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Autore: Miss Dumbledore    12/07/2014    3 recensioni
                        maybe a smile will save us ~
Lily Luna Potter: ecco come si chiamava quella piccola creaturina dai capelli rossi che urlava in mezzo al parco della scuola come un'assatanata. Sembrava ce l'avesse con un ragazzo biondo che la guardava scocciato mentre sfogava la sua furia assassina su di lui per chissà quale motivo.
« Scorpius Hyperion Malfoy, razza di lurida serpe strisciante che cazzo avevi in mente?! »
Urlò infervorata in faccia al biondino che la guardava in un misto di dispetto e stizza.
« Vorrei ricordarti, Potter, che non sono fatti tuoi » rispose calmissimo, anche se gli occhi plumbei brillavano in modo strano, diverso dal solito come se fosse.. impaziente?
« Grande idiota che non sei altro, lei è mia cugina quindi io c'entro eccome. E' una questione di famiglia» alzò la voce infervorata mentre le gote si tingevano dello stesso colore dei capelli.
« Non è colpa mia se voi proliferate come topi, prima o poi è inevitabile andare a sbattere contro un tuo parente pel di carota. »
(Attualmente in revisione.)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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;EIGHTEENTH CHAPTER


"Non piangere, non indignarsi. Capire."
Baruch Spinoza

Caro Albus,
Ho già saputo di tua sorella da tuo padre e mi dispiace tanto non essere potuta essere lì, ma mi avevano praticamente bloccata alla Gazzetta e ho piena fiducia che tuo padre sappia prendersi cura di lei. In ogni caso ora va tutto bene. Tu stai bene? So che non vuoi pesare su di noi, ma gli esami sono alle porte, sono sicura che almeno un po' d'ansia l'avrai. Poi con quello che è successo con James.. sì, Harry ha avuto il tempo di accennarmi tutto il suo disappunto nelle sue lettere e lo aspetto a momenti a casa per poterne discutere meglio.
Per quanto questo mi sconvolga penso che abbia reagito in modo esagerato con lui, ma queste non sono preoccupazioni che devono riguardarti. Stai tranquillo e studia, ho piena fiducia in te. Magari, se hai tempo, cerca di dare un'occhiata a tua sorella, sarà sicuramente indietro e nel panico più totale. Tirala un po' giù dalla scopa e mettila sui libri se puoi.
Ti allego alla lettera un pacco con i tuoi dolci preferiti e qualcosina sia da parte mia che dalla nonna che forse renderanno le sedute di studio un po' meno faticose.
Con amore,
Mamma.

ps. l'altro pacco è per Lily e dille che la Nutella non c'è perchè le abbiamo inviato un barattolo che è la metà di lei nemmeno un mese fa, se l'ha già finito dovrò prendere seri proveddimenti. E che non usi la scusa dei Dissennatori per dire che ha più bisogno di cioccolato del solito, perchè lei ne ha sempre bisogno.

