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Autore: _xwatson    11/07/2014    2 recensioni
Raccolta di storie scritte per la HuntbastianWeek
"Fu a quel punto che Hunter si girò, lo guardò negli occhi e gli fece lo stesso identico sorriso di quando si erano incontrati, quel sorriso che, Sebastian lo sapeva, poteva portare solo guai. Guai a cui lui non sarebbe riuscito a resistere nemmeno volendo."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pen Pals
 
“Santana, che diavolo dovrebbe significare questa email che mi è appena arrivata in cui la ringraziamo per essersi iscritto al nostro sito di incontri, vedrà che non se ne pentirà e presto anche lei troverà la sua anima gemella?” Sebastian irruppe con il portatile in mano nella camera della sua coinquilina in cerca di spiegazioni.
La stanza era abbastanza disordinata, e sul letto vicino al muro era seduta una ragazza di origine spagnola, con i capelli neri, stretta in un minuscolo vestito che faceva risaltare le sue lunghe gambe abbronzate, intenta a mettersi con molta concentrazione uno smalto rosso sulle unghie dei piedi, ignorando platealmente Sebastian.
“E’ inutile che fai finta di non sentirmi, so benissimo che sei stata tu. Chi altro potrebbe essere stato?” chiese con sarcasmo a nessuno in particolare.
Lei mugugnò e alzò lo sguardo il tempo necessario per lanciargli un’occhiataccia “Dovresti ringraziarmi invece di lamentarti, idiota”
Sebastian rise “Ringraziarti? Potresti aver appena dato origine ad una struggente e dolorosa storia d’amore in cui due persone dalle parti opposte della Terra sono costrette a rimanere separate dalla distanza, a stare perennemente attaccate a Skype,  Facebook e a qualsiasi altro tipo di social network, a spendere un patrimonio in bollette  telefoniche e rimanere in uno stato di depressione eterno perché non avranno mai le palle di trasferirsi dall’amore della loro vita!”
Santana allungò una gamba in alto per ammirare il proprio lavoro, ignorando il lungo discorso del ragazzo, e poi distese il piede sul letto per lasciarlo asciugare, passando all’altro “Sebastian, è giunto anche per te il tragico momento in cui dovrai trovarti un ragazzo, innamorarti, ripetere continuamente a te stesso che non lo ami, lasciarlo, capire che non puoi vivere senza di lui e bla bla bla. Così alla mattina potrai mandare lui a prenderti il caffè al bar perché questo non è caffè, Santana, è acqua sporca! Dio, come fai a bere certa roba?” gli fece il verso mentre Sebastian buttava per terra alcuni suoi vestiti appoggiati sulla scrivania e si sedeva a gambe incrociate sopra di essa.
Il ragazzo aprì il link del suo profilo nella mail, guardò la sua foto e lesse la descrizione che Santana aveva scritto di lui, rimanendo sempre più perplesso una riga dopo l’altra.
Prima di parlare prese un lungo respiro, come se si dovesse preparare a una dura conversazione con qualcuno particolarmente difficile “Lo scopo di un profilo su un sito di incontri è quello di evidenziare eccessivamente le proprie buone qualità e aggiungerne tante altre positive che molto probabilmente non si hanno nemmeno perché nessuno può contraddirti, considerando che non ti conosce.
Qui c’è scritto che sono: arrogante, superbo, acido, irritante, scontroso, stronzo e tanti altri aggettivi carini. Ora” si prese una pausa per appoggiare di lato il computer e andare a sedersi sul letto vicino a Santana “Mi spieghi a che cazzo serve iscrivermi a un sito di incontri se poi mi descrivi come una persona a cui non vorrebbe avvicinarsi nemmeno il Grinch?”
Santana sbuffò esasperata “Non aveva senso dire che avevi un bel carattere, quando dopo cinque minuti di conversazione sarebbero scappati tutti; nel mio modo c’è stata fin da subito una selezione naturale che ci ha fatto guadagnare tempo, e ora proverà a contattarti solo gente disposta a conoscerti e sopportarti nonostante tutto.”
