Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: chanyara    09/07/2014    3 recensioni
Ero da solo, non che fosse una novità. Le persone tendevano ad ignorarmi e con “persone” intendo ogni genere umano vivente in questo fottuto pianeta. Tutti, nessuno escluso. Anche i miei genitori… anche loro. Non ne conosco il motivo, forse mi temono. Ho sentito qualcuno parlare di me, nei bagni della scuola. Dicono che vedo spiriti, alcuni hanno affermato che posseggo poteri paranormali, altri invece che sono un esorcista. Almeno loro hanno idee chiare su di me perché io non so ancora chi sono.
[tratto dal primo capitolo]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







 
Pioveva, di nuovo. Non che la cosa mi toccasse, insomma, era come se io e il tempo fossimo dello stesso umore e, in un certo senso, non mi faceva sentire poi così solo.
Ecco, è così che si consolano le persone solitarie.
Mi rigirai fra le mani una di quelle tante palline anti-stress che avevo nel comodino, mia madre me ne comprava sempre ogni volta che poteva. Ne avevo di tutti i tipi, di tutti i colori e forme varie.
Ricordo ancora quando ruppi il suo piatto preferito di porcellana, per rabbia. È stato da allora che mia madre incominciò a considerarmi una persona violenta, come se potessi davvero far del male a qualcuno, come se fossi un… mostro. La psicologa disse semplicemente che quelle stupide palline mi avrebbero aiutato nei momenti di ira. La verità è che non servivano a un cazzo. Mi arrabbiavo raramente, sono sempre stata una persona tranquilla e silenziosa ma i miei genitori non hanno mai avuto tempo per capirlo, troppo impegnati fra investimenti e guadagni. Il lavoro, a quanto pare, è più importante della famiglia. Ma non mi lamentavo, anzi, più passava il tempo e più mi rendevo conto che non avevo bisogno di loro.
Mi incamminai verso la camera da letto con una bella tazza di tea caldo e la figura riflessa nello specchio attirò la mia attenzione. Delle ciocche di capelli neri come la pece mi ricadevano sulla fronte, quasi a coprirmi gli occhi, le mie labbra erano di un colore acceso, probabilmente a causa del freddo. Sembravo un fottuto vampiro.
Forse ero davvero inquietante come dicevano.
-Mi hanno chiamata dalla scuola di Baek oggi…-
La voce di mia madre mi fece sussultare. Il suo tono era tra il nervoso e il preoccupato, come se si fosse sempre interessata alla mia vita scolastica, come se lo facesse abitualmente, ma la cosa che mi preoccupava era il motivo per cui l’avevano chiamata. Forse avevano sentito le voci che giravano su di me e volevano informarla della situazione. Dannazione.
Mi appoggiai con la schiena al muro vicino la porta della sua camera e cercai di sentire ciò che stava dicendo –I professori dicono che nonostante tutti questi anni non è ancora riuscito ad ambientarsi nella sua classe, che lo escludono e che non si sforza per comunicare con i suoi compagni-
-Stronzate- borbottai, stringendo un pugno.
-Cosa possiamo fare?-
-Il preside mi ha consigliato di fargli cambiare classe, magari conoscendo gente nuova potrebbe cambiare i suoi atteggiamen-
-No!- la interruppi entrando nella stanza. La tazza mi cadde dalle mani facendo scorrere il tea su tutto il tappeto ma la cosa non fece che farmi piacere, essendo quello il suo preferito.
Odiavo con tutto me stesso il fatto che dovessero sempre decidere per me nonostante non sapessero un cazzo della mia vita.
-Ma caro, i tuoi compagni…-
-Non sono loro il problema- 
Rimase in silenzio, a guardarmi con compassione.
-Smettila..- sussurrai, distogliendo lo sguardo da lei. Non riuscivo a sopportare quel suo modo di fare. Le facevo pena? Forse non ero il figlio che aveva sempre desiderato, intelligente e popolare, ma non mi importava nulla… né di lei né del suo stupido comportamento.
-Ormai è deciso, domani mattina andrai in un’altra classe- questa volta fu mio padre a parlare, con un tono che non ammetteva obbiezioni.
-Bene, ma non cambierà nulla- uscii dalla stanza e mi recai nella mia camera, facendo sbattere la porta.
Aprii il comodino e presi uno di quegli affari per lo stress stringendolo in un pugno con tutta la forza che avevo. Non potevano capire, nessuno poteva. Forse la colpa era la mia, avrei dovuto cambiare il mio comportamento… rendermi più socievole e cazzate varie.
Scossi la testa a quei pensieri, non sarei cambiato per nessuno.
 