A quell'ultima frase spuntò un sorriso spontaneo sul viso del Serpeverde, steso sul letto del suo dormitorio con Kim che gli riposava accanto e il pacchetto di Lily già aperto. Aveva detto qualcosa riguardo il fatto che dividevano tutto e dopo aver preso qualche muffin, col rumore dei tuoni lontani si era addormentata. Così lui aveva avuto tempo per leggere la lettera della madre.
Lanciò un'occhiata alla bionda accanto a lui, praticamente appiccata al suo fianco e ancora vestita che respirava piano. Era strano che avesse cercato lui, nonostante la loro nuova situazione, beh.. era più abituato a vederla sgusciare dal letto di Scorpius la mattina presto quando pensava di non essere vista oppure vederla abbracciata a Lily nel letto della sorella quando stava a dormire da loro. Di solito cercava loro, in effetti però, nessuno dei due sembrava reperibile quella sera, sembrava fossero scomparsi nel nulla. Non che fosse una novità, in quell'ultimo periodo si comportavano in modo davvero strano.
Si passò una mano fra i capelli e spostò i pacchi dal copriletto verde pieno di briciole al comodino, per poi alzarsi lentamente per evitare di svegliare la sua ragazza. Faceva così strano pensarla in quei termini, ma gli piaceva, aveva un buon sapore sulla lingua quando lo diceva o anche solo pensava. La mosse lentamente in modo da metterla sotto le coperte trattenendo il fiato quando mugugnò qualcosa e si rigirò nel sonno, abbracciandosi al cuscino.
Sorrise dolcemente e si perse un attimo a guardarla, appoggiato a una delle colonnine del letto a baldacchino. I capelli legati in una treccia che ormai era diventata disordinata e perdeva ciocche che le si posavano sul viso, le labbra semiaperte, le mani strette al cuscino. Era bella, bella davvero, di quella bellezza semplice che l'aveva sempre colpito quando si era sorpreso a guardarla non visto.
Le posò un bacio leggero sulla fronte scostandole i capelli dal viso e quando si rialzò notò gli occhi azzurri resi aquosi dal sonno semiaperti.
«D-ve vai?» borbottò con una vocina sottile.
«Devo rispondere alla lettera di mia madre e ringraziarla per il cibo.» le sorrise sedendosi sul bordo del letto mentre lei lasciava andare il cuscino e si girava sulla schiena.
Erano completamente soli, era ancora troppo presto perchè quelli del settimo anno andassero a letto, soprattutto se si pensava allo studio intensivo che stavano facendo per i M.A.G.O. Studio che lui aveva saltato per passare la serata con lei, pensò chiedendosi quanto avrebbe influito sulla sua media.
«Lo farai dopo, vieni qua.» lo guardò contrariata battendo imperiosa con la manina piccola lo spazio vuoto accanto a lei ancora caldo della sua presenza.
La guardò per qualche istante e capì che non sarebbe mai riuscito a dire di no a quei due occhioni da cucciolo.
«Va bene, fammi spazio.»
Lei si spostò un po' di lato ubbidiente e Albus s'infilò sotto le coperte accanto a lei, steso di lato e appoggiato a un un braccio sorreggendosi la testa con la mano per poterla guardare.
«Smettila di fissarmi.» lo guardò storto arrossendo e facendolo sorridere.
«Che hai da ridere ora?»
«Niente, sei bella.» disse con tale naturalezza da non sembrare nemmeno lui: il solito vecchio timido Albus.
«Oh.» aprì le labbra un po' secche dal sonno dallo stupore mentre il rossore sul viso aumentava. «Beh, anche tu.»
L'aveva detto con una vocina così sottile che per un attimo pensò di essersela sognata. A suo malgrado sentì le proprie guance scaldarsi.
«Dormiamo, vuoi?» interruppe il silenzio senza guardarlo Kimberly, prendendogli la maglietta di un gruppo babbano che aveva messo per stare comodo quel giorno e tirandolo verso il basso.
«Va bene.» con ancora un sorriso stampato sul volto si abbassò circondandola con un braccio e tirandosela vicina.
Il suo profumo delicato, la morbidezza dei suoi capelli contro il suo mento, il suo petto che si alzava e abbassava lentamente contro di lui, la pienezza di quelle sensazioni era l'unica cosa che voleva sentire, realizzò che quella doveva essere la felicità.
E sperò che ogni temporale d'ora in poi fosse suo.

«Cosa farai dopo la scuola Zab?» il ragazzo alzò lentamente la testa dal libro e la guardò con un ghignetto.
«Credevo ne avessimo già parlato, vivrò della mia bellezza.»
«Andiamo, sii serio.» alzò gli occhi al cielo la bionda.
«Sono serio, ho già qualche proposta da qualche rivista di moda. E voglio espandermi anche al mercato Babbano.» si portò le mani dietro la testa immergendo le mani nei capelli neri.
«Sei impossibile.» sbuffò infastidita guardandolo in tralice.
«Beh, potremmo prendere un caffè.» buttò lì la cosa con tranqullità lasciandola un po' stupita.
«Cosa?»
«Sì, sai quel liquido amaro che si beve in compagnia Em? Visto che il the lo malsopporti pensavo fosse più adatto.» le sorrise, con quel suo sorriso che arrivava anche agli occhi blu.
«Oh, beh.. sì, va bene.»
«E tu cosa farai prima della fine della scuola?» la studiò come se quella domanda non intendesse troppi significati per non essere letti.
«Passerò i M.A.G.O. e me ne andrò.» evitò il suo sguardo abbassandolo sul libro di fronte a lei.
«Dovresti parlarle, sai? La conosci, per quanto si arrabbi alla fine credo che tu le manchi.»
«Forse.. ma ha una morale troppo rigida per noi Serpeverde.» alzò lo sguardo e intersecandolo in quello di lui mentre si portava una ciocca di capelli sfuggiti alla crocchia dietro l'orecchio.
«Ancora credi a queste stronzate Em? Dopo tutto il tempo che ha passato qui?»
«Forse.»

James camminava al freddo, con le mani nelle tasche e un borsone in spalla lungo la piccola via del paesino. Finalmente arrivò davanti a una porta verde un po' scolorita, ed esitò qualche minuto prima di bussare. Alla porta apparve un ragazzo allampanato dai folti capelli verdi scompigliati. Sii sentivano voci metalliche di sottofondo che venivano dalla cucina in fondo al corridoio.
«Jam, che ci fai qui?» lo guardò bene rendendosi conto dello stato in cui era.
«Ciao Teddy.» cercò di accennare un sorriso.
«Entra, su! Stavo ascoltando alla radio la partita con un po' di pizza, ma ce n'è in abbondanza.» si fece da parte con un sorriso caldo, un sorriso che Harry avrebbe detto fosse la fusione perfetta fra quelli calmi di Remus e pieni d'amore di Tonks.
«Grazie.» mormorò facendosi avanti nell'atrio gocciolando. Per fortuna viveva da solo, altrimenti una qualsiasi donna di casa l'avrebbe ucciso.
«Ma che ti è successo? Sembri uno che è appena stato attaccato da una Veela.» James si chiese distratttamente se fosse solo un modo di dire o se fosse un'esperienza diretta dovuta ai pochi litigi che aveva con Victoire.
«Una storia lunga e non so se mi vorrai ancora qui dopo che l'avrai ascoltata.» lasciò cadere stancamente il borsone scurito dalla pioggia vicino al portaombrelli che barcollo pericolosamente, ma non cadde.
«Ahh, non dire stronzate! Vieni e raccontami, tanto i Chudley stavano perdendo come ogni santissima volta.»

