Cap. 2: Memoria distorta
“Harry?”
Harry sobbalzò: preso com’era dalle sue riflessioni, non s’era
accorto che Ron l’aveva affiancato e ora lo fissava con sguardo imbronciato.
“Ehm... sì, Ron? Che c’è?”
L’amico lo fissò per qualche secondo, poi scosse la testa.
“Voglio solo dirti che stavolta io non ci sto. Non mi convincerai
a scrivere per l’ennesima volta ad Hermione. Mi sono davvero rotto, sai.”
Il moretto sospirò, mentre Ron tornava a sistemare gli scacchi.
Non voleva dirgli quello, ne era sicuro. C’era qualcosa...
No, basta con queste idee. Si grattò la testa, indeciso sul da
farsi. Ron era il suo migliore amico. Eccome se lo era. Eppure... non poteva
non scrivere ad Hermione. Lo doveva fare. Lo voleva fare. Aveva bisogno
di farlo.
Camminò a grandi passi verso il tavolino della casa Weasley.
Alcuni fogli erano poggiati l’uno sopra l’altro, le penne in perfetto ordine in
un angolo. Harry ne prese una e, ignorando gli strilli del foglio (“Non provare
a macchiarmi, razza di...”) iniziò.
* * *
* *
Cara Hermione,
prima di tutto:
sei pronta per iniziare il nuovo anno? Io abbastanza, anche se devo dire (in
questo caso scrivere) che il pensare che questo sarà l’ultimo che passeremo ad
Hogwarts, beh, mi deprime non poco. Hai già deciso cosa farai dopo la scuola?
Io non so scegliere tra Auror e Giocatore di Quidditch. Penso il primo, però
voglio assolutamente continuare con lo sport sul manico di scopa.
E tu? Perchè non
diventi insegnante? Ne sai molto di più della McGrannitt, anche se ti sembrerà
impossibile!
Mi rendo conto
che sto scrivendo stupidaggini, stupidaggini che comunque potrei dirti
tranquillamente domani, quando ci vedremo, ma è più forte di me. Ron qui, non
sa far altro che sfidarmi a partite di scacchi, solo per la soddisfazione di
vedermi perdere. Tu invece mi sai ascoltare, e nel modo giusto. Le tue lettere
mi danno sempre una forte carica, e non immagini quanto ne abbia bisogno in
questo momento...
Harry posò un attimo la penna, dubbioso dopo la
rilettura. Le ultime quattro righe non gli sembravano adatte. Perchè doveva
lanciare quelle stupide frecciatine nei confronti di Ron? Era già abbastanza
inguaiato di suo con Hermione, ci mancava solo la commiserazione. E poi, tutti
quegli elogi... non voleva che venissero fraintesi. E poi... Diamine, tutta la
lettera era inadeguata! L’amica lo avrebbe preso per scemo a scrivergli un
giorno prima di vedersi! Aveva forse messo su carta esigenze fondamentali
last-minute? No, solo sciocchezzuole come il nuovo anno e che carriera avrebbe
voluto intraprendere ormai adulta. Tutte cose banali, scontate, che potevano
apparire perfino forzate. Ma perfette per farlo sembrare un vero idiota agli
occhi di Hermione. Lo aveva anche ammesso nella lettera.
Forse Ron aveva ragione. Non doveva preoccuparsi, era ovvio che la
bruna non gli aveva risposto perchè indaffarata a preparare i bagagli e a dare
una ripassata, assolutamente superflua, alle materie primarie.
Stava appunto decidendo di strappare il foglio (“Assassino! Non ci
provare!”) quando la porta d’ingresso di casa Weasley si spalancò e apparve
sulla soglia un uomo fradicio, affannato e disperato.
* * *
* *
“Ne è sicuro? Posso andarmene? Non crede che la mia piccola abbia
bisogno d’aiuto?”
