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Autore: Eliatheas    29/08/2008    15 recensioni
Sapete cosa c’è di diverso tra l’amicizia e l’amore? Cinque centimetri. Cinque centimetri di differenza. In amore non esistono. Nell’amicizia sono una costante. I cinque centimetri di spazio tra il mio braccio e il tuo, Rose. Cinque centimetri di distanza fra il mio viso e il tuo. I cinque centimetri che un amico non dovrebbe mai desiderare diminuire. I cinque centimetri che indicando ad un amico la giusta distanza dalla propria migliore amica. Io, quei cinque centimetri, li odio. Sono quelli che non mi concedono la felicità.
Una song - fic su Rose e Scorpius, accompagnata dalla bellissima canzone di Renato Zero, Magari, che da anche il titolo alla storia.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, è vero. Scrivo troppe storie, ma non ci posso fare niente. Io amo scrivere e le storie...prendono vita da sole, ormai. Questa è una di quelle a cui ho lavorato di più per renderla così. L’ispirazione mi è venuta in macchina, mentre ascoltavo la bellissima canzone di Renato Zero,  Magari, che da il titolo alla Storia e che ne è la colonna sonora. Purtroppo, in macchina non ho carta, penna o computer e ho dovuto aspettare tre giorni – purtroppo, gli impegni chiamano – per scriverla e quando l’ho trasportata dalla mia mente al computer, mi è uscita completamente diversa da quella che avevo pensato. Così, ci sono stata vicina di giorno e di notte, prima di andare a dormire, mi ripetevo come doveva essere. E, finalmente, dopo quattro giorni, sono riuscita a renderla come io l’avevo pensata.
Spero vi piaccia.
Ah, un’ultima cosa: io sono per le Rose/Scorpius, quindi, oltre questa, ve ne subirete molte altre!

Magari...

[Magari toccasse a me,
prendermi cura dei giorni tuoi,
svegliarti con un caffè
e dirti che non invecchi mai.
 Sciogliere i nodi dentro di te,
le più ostinate malinconie...
Magari
]

“Ti prego...”
Mi volto verso di te con un sopracciglio inarcato, mentre tu fai una faccia implorante e posi la tua mano sulla mia. Una scarica elettrica mi percorre dalla nuca alla schiena, fino ad arrivare alla mia mano, ma tu non togli la tua.
“Uhm? Cosa?” chiedo, mentre mi perdo nella profondità dei tuoi occhi azzurri e mi riscuoto solo quando vedo le tue labbra rosse muoversi davanti ai miei occhi
“Il tuo tema” Implori. I tuoi occhi sono laghi pericolosi in cui non dovrei perdermi. “Me lo presti? Ti prego, Scorpius! Non lo copio, prendo solo ispirazione!”
Faccio finta di pensarci per un momento, ma non lo faccio per nulla e guardo il tuo viso di una bellezza così abbagliante che mi bruciano gli occhi. Distolgo lo sguardo da te e fisso a lungo la mia colazione prima di risponderti.
“Uhm...ok” Faccio un sorrisetto e tu mi regali il più bello dei tuoi sorrisi radiosi.
“Oh, grazie! Sei il mio migliore amico, Scorpius!” Mi abbracci entusiasta e posi un bacio sulla tua tempia, poi ti scosti da me e, sorridendomi ancora, mi scompigli affettuosamente i capelli.
Migliore amico. Migliore amico.
Queste parole rimbombano nella mia mente, mentre tu ti allontani con il mio tema fra le mani e ti siedi al tavolo dei Corvonero e io continuo a guardarti a lungo. Fisso la tua schiena fin troppo esile, coperta dai lunghi capelli castani e lisci.
Così bella, così minuta, così fragile.
Rose.
Hai il nome di un fiore. Del più bello dei fiori.
E sei fragile come quel fiore.
Sei ancora un bocciolo, Rose. Un tenerissimo e bellissimo bocciolo di rosa bianca. Bella, irraggiungibile e pura, cristallina.
Vorrei vederti sbocciare, Rosie. Vorrei poterti vedere diventare grande, vedere i tuoi capelli castani diventare corti, poi crescere nuovamente, per poi tornare corti e infine ridiventare lunghi, nel passare degli anni e delle stagioni.
Vorrei poter vedere i tuoi tratti diventare più marcati, diversi da quelli infantili che hai in questo momento, e la tua pelle ora liscia incresparsi di adorabili rughe, segni del tempo che passa.
Ma tutto questo è impossibile, ora. Perché noi due, Rose Weasley e Scorpius Malfoy, siamo migliori amici. Ti ho vista quando eri più piccola di una scheggia, stretta nel tuo maglione grigio un po’ largo. Ti ho vista diventare grande, imparare incantesimi, difenderti da chiunque ti insultasse per le tue origini non proprio nobili. Ti ho vista cambiare: da bambina a donna. Ed ora, ora che hai diciassette anni, devo lasciar perdere, perché ora, al mio posto, ci sarà qualcun altro.
Quel qualcun altro che ora ti sorride dal tavolo di Tassorosso, con quel sorriso che tu trovi adorabile.
Oh, Rosie! Non sai quanto odio in questo momento Dimitri!
Perché è lui il tuo ragazzo?