Non ricordava com'era finita seduta sul banco con le gambe aperte e Scorpius in mezzo a esse.
Potevano essere lì da ore o solo da qualche minuto, sospirando ogni tanto l'uno il nome dell'altra come se fosse il suono più bello del mondo e baciandosi, sfiorandosi, mordendosi e graffiandosi. Una vocina nella sua testa -perchè la sua coscienza doveva avere la voce di Kim? Perchè?!- le ricordo che se fossero andati avanti ancora un po' probabilmente le mani di Scorpius non sarebbero più state sotto al suo maglione, semplicemente perchè il maglione non ci sarebbe stato più. Non aveva ben capito com'era passati da un casto bacio a fior di labbra a quello e— beh, non si sarebbe certo lamentata, ma— ma così non andava bene, punto.
«Scorpius..» sussurrò tirando via dal suo petto le mani e accorgendosi che la camicia era aperta e qualche bottone saltato. Quand'era successo? Ed era stata davvero lei?
«..Sì?» ansimò mentre la baciava dietro l'orecchio dandole un brivido, con una mano dietro la schiena pallida inarcata verso il petto nudo del ragazzo e una nei capelli rosso fuoco. La treccia che Kim le aveva fatto quella mattina era andata a farsi benedire quasi subito.
«Dovremmo—» provò a scostarsi senza molta convinzione. «Dovremmo—ecco, respirare.»
Da dove le usciva quella? Era forse stupida?
«C—osa?» Scorpius si raddrizzò guardandola negli occhi, rendendosi conto che anche lui era con i capelli spettinati e il viso arrossato. Gli occhi lucidi vennero illuminati da un lampo di comprensione. «Oh, sì.»
Però rimase lì, con un dito che ancora si muoveva con pigrizia sulla colonna vertebrale dandole piccoli brividi che correvano fino alla nuca.
«Così non mi aiuti..» provò a guardarlo storto, ma con gli occhi lucidi e labbra rosse e gonfie non era esattamente l'immagine della serietà.
«Non sto facendo niente.» non sapeva se voleva prenderlo a schiaffi per il tono innocente o per il cipiglio divertito che aveva assunto. Evidentemente all'inferno andavano di moda i colori chiari da quando era stato assunto.
«Mhm.» gli fece scivolare le mani dietro la nuca giocherellando coi capelli sottili ormai solamente umidi. «No davvero.»
Lui sorrise come se non avesse recepito la nota sarcastica nella sua voce e se la avvicinò ancora un po', come se prima non fossero già stretti nello spazio vitale che normalmente avrebbe occupato una persona sola.
Un rumore inconsulto proprio vicino al suo stomaco la fece sobbalzare. Le ci vollero pochi secondi più una breve occhiata al viso di Scorpius che sembrava quasi— arrossito.
«Ommerlino--» si portò la mano alla bocca mentre le spalle cominciavano a tremarle per la risata repressa. «Ommerlino!» si lasciò finalmente andare contro la spalla del biondo irritatissimo in una risata incontrollata.
«Che hai da ridere Potter?» il tono di lui non potè far altro che alimentare l'iralità della rossa a non finire.
«Guarda che se sei una fogna non--»
«Oh, non provare a dare la colpa a me!» lo interruppe alzando di scatto il viso incontrando lo sguardo divertito con quello di lui.
«Non mentire, non servirebbe a nulla. Sai bene a quale fra noi due è più probabile che brontoli lo stomaco in una situazione— del genere, ecco.»
Sembrava seriamente imbarazzato, dietro quell'aria di sufficienza e lei dovette reprimere un'altra scarica di risolini.
«Ovviamente tu principino, visto che non hai mangiato.» gli sorrise allegra, adirittura euforica tanto che lui non potè far altro che addolcire l'espressione del viso e fare un mezzo sorriso.
«Quindi ora che facciamo?» domandò, totalmente rilassato. Era come se ogni peso si fosse mai portato sulle spalle si fosse sciolto come neve al sole.
«Ti porto a mangiare, ovvio.» gli sorrise ancora più ampiamente e spingendolo un po' per poter saltar giù dal banco. L'improvviso impatto con l'aria fresca del sotterraneo, senza più il corpo dell'altro a scaldarli li fece tremare entrambi.
«Di' la verità, è solo una scusa per passare dalle cucine.» le ammiccò prima di girarsi per recuperare il mantello umido e pieno di polvere.
«Potrebbe darsi, in ogni caso non era il mio di stomaco a brontolare poco fa, o sbaglio?» gli fece la linguaccia la rossa mentre si dava delle leggere pacche ai jeans nella speranza di togliersi un po' di polvere da dosso.
Scorpius le si accostò, passandosi il mantello su un braccio con la mano libera catturò la sua.
«Sei disastrosa come al solito Potter, nessuno ci farà caso.»
«Parla quello che sta andando in giro mezzo nudo.» l'apostrofò con una smorfia indicando con un gesto del mento la camicia a cui erano saltati parecchi bottoni e che anche allacciata alla bell'e meglio scopriva gran parte del torace.
«Non credo che qualcuno si lamenterà, in ogni caso.» ghignò divertito mentre si dirigevano alla porta e l'apriva.
«Il solito egomaniaco.» sbuffò alzando gli occhi azzurri al cielo la rossa mentre lo precedeva e incastrava meglio le dita della mano con la sua.