Sebastian guardò Santana, e resse il suo sguardo per un tempo indeterminato “Tu. Sei. Completamente. Impazzita.” Scandì con lentezza nell’eventualità che non recepisse bene il messaggio.
“Troppo gentile, Smythe”
In quel momento il computer emise un flebile suono che indicava la presenza di una notifica non ancora vista, interrompendo il battibecco dei due amici.
“Ehi, il mio profilo ha ottenuto successo! Guarda chi è, avanti” esclamò Santana sporgendosi subito in avanti per afferrare il computer, ma Sebastian la precedette e se lo strinse al petto per non farle vedere la schermata.
“E’ il mio profilo, ti ricordo” disse visualizzando il messaggio che gli era appena arrivato e dopo pochi secondi la pagina del ragazzo che aveva appena scoperto essere interessato a lui “Ma chi diavolo mette come foto un gatto?”
Santana scoppiò a ridere fragorosamente “Accontentati, Smythe, solo un gatto ti vuole, per ora”
“Magari questo ragazzo è carino, ma ama il suo gatto e preferisce non mettere la propria foto” rispose offeso Sebastian “E’ impossibile che nessuno desideri passare il resto della sua vita con me. Avanti, posso avere tutti i difetti che vuoi, ma sono semplicemente perfetto
“Sapevo che sarebbe diventata una sfida per te” disse Santana compiaciuta “Come si chiama il tuo catwoman, a proposito?”
Il ragazzo sbuffò, seccato “Hunter, a sentire qua.”
“Ehi, se lo fai aspettare troppo prima di rispondere inizierà a miagolare” disse Santana prima che Sebastian uscisse dalla stanza, non senza prima lanciare un cuscino alla coinquilina che lo scansò con facilità ridendo.
 
Quattro mesi dopo
“Santana Lopez!” l’urlo di Sebastian risuonò per tutto l’appartamento, prima che la ragazza si affacciasse dalla porta della sua camera con un’espressione furiosa.
“Tappati quella cazzo bocca subito, Sebastian, non  voglio che qualcun altro vada a lamentarsi un’altra volta perché siamo troppo rumorosi!”
“Tu” lui ignorò le sue parole e le puntò l’indice contro con aria accusatoria “Tu hai cambiato la password del wifi. E’ la quarta volta in un mese, capisci?”
Lei alzò le spalle “Continuerò a cambiarla fino a quando la vicina non si comprerà un modem come tutti i comuni mortali, invece di usare il nostro wifi”
“Non mi importa della lotta fra te e tutti i nostri vicini, esigo la password del wifi, e la esigo ora.”
“Perché ti serve proprio ora?” chiese Santana con un sorrisetto diabolico “Comunque l’ho scritta qui, ma non la saprai mai finché non mi dici a cosa ti serve” sventolò un foglietto davanti al suo naso, e tirò indietro la mano quando Sebastian provò ad afferrarlo.
“Non sono affari tuoi” rispose lui irremovibile “Avanti, un’ora e poi sei libera di cambiarla ancora una volta, basta che mi dai quel foglio”
Lei rise “Scordatelo, Smythe. Hai un appuntamento fra poco per una videochiamata Skype con Hunter, vero?”
Quando Sebastian non rispose e si morse il labbro, Santana alzò gli occhi al cielo “Questa storia deve finire, e lo sai anche tu. Non ho intenzione di contribuire ancora di più alla tua distruzione”
“Non è una scelta tua, è la mia vita, sono le mie decisioni, non le tue. Per arrivare da Brittany devi solo attraversare la strada, non osare dire che capisci la mia situazione!” Sebastian non si accorse nemmeno che il volume della sua voce era aumentato notevolmente da quando aveva iniziato a parlare, ma Santana non fece una piega.