“Non si preoccupi, Signor Granger. So che non servirà a niente
dirlo ad un genitore disperato, ma sua figlia è forte, e saprà cavarsela anche
senza di lei. E poi non si dimentichi che non la può vedere, nè sentire. Stiamo
analizzando le fratture sul corpo, e noto che non c’è nulla di grave. Adesso
entra in gioco il fattore mentale e psicologico, e dobbiamo verificare che
tutto sia a posto. Se gli esami saranno positivi, Hermione uscirà dal San Mungo
a presto, poco dopo l’inizio dell’anno scolastico e, svelta com’è, non avrà
problemi a recuperare le lezioni. Se invece gli esiti saranno negativi...”
“Sì?”
“Oh, non abbia quell’espressione, è solo un controllo preventivo,
perchè il male è stato riscontrato vicino al cervello limbico e sulla corteccia
prefrontale.”
“Cosa...”
“La sua bambina è stata addormentata attraverso dei... una specie
di sonniferi e le inietteremo degli anestetici speciali. Hanno chiamato me
apposta proprio perchè sono esperto di Babbani, e suppongo che nomi strani di
medicine non l’avrebbero tranquillizzata granchè. Adesso la cosa più importante
sul piano psicologico, più che medicine, è la vicinanza dei suoi amici, di
questo sono più che certo. Quindi è assolutamente necessario che vada dal
signorino Weasley e dal signorino Potter, di cui mi ricordo, li ho visti due
anni fa in questo ospedale, e che li faccia portare qui. Credo che per il loro
arrivo sua figlia sarà sveglia e i risultati dei test non tarderanno. Ecco qui
l’indirizzo datomi dal professor Silente, uomo davvero in gamba, le procurerò
un mezzo per arrivare il prima possibile dagli amici di Hermione.”
“Grazie, Purpletz... adesso, solo... solo una curiosità... se gli
esami fossero negativi...”
“Io non voglio allarmarla, Signor Granger... non si spaventi,
ma... è possibile che sia figlia riscontri una particolare malattia, se siamo
sfortunati, che le fa dimenticare ciò che è successo negli ultimi anni. Se la
frattura ha colpito profondamente e in modo grave l’area del cervello in cui
risiede la memoria, potrebbe anche dimenticarsi chi è. Ma non penso
assolutamente che questo sia il caso della ragazza.”
“Quante... quante probabilità ci sono che Hermione abbia questo
trauma?”
“Una percentuale? Beh, credo... un 40%. Non di più...”
* * *
* *
Ron si alzò in piedi di scatto, mentre Harry poco ci mancò che
cadde dalla sedia.
“Chi... chi è lei? Cosa vuole?” balbettò il primo, strofinandosi
le mani sui pantaloni a toppe.
Per tutta risposta l’uomo tirò fuori dalla tasca del giubbotto un
foglio spiegazzato e, aggiustandosi gli occhiali appannati, chiese: “Casa
Weasley?”
“Chi è arrivato, Ron?” Molly scese le scale rassettandosi i
capelli rossi tutti aggrovigliati. Si immobilizzò non appena vide lo
sconosciuto.
“Signora Weasley?” domandò speranzoso. Lei assentì. “Grazie al
cielo” tirò fuori una pezza bagnata e si asciugò la fronte grondante di sudore
e di pioggia.
“Sono... il padre di Hermione Granger, John Granger. I suoi figli
sono amici della mia bambina?”
Harry e Ron lo guardarono improvvisamente con occhi diversi. Il
padre di Hermione? E lei dov’era?
“Certo! Mi ricordo di lei, ora che mi ci fa pensare... l’ho vista
a Diagon Alley cinque anni fa circa, all’inaugurazione del nuovo libro di
Allock. Perchè se n’è andato con tanta fretta?”
“Oh, mia moglie... lei, lei non ha un approccio amichevole con la
magia. Ma sono venuto per...”
“Ah, ma si sieda! E’ fradicio! Non aveva un ombrello?”