Cause it doesn't matter anymore
Who was right or wrong
If we could only find the words we lost
Before what we have is gone

Say it now, I hope we find a way

To say it now, don't be afraid
To say it now, everything we're keeping inside
Don't wait just let your heart speak
Don't waste another heart beat
Cause we'll never know
Until we let it out, let it out
Say it say it now”

Quando erano entrati nella Sala Comune Serpeverde era ormai tarda notte, anche perchè ad ogni passo si erano fermati contro un muro a baciarsi per almeno dieci minuti, tanto che a Lily doleva il collo per il fatto di doversi sempre allungare per raggiungerlo e Scorpius già cominciava a lamentarsi che sarebbe diventato gobbo.
«Se proprio hai così paura per la tua salute smettila di baciarmi.» gli sibilò in un sussurro mentre superavano l'arazzo.
«Come se tu potessi resistere.» l'aveva punzecchiata con un tono assolutamente troppo alto. Okay, aveva fatto pace con i propri sentimenti, circa, ma non era ancora pronta ad annunciarli al mondo intero, men che meno in una stanza in cui poteva anche esserci Albus.
Merlino, quando lo avrebbe saputo sarebbe andato fuori di testa. Che poi cosa avrebbe potuto dirgli? Non sapeva nemmeno cosa esattamente il suo iperprotettivo fratello maggiore avrebbe scoperto, dato che non avevano nemmeno per sbaglio sfiorato l'argomento. Stavano assieme? Si volevano? Si piacevano? Si amav-- no, meglio non porsi troppe domande, domande a cui non era ancora pronta a cercare e ricevere risposta. E fanculo al coraggio Grifondoro, in fondo lei era una Corvonero. E avrebbe vissuto nella beata ignoranza, sì, molto logico.
«Shh, abbassa la voce, vuoi che ti senta mezza Hogwarts?» gli diede un colpetto al petto con le loro mani ancora intrecciate. «E comunque vorrei ricordarti chi è stato il primo a baciare chi.» puntualizzò in un sussurro mentre, appena resasi conto che tenersi per mano era comunque una specie di dichiarazione d'intenti e per Al l'equivalente di una sveltina in un ripostiglio cercava di staccarsi. Niente da fare, la presa di Scorpius si fece più ferrea.
«Primo, non importa chi mi sente. Secondo, non è che tu mi sembrassi poi così scontenta. Terzo, che diavolo stai facendo?» erano fermi uno davanti all'altro, la stava di nuovo penetrando con quegli occhi grigi assolutamente e illegalmente dispersivi per la sua sanità mentale mentre Lily cercava come un'indemoniata di sfilare la mano dalla sua. Si fermò, lo fissò con il volto arrossato cercando di mettere assieme più astio possibile e nascondere il nervosismo.
«A me importa e quello che sto facendo è evitarti un interrogatorio di quarantott'ore di tutti i maschi Potter, perchè è quello che ci aspetta se Al ci vede—beh, così.» indicò con la mano libera le loro intrecciate fra di loro. «E comunque non sono io quella che si lamentava per il mal di schiena e poi è colpa tua, sei troppo alto, ecco.»
Aveva cominciato a farneticare come una pazza, lasciando spazio all'agitazione. Tutta la Sala era in penombra, il fuoco ormai quasi spento, segno che doveva essere davvero tardi e sperava che in ogni caso l'ingresso fosse abbastanza in penombra da evitare che qualcuno li notasse.
«Al diavolo Albus, al diavolo tuo padre e quel coglione di tuo fratello—» fu brevemente interrotto da un “Hey!” e una botta sul petto della rossa già pronta a difendere la sua famiglia, benchè, in effetti, James era davvero un coglione. A volte. «Che Godric Grifondoro se li porti all'inferno tutti, a me non importa.»
La faceva facile lui.
«Okay, magari tu sei abituato a girare con una putt—ragazza dai facili costumi al braccio diversa ogni sabato sera, ma si suppone che io abbia almeno un po' di amor proprio e questa situazione—»
«Stai dicendo che farti vedere in giro con me uccide il tuo amor proprio?» la interruppe alzando un sopracciglio. Merda, si stava irritando. Come avrebbe potuto spiegarglielo in modo meno offensivo? «Il tuo amor proprio dove l'avevi lasciato nelle ultime ore, allora?»
«Merda, Scorpius, non capisci un cazzo!» si ritrovò ad alzare la voce anche lei. Perchè finivano con il litigare ogni santa volta? Come si era potuta illudere che quella felicità, quella completezza che l'aveva fatta sentire così bene fino a qualche istante prima fosse condivisa da lui?
