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Autore: Manry    05/01/2005    3 recensioni
Quanto può essere felice e semplice la vita di una ragazza di 18 anni? Gli adulti considerano questa l'età più felice e spensierata ma è davvero così o si cela qualcosa di più profondo nel cuore dei ragazzi
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro di lei una figura avvolta in un cappotto e in una sciarpa si avvicinava con passo calmo.

Da dove si trovava lei non si riconosceva bene il viso ma dalla voce aveva capito di chi si trattasse

“buongiorno Price” disse facendo comparire sul viso ,leggermente arrossato per il freddo, un sorriso.

Benjiamin Price, 18 anni, uno dei ragazzi più popolari della scuola nonché portiere della squadra e presto anche della nazionale giovanile , ne era certa. Questa era l’identità del ragazzo che l’aveva chiamata.

Erano in classe insieme fin dal primo anno delle scuole superiori ma non avevano mai avuto un rapporto d’amicizia che potesse ritenersi degno di quel nome.

“come mai in piedi già a quest’ora?” le domandò Benji calandosi ben in testa il cappellino con la visiera

“non ce un motivo particolare” rispose Nelly tornando a guardare la strada desolata davanti a se. Sul viso aveva un’espressione serena , da fuori sembrava una ragazza senza nessun problema.

Non aveva voglia di parlare, usciva a quell’ora appunto per non incontrare nessuno ma non voleva che i ragazzi si facessero di lei l’idea di un’associale ghiacciolo.

“e tu? Di solito sei sempre uno degli ultimi a entrare in classe” domandò voltandosi appena a guardare il volto del ragazzo

“Questa mattina mia madre era in vena di paternale quindi sono uscito per non doverla sorbire” disse dando un calcio a un sasso lungo la strada di asfalto.

Sul viso la solita espressione dura che lo aveva contraddistinto dagli altri ragazzi. Poche erano le volte che lo aveva visto sorridere.

Nelly fece segno di aver capito con il volto e rimase in silenzio.

Lungo la strada si sentiva soltanto il cinguettare degli uccellini sugli alberi e il rumore lontano, proveniente dalla strada principale, delle auto.

Nelly mentalmente invocava l’aiuto della provvidenza. Non sapeva più che dire…o meglio non aveva niente di appropriato da dire. Di domande ne aveva ma non voleva assolutamente sembrare importuna, infondo era già tanto che Benji sapesse il suo nome.

Era una ragazza come tante, che non spiccava di certo dal mucchio.

Non essere molto appariscente le consentiva di avere una vita scolastica piuttosto tranquilla, non aveva problemi con gli altri studenti e con i professori e di certo non se li sarebbe andati a cercare.

“senti” esordì Benji “il preside vorrebbe che noi della squadra di calcio svolgessimo un’attività socialmente utile” il suo tono era misto tra l’annoiato e lo scocciato, evidentemente più che un’ invito era stato un’ obbligo quello che aveva fatto il preside “ e mi ha indirizzato verso di te”

Nelly lo ascoltava senza capire però un gran che di quello che diceva…lei che centrava adesso?

Perché il preside aveva sempre quelle malsane idee? Non poteva limitarsi a pensare al bilancio economico della scuola come faceva la maggior parte dei presidi? Non gliene importava poi molto delle idee che gli venivano, poteva anche far costruire in mezzo al giardino della scuola una sua stata in mutande di bronzo per quello che le importava ma , perché coinvolgere lei? Che diamine poteva mai centrare con il club di calcio? A malapena sapeva chi ci giocava…

“cioè?” invitò poi il ragazzo a continuare sperando che il suo coinvolgimento si limitasse a qualcosa di puramente teorico o di ricerca.

“mi ha informato che il giovedì pomeriggio tu fai da babysitter a dei bambini….”

“educatrice” lo corresse

“cosa? Bhe certo educatrice è uguale…” fece senza importanza continuando poi la sua spiegazione

“ e vorrebbe che io ti dessi una mano” concluse

“cosa?” ma come gli era venuto in mente…mettere Benjiamin Price a fare da educatore a dei bambini di 6 anni…era impazzito! Già tremava alla visione delle madri dei bambini che la circondavano furenti dopo che i loro figli erano tornati a casa sparando una serie di parole degne di un film poliziesco di serie D…e poi…alla sola idea di dover passare tanto tempo assieme a Benjiamin si sentiva a disagio.

No, non voleva assolutamente fare quella collaborazione…doveva trovare una scusa per liberarsi da quell’impegno.

“bhe a dire il vero non so se si può…sai ..bisognerebbe fare una riunione con le madri...” buttò li sperando che il ragazzo mollasse…anche se il vero problema non era lui. Se si trovava il modo di evitare quella cosa lui sarebbe stato di certo il più felice…bisognava però convincere il preside…il che non era di certo una cosa facile…anzi ne era certa…sarebbe stato impossibile

“spiacente di deluderti ma hanno già trovato un ’accordo…io mi limiterò a insegnare ai bambini calcio ed a evitare che si ammazzino”

Le stava venendo un terribile mal di testa.

Ne era certa , non sarebbe riuscita a sostenere quella situazione.

Avrebbe finito con farsi odiare da Benjiamin, che sicuramente l’avrebbe trovata mortalmente noiosa, e avrebbe finito anche con l’avere dei problemi sia con il preside sia con qualche madre che si sarebbe ritrovata tra le mani un figlio con qualche parte del corpo rotta.

Sospirò…avevano deciso tutto senza prendere neanche in considerazione l’idea di chiedere la sua opinione, come al solito. Nulla di nuovo quindi …e come al solito decise di accettare senza obiettare, tanto non sarebbe servito a nulla e avrebbe sprecato energie inutilmente…e poi che differenza poteva mai apportare alla sua vita quella esperienza? La sua vita faceva già schifo…peggiorare era praticamente impossibile.

  
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