“Sono io che ti vado a pagare le ricariche del telefono e ti dico la password del wifi, però. Non ti meriti questa situazione, Sebastian”
Lui sospirò amaramente “Ho provato a chiudere con Hunter, ma lui continuava a chiamarmi e chiedere spiegazioni sul perché mi fossi arreso, se non gli piacevo più, e… Sono stato uno stupido, ma non ce l’ho fatta”
Santana gli si sedette di fronte e lo costrinse a guardarla negli occhi “Una volta mi hai detto che le persone che hanno una relazione a distanza sono tristi perché non hanno le palle di lasciare tutto e andare da quello che credono il loro grande amore. Ti vuoi decidere a fare qualcosa?”
Lui la guardò con un’espressione tra il sorpreso e l’incerto “Mi stai suggerendo di fare le valigie  e trasferirmi a Los Angeles?”
“Certo che no, idiota” fece una strana smorfia “Ti sto suggerendo di andare da questo Hunter, incontrarlo nella realtà, chiedergli di uscire al cinema, a bere un caffè, dove vuoi tu, e domandarti infine se ne vale veramente la pena. Se la tua risposta sarà si, si troverete un modo, vi vedrete nei fine settimana o come pare a voi. Non ha senso pensare a lui tutto il giorno e non averlo mai nemmeno visto dal vivo.”
“Non posso piombare a casa sua, all’improvviso, senza avvertirlo, mi prenderebbe per un maniaco”
Santana sbuffò “Correrai il rischio, allora. Sai dove abita?”
“Si, ma… Questa è una pazzia, perché ti sto ascoltando?”
Lei prese il proprio cellulare e iniziò a digitare velocemente qualcosa “Senza di me non concluderesti niente. A che ora preferisci prendere l’aereo?”
“Vuoi farmi spendere un patrimonio? “ chiese, cercando disperatamente nella sua testa altri motivi per rimanere a New York “Dio, fai quello che vuoi, Santana, basta che prenoti il volo”
Dentro di sé Sebastian continuò a chiedersi per diverso tempo se non fosse una totale e incredibile pazzia.
 
 
E fu così che Sebastian fece la pazzia più grande della sua vita: arrivare lì, a casa del ragazzo con cui parlava tramite chat e videochiamate da mesi, in una mattina qualunque di luglio, e suonare il campanello di casa nonostante fosse in uno stato di panico assoluto.
Aveva uno strano timore di non essere abbastanza, un timore che non aveva mai sperimentato prima, nonostante avesse anche controllato una decina di volte che i vestiti e i capelli fossero a posto; aveva il timore di non essere lui stesso abbastanza.
Dopo qualche minuto un Hunter arruffato che dava l’idea di essere appena uscito dal letto, in mezzo a un fiume di imprecazioni, aprì la porta biascicando qualcosa, prima di fermarsi e guardare bene chi aveva davanti a sé.
E Sebastian rimase lì a sorridere guardando le diverse emozioni che passavano sul viso di Hunter: un misto di stupore,  felicità e tante domande, come se nemmeno lui riuscisse a credere ai suoi occhi.
Provò a dire qualcosa, ma poi realizzò che stava lasciando Sebastian lì fuori davanti a un cancello chiuso, e si affrettò ad aprire. Lui percorse in fretta quei pochi gradini che lo separavano da Hunter e si guardarono negli occhi per un tempo non definito, ancora increduli.
Sebastian si ritrovò a chiedersi se quel silenzio che c’era fra loro sarebbe durato ancora per molto, perché si ritrovava sempre più in imbarazzo ogni secondo che passava. Era più facile parlare con l’Hunter delle chat e di Skype: evidentemente aveva ragione Santana, e se il vero timore di entrambi fosse mandare avanti una relazione nella realtà? Se in verità il vero Hunter fosse diverso dal suo Hunter?
Tutte le paranoie di Sebastian furono interrotte da Hunter che, passandosi una mano nei capelli e scompigliandoli ancora di più, parlò “So di essere in uno stato pietoso, però… Dici che dopo quattro mesi ce lo meritiamo, un abbraccio?”
Sebastian rise, lo avvolse tra le braccia, si lasciò stringere a sua volta e scacciò tutte le sue paure: quello era un nuovo inizio.
   
 
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