«Allora vai a farti uno che riesca a seguire la tua mente deviata.» questa volta fu lui a cercare di lasciarle la mano, che lei irragionevolmente strinse di più fino a farsi sbiancare le nocche. «Lasciami, Potter.» il tono era diventato di nuovo minacciosamente freddo.
Era sempre così, facevano un passo avanti e tre salti indietro. Perchè allora non voleva lasciarlo andare?
«Non scapperai a metà del discorso, Merlino, quella con un cervello contorto qua non sono io.» “Almeno non solo.” aggiunse la fastidiosa voce della sua coscienza.
«Quella che scappa sei tu, il discorso semplicemente finisce qui.» la fulminò lasciandola basita. Quella freddezza la ferì, non ci aveva mai pensato, ma se prima sopportava bene i suoi colpi, ora che l'aveva visto anche nella sua versione dolce e calda.. le faceva male vederlo così distante.
«Sei una testa di cazzo!» il suo orgoglio parlò per lei, che gli mollò all'improvviso la mano per tirargli un pugno sul petto. «Un cazzo d'idiota che non un emerito cazzo di quel cazzo che la gente gli dice!»
«Sempre finissima, mi raccomando.» commentò gelidamente. «Non è che averlo sempre in bocca ti fa sentire più grande?»
Lily boccheggiò, spalancando gli occhi blu.
Le.
Aveva.
Appena.
Dato.
Della.
Puttana.
Negli anni si erano insultati nei modi più svariati, ma mai, MAI, le aveva detto una cosa del genere.
Le parve di vedere un lampo di comprensione passargli sul viso, come se avesse capito che aveva esagerato. Aprì la bocca, ma non fece in tempo a dire nulla che lei fece un passo indietro, come a sottolineare che voleva la distanza massima fra loro due.
«Spero di averti passato una malattia venerea allora, stronzo.» poi si voltò e si precipitò verso il dormitorio femminile, pronta a raccontare a sua sorella che razza di coglione avessero generato prima di lei i suoi genitori e di quanto avrebbe voluto ammazzarlo.
«Lily, aspetta!» la voce di lui giunse troppo tardi, come se si fosse congelato e poi ripreso lasciandole il tempo di attraversare metà Sala Comune. «Merda, Lily!»
Oppure a dormire per l'eternità.
«Vaffanculo!» alzò il dito medio senza nemmeno voltarsi e furente salì le scale per poi sbattere furiosamente la porta. Che chiunque stesse dormendo a quell'ora era una cosa secondaria.
Sentiva le lacrime premerle contro gli occhi, lacrime di rabbia e impotenza.
Si sentiva così fottuttamente stupida. In fondo lo sapeva che lui era uno stronzo e che loro due erano incompatibili, due baci —bhe, più di due, ma quello non importava— non cambiavano nulla. Lui non avrebbe mai capito, non provava la stessa stretta al cuore che provava lei.
Attraverso il corridoio col cuore gonfio di sentimenti confusi finchè non trovò la porta del dormitorio del terzo anno ed ebbe la tentazione di tornare indietro a urargli tutti gli insulti che non aveva fatto in tempo a dirgli prima. Oppure lo avrebbe ammazzato e basta, senza tanti giri di parole.
Fece qualche passo, poi si bloccò di nuovo.
Che Salazar lo prendesse, lei non sarebbe tornata da lui. Aveva ancora un po' di amor proprio e tornare, anche solo per insultarlo, avrebbe voluto dire che ci teneva. E lei non era pronta ad ammetterlo nemmeno sotto tortura, piuttosto sarebbe entrata a far parte del Lumaclub e si sarebbe messa con un Dissennatore.
Con rabbia fece l'ennesimo dietro front ed entrò nel dormitorio, trovando il letto di Kim desolatamente vuoto.
«Maledetti Malfoy.» borbottò e si lanciò sul letto, chiudendo le tende con un gesto secco della bacchetta per poi abbandonarla sul materasso accanto a lei, appallottolata attorno all'enorme cuscino di piume. Scalciò le scarpe e s'infilò completamente vestita sotto il piumino, ringraziando il cielo che l'amica fosse freddolosa come lei e non l'avesse ancora fatto togliere.
Fuori tuonava, probabilmente Kimberly era andata a rifugiarsi da Al, dato che Scorpius e lei erano impegnati. Sì, sicuramente era da Al, concluse con un sospiro stringendosi di più al cuscino, chiedendosi come lo avrebbe affrontato il giorno dopo a colazione.
Grazie a Morgana era al settimo anno e dopo i M.A.G.O. sarebbe sparito dalla sua vita. Con un gemito si rese conto che era esattamente quello che non voleva.

