bastò dare uno sguardo all’interno del documento e il suo riso sparì, velocemente come era apparso.
 - Cosa c’è, Dottore? – chiese Joe saltando in piedi e tentando di sbirciare nella carta psichica.
 - Un messaggio – rispose lui tra i denti.
Joe, curiosa e vagamente eccitata, agguantò il documento e lesse “Aiuto! Mostri nel buio – “
 - Mostri…?
 - E’ una richiesta d’aiuto – precisò il Dottore correndo verso il pannello di controllo del Tardis.
 - Di chi? Da dove? – chiese Joe, seguendolo.
 - E’ quello che sto cercando di scoprire. – Dopo aver abbondantemente armeggiato con pulsanti e leve, riuscì finalmente ad ottenere dei risultati. A Joe sembrò che avesse visto un fantasma.
 - Hanno  così tanta paura che le loro richieste d’aiuto sono arrivate fino a me… come quella volta… - mormorò tra sé e sé, riesumando dai meandri del suo cervello un ricordo fin troppo nitido di un bambino spaventato, approdato sulla terra per puro caso, terrorizzato...
 - Dottore – intervenne Joe. – Spiegami cosa sta succedendo.
 - Viene da un orfanotrofio – spiegò lui. – Sono dei bambini spaventati che mi stanno mandando una richiesta d’aiuto. Sono così sconvolti che la mia carta psichica ha intercettato le loro preghiere.
 -Ed è già successo altre volte?
Sul volto del Dottore scese un’ombra mentre nella sua mente si susseguivano dolorosi e nostalgici flashback. –. Una volta. Una sola, sì.
 - E cosa hai intenzione di fare?
Lui la guardò dritto negli occhi. – Ascoltare le loro preghiere. Se non te la senti di venire, posso riportarti a ca…
 - Non ti azzardare nemmeno a dirlo! – lo interruppe lei, chiudendo con forza la porta del Tardis alle sue spalle. – Certo che verrò. E saremo di nuovo a casa per l’ora del the.
Quindi sorrise, e il Dottore non si pentì mai di essersi fidato di quel sorriso. 


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Poche parole: Salve! Bene, ho cercato di aggiornare nel minor tempo possibile, e probabilmente è per questo che il capitolo non è esattamente scritto nel migliore dei modi. Lavoro, impegni, vari esami, e il mio cervello si è sciolto. *va alla ricerca di pezzi di ricambio*.
Beh, che dire... Here starts the adventure!
Enjoy ^^
Koko-

  
  
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