Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: x_feelshurt    10/07/2014    0 recensioni
goodbye, green eyes.
"Lui era un tipo diverso.
Era stronzo, Dio se lo era.
Io ero peggio di lui.
Non sono mai stata una brava ragazza, colpa di mia madre.
Non ho mai amato la mia vita, colpa di questa stupida e fottutissima cittá.
È così piccola che mi sale la claustrofobia.
Però quella volta, quella volta che lo vidi, lí ad aspettarmi fuori scuola, mentre si fumava una sigaretta, stretto nella felpa e coi ricci che cadevano sulle spalle, io mi sentii diversa, vulnerabile, più del solito.
Io non ero una tipa fragile. Io ero una che non piangeva mai.
Ma da quando lui fa parte della mia vita e mi è entrato sotto pelle, io sono cambiata.
E odio questa sensazione, non ho mai pianto così tanto da quando ero una bambina.
E odio Harry Styles per aver rigirato la mia vita."
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
.capitolo extra.
My innocence, 
Babsi and Harry.

" i was born a fighter, i was born on a rainy day,
i've had my share of pain,
but you've missed most of that,
so many things you had to do,
you looked after you, 
do you remember what you did,
do you know just what you've missed?
Do you care about what i have to say? "
                                        ---

Sì, lo ammetto, un po' ti penso, ma mi scanso, non mi tocchi più.
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare, far finta di stare bene, quando non è così.
Ogni tanto mi capita di vedere il tuo viso nella folla, sulla metropolitana, nel cinema, alla stazione.
Rivivi in tante cose. Eppure io avevo giurato che ti avrei lasciato andare, perchè era meglio per entrambi, perchè i ricordi bruciavano e non riuscivo più a starti vicino.
Eppure mi manca quando mi proteggevi, quando mi asciugavi gli occhi dopo l'ennesima sfuriata, quando ti lamentavi che fumavo troppo.
Mi manca il tuo odore di alchol, mi mancano le tue maglie e i pantaloni strappati.
---
flashback.
"Fanculo, questo accendino!" 
Babette buttò per terra l'accendino che teneva tra le dita, con la sigaretta spenta ancora in bocca.
Nella mano libera dall'accendino portava le scarpe con tacchi decisamente troppo alti per una quattordicenne ed era appoggiata a un muro lurido, con i capelli che le si spostavano sul viso e gli occhi gonfi e lucidi.
"Fanculo il mondo intero!"
Scivolò con la schiena ancora attaccata al muro e si sedette a terra, gettò la sigaretta via e buttò l'accendino lontano.
Cacciò dalla borsa il rossetto rosso e lo riapplicò senza troppa cura.
Chiuse gli occhi.
Non sapeva neanche perchè fosse lì, in quella notte, coi tacchi in una mano e le calze nere a rete strappate addosso.
Babette è una ragazza difficile, una sociopatica ribelle e danneggiata. Questo compariva nelle cartelle all'orfanotrofio dove lei era stata portata da sua madre.
Sua madre era una prostituta, una fallita, un niente. E Babette non aveva rinunciato a finire nello stesso modo.
Odiava il mondo e le sue regole, lei viveva con le sue. Nessuno si era mai fatto avanti per adottarla e lei ora era ancora rinchiusa in un lurido e schifoso orfanotrofio.
Non aveva amici, nè amore. Lei non aveva niente.
Quella notte era particolarmente fredda, il ragazzo che doveva vedere le aveva dato buca.
Si alzò e camminò fino al bar più vicino, ne uscì con una lattina di thè e qualche caramella.
Imboccò un vicolo per raggiungere l'orfanotrofio più velocemente, appena ne uscì notò tre uomini, uno dei quali più giovane, litigare.
Si avvicinò ai tre quando vide uno dei due uomini più grandi sferrare un pugno nello stomaco del ragazzo più giovane.
Sentì le orecchie ronzare, e si portò una mano al viso.
L'altro uomo, completamente vestito di nero, noto la ragazza e diede una pacca sulla spalla dell'altro.
"Non è un po' tardi per stare in giro ragazzina?"
"Non è un po' tardi per picchiare la gente, a quest'ora della notte?"
