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Autore: KaterinaVipera    09/07/2014    6 recensioni
[SEGUITO DI "GRAZIE A LEI"]
Dopo due anni di silenzio, Cat crede che Loki l'abbia solo ingannata; dopotutto lui è il Dio degli inganni, come poteva aver creduto che avrebbe mantenuto la sua promessa?
"Ritornerò. Ritornerò per te." le aveva detto prima di tornare ad Asgard e lei gli aveva detto che lo avrebbe aspettato. E lo sta ancora facendo, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi cari.
Quello che non si aspetta è che Loki la sta osservando, ed è molto più vicino di quello che la ragazza possa immaginare, perchè ancora una volta, la vita della mortale è in pericolo a causa delle azioni sconsiderate del Dio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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I WILL LOVE YOU, UNCONDITIONALLY


 

Una volta entrati dentro, Caterina si diresse verso l'enorme finestra aperta, volendo ammirare ancora una volta quello spettacolo fatto di stelle, colori e di magia.

Sentì le dita affusolate e delicate di Loki accarezzarle piano la pelle nuda delle spalle, facendole risalire lungo il profilo del collo per poi arrivare al fermaglio che aveva in mezzo ai capelli e toglierlo. Le spostò le ciocche castane di lato per poterle baciare il punto in cui il collo si unisce alla spalla; la sentì fremere, rabbrividire a contatto con le sue labbra e sospirare ad occhi chiusi più bella che mai. Quando decise di voltarla il suo cuore perse un battito. La ragazza aprì gli occhi e gli spostò in alto, verso di lui, guardandolo con uno sguardo languido attraverso le ciglia folte. Annegò dentro a due occhi verdi e profondi, arrossendo di imbarazzo ed emozione sotto il suo studio silenzioso. Non avevano più fatto l'amore da.. dall'ultima tragica volta e sentì tutta l'emozione attraversarle il corpo, come se la stesse baciando, toccando per la prima volta.

In principio fu un bacio semplice, labbra su labbra; poi Loki le schiuse la bocca insinuando la lingua e rincorrendo quella della ragazza in un bacio umido e appassionato, vorace. Continuando a baciarsi, con un po' più di foga, si diressero verso il caminetto e si inginocchiarono sul tappeto uno di fronte all'altra; parte dei volti e dei corpi rischiarati solo dalla luce del fuoco. Le tolse la spilla destra percorrendo con le dita il suo braccio e la spalla mentre faceva lo stesso movimento dall'altra parte. I vestiti si afflosciarono a terra, lei abbassò lo sguardo, imbarazzata e timida, e posò le mani sull'armatura prendendo a spogliarlo, a sua volta, pian piano. Loki era troppo occupato a bearsi del suo corpo che si scioglieva come cera sotto il suo tocco per notare una nota contrariata sul volto di Cat, dovuto alla presenza di quell'orrenda cicatrice messa in mostra al suo sguardo. Il Dio, rimasto solo con i pantaloni, si sdraiò sopra di lei poggiando gli avambracci vicino alla sua testa per non gravarle con il suo peso.

La vide sorridere, sincera, piena di complicità e di pudore quando i loro corpi nudi entrarono in contatto; anche lui le sorrise di rimando senza rendersene nemmeno conto. Quella ragazza era in grado di fargli fare, dire e pensare cose che credeva che nessuno potesse esserne in grado. Gli aveva fatto provare sensazioni ed emozioni che pensava che gli sarebbero state recluse per sempre.

E non poté fare a meno di esserle grato e glielo dimostrò quella notte con tutta la passione e la dolcezza di cui era capace. Tra carezze, baci, morsi e sussurri arrivarono all'apice del piacere stringendosi forte l'uno all'altra. Rimasero distesi sul tappeto senza dire niente, continuando a specchiarsi nei propri sguardi, abbracciati stretti come se temessero di essere strappati via dalle braccia dell'altro.