 
 
Aprii un occhio infastidito dalla luce del sole, mi sentii qualcosa nella mano e mi accorsi di avere ancora quello stupido affare anti-incazzatura.
Lo buttai a terra sbuffando, come sospettavo non era servito a nulla. L’orologio sul comodino segnava le sette e la signora delle pulizie che sbatteva i piedi mentre spazzava mi informava indirettamente che era arrivata l’ora di svegliarmi. Con una velocità che non mi sarei mai aspettato da me stesso mi alzai e, senza pensarci due volte, mi diressi al bagno per una bella doccia mattutina.
Una strana sensazione allo stomaco mi fece ricordare che quella mattina, per mia grandissima sfortuna, avrei dovuto cambiare classe di conseguenza conoscere i miei nuovi compagni e di conseguenza essere inevitabilmente ignorato da loro o, peggio, deriso.
Ma, pazienza, sarei sopravvissuto anche a quello.
Una volta fresh and clean uscii dalla doccia, mi asciugai e indossai la divisa scolastica, o meglio, la maledettissima e per niente calda divisa scolastica.
Prima di uscire di casa mi guardai allo specchio cercando di rendere il mio aspetto accettabile o un qualcosa che si avvicinasse a quell’aggettivo. Tentai di aggiustare le ciocche che mi cadevano sulla fronte ma inevitabilmente ritornavano al loro posto. Era una causa persa, feci spallucce e uscii di casa dando, ti tanto in tanto, dei morsi alla mela che mi ero preso per colazione.
Non faceva molto freddo, quella mattina, ma probabilmente ero così teso che non riuscivo a sentire nulla al di fuori del mio stomaco contorcersi.
Continuai a camminare fino ad arrivare all’ingresso della scuola, non molto lontana da casa mia. A quel punto la mia agitazione era alle stelle. Ingoiai rumorosamente prima di entrare coraggiosamente nell’istituto. La mia nuova sezione sarebbe stata la C, ben conosciuta per aver sempre avuto alunni competenti e studiosi provenienti da famiglie benestanti, come la mia. Camminai lentamente lungo i corridoi, cercando con attenzione la classe in cui sarei dovuto capitare. Come sempre ad ogni mio passo si sentivano dei mormorii come “È lui, Bacon” e “Chi? Ah, quello emo”. Già, proprio io.
Con un movimento del capo scostai una ciocca dalla mia fronte e mi fermai davanti quella che avrebbe dovuto essere la mia nuova classe. Entrai sussurrando un timido –Buongiorno- prima di sedermi in uno dei banchi liberi in prima fila. Il ragazzo affianco a me fece una smorfia prima di alzarsi e allontanarsi da me.
Hey bello, non ti mangio tranquillo.
Ma, quel gesto, non mi scosse minimamente. Ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Stavo tranquillamente guardando fuori la finestra quando qualcuno entrò dalla porta facendo agitare la classe.
-Hey Chanyeol! Amico come stai?-
-Channie, se non disturbo… dopo mi potresti accompagnare al centro? Devo comprare una cosa e avrei bisogno di un tuo consiglio-
-Certo Yeonsoul, nessun problema!-
-Chan com’è andato l’allenamento ieri?-
-Hai preso un bel voto in matematica, complimenti Chanyeol!-
Una folla di ragazzi e ragazze circondò l’arrivato che sorrideva come se tutto quel parlare l’uno sull’altro non lo disturbasse. Era lui, il ragazzo della sciarpa. Park Chanyeol, la persona che avrei voluto essere.
Appoggiai la testa su una mano e tornai a guardare fuori dalla finestra.
-Chanyeol… il tipo strano della sezione D si è trasferito nella nostra classe-
Strinsi il lembo del pantalone in un pugno. Il tipo strano? Ma siamo seri? Io almeno non lecco il culo al più fighetto della scuola per sentirmi importante.
Sentii dei passi avvicinarsi a me, rimasi fermo nella mia posizione cercando di non pensare a quello che sarebbe potuto succedere.
-Buongiorno, Baekhyun-
Cosa? È uno scherzo?
Mi girai di scatto rimanendo paralizzato subito dopo. Era seduto nel banco affianco e sorrideva come se fosse la cosa più normale del mondo parlare con uno come... me.
Arrossii ricordando che poco prima mi aveva chiamato per nome e nessuno, dico, NESSUNO lo aveva mai fatto.
-B-Buongiorno- balbettai guardandolo con aria sconvolta.
Ridacchiò –Son contento che tu sia venuto in classe nostra- .
A quelle parole sentii un mormorio alle mie spalle ma probabilmente gli altri erano solo sorpresi quanto me.
Annuii non sapendo davvero cosa dire.
Mi sembrava un sogno, finalmente qualcuno mi aveva rivolto la parola come se fossi un normale ragazzo senza badare al mio aspetto o a quello che si diceva sul mio conto.
Non mi importava se lo aveva fatto per cortesia o chissà che altro. Ero felice.
Sperai soltanto che quella felicità potesse avere una lunga durata.
 
 
 

 Hello
~
Eccomi qui con il secondo capitolo! Che ve ne pare?? Sinceramente sono molto emozionata per questa storia, sopratutto perché, miei cari ragazzi, NELLO SCORSO CAPITOLO HO RICEVUTO DUE RECENSIONI! AAAAAAH >///< (ok chanyara contieniti, avanti sei in pubblico).
No guys, non me l'aspettavo! Sono così felice ~(*^*)~

GRAZIE GRAZIE GRAZIE!! Un ENORME grazie anche a chi ha messo la storia nelle seguite (ben sette persone, io vi amo) e per chi l'ha messa fra le preferite (troppo gentili <3).
Naturalmente ringrazio anche i cosidetti "lettori silenziosi", vi ame tutti.
Beh, ora scappo!
Un grosso hug a tutti.
-Chanyara xx

 
 
 
 
 

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: chanyara