Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: MrsSomerhalder    09/07/2014    3 recensioni
Durante il soggiorno per la prèmiere del film Sherlock Holmes, Miley Sullivan incontrerà l'attore Robert Downey Jr. La parte problematica di quell'uomo quasi perfetto porterà subito la ragazza a legarsi a lui, ma l'amore impossibile che sboccerà tra i due cambierà le vite di entrambi.
"Che ruolo stai interpretando, Robert? L'attore famoso infatuato della cameriera?" dissi, facendo per andarmene e lui mi trattene per il polso.
"Se mi proponessero una parte del genere, non l'accetterei." rispose con la sua solita ironia pungente, "Solo che adesso non sto recitando." concluse serio e con gli occhi lucidi.
"Non complicarti la vita con me."
"Le complicazioni sono il mio forte." sorrise, tirandomi a sè.
"Sarai la mia rovina, Robert Downey Jr."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi alzai con sguardo vuoto e spento, iniziando a girovagare per la stanza. Portai le mani ai capelli, totalmente incredula di ciò che avevo appena sentito. Io, Miley Sullivan l'incasinata, piacevo al famoso attore Robert Downey Jr? Se l'avessi raccontato a qualcuno mi avrebbero senz'altro fatta rinchiudere in manicomio, ma fu proprio quello il motivo per cui quella frase mi uscì spontaneamente senza averci pensato molto. "Tutto questa commedia per portarmi al letto, Downey?" esclamai convinta che fosse tutta una farsa. "Cosa? Io non...non voglio fare sesso con te!" "Ah, no? Allora perchè hai tirato su tutto questo teatrino?" domandai rabbiosa. Robert mi raggiunse frenetico e mi scrollò le spalle. "Miley, io ti ho aperto il cuore." sussurrò con tenerezza in volto, sembrava un bambino. "Tu sei sposato, Robert!" gli ricordai prontamente. Era fuori ogni aspettativa, secondo il mio pensiero, che un uomo sposato potesse provare sentimenti per una donna che non fosse la propria moglie. Tutto ciò mi lasciava ancor di più credere che con me voleva solo divertirsi. "Il mio matrimonio è finito subito dopo essere cominciato, lo sanno tutti!" La solita banale scusa. Ogni uomo per giustificare i propri tradimenti ripete che era un matrimonio finito. 'Ho perso il conto di quante volte ho tradito Susan.' ripensai alle sue parole, convincendomi che non sarei stata la milionesima amante di Robert Downey. "Ma cosa vuoi da me?" tuonai a gran voce, trattenendo a stento le lacrime. Robert si avvicinò con fare amorevole e mi strinse forte fra le braccia. Mi lasciai andare sotto il suo tocco magico. Rimasi estasiata dalla sensazione che il tocco delle sue dita sulla mia pelle mi faceva sentire. Avrei voluto restare accanto a lui per il resto della giornata, forse anche della vita. In quel preciso momento capii che provavo dei sentimenti per lui. "Non voglio niente di più da te, Miley." mi fece alzare il mento con l'indice e puntó i suoi occhi scuri nei miei. "Non farmi del male, Robert." lo supplicai in un sussurro. La mia voce si fece talmente fina da sembrare quasi una soffiata di vento. Restammo un attimo in silenzio, che valeva più di mille parole. Nella profondità degli occhi di Robert vidi la fragilità e la sofferenza che si portava dietro dal suo passato. Quella parte di lui così complicata che macchiava la sua perfezione, mi spingeva ancora di più a volergli restare accanto. "Non ne ho alcuna intenzione, te lo giuro. Vorrei solo che tu..." non concluse la frase, rimase in attesa di una mia reazione. "Io cosa?" incalzai con trepidante desiderio. "Che tu ora ti lasciassi baciare." mormorò all'orecchio con un tono di voce ovattato e seducente. Il suono di quelle parole mi era entrato in testa e mi risuonava sordo, come fosse un eco, per tutta la periferia del corpo. Si insinuò nello stomaco e nel diaframma, provocando un'astrale emozione da adolescente. Tutt'un tratto venni catapultata nel giorno in cui diedi il primo bacio. Era esattamente così che mi sentivo: emozionata come un bambina alle prime armi, alle prese con il primo amore. "Non te lo impedirò di certo." sussurrai stucchevolmente, in attesa che il desiderio di entrambi si realizzasse. Sognavo sin dal primo momento in cui i nostri sguardi si erano incrociati di voler sfiorare le sue labbra con le mie. In cuor mio non stavo baciando Robert Downey