 [Magari toccasse a me:
ho esperienza e capacità,
trasformista per vocazione,
per non morire che non si fa.
Puoi fidarti a lasciarmi il cuore,
nessun dolore lo sfiorirà...
Magari!]

Tu vieni nella mia direzione, sorridendomi allegra. Poggi la pergamena sul tavolo accanto alla mia tazza di latte e ti siedi sulla panca accanto a me. I Serpeverde, miei compagni di casa, non ti hanno mai accettata, ma sanno che non possono dire nulla, perché sei mia amica. L’ho chiarito subito a tutti, quando hai iniziato a frequentarmi. Guai a chi ti avrebbe solo sfiorato, avevo detto. Avrebbe assaggiato la collera dei Malfoy.
Mentre ti siedi, sento gli sguardi ostili dei miei compagni, ma li metto a tacere con un’occhiataccia.
“Grazie” mormori, prendendomi nuovamente la mano e sorridendomi radiosa. Il tuo sorriso illumina tutto quello che mi circonda. “Sei stato molto gentile, Scorpius”
“Figurati” mormoro, prendendo la pergamena e infilandola nel libro di Trasfigurazione, senza neanche guardarti in faccia. “Sono o non sono il tuo migliore amico?”
Tu allarghi il tuo sorriso.
“Sì, lo sei” dici, allegra, incurante del dolore che si fa strada dentro di me e che mi distrugge lentamente, senza fretta, rendendo tutto più doloroso.
“Come va con Dimitri?” chiedo, indicando Krum, dall’altra parte della sala che mi fissa con sguardo truce. Non gli sono mai piaciuto. Mi ha sempre considerato un rivale quando lui non era il tuo ragazzo e ora sono un intralcio, che gli leva quel poco di tempo che può trascorrere con te.
“Bene” dici, guardando con aria sognante il tuo ragazzo e non sai quanto mi fai male in questo momento. Ma io non ci posso fare niente, se tu ti sei innamorata di lui, di Krum. “E’ gentile. Sai che veniva in biblioteca ogni giorno per vedermi studiare?”
Sì, certo. Che cosa romantica.
“Che romantico...” dico, facendo una faccia finta disgustata. Tu ridi divertita, mentre il mio cuore si spezza lentamente. Sembri così felice e...innamorata di Krum. Mi fa male, vero, ma anche io mi rendo conto che tu sei davvero felice.
“Lo so che per te è tutto una stupidaggine” mormori, portandoti indietro una lunga ciocca di capelli castani e io ti  blocco nel gesto, per prendere quella ciocca tra due dita e osservarla alla luce del sole che brilla dal soffitto della Sala Grande. Castani, brillanti, con un riflesso di rosso. Meravigliosi i tuoi capelli. “Ma cerca di essere meno cinico e di vedere la cosa dal lato di una ragazza. Sarebbe molto romantico se tu fossi una ragazza”
Ti ritrai e io lascio scivolare la ciocca tra le mie dita, prima di vederla scomparire dalla mia presa.
“Be’, per fortuna non lo sono” borbotto, storcendo il naso, mentre tu ridi, divertita. Ma non c’è nulla da ridere. “Dai, andiamo a lezione”
Mi alzo e tu ti alzi con me, torni al tuo tavolo e prendi la tua borsa, ma prima di venirmi incontro, ti fermi al tavolo dei Tassorosso.
Tranquillizzi un po’ il tuo ragazzo, dicendogli che io sono solo un amico, poi ti chini su di lui e lo baci.
Ed io non posso guardare, per cui focalizzo la mia attenzione sulle colonne all’entrata della Sala Grande.