Loki la guardò addormentarsi, ancora abbracciata a lui, mentre le sfiorava con la mano destra la schiena, l'espressione serena sul suo volto lo portò a domandarsi come una ragazza come Caterina si potesse essere innamorata di uno come lui. Le aveva solo fatto del male e la cicatrice che adesso le stava delicatamente sfiorando, per non far risvegliare il dolore, ne era la prova più evidente e permanente.

Una folata di vento entrò nella stanza, attraverso la finestra rimasta aperta e Cat si rannicchiò più vicina a lui, in cerca di calore, accoccolandosi contro il suo petto e stringendosi di più tra le sue braccia.

Se cerchi del calore, piccola mia, hai sbagliato persona.

Allungò la mano verso il letto, cercando di non svegliarla, e tirando verso di se il lenzuolo coprì entrambi.


 

La mattina seguente fu svegliata dal vento che entrava fresco dalla finestra e dalle prime lontane luci del giorno. Avanti a se Loki stava ancora dormendo. Si ritrovò ad osservarlo incantata, come faceva quando erano sotto protezione dello SHIELD; non si sarebbe mai stancata di guardarlo dormire, l'unico momento in cui era se stesso senza rivestire il ruolo che si era cucito sulla propria pelle.

Si alzò, cercando di non svegliarlo, ed indossò la sua maglietta che trovò sul bordo del letto; si diresse verso la finestra mentre si portava le maniche al viso per respirare a pieni polmoni il suo odore. E pensò.

Quel senso di malessere non era sparito durante la notte, anzi, si era fatto più pesante ed opprimente. Dal sassolino che era, si era già trasformato in un macigno. Sentiva di non poterlo reggere; sapeva di essere in un mondo completamente nuovo per lei e questo la spaventava. Aveva ancora in testa gli sguardi curiosi, invadenti ed indiscreti alla quale era stata sottoposta durante tutta la cena. Le era sembrato anche di aver sentito giungerle alle orecchie alcune voci.

Com'è caduta in basso la famiglia reale. Ti rendi conto? Due umane ad Asgard!”

Molto probabilmente il principino l'ha messa incinta e adesso il povero Re deve risolvere i danni di quello sciagurato.”

Come facevano male quelle parole. Ma non tanto perché erano contro di lei, no, perché erano contro di lui e Cat sapeva benissimo che erano tutte schifose bugie. E per quanto tentasse di ignorarle non riusciva a sopportare che Loki fosse messo sotto una cattiva luce per colpa sua. Ed ecco che la sua vera natura tornava a tormentarla, così come le parole che il suo amico le aveva rivolto durante la loro lite.

Si affacciò alla finestra per guardare un'alba che non aveva mai visto e che non avrebbe mai più potuto ammirare. Si rivestì con i suoi abiti terrestri velocemente, in assoluto silenzio e sgattaiolò fuori dalla camera prima che Loki si svegliasse, prima che fosse troppo tardi.

Non so se la rotta è giusta o se mi sono perduto ed è troppo tardi per tornare indietro. Così, meglio che io vada via, non pensarci è colpa mia. Questo mondo non sarà mio.1

Era confusa, disorientata. Jake, alla fine, aveva ragione su tutto: quel mondo non faceva per lei, allo stesso modo in cui lei non faceva per quel mondo. Abbandonare Loki le faceva male e le avrebbe fatto male per sempre; la loro storia sembrava condannata a questa specie di malato e perverso gioco di ritrovarsi e abbandonarsi. Lui ne avrebbe sofferto ma sarebbe durato poco, l'avrebbe dimenticata in fretta riuscendo a trovare una Dea alla sua altezza.

Si recò alle scuderie, dove i cavalli erano già svegli e in attesa della loro razione di cibo giornaliera. L'aria era frizzante e quando aprì le scuderie venne investita dall'odore di chiuso, fieno e di cavalli. Senza tante cerimonie andò dal cavallo nero, lo stesso che aveva montato il giorno precedente e che sembrava l'avesse riconosciuta.