Jr, l'attore ricco e famoso con il quale tutte le donne vorrebbero trascorrere una notte, bensì il Robert Downey sensibile e problematico. Il semplice uomo che con una sola parola era in grado di far provare sensazioni forti. L'uomo dallo sguardo intenso e la fragilità di un bambino. Intrecciai lentamente le mie dita ai suoi capelli e mi misi in punta di piedi, per compensare la differenza d'altezza. Avvicinai la mia bocca alla sua e socchiusi gli occhi. Robert mi prese per la vita con le mani e fece combaciare perfettamente il suo corpo con il mio. Nonappena sentii il calore delle sue labbra sfiorarmi la pelle, mi abbandonai alla sua volontà. Come fosse un diabetico film d'amore ci tramutammo in due passionali amanti che si incontrano dopo anni di lontananza. Il sapore dolce-amore che avevo di lui in bocca mi riempiva e mi saziava. Percepii per tutto il tempo che la sua lingua catturò la mia la tenerezza e la purezza di ciò che stava provando. Non aveva secondi fini, non si stava prendendo gioco di me. In quegli istanti non c'erano differenza sociali, eravamo solo Miley e Robert. Tutto il resto del mondo l'avevamo dimenticato. "Sei un pò arruginita, eh?" sghignazzò sotto i baffi. "Tu per niente, Downey." rinbeccai, stizzita del suo commento poco consono alla situazione, per sottolineare la sua attiva attività nel settore. "Non bacio con sentimento da tempo." "Non dirmi che hai fatto un'eccezione per me." dissi con finto stupore, riservandogli un sorrisetto di scherno. "I sentimenti sono lussi che non mi concedo da anni." "Allora posso considerarmi fortunata?" domandai in estasi, fingendo che la cosa non mi riguardasse più di tanto. "Trai le tue conclusioni, Sullivan." Era imperterrito a non voler aggiunge altre parole riguardo ciò che provava, forse era uno scudo di difesa come quello che mi ero creata io. Più è alta la barriera, più è difficile che qualcuno la superi. Ne conoscevo bene i limiti e le conseguenza, mai sottoporre il cuore in fretta. Le persone te lo rubano intatto e te lo restituiscono in brandelli, poi sta a te curarne le ferite e rimmeterne a posto i pezzi. "Cristo! Sono in un bel casino!" esclamai disperata dopo aver guardato distrattamente il quadrante dell'orologio di Robert, "È tardi! Avrei già dovuto fare tutte le stanze del piano." piagnucolai staccandomi violentemente da lui e mi ricomposi alla svelta. "Miley, stai calma. Risolvo io la situazione." proferì con estrema tranquillità. Si diresse verso il telefono nel salotto e, dopo aver composto un numero, alzò la cornetta. "Robert, che stai facendo? Devo andare!" saettai da un capo all'altro della stanza per raccimulare i vari oggetti per la pulizia. Rimasi in attesa davanti lo stipide della porta, chiedendomi perchè non venisse a salutarmi. "Signor Roberts? Si, buongiorno, sono Robert Downey." iniziò la concersazione. Riflettei che aveva volutamente omesso il 'Junior', come gli avevo detto io poco prima e ne rimasi colpita. "Ho avuto un problema e la signorina Sullivan dovrebbe restare a sistemarmi la stanza." Scossi la testa con rassegnazione. Era totalmente assurdo il tentativo di Robert per sistemare la situazione. Pensai che se fossi stata una spettatrice al di fuori della vita reale, l'avrei senz'altro trovato banale e riduttivo. "Robert, non ci crederà mai!" farfugliai a distanza. Alzò la mano e aggrottò la fronte, indicandomi di restare in silenzio. "Perfetto, la ringrazio." riagganciò la cornetta, "In cambio della tua libertà sarò costretto a firmare una miriade di autografi!" sorrise divertito. "Che?" "Per te non ci sono problemi, ma per quanto riguarda me, mi ha 'gentilmente' chiesto di firmargli un armamentario." si sedette sulla poltrona in salotto e si lasciò andare in una sonora risata. "Mi dispiace." "Ci sono abituato ormai, è il mio lavoro. La cosa più importante però, è che ora possiamo stare insieme." fece l'occhiolino e mi invitò ad avvicinarmi. Lasciai andare la pezza da spolvero e lo scopettone che avevo in mano, per catapultarmi verso la sua figura paradisiaca. Avevo decisamente perso l'autocontrollo. "Sei un furbetto!" farfugliai fra un bacio e l'altro. 'Chissà che cosa ha in mente.' pensai, senza dar voce ai miei pensieri.
  
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