John abbozzò un sorriso. “L’ho perso... volare su un Ippogrifo non
è semplice, specie con vento e occhiali bagnati!”
Harry drizzò le orecchie. Ippogrifo?
“Vuole una tazza di tè? No? Una fetta di torta? Non badi alle sue
grida, di questi tempi oggetti e cibo si lamentano incessantemente...”
“La prego, signora Granger...”
“Oh, mi chiami Molly!”
“Molly... sono venuto per una cosa importante, e anche grave.
Vede, si tratta di Hrmione. Lei...”
“Cosa le è successo? Qualcosa di brutto?” Ron si precipitò al suo
fianco, gli occhi improvvisamente spalancati e lo sguardo ansioso. Harry era
pietrificato. John lo guardò vacuo, poi cadde sul divano, le gambe che non
reggevano più.
“Temo di sì. La nostra casa è stata attaccata dai... come diavolo
si chiamano...Mangiazombi...”
“Mangiamorte?!” stavolta era stato Harry ad urlare, mentre Ron era
impallidito.
“Ecco, Mangiamorte! Io ero uscito ed ho incontrato un certo
Silente... stava correndo verso casa mia accompagnato da uno stuolo di altri
incappucciati, maghi. Disse che avevano avvertito una presenza pericolosa nel
mio appartamento e mia moglie e mia figlia erano lì, proprio lì...” scosse la
testa, gli occhi rossi. “Io li ho seguiti e quando sono arrivato a casa...
oddio...” si mise il volto fra le mani. “Jane era in un angolo, in un lago di sangue...
e i Mangiamorte accerchiavano la mia bambina, che era svenuta... Silente li ha
cacciati via con i suoi compari, a suon di scintille ed incantesimi che non
ricordo, mentre dei Maghi si affollavano attorno a Jane e ad Hermione. Uno di
loro, che teneva il polso di mia moglie, ha scosso la testa mentre Hermione è
stata portata via in gran fretta. Adesso è al San Mungo, l’ospedale dei
Maghi... le stanno facendo degli esami preventivi, per controllare se ha avuto
delle ripercussioni in piano mentale e psicologico, mentre Jane... lei... le
sue condizioni sono gravissime, e non so se si riprenderà.”
Le spalle di John sussultavano, mentre lui si coprì gli occhi con
le mani.
Crash.
Molly Weasley aveva lasciato cadere il vassoio con i pasticcini, e
si accasciò su una sedia, stravolta. Ron tremava violentemente, lo sguardo
fisso al pavimento e le lacrime che premevano per uscire. Harry fissava John.
Quell’uomo aveva perso la moglie e forse la figlia... ed era tutta colpa sua.
Era evidente che Voldemort stava cercando di colpirlo sui suoi affetti più cari, voleva distruggerlo da dentro...
Se Jane stava morendo, un uomo era invaso dal dolore ed Hermione
rischiava la vita, quella era colpa sua, sua e solo sua.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Ringraziamenti:
X Mrs Scarlett90: sono contenta che tu mi
abbia recensito, perchè ho letto alcune delle tue ff e mi sono piaciute molto.
Questo chap è abbastanza lungo? Ho riletto il primo e in effetti ho fatto fin
troppe ripetizioni. Spero che in questo non ci sia lo stesso problema. Grazie!
X Super Gaia: chissà,
chissà... per adesso mi limito a mettere le idee su carta, e questa
principalmente è una harry/herm però chissà...non si può mai sapere...Thanks!
X MARIPOTTER: Beh, io mi sono
“innamorata” della coppia dal quarto libro, la gelosia di Ron per Krum era
dolcissima! Adesso perchè non mi racconti tu il motivo del perchè ti piacciono
H/Hr? Grazie!!
X Hermione91: spero che questo
chap ti soddisfi! Una curiosità: sei per caso del forum di HarryToo? Perchè
anch’io sono registrata lì...
*Grazie a tutte e quattro per le recensioni e anche a chi legge
ma non commenta (se c’è qualcuno...)!*