[Magari toccasse a me
un po' di quella felicità...
Magari..
Saprò aspettare te
domani e poi domani e poi... domani.
Io come un'ombra ti seguirò,
la tenerezza è un talento mio,
non ti deluderò la giusta distanza io...
Sarò come tu mi vuoi
ho un certo mestiere anch'io...
 Mi provi?]

“Non ti fila neanche di striscio” sentenzia Albus, finendo la sua colazione e alzandosi dal suo posto. Ecco, il mio migliore amico è l’unico essere umano capace di consolare una persona con delle frasi che dovrebbero ucciderti.
Albus è mio amico dal primo anno di Hogwarts. E’ stato lui a presentarmi te.
Gli voglio bene come un fratello, anche se il suo pessimismo mi annienta di continuo.
“Lo so” mormoro, guardando il suo viso per non vedere la scena zuccherosa tra te e il tuo ragazzo.
“Sei il suo migliore amico” continua, infilando il tema appena completato e il libro di Trasfigurazione nella borsa, per poi poggiarla malamente sulle spalle e sistemarsi la cravatta verde e argento, perfettamente ordinata. “Lo sai, se sei il migliore amico di una donna...”
“Lo so” ripeto con più insistenza. Oggi non ho voglia di sentire i brillanti ragionamenti di Albus Severus Potter.
“Non ne ho alcun dubbio”
E se ne va, lasciandomi così, con un palmo di naso ad aspettare te, che non hai intenzione di allontanarti dal tuo ragazzo.
Ed ecco che il dolore mi assale completamente e io resto quasi senza fiato.
“Ehi, Scorpius?”
Mi raggiungi in fretta e poggi una mano sulla mia spalla. Una nuova scarica elettrica mi percorre nuovamente, ma tu, come al solito, non te ne accorgi neanche e, incurante del male che mi stai facendo, mi cammini accanto, con il tuo sorriso radioso e i tuoi occhi azzurri.
“Allora? Copiato il mio tema?” ti chiedo, per evitare di concentrarmi su quello che sta accadendo dentro di me in questo momento. Tu mi fulmini con i tuoi meravigliosi occhi e metti su un’espressione indignata, che mi stringe il cuore.
“Io non copio” dici, indispettita, incrociando le braccia. “Io prendo ispirazione”
“Se lo dici tu” alzo le spalle con un – ahimè, finto – sorrisetto ironico e tu mi dai uno schiaffetto amichevole sul braccio, con un’espressione offesa. Ma non lo sei veramente. Questo fa parte di noi. Prenderci in giro è una costante del nostro rapporto. Della nostra amicizia.
Sapete cosa c’è di diverso tra l’amicizia e l’amore? Cinque centimetri. Cinque centimetri di differenza. In amore non esistono. Nell’amicizia sono una costante.
I cinque centimetri di spazio tra il mio braccio e il tuo, Rose. Cinque centimetri di distanza fra il mio viso e il tuo.  I cinque centimetri che un amico non dovrebbe mai desiderare diminuire. I cinque centimetri che indicando ad un amico la giusta distanza dalla propria migliore amica.
Io, quei cinque centimetri, li odio. Sono quelli che non mi concedono la felicità.