“Sssh, stai buono.” disse, accarezzandogli il muso per non farlo agitare . “Adesso, noi due, ce ne andiamo a fare una bella corsa.” il cavallo, per tutta risposta, agitò il muso dall'alto verso il basso un paio di volte, come se avesse voluto risponderle.

“Ecco, da bravo.” gli sussurrò lei, intuendo la natura impetuosa dell'animale e infilandogli le briglie vi montò sopra spronandolo al galoppo in direzione del Bifrost.

Non si voltò mai indietro per non avere ripensamenti o indecisioni. Doveva farlo e basta. Anche se il dolore che stava provando l'avrebbe portata alla morte. Ripensò alle parole che le aveva detto il suo amico non molto tempo prima.

''Ma tu sei una ragazza della Terra, non sei fatta per stare con uno come lui, che è un Dio e un principe. Adesso pensi di si ma vedrai che tra poco capirai che non siete fatti l'uno per l'altra.''

Aveva ragione. Aveva ragione e adesso era troppo tardi per non soffrire. Sperava che Jake si fosse sbagliato, che avesse parlato solo per gelosia ma era lei che si era sbagliata. E adesso come faceva male quello sbaglio. Cavalcava con il vento che le scompigliava i capelli e gli occhi colmi di lacrime amare, spronando il cavallo ad andare sempre più veloce, non volendo restare lì un minuto di più.

Una volta raggiunto il Bifrost, arrestò la folle corsa del cavallo facendo impuntare in avanti le possenti zampe al suolo con un nitrito sonoro; scese e si avvicinò al guardiano che, avendola vista senza bisogno di usare gli occhi, la stava aspettando.

“Non dovreste essere qui, Lady Caterina.” le disse continuando a sorvegliare l'universo intero, dandole le spalle.

“Heimdall, non puoi capire. Io non sono adatta per lui.” disse con voce spezzata e al contempo sorpresa di capire che l'uomo di fronte a lei avesse già capito le sue intenzioni.

“Come fate a saperlo se non vi date neanche un'occasione?” domandò girandosi verso la fanciulla e guardandola con i suoi occhi ambrati che scrutavano ogni cosa.

Rimase un attimo in silenzio, sorpresa dalla sua domanda.

“Non c'è bisogno che mi si presenti un'occasione per capirlo. Avevano ragione a dirmi che non ero adatta per lui e per il suo mondo. E poi è bastato vedere come mi guardavano le altre persone. Sono sbagliata per questo posto e sono sbagliata per Loki. Ti prego, apri il ponte non rendere più penosa questa scelta.” gli rispose portandosi le mano all'altezza del petto, con la speranza che non tentasse di convincerla ancora. Il suo cuore e la sua anima non avrebbero retto.

Le iridi d'ambra di Heimdall si spostarono dietro la ragazza e prima che si potesse girare, si sentì chiamare.

“Caterina.” era la prima volta che Loki la chiamava con il nome intero. E poi come aveva fatto a raggiungerla? Lei pensava che stesse dormendo e di aver fatto piano proprio per non svegliarlo. Come poteva essere lì?

“Loki?”

“Che cosa stai facendo?” le domandò; sapeva bene, purtroppo, quali erano le sue intenzioni e sentiva il terreno cedergli sotto i piedi. Se lo avesse abbandonato per lui sarebbe stata la fine.

“E' la cosa giusta da fare.” disse con sforzo, per cercare di convincere più che altro se stessa.

“Ma cosa diavolo stai dicendo?” anche il Dio faticava a parlare, col cuore ferito ed a pezzi.

“Lo sappiamo entrambi. Io non sono degna di stare qui e non lo sono neanche di stare al tuo fianco e di essere la tua compagna.” lo guardò e le si strinse il cuore: anche lui si era messo le prime cose che aveva trovato, era spettinato, il viso segnato dalla consapevolezza e gli occhi lucidi traboccanti tristezza.

“E' stato Odino a dirti ciò?” domandò duro.

“No. Lui sembrava quasi felice.” ammise, guardando in basso, sentendosi colpevole.