Scorpius aveva appena accennato un passo per seguire la rossa infuriata quando lei aveva sbattuto con malagrazia la porta dei dormitori femminili.
«Merda!» l'unica cosa che poteva fare era imprecare. Possibile che ogni volta che lei era coinvolta andasse tutto così veloce? Un momento prima erano sorridenti e felici e l'altro si lanciavano candelabri. «Merda!»
«Ehm--» la voce lo fece sobbalzare, rendendosi conto che era in Sala Comune e che qualcuno aveva assistito all'intero battibecco.
«Ma Porco Godric!» scandagliando la stanza notò Zab e Amy, seduti vicini a un tavolino su due morbide poltrone, nella penombra di una candela.
«Buona sera amico, scusa se non ci siamo fatti notare prima, ma sembravi un tantino--» gli fece un sorrisino Zab mentre li raggiungeva con qualche falcata pesante.
«Uno stronzo. Un completo imbecille.» completò per lui la bionda guardandolo con rimprovero.
«Io volevo dire impegnato, ma sì, anche uno stronzo completamente rimbecillito.» annuì il moro mentre Scorpius si lasciava cadere nella poltroncina libera accanto a quella di Zabini.
«Io? È lei che si comporta da pazza isterica!» si difese con astio.
«Bhe, le hai dato della donna dai facili costumi, sei fortunato che non ti abbia affatturato i coglioni col caratteraccio che ha.» fece un'alzata di spalle il moro.
«Avresti proprio dovuto evitare quell'uscita, è stata davvero infelice.» Emily continuava a guardarlo come una madre incazzata.
«Possibile che sia sempre colpa mia a conti fatti?» si accasciò ancora di più sulla poltrona di pelle nera che scricchiolò.
«Non ho detto questo, ma un momento prima entrate mano nella mano e il momento dopo litigate come due bambini del primo anno.» incrociò le braccia al petto la ragazza. «Insomma, siete assurdi.»
«Dovreste farvi una sana scopata e parlare di meno.»
«Zab, questo è decisamente fuori luogo.»
«Okay, scusa, era solo un'idea.» alzò le mani in segno di resa.
Scorpius rimase zitto, fissando con lo sguardo vacuo i libri e le pergamene sparse sul tavolino sul quale i due amici avevano studiato prima dello spettacolino offerto da lui e Lily.
Rimasero in silenzio quasi minuto, Emily e Zabini si scambiavano un'occhiata significativa mentre il biondo meditava cupamente.
«Merda.» esordì poco dopo, passandosi una mano fra i capelli biondi spettinati. Da lei.
«Già, merda. Ma si può sapere che vi prende? Insomma speravo che oggi aveste perlomeno parlato.» lo guardò un po' più comprensiva la bionda.
«Il problema è lei, non la seguo.»
«Sì, ma Scor, esattamente cos'è che ti ha mandato così fuori dai gangheri?» si sporse leggermente verso di lui, fissandolo intensamente. Come se sapesse già la risposta, ma volesse averla da lui.
«Non è ovvio?» borbottò scontroso, restio ad ammettere ad alta voce quello che provava.
«Evidemente non lo è.»
«Si comporta come—» si prese un attimo di tempo, masticando fuori le parole come se fossero un boccone troppo amaro da buttar giù. «Merda, si comporta come se si vergognasse di me.»
Emily fece un piccolo sorrisino vittorioso guadagnandosi un'occhiataccia.
«Io non mi vergogno di te.»
La voce alle loro spalle fece sobbalzare Zabini, mentre su Scorpius ebbe l'effetto opposto, congelandolo sul posto.
Lanciò uno sguardo alla sua migliore amica a metà fra il “Ti uccido, comincia a correre.” e “Godric sia dannato, dimmi che non è alle mie spalle mentre avevamo un momento cuore a cuore.”
Lentamente si voltò per incontrare lo sguardo della rossa, che era uscita dalla penombra e lo stava guardando con un'espressione indecifrabile.
«Io—» provò a dire qualcosa, completamente congelato.
«Sei un emerito coglione e sono ancora incazzata con te, ma non mi vergogno di te.» rincarò la dose avvicinandosi. Sembrava non le importasse che non fossero soli, sembrava non le importasse che avessero litigato fino a cinque minuti prima. Semplicemente sembrava determinata e così fottuttamente coraggiosa da spaventarlo a morte.
Erano così i Potter, pieni di amore e così stupidi da buttarsi a capofitto nelle situazioni scomode, più erano disastrose, più si incaponivano. Anzi no, non i Potter, ma Lily. Quella era una prerogativa di Lily.
Notò che le mani strette a pugno le tremavano leggermente, tradendo l'ostentata sicurezza sul suo volto, impressa nei suoi grandi occhi blu.
«Sei un idiota se lo pensi.» aggiunse dando il colpo di grazia.
«Non sono io quello che voleva nascondersi come se stesse commettendo un delitto capitale.» si raddrizzò alzandosi in piedi, riprendendo un po' il controllo della situazione.
Emily e Zabini ascoltavano silenziosi, cercando di diventare più invisibili possibile.
«Merlino e mi biasimi? Albus mi interrogherebbe per ore e poi lo farebbe con te e probabilmente avrebbe una crisi isterica, senza contare che scriverebbe subito a Jam e papà per avere manforte e tu verresti cruciato. E poi picchiato alla babbana. E io rinchiusa in una cazzo di torre.» la voce le tremava leggermente, mentre rimaneva impalata a fissarlo, ancora con le braccia contro i fianchi e le nocche sbiancate.
«E non so nemmeno che intenzioni tu abbia con me.» lo buttò fuori tutto d'un fiato, arrossendo visibilmente.
Ora la palla era tornata a lui che dal canto suo era rimasto senza parole.
«Che intenzioni..?»
«Già, io sono--» e si bloccò prima di finire la frase, facendo un lungo respiro. «Non so cosa sia questa-- questa— questa cosa fra noi e ho paura.»
Paura di venire gettata via, di essere l'ennesima ragazza presa e lasciata senza tante spiegazioni. Paura di essersi illusa. Non avrebbe voluto ammetterlo, non avrebbe voluto dirlo con tutta quella franchezza, ma era terrorizzata. Lei, quella che prendeva tutto di petto, che vedeva le emozioni come pregi, ora aveva un terrore cieco che le divorava le viscere. Forse anche Kim l'aveva cambiata, forse anche Scorpius l'aveva plasmata.
In quel momento, dopo qualche mormorio, Zab e Amy decisero di levare le tende e lasciarli parlare in pace.
«Notte Lils.» le passò accanto baciandole la testa per poi voltarsi e fare un cenno all'amico.
Lily non distolse nemmeno per un istante lo sguardo da lui, aveva bisogno di sapere, bisogno di sentirselo dire, che non si stava illudendo, che c'era effettivamente qualcosa. Che non l'avrebbe spezzata in due.
Le porte dei dormitori si chiusero con un rumore spaventoso nel silenzio assordante che si era creato e quando lui la guardò di nuovo negli occhi sembrava che stesse riflettendo macchinosamente.
«Come “non sai cosa sia”?» riuscì solo a domandarle alla fine, apparendo piuttosto stupido e facendola sbuffare.
Quando aveva sentito lo sguardo di Amy su di sé mentre lui ammetteva il perchè si fosse arrabbiato così all'improvviso Lily si era fermata e invece che tornarsene di sopra e lasciarlo fra i suoi amici rinunciando all'idea con cui era tornata -non sapeva esattamente quale fosse, insultarlo, parlare, picchiarlo, cruciarlo, insomma, non lasciare le cose come stavano- le parole le erano semplicemente rotolate fuori senza che potesse fermarle. Perchè aveva bisogno di farglielo sapere, aveva bisogno che lui stesse bene. Era qualcosa di così istintivo e forte da farle una paura terribile.
«No, non lo so. Non ho più cinque anni, se due persone si baciano non vuol dire nulla. A volte un bacio è solo un bacio.» la gravità di quelle parole le crollo addosso, ma nonostante tutto c'era una parte di lei ancora luminosa che sperava con tutta sé stessa di essere lei a farsi troppi problemi al ricordo di poche ore prima.
«Lily..»
«Sì?»
«Resta.»

