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Autore: Chiara188    11/07/2014    1 recensioni
Hogwarts.
Silente non è morto, la sconfitta di Voldemort è ancora molto lontana.
Hermione e Ron stanno insieme e, con Harry, tornano a scuola. Ma per Hermione questo sarà un anno particolare: capirà, insieme a un altro studente, come le circostanze possono cambiare, indipendentemente dalla volontà. E i due dovranno fare delle scelte, che li porterà a dover decidere tra i loro ideali e un eventuale nuovo percorso, che si è creato innanzi a loro.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Hermione si svegliò tardi. Era sabato, poteva farlo.
Si rigirò pigramente nel letto per parecchi minuti.
Non voleva alzarsi. Non voleva affrontare nessuno. Non voleva guardare Ron negli occhi. Non voleva essere tentata da Draco.
Alla fine però prevalse il buonsenso e si alzò.
Scese a fare colazione con Harry e, dopo poco, li raggiunse anche Ron.
“Oggi devi studiare?” le chiese.
Lei annuì.
Sbirciò al tavolo dei Serpeverde. Lui non c’era per fortuna.
“Ti andrebbe di passare la giornata con me? Puoi farli domani i compiti. Stiamo un po’ insieme nel parco.”, le chiese dolcemente Ron.
Hermione lo osservò a lungo con un’espressione indecifrabile. Annuì.
“E’ stato solo un errore. Tu stai con Ron. Ami Ron. Non sbaglierai mai più.”, ripeté a se stessa.
Fu una bella giornata.
Ron la portò nel parco del castello e passarono le ore a giocare e a ridere. Come l’anno precedente. In quel momento nulla era cambiato.
E lei si sentì tremendamente in colpa e più che mai si ripromise di non sbagliare più.
Ma bastò un attimo per far cadere tutte le sue convinzioni.
Draco, con la sua banda di Serpeverde, passò vicino a loro.
“Weasley e la mezzosangue.” Esclamarono ridendo.
Draco non partecipò all’ilarità, ma non la difese neanche. Anzi, le rivolse uno sguardo indecifrabile.
Quasi come se si stupisse di trovarla con Ron.
“Che idioti”, sentenziò, quando i Serpeverde se ne andarono.
 
Quella sera Hermione era di pattuglia.
Draco no, infatti lei si stupì quando se lo ritrovò davanti, al quarto piano.
“Che ci fai qui?”
“Turni extra di pattuglia?”
“Non sei credibile.”
“Infatti.”, disse sorridendo.
“Malfoy, noi dobbiamo parlare.”
Lui ghignò.
“Come l’ultima volta?”
E si avvicinò. Ma lei stavolta lo tenne a distanza.
“Ho un ragazzo.”
“Hai un idiota. Comunque lo so.”
“E anche tu hai una ragazza.”, gli disse riferendosi a Pansy.
Lui sbuffò.
“E quindi?”
“Quindi ciò che è accaduto, non deve verificarsi mai più.”
Draco la scrutò attentamente. Sembrava seria, faceva di tutto per evitare anche solo il contatto visivo. Guardava il muro.
“Non vuoi vedermi più e non mi guardi neanche in faccia?”
Lei lo guardò fisso negli occhi.
“Non capiterà più.”, gli disse con freddezza.
Sentirono un rumore di passi provenire da dietro di loro.
Hanna Abbott, Caposcuola di Tassorosso, comparve da dietro l’angolo.
“Ho controllato l’ala est del castello ed è tutto in ordine. Tutto bene?  Hai una faccia strana.”
 Hermione si girò verso Draco. Ma lui non c’era già più.
 
Nei giorni seguenti, Hermione tenne fede alle sue parole.
Passava le giornate a studiare o in giro per il castello con Harry e Ron. Con quest ultimo, era più affettuosa che mai. Si sentiva in colpa. Pensava che quello fosse il modo giusto per espiare le proprie colpe. Per non farlo più.
Entrava in Sala Grande mano nella mano con lui. In quei momenti Draco non la guardava neanche. Faceva finta che non esisteva.
“Lo Sfregiato e Lenticchia. Che bella coppia!” diceva, ogni qualvolta li incontrava nei corridoi.  
Un paio di volte Hermione fu quasi sicuro di averlo visto indugiare con lo sguardo sulle loro mani intrecciate. Ma credette sempre di averlo immaginato.
Si convinse che Draco si era tolto uno sfizio. D’altronde lo vedeva perennemente avvinghiato alla Parkinson, più del solito.
Si convinse che il biondo aveva smesso di guardarla, perché aveva smesso di pensare a lei.
Era meglio credere a quelle parole. Era più facile ignorare.
 
Draco entrò nella Sala Comune.
“Pansy, e che cavolo, levati di dosso!”
Lei lo guardò sorpresa. Non lo capiva. Un attimo prima si baciavano appassionatamente seduti a tavola, un attimo dopo lui la respingeva. Faceva questo da giorni. Ma lei preferiva non farci caso. Anche lei preferiva ignorare.
La testa di Malfoy era semplicemente da un’altra parte.
“Come ha osato?” pensava in continuazione.
Non riusciva a capacitarsene. Lui, “lasciato” dalla Granger.
Non trovava neanche un insulto adeguato. Chiamarla “mezzosangue” sarebbe stata solo ipocrisia.
“Giorni fa era incollata a me e ora osa camminare sempre mano nella mano con quell’idiota”, pensava.
Draco decise che non la avrebbe più guardata.
“Non me la sono neanche fatta. Forse è questo che mi innervosisce.”
Decise di non pensarci più.
Si avvicinò nuovamente a Pansy e la portò nella sua stanza.
Lei, felice, si spogliò. La scopò con violenza, senza il minimo sentimento. Non le tappò la bocca, la lasciò gemere. Fa niente che tutti avrebbero sentito. Lui doveva rifarsi su qualcuno. A lei invece bastava averlo, non importava come.
Quando finirono, la scacciò. Non la lasciò dormire nel suo letto.
“Sono stanco, Pansy, vai in camera tua.”
Lei si rivestì e lo lasciò solo.
Draco si ritrovò a pensare alla tenerezza di quei baci con la Granger, a quanto stupido era stato.
Sì, Pansy era perfetta per lui, si disse. Poche domande, molti fatti.
“Con Hermione sarebbe stato uno stress. Nascondersi, sopportare le sue arie da saputella, fare in modo che nessuno mai lo venisse a sapere.”
Ma il ragazzo capì che ciò che pensava, non coincideva con ciò che gli diceva il cuore.
   
 
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