“E allora perché?” disse questa volta con la voce incrinata.

“Perchè sono solo un'umana!” alzò, senza volerlo, il tono della voce.

“E cosa mi importa di questo?”

“Te ne deve importare, invece! Sono un'umana che non potrà MAI darti dei figli e tu sei un principe e un Dio! E presto di renderai conto di che sbaglio madornale hai fatto a legarti sentimentalmente con un essere sbagliato come me, che non può darti nulla!” le lacrime stavano bagnando il suo volto lente e silenziose, costringendola ad alzare sempre di più la voce.

Loki la vide così sconvolta e capì di dover fare qualcosa per lei; lei che era tutto per lui. Sapeva bene cosa significava essere diversi, essere sbagliati ma lei non lo era. Non lo sarebbe mai stata per lui. Continuò a guardarla e prendendo un profondo respiro pronunciò la cosa più difficile che potesse dire.

“Io ti amo.”

“Cosa?” domandò lei dopo un attimo di silenzio surreale, pensando solo di essersele immaginate quelle parole uscite dalle sue labbra, posando i suoi occhi lucidi in quelli del Dio.

“Ti amo e non mi importa se sei umana o una dea, se sei o meno di sangue reale o non mi potrai mai dare dei figli, perché io mi sono legato a te indistintamente ed incondizionatamente.” le si era fatto più vicino e le aveva preso le mani per impedirle di andarsene.

I will love you unconditionally. There is no fear now. Let go and just be free. I will love you unconditionally. 2

[Ti amerò incondizionatamente. Non c’è paura ora. Lasciati andare e sii libero. Ti amerò in maniera incondizionata.]

“Ti promisi che ti avrei protetta, che ti avrei salvata, seguita e che ti sarei rimasto per sempre accanto ed è quello che voglio fare.” sapeva che quella di Cat era solo paura; vedeva riflesso nelle sue iridi metalliche il suo amore vivo ed ardente. E sapeva anche che se si fossero separati, sarebbe per sempre rimasto dentro al suo cuore e nella sua mente.

I know now, just quite how, my life and love may still go on. In your heart, in your mind, I'll stay with you for all of time.3

[Adesso lo so, so come la mia vita e il mio amore possono andare ancora avanti. Nel tuo cuore, nella tua mente, starò con te per tutto il tempo.]

Adesso si erano avvicinati tanto che i loro respiri si confondevano. Loki le aveva appoggiato la fronte sopra la sua, mentre intorno a loro cominciava a rischiararsi.

“Sposami.” le sussurrò.

La ragazza lo guardò dritto negli occhi, incredula messa davanti ai sentimenti di Loki e alla sua proposta. Il cuore le saltò alla gola, perdendo prima un battito per poi iniziare a battere come un tamburo, così forte da far male. Ma era un male buono, quello.

“Dici davvero?” domandò credendo ancora una volta di non aver capito bene cosa le avesse detto.

“Si. Rimani, sposami e manterrò quanto ti ho promesso, anche a costo della mia vita.” quanto era difficile per lui esternare i propri più intimi e profondi sentimenti? Ma se non voleva perdere l'unica luce delle sue tenebre doveva fare questo sforzo. Valeva davvero la pena per avere lei e il suo amore incondizionato. In cuor suo, però, temeva un rifiuto perché nonostante quella creatura non lo avesse mai considerato un mostro, un rifiuto e un reietto, lui si sentiva tale.

“Si.” rispose, un leggero ed emozionato sorriso a decorarle le labbra.

Adesso era Loki che credeva di aver solo immaginato quella parola tanto sperata.

“Certo. Certo che ti sposo Loki!”


 

Era passata una settimana da quando Loki le aveva proposto di sposarlo e il matrimonio si sarebbe tenuto tra solo un giorno. Tutto il regno era rimasto colpito e sorpreso nell'apprendere la notizia e vi avrebbero preso parte da ogni angolo del Regno.

I genitori della ragazza erano stati accolti nella grande casa di Odino e vi sarebbero rimasti fino al giorno delle nozze. Cat aveva chiesto se era era possibile far venire anche la sua amica Mary, le era stato risposto che la cerimonia era riservata solo ai parenti. Si era così ritrovata la sera prima in camera sua, da sola.

Come prevedeva la tradizione non le era permesso di vedere Loki ed aveva congedato le sue ancelle con la chiara ed unica intenzione di restare sola, dal momento in cui le era impossibile vedere le uniche due persone con cui aveva voglia di stare. Distesa sul letto a guardare il soffitto, con una leggera camicia da notte color crema, pensava a come e a quanto sarebbe cambiata la sua vita da domani. Ripensava a tutti i discorsi che sua madre le aveva fatto riguardo al matrimonio, alle scelte difficili, le liti e ai possibili periodi bui ma anche tante risate, tante gioie e tanto amore. Per loro due era stato così, chissà se per loro sarebbe stato lo stesso; di certo non sarebbe stato più facile.

Venne distratta dai suoi pensieri quando qualcuno bussò piano. Si alzò ed andò ad aprire la porta in punta di piedi scalzi e davanti si ritrovò Loki con un'aria malandrina stampata sul volto.

“Loki, che ci fai qui?” disse a bassa voce, guardandosi intorno per accertarsi che nessuno li vedesse insieme.

“Ho un regalo per te.” ripose, dopo averle dato un leggero bacio sulla fronte, un po' sorridendo e un po' ghignando. “Consideralo un regalo di nozze in anticipo.” si fece da parte per mostrarle in che cosa, o in chi consisteva il suo dono; lasciò così spazio a Mary che si avventò al collo dell'amica che non aveva ancora focalizzato bene la sua figura nel buio. Si abbracciarono così forte e così a lungo che ad un certo punto mancò loro il fiato e furono costrette a staccarsi.

“Vi lascio sole.” si congedò Loki ma Caterina lo fermò prima che sparisse nell'oscurità di quei corridoi.

“Grazie.” mormorò e alzandosi in punta di piedi gli dette un piccolo e tenero bacio sulla guancia.

Una volta dentro la camera entrambe si gettarono sul letto, riprendendo ad abbracciarsi, ridere e parlare. Si confidarono fino a notte tarda, o per meglio dire, fino a quando non iniziarono a spuntare le prime luci del nuovo giorno.

“Loki mi ha portata qui di nascosto.” disse ridendo per la birbanteria appena fatta. “Ha visto che una certa persona non poteva stare senza di me.” scherzò e risero insieme, felici di essersi ritrovate. Poi calò di nuovo il silenzio, interrotto dopo una manciata di secondi.

“E così ti sposi.” constatò tranquilla la ragazza bionda, un accenno di emozione mal nascosto.

“Già.” fu tutto quello che Caterina riuscì a pronunciare, ancora incredula che quello stesse capitando a lei. Altre risa sommesse riecheggiarono nella stanza ma furono presto interrotte da una domanda bruciapelo rivolta all'amica clandestina.

“Jake come l'ha presa?” domandò all'improvviso turbata, l'aria seria a decorarle il viso che prima era rilassato.

Mary sospirò, preoccupata da quella domanda. Jake non l'aveva presa per niente bene, iniziando a fare subito scenate melodrammatiche.

“Quando ha saputo che saresti andata a vivere ad Asgard ha iniziato a sbraitare e a darmi la colpa perché io avevo chiamato il coinquilino al piano di sopra – è così che ha iniziato a chiamarlo – . Quando gli ho detto che ti sposavi non ha detto niente. Ha preso ed è uscito senza dire una singola parola, un mugolio, niente, ed è rimasto fuori per tutto il giorno. Non mi ha parlato per giorni e tu sai che non l'ha mai fatto. Solo adesso sembra che sia più tranquillo.” disse tutto d'un fiato, senza entrare nei particolari ma neanche senza dirle una bugia. Non le avrebbe detto niente ma dato che era stata lei a chiedere informazioni del fratello le sembrava giusto dirle come stavano le cose.

“Mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto. Io credevo ingenuamente che fosse solo una cosa passeggera, che gli passasse subito. Non avrei mai pensato che potesse starci così male. Mi sento così in colpa.”

Mary le prese le mani e gliele strinse tra le sue, per darle forza. “Devi vivere la tua vita, tesoro. Lui se ne farà una ragione.” cercò di consolarla, proprio come aveva fatto col fratello. Perché prima di tutto voleva vedere le uniche due persone care essere felici.

Continuarono a parlare ascoltando la musica nel lettore MP3 che la bionda si era portata dietro fino a quando non si addormentarono con le mani intrecciate per giocare a schiaccia-pollice, proprio come quando erano bambine.


 

Vennero svegliate da un gruppo di ancelle che, precipitatosi nella camera alle prime luci del giorno, pensavano di trovare la futura sposa già sveglia.

“Lady, svegliatevi.” la scosse Athi.

“Ancora cinque minuti, dai.” borbottò nel sonno.

“Ma Lady, non avete cinque minuti. Vi dovete sposare, oggi.” e riprese a scuoterla con maggiore forza, seria.

Caterina si alzò col busto di scatto dal letto e svegliò anche Mary, che continuava a dormire come un sasso. La ragazza bionda non se ne curò e rigirandosi dall'altra parte, continuò a dormire. Si passò una mano sulla fronte, si spostò i capelli dietro le orecchie e vedendo che la sua amica stava ancora dormendo, gridò “Mary, mi devo sposare!”

Nell'arco di due secondi anche l'altra midgardiana si alzò dal letto, credendo che fosse tardi e iniziò a camminare su e giù per la stanza, senza aver la minima idea di che cosa fare.

“O. MIO. DIO. Sei in ritardo. Oh, accidenti!”

“Stai calma, è appena mattina.” la tranquillizzò l'amica mentre si alzava dal letto e si stiracchiava.

“Ah, perfetto.” e si rese conto che non erano sole e che la sua scenata da pazza isterica l'avevano vista tutti.

“Dovreste recarvi nelle vostre stanze, Lady. Immagino vi staranno aspettando per prepararvi.” le suggerì Lia. Già, peccato che Mary fosse una clandestina e che non solo non aveva una camera ma nessuno sapeva della sua presenza ad Asgard.

“Può rimanere con noi?” domandò Cat. Quello era un giorno speciale per lei e aveva bisogno della sua migliore amica al suo fianco.

“Ma certo Lady.” e fu predisposto che le due dame venissero preparate insieme.

“Ci vorrebbe una bella tazza di caffè, adesso. Hai presente quelle che fa Joe al bar? Ecco, non so cosa darei per un po' della sua caffeina.” disse Mary mentre si stava lentamente riprendendo dal sonno e veniva ascoltata con curiosità dalle ancelle che non sapevano di cosa stesse parlando. Si, Cat aveva presente le tazze che serviva Joe al suo bar ma non era certamente quello di cui aveva bisogno in quel momento.

Si era svegliata fin troppo tranquilla ma l'ansia non aveva tardato ad arrivare e prendere possesso del suo cuore e delle sue mani, tremanti.

Venne fatta lavare in una grossa vasca di rame, con acqua arricchita da sali profumati. La preparazione durò un paio d'ore, tempo in cui, entrambe, indossarono il rispettivo abito, vennero truccate e pettinate. Quando Lia ed Athi finirono di preparare la sposa, il risultato lasciò tutte a bocca aperta.

Indossava un semplice ed elegante abito di seta color avorio, le cui maniche si ampliavano a partire dai gomiti. Le avevano raccolto la lunga chioma castana in una classica treccia a spiga di grano che le ricadeva fino a metà schiena; le avevano truccato leggermente il volto per risaltarne i tratti delicati ma sopratutto per darle luminosità agli occhi con della polvere bianca. Per finire le avevano messo un finissimo diadema a incorniciare la sua chioma.

“Cat, sei uno schianto.” ammiccò Mary, stupita del cambiamento della sua amica.