Lui fece un passo in avanti, aprì la bocca una volta e poi la richiuse, come pentendosi di quello che stava per dire.
«Sei una cogliona.» esordì. Sì, avrebbe fatto decisamente meglio a rimanersene zitto l'imbecille.
«Bhe, grazie tante. Me ne torno a dormire.» provò a sembrare stizzita, mentre incassava il colpo. Almeno aveva avuto la sua risposta.
«No, ora tu resti.» la voce tagliente di lui la bloccò sul posto, nonostante volesse scappare il più lontano possibile e ricacciare indietro le lacrime che, lo sentiva, sarebbero esplose di lì a poco, rimase bloccata.
«Per sentirti ancora mentre mi insulti? Bhe, ti do una notizia, se io sono una cogliona, in questa stanza non sono la sola.» si morse l'interno della guancia mentre le mani le tremavano in modo incontrollabile. Merlino se si sentiva stupida.
«Allora io sono un coglione che sta assieme ad una ancora più cogliona.» sembrò la cosa più difficile che lui avesse mai detto. Lo vide mentre il petto gli si sgonfiava di colpo e per un attimo credette di aver sentito male.
«Cos--?» il resto si perse in un suono inarticolato, si sentiva in difetto d'aria.
«Sì, hai dei problemi con questo?» il tono aggressivo di lui, ormai l'aveva imparato, nascondeva la debolezza. E lei era stanca di farsi la guerra. Lentamente aprì le mani e poi le rinchiuse, indolenzita dall'averle strette così tanto da essersi lasciata dei segni sui palmi con le unghie. Poi colmò la distanza fra loro e lo prese per la camicia.
«No, anche se rimani un fottuto imbecille.» poi si sciolse in un sorriso che le arrivò agli occhi, facendoglieli brillare. Inspirò lentamente il suo profumo.
«Parla la Corvonero più sveglia di tutti i tempi.» la guardò storto, con gli zigomi leggermente arrossati.
Merlino, Scorpius Malfoy che arrossiva, questo si che la metteva di buon umore.
«Idiota. Sei un completo idiota e non ti conviene tirare troppo la corda, perchè non mi vergogno di te, ma potresti farmi venire voglia di ucciderti.» sentì di doverlo dire ancora, cercando di farlo passare per uno scherzo, ma bisognosa che lui sapesse. Perchè voleva che lui stesse bene. Perchè non voleva più avere paura.
La litigata di poco prima, a Diagon Alley quando si erano nascosti da Lorcan.. era stata tutta colpa sua, della sua stupida testa calda che non la portava a considerare che certi suoi comportamenti potevano essere fraintesi, che non potevano leggerle nella testa.
Per fortuna, perchè se lui avesse saputo usare la Legilimazia avrebbe preso la scopa e sarebbe volata fino in Costa Rica a coltivare patate dalla vergogna, dalla paura.
«Non conviene neanche a te, altrimenti la nostra potrebbe diventare la storia più breve del secolo.» la guardò storto.
«Neanche per sogno, la questione del restare vale anche per te.» scosse la testa la rossa e alzandosi in punta di piedi, attirandolo a sé lo baciò.