[Idraulico, cameriere,
all'occorrenza mi do da fare.
Non mi spaventa niente,
tranne competere con l'amore.
Ma questa volta dovrò riuscirci:
guardarti in faccia senza arrossire...
 Magari]

Sono seduto sotto all’albero dove io e te, Rosie, ci sediamo di solito, quello grande e maestoso del giardino di Hogwarts.
Sono solo, questa volta.
Guardo il Sole di maggio picchiare con ben poca dolcezza sulla superficie perfettamente calma del Lago Nero e farla brillare come un cristallo improvvisato. Ho un libro tra le mani. Tra poco avremo i M.A.G.O, ma io no alcuna voglia di studiare. Ma non m’importa. Sono lo studente migliore del mio anno, il preferito di molti professori. Loro faranno di tutto per promuovermi con il massimo dei voti.
E’ buffo come gli esami che dovranno decidere della mia vita fuori da qui, vengano messi in secondo piano grazie ad un banale amore non corrisposto. Eppure, ogni volta che vedo te o Krum, o entrambi, questa faccenda diventa sempre meno banale.
“Tutto bene?”
“Uhm?” mi volto verso di te con un sopracciglio inarcato e tu sorridi, sedendoti accanto a me, all’ombra dell’albero.
“Ti ho chiesto se va tutto bene” ripeti, come se fossi scemo. Posi – ignara – la tua testa sulla mia spalla e inizi a giocherellare con i fili d’erba sotto di te. Altra scarica elettrica, altra ondata di dolore. Ma tu, come al solito, non te ne accorgi neanche.
“Uhm...credo di sì” mormoro, arrossendo furiosamente. I cinque centimetri tornano a farmi visita mentre giro il viso verso di te e guardo le tue meravigliose labbra rosse che distano, appunto, cinque centimetri dalle mie e sono tese in un bellissimo sorriso.
“Cosa c’è che non va?” ti scosti da me e mi guardi con un sopracciglio inarcato. Un’espressione curiosa ti si dipinge sul volto. Sei adorabile. “E’ per gli esami?”
Ti guardo a lungo con un sorrisetto amaro, prima di annuire debolmente.
“Sì” mormoro, torturandomi le mani. Tu posi le tue sulle mie e le stringi forte, quasi a voler impedire al sangue di passare. “Sì, anche per gli esami”
“Anche?”
Hai centrato la parola chiave, mia piccola Rose. Forse è giunto il momento di dirtelo.
Arrossisco e tu mi sorridi in attesa.
Chiudo gli occhi e prendo un respiro.

[Se tu mi conoscessi,
 certo che tu non mi negheresti...
due ali
che ho un gran disordine nella mente
e solo tu mi potrai guarire...
 ]

“Scorpius?”
Sei preoccupata, Rose. Me ne rendo conto nel tono della tua voce.
Sospiro, poi stringo forte le tue mani, in cerca di sostegno.
“Vedi...è da qualche anno che ho questo annebbiamento del cervello quando sono con te. E’ come se la mia mente si intorpidisse e io non riesco più a pensare delle cose coerenti. Mi vengono in mente i tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue labbra...ma non riesco a concentrarmi su nient’altro” mi interrompo ed apro gli occhi per guardarti.
Hai il viso scuro, i tuoi occhi sono carichi di dispiacere. Lo hai capito.
Non ne dubitavo. Sei molto – troppo – intuitiva.
“Scorpius...” provi a parlare, ma io scuoto la testa, con le lacrime agli occhi e tu resti in silenzio.
“Fammi finire” ti dico con la voce tremante. “Lo so che non dovrei dirtelo, perché tu sei la mia migliore amica e , soprattutto, perché stai con Krum, ma non riesco a fare finta di nulla, Rosie. Io sono innamorato di te e ti amo. E mi dispiace se non ti fa piacere sentirtelo dire, ma non ci posso fare niente, perché tu devi saperlo. Devi sapere come sto io in questo momento, Rosie. Mi dispiace”
Mi guardi a lungo con i tuoi occhi azzurri che tanto amo. Una leggera brezza dondola dolcemente i tuoi capelli castani e li muove attorno al tuo viso candido. Le tue labbra rosse sono a cinque centimetri dalle mie. Basterebbe poco, Rosie. Basterebbe che io mi sporgessi un po’ in avanti e le mie labbra sarebbero unite alle tue nel bacio che sogno da tre anni.
Ma non lo faccio, perché, nonostante ti ami, so restare al mio posto, quello deciso dal destino. Quello del migliore amico.
Sospiri, Rosie.
“Mi dispiace, Scorpius” mormori, con la voce tremante. Anche i tuoi occhi sono lucidi. Ti alzi. Te ne vai, Rose? Non hai altro da dire? Ti sembro così ridicolo?
Sì, vero?
Afferro la manica della tua camicia, mentre tu ti stai per voltare nella direzione della scuola. Ti giri verso di me, stupita.
Pronuncio una sola parola.

[Rimani!]

“Rimani”
Mi guardi ancora. Le lacrime iniziano a scendere dai tuoi occhi azzurri e ti solcano la guancia rossa d’imbarazzo.
“Scorpius...”

[Io sono pronto a fermarmi qui,
se il cielo vuole così.
Prendimi al volo e poi
non farmi cadere più.
Da questa altezza, sai,
 non ci si salva mai...]

“Possiamo essere ancora amici, Rosie! Ti prego!” Sento la mia voce, emetto dei suoi, parole una dopo l’altra, ma non so cosa sto dicendo. Mi sono alzato anche io e ti tengo le mani. Non mi sporgo neanche per asciugarti le lacrime. Perché non posso più. “Fai come se non ti avessi detto niente, per favore. Restiamo amici”
Ti supplico, ti imploro.
Mi guardi, poi ti butti fra le mie braccia. Io resto rigido al mio posto, poi ti circondo la vita con le braccia e ti accarezzo la schiena. Un gesto fraterno.
“Potresti davvero accettare di essere mio amico? Sopporteresti davvero tutto questo...solo per starmi accanto?”
Mi allontano da te e ti sorrido. E’ un sorriso amaro, triste.
“Farei di tutto per te, Rosie”  mormoro, sull’orlo delle lacrime. Buffo, eh? Anche i Malfoy sanno piangere.
“Quindi...siamo amici, no?” il tuo volto è rosso di imbarazzo, ma le lacrime non scendono più.
“Ti devo chiedere solo un favore, Rose...”
Mi guardi con aria stupita.
“Non mi...abbracciare più. Mi farebbe ancora più male”
Sorridi, poi stringi la mia mano con un sopracciglio inarcato. Io annuisco con un sorrisetto divertito.
“Sì, puoi” mormoro.

[Mi ami?
 Magari]

Siamo in Sala Grande. Mangio svogliato la mia cena, sotto gli occhi curiosi di Albus, che, ovviamente, vedendo i miei occhi rossi, si è chiesto cosa cavolo sia successo. Ma non so se parlargliene o meno, anche perché – per quanto sia un fratello per me – ha il pessimismo facile ed io non voglio deprimermi ancora di più.
“Cosa è successo?” mi chiede, a bassa voce, per non farsi sentire dagli altri.
“Niente” rispondo in fretta, arrossendo. Lui inarca un sopracciglio bruno e mi guarda con gli occhi verdi pieni di scetticismo. “Le ho detto tutto” ammetto, infine.
Lui sbarra gli occhioni verdi e per poco non si soffoca con il pollo.
“Ma sei deficiente?” esclama, poi abbassa la voce, incurante degli sguardi di disprezzo dei nostri compagni di Casa. “Lei sta con quello! Come diavolo ti è venuto in mente di...”
“Perché mi sono scocciato di restare a guardare, Albus” mormoro, guardandolo negli occhi. Lui fa un’espressione comprensiva e mi sorride. “E poi, abbiamo deciso di rimanere amici”
“Ma non è peggio, Scorpius?” chiede il mio migliore amico a bruciapelo, guardandomi preoccupato.
“Sì” mormoro. Non guardo lui, guardo te. Entri nella Sala Grande con il braccio di Dimitri attorno alla vita. Lui si china su di te e ti da un bacio prima di andare a sedersi al tavolo dei Tassorosso. Tu ti volti verso di me e fai un sorriso di scuse. Io alzo le spalle. “Sì, è peggio” continuo, tornando a guardare la mia cena. “Ma almeno le rimango accanto”

[Mi ami?
Magari...]

   
 
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