“Siete bellissima.” bellissima ed estremamente felice. Talmente felice da non riuscire più a smettere di sorridere, inebetita.

“Lady, ha delle visite.” la informò Athi facendo entrare i suoi genitori, un po' impacciati dagli abiti e da tanta riverenza. Appena la madre vide la figlia con l'abito bianco e così radiosa non potette fare a meno di trattenere l'emozione e andandole incontro l'abbracciò forte a se, sapendo che la sua ''bambina'' non era più tale.

“Sono così felice, tesoro.” e si asciugò una lacrima.

“Dai cara, così farai piangere pure lei!” esclamò suo padre con l'aria buffa dentro a quei vestiti che non era abituato a portare, vedendo che pure sua figlia era sul punto di aprire i rubinetti e piangere.

Il Signor Bennett nonostante ostentasse un comportamento normale e forse leggermente distaccato, era invece molto emozionato per sua figlia che, dopo davvero tanto tempo, era finalmente felice. E di questa sua felicità ne fu contagiato anche lui benché significava non rivederla più.

“E' ora.” esortò Lia, con l'aria grave. I genitori uscirono dalla stanza accompagnati dalle altre ancelle, mentre le altre quattro ragazze rimasero lì, ad attendere.

Caterina prese un profondo respiro e tese la mano a Mary che gliela afferrò e gliela strinse per farle capire che lei era lì, era lì per lei.

Quando la porta si aprì, si diresse a testa alta e il cuore gonfio di gioia nella sala del trono dove, ad attenderla con impazienza, c'era il suo futuro sposo.


 






 

- Angolo dell'autrice-

“Ciao Marti, immagino che tu sia un po' nervosa per domani ma stai tranquilla che andrà tutto bene. Ci sarò io e ci saranno le tue amiche a fare il tifo per te e a darti coraggio, anche se so che non ne avrai bisogno, sei già forte di tuo. Mi raccomando, spacca il culo ai professori..”

questo è quello che ho scritto ieri sera alla mia amica Marti alla quale dedico pure questo capitolo.
Oggi si è laureata e devo ammettere che è stato molto emozionante quando ha stretto la mano ai professori mentre le dicevano il risultato.
Sono davvero tanto, tanto tanto, fiera di te. Stavo per commuovermi, per fortuna il caro Enzino mi ha distratto, altrimenti finivo come Nikla e tua sorella Michela... a piangere! XD
E poi a giro per piazza del Campo ed a giro per il Corso... è stata davvero una BELLISSIMA giornata e sono felice che sia stata per te, perché sei una persona speciale e molto importante per me.
Questo è ciò che oggi non sono riuscita a dirti, un po' perché c'era tanta gente ed un po' perché altrimenti le lacrime avrebbero preso il sopravvento.
Chissà se leggerai mai queste righe... molto probabilmente te le farò leggere mentre saremo a lavoro ed agiteremo i nostri pugnetti secchi ascoltando ''Ahia ahia mal di pancia'' XD

Ti voglio bene.

 


Okay, care ragazze che mi seguite e mi scrivete sempre così appassionatamente mi duole annunciarvi che siamo al penultimo capitolo..............

“Mi duole annunciare che questa è la fine.”4

*immaginatevi l'autrice che fa il broncio triste triste :-( *

già, siamo giunti (quasi) alla fine di questa avventura.... Spero che vi sia piaciuta, che vi abbia fatto sorridere e che vi abbia fatto commuovere e che continuerete a seguirmi se mai, un giorno, dovessi pubblicare altre storie..

 

NOTE

1 Ci sono anch'io, Max Pezzali

2 Unconditionally, Katy Parry

3 Wherever you will go, The Calling

4 Il Signore degli Anelli – La compagnia dell'anello,discorso di compleanno di Bilbo Baggins

 

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio tutti/e coloro che hanno letto, seguito, recensito e più ne ha più ne metta... Siete stati/e davvero molto calorosi...

Un bacione a tutti :-*

  
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