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Autore: Chiara188    11/07/2014    1 recensioni
Hogwarts.
Silente non è morto, la sconfitta di Voldemort è ancora molto lontana.
Hermione e Ron stanno insieme e, con Harry, tornano a scuola. Ma per Hermione questo sarà un anno particolare: capirà, insieme a un altro studente, come le circostanze possono cambiare, indipendentemente dalla volontà. E i due dovranno fare delle scelte, che li porterà a dover decidere tra i loro ideali e un eventuale nuovo percorso, che si è creato innanzi a loro.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Quella sera fu Hermione a prendere l’iniziativa con Ron.
Lo sfiorò delicatamente sul collo e poi lo baciò. Lui non se lo fece ripetere due volte.
Lei gli prese la mano e se la portò in mezzo alle gambe. Voleva solo godere, non desiderava altro.
Lui entrò dentro di lei con forza, senza aspettare che fosse pronta e lei lo portò al piacere due volte.
Quando finirono, Hermione capì di non poter più negare che i suoi pensieri, in quei giorni, appartenevano a un’altra persona. Continuava a chiedersi come fosse possibile che lei si fosse lasciata trasportare da quel gioco di sguardi. Un gioco senza senso tra l’altro, dove l’uno incolpava l’altro.
Quando finì di fare l’amore con Ron, non ebbe più dubbi: i suoi pensieri appartenevano totalmente a Draco.
 
 Quella sera anche Draco si concentrò su qualcun’altra.
Andò dritto da Pansy, che parlava con le sue amiche, e, senza proferir parola la baciò, circondato dalle risatine di tutti i Serpeverde.
Lei lo guardò con ammirazione, lui non la baciava mai così all’improvviso.
Anche loro fecero l’amore. O meglio, Pansy fece l’amore con un rigido Draco, che voleva solo venire.
Lui era sempre stato un po’ egoista, ma fondamentalmente, forse per orgoglio personale, si preoccupava sempre che anche lei raggiungesse l’orgasmo. Quella sera no. Quando lui finì si girò dall’altra parte, zitto, senza dire nulla.
“Che c’è, Draco?” gli chiese Pansy “Non ti è piaciuto?”
Lui scosse la testa.
“Non è questo. Ho semplicemente sonno.”
“Non scendi a cena?”
Lui scosse la testa e lei se andò.
 “Come uscirne?” si chiese Draco. “Forse avendola, mi leverò lo sfizio.”, continuava a ripetersi.
Ma era bloccato. Da una parte il desiderio, dall’altra i pregiudizi. Lui non la considerava alla pari, eppure la voleva, la voleva da morire.
Malfoy, a quel punto, non ebbe più dubbi: si era fatto incastrare dalla Granger.
 
Quel giorno Grifondoro giocava contro Tassorosso.
Harry convocò tutta la squadra prima della partita, per le solite raccomandazioni.
Hermione baciò Ron per augurargli buona fortuna e sorrise al suo amico con la cicatrice.
“Forza!”, disse loro.  E andò a sedersi sugli spalti.
C’era tutta la scuola.
La casa di Serpeverde fischiava a ogni mossa di Grifondoro, che però ugualmente vinceva 70 a 20.
Hermione non si lasciò sfuggire un agitato Draco, che inveiva contro Ron più del solito.
“Lenticchia, i tuoi genitori hanno dovuto vendersi la casa per comprarsi quella scopa?” e tutti i suoi compagni a ridere.
La ragazza si vergognò di provare dei sentimenti per quel ragazzo.
“E’ un animale”, pensò, “Hermione, levatelo dalla testa.”
Ma, pensando queste cose, ugualmente smise di ragionare quando il biondo si girò verso di lei.
Non le fece cenni, non le urlò niente. Si girò solo, scendendo dagli spalti, incamminandosi verso chissà dove.
Hermione, senza sapere neanche il perché, fece lo stesso e lo seguì.
Lo ritrovò appoggiato a un albero, fuori dalla visuale del campo da Quidditch.
Lei non doveva essere lì, lei doveva essere a sostenere il suo ragazzo, i suoi amici, la sua Casa.
Draco la guardò sorpreso. Non si aspettava che lei capisse che voleva essere seguito.
Eppure la Granger era la, con un’espressione indecifrabile quasi quanto la sua. Pensavano entrambi la stessa cosa:  ma cosa ci faccio qui?
Eppure ugualmente c’erano. Entrambi combattevano con ciò che volevano e ciò che pensavano.
“Che ci fai qua?”, chiese Draco, mettendosi sulla difensiva.
Lei non disse niente. Lo guardava. Sperava di avere delle risposte.
“Che cosa vuoi da me?”, gli domandò Hermione, avvicinandosi cautamente.
Lui era in procinto di dirle “Da te non voglio nulla, schifosa mezzosangue.”
Ma stavolta non lo disse. Si accorse di non pensarlo neanche sul serio.
Da lei voleva tutto e allo stesso tempo non voleva niente. Come Hermione d’altronde.
Dovevano decidere e lo dovevano fare anche in fretta, perché, senza neanche accorgersene erano sempre più vicini.
“Allora, Malfoy? Che cosa vuoi da me, si può sapere?”
Lui continuò a non risponderle.
Fece uno scatto in avanti e la baciò.
 
Hermione tornò sugli spalti pochi minuti dopo. Grifondoro aveva vinto e lei manteneva un’inebetita espressione.
Malfoy la aveva baciata.
Erano rimasti attaccati solo per qualche momento, ma erano sembrati tantissimi.
Un bacio con gli occhi chiusi. Non di quelli romantici o passionali.
Era semplicemente un atto di arrendevolezza. Di entrambi.
L’uno si arrendeva all’altro.
   
 
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