Gli occhi di Babette vacillarono nel vedere l'espressione dei due uomini che avevano momentaneamente lasciato il loro bersaglio per concentrarsi su di lei.
"Ti piace scherzare eh?"
Babette sentì il fiato caldo dell'uomo sul suo collo e una puzza di alchol atroce provenire da entrambi. Erano completamente ubriachi. Fradici.
L'uomo vestito di nero le afferrò i capelli suscitando un urlo da parte della ragazza che continuava a dimenarsi, nonostante i due uomini fossero decisamente in vantaggio.
In quel momento Babette ebbe paura, paura davvero.
Intanto il ragazzo si era alzato in piedi, stava raccattando la sua roba e stava correndo via, quando si girò un'ultima volta e la vide.
Così piccola e indifesa tra le braccia di quei due bestioni.
Senza pensare si gettò su uno di loro e gli sferrò un calcio negli stinchi, abbastanza forte da fargli mollare la presa sul sedere di Babette e lasciarla libera.
La prese per mano e Babette e il ragazzo riccio corsero via.
-
Il ragazzo affittò una camera per due in un motel e lasciò i soldi necessari sul bancone.
Babette con la gonna alzata a coprirle appena sedere, il trucco sbafato e i capelli scompigliati salì le scale in silenzio, dietro il riccio, ancora con i tacchi in mano e una busta di plastica con la sua roba in mano.
Non potè fare a meno di guardarlo, coi ricci bagnati che gli coprivano la fronte e non lasciavano vedere gli occhi e pensò che era proprio bello.
"Grazie per avermi.. salvata, immagino." Babette si sedette sul letto e prese a sistemarsi i capelli rossi in una coda.
"Io sono Babette." Cercò di sorridere e quando alzò la testa e vide il ragazzo levarsi la maglietta aprì la bocca alla vista del corpo perfetto, su cui si tracciava un turbinio d'inchiostro che formava disegni e scritte varie.
Il ragazzo massaggiò la parte contusa sullo stomaco, dove compariva un grosso livido violaceo.
"Ti fa tanto male?"
Il riccio alzò lo sguardo su Babette, con la coda di capelli lisci rossi che le ricadeva su una spalla e gli occhi grandi verdi che lo fissavano pieni di aspettative.
Si chiese perchè una ragazzetta di quel tipo, così carina fosse travestita da puttana e girasse per le strade a notte fonda.
"No, è okay." Rispose solo lui.
"Grazie, per prima." Cercò di ripetere Babette, cercando di incontrare lo sguardo di quel ragazzo così misterioso.
Non lo conosceva, se l'era portata in un motel, ma non aveva paura lo stesso.
Finalmente gli occhi del giovane incontrarono quelli grandi di Babette e lei non potè fare altro che perdersi nel verde più profondo, più splendente e forte che avesse mai visto.
E di nuovo lo trovò proprio bello.
"Niente, come hai detto che ti chiami?"
"Babette, è un nome tedesco perchè mia madre era tedesca."
"Era?"
"Non so che fine abbia fatto, era un prostituta e mi ha abbandonata in uno schifoso orfanotrofio, per me è morta ormai."
Il ragazzo rimase in silenzio. Dopo qualche secondo disse: "Io comunque sono Harry."
Babette alzò la testa e sorrise. Di un sorriso vivace, era comunque ancora così innocente e giocava alla donna in modo così carino e dolce che anche Harry sorrise rivelando due fossette ai lati del viso.
A Babette quella notte si scaldò il cuore, era proprio bello.
-
"Perchè eri in quella rissa?" Babette si girò allungata su un fianco, guardando Harry che divideva il letto con lei.
"Sono uno spacciatore e la scorsa volta ho fregato quei due proprio bene. Devono essersene accorti." Harry rise e poi guardò Babette.
"Cosa spacci?"
Harry si aprì in una risata fragorosa che fece arrossire e pentire Babette della domanda.
"Di tutto, ma a loro avevo dato della bianca tagliata con la farina."
"Harry, tu ti fai di ero?"
Harry si scurì in viso.
"Ho smesso di essere un bucomane."
Poi si girò dall'altra parte e diede le spalle a Babette.
Cosa significava questo? Babette era confusa e dispiaciuta di aver rovinato l'atmosfera di quella sera, ma si girò lo stesso dall'altro lato e si addormentò.

La mattina dopo Babette si svegliò in tempo per vedere Harry raccattare la sua roba e pararsi ad andarsene.
"Tu te ne vai?"
"Sei una fottuta bambina, Babsi. Pensavi che sarei venuto a letto con te?"
Babette arrossì a morte. Come l'aveva chiamata? E poi perchè continuava a fare il misterioso, il superiore, l'adulto.
Lei scommetteva che Harry era appena un diciassettenne.
"Mi hai chiamata Babsi?"
"Si, e allora?"
"Perchè?"
"Non potevo?"
"No mi piace, un sacco, nessuno mi ha mai chiamata così. E' carino." Babsi sorrise. "Non posso proprio venire con te?"
---
Due mesi dopo Babette era ad aspettare Harry alla stazione mentre lui incontrava dei clienti.
Lo vide arrivare e guardarla, attraversare la strada e sorriderle.
Si avvicinò piano al ragazzo riccio che le avvolse le spalle con un braccio.
"Venduto bene?"
"Benissimo!" 
Babette lasciò un bacio sulla guancia di Harry e i due si avviarono al solito bar dove si fermavano dopo gli appuntamenti di 'vendita' di Harry che comprava a Babsi il solito cappuccino caldo e il cornetto alla marmellata di ciliegie.
"Harry.. io ho preso una decisione."
Harry alzò la testa e fissò il viso di Babette aspettando che continuasse.
"Voglio provare a bucarmi." Babette si aprì in un piccolo sorriso.
Harry spalancò gli occhi, prese da un polso Babette che stava ancora sorseggiando il cappuccino e la spinse fuori dal locale.
"Ma sei deficiente? Cosa ti sei fumata stamattina? Se inizi non smetti più! Cadi in un baratro!"
Era fuori di sè.
"Ma sei scemo, cosa urli? Tu mi hai detto che eri un bucomane e che poi hai smesso, tu spacci droga e dici a me di non iniziare?"
"Smettila di giocare alla donna adulta, hai quattordici anni, Cristo, non puoi!"
"Sarò anche una quattordicenne, ma tu non lo sai cosa significa non avere i genitori e vivere da sola fin da quando ero una bambinetta!"
"Non lo so? I miei sono morti in un incidente stradale e solo io sono sopravvisuto, capisci? Io li ho visti morire!"
Babette si portò una mano alla bocca e iniziò a piangere.
Si buttò al collo di Harry e lo strise, lo strinse forte.
"Scusami, io.." Continuava asinghiozzare.
Harry prese a carezzarle la testa.
"E' okay, è passata ora. Tranquilla. Scusami per averti aggredita, ma io sono caduto nello stesso errore quando i miei sono morti due anni fa, non voglio che tu faccia la mia stessa fine."
Le prese il viso tra le mani e le asciugò gli occhi bagnati, poi posò le labbra su quelle di Babsi e la sua lingua si fece spazio nella bocca della ragazza, che rispose al bacio intrecciando la lingua alla sua.
Quella notte Harry rubò la verginità di Babsi, le portò via l'unico briciolo d'innocenza che ancora Babsi poteva chiamare suo.
La mattina dopo però Harry non era più nella camera del motel dove aveva dormito per la prima volta e poi per l'ultima con Babsi.
Le parole dolci di quella notte, le frasi illusorie erano scomparse con lui e di tutto ciò era rimasto solo un bigliettino con cui lui l'aveva abbandonata.
Aveva preso quello che voleva e se n'era andato.
Babsi non vedrà più Harry alla stazione, al bar, al motel.
Non lo bacerà mai più sulla guancia e lui non le comprerà mai più un cappuccino e il suo cornetto.
Lui le aveva distrutto tutte le favole, i castelli e le promesse fatte.
Babsi quel pomeriggio comprò dell'eroina e se la sparò in vena.
Aveva pianto e si era disperata, solo alla fine si era resa conto di quello che Harry aveva fatto. L'aveva presa in giro e lei ci era cascata in tutto.
Poi quando aveva ottenuto ciò che voleva era scappato via.
Babette era cambiata.
La piccola Babette era morta.
Ora c'era solo Babsi.

" you took my innocence away and never had a chance to,
you broke me in with your mistakes and thanks for the break through 
but you won't bring me down,
you took my innocence away but the best of me stayed. "

spazio me:
piccolo capitolino extra per approfondire la conoscenza di Babsi e il suo passato con Harry! 
xx, marty : )


  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: x_feelshurt