I don't want to fight a war
That no ones going to win
All this time we've grown apart
Looking for an end
If I'm the one that's holding on
Holding back
Here's how
we begin
Say it now, I hope we find a way
To say it now, don't be afraid
To say it now, everything we're keeping inside

Avevano riavviato il fuoco, nonostante Scorpius le avesse fatto notare che non faceva poi così freddo e lei l'avesse mandato delicatamente a quel paese. Insomma, lui era praticamente un animale a sangue freddo, non avrebbe dovuto cercare il calore anche lui?
Era notte fonda, ma nessuno dei due aveva voglia di andarsene a letto, Lily dal canto suo non aveva idea del perchè Scorpius non avesse sonno, ma lei dal canto suo era terrorizzata che lasciandolo lì e chiudendo gli occhi nel letto di Kimberly tremendamente vuoto -a proposito di questo si chiedeva come avrebbe reagito Scorpius trovando la sorella nel letto del suo migliore amico, perchè era certa che fosse lì- il giorno dopo sarebbe tornato tutto alla normalità. Come se quella notte fosse semplicemente stata cancellata.
Doveva lavorarci, su questa cosa della paura, o avrebbe passato decisamente troppe notti in bianco, riflette mentre si accoccolava meglio contro Scorpius sulle quali ginocchia aveva appoggiato le gambe, seduti sul divano di pelle proprio davanti al caminetto e avvolta dalle braccia di lui.
Non una volta lui aveva accennato all'ora tarda o detto che era ora di andare a dormire, nonostante la sonnolenza cominciasse ad intontire la rossa, facendoli passare da un bacio passionale all'altro a qualche bacio ogni tanto e chiacchiere sconnesse.
«Ti stai addormentando?» la voce di Scorpius la raggiunse in modo strano, facendogli vibrare il petto mentre lei teneva nascosto il viso nell'incavo del suo collo godendo del suo calore.
«No, riposo solo un attimo gli occhi.» borbottò distrattamente strofinando il naso contro il suo collo.
«Devi smetterla di mentire Potter, tanto non sei capace.» la prese in giro con un mezzo sorriso, anche se lei non lo vide.
«Io non mento mai, sono sveglia.» biascicò in tutta risposta cercando di darsi un tono.
Non fece in tempo a dire altro che sentì lo Slytherin che si muoveva, ma non verso l'alto come aveva pensato all'inizio, ma bensì finendo disteso e trascinando anche lei con sé.
«Forse quello che ha sonno sei tu.» ridacchiò sommessamente mentre si addattava alla posizione di lui, abbarbicandosi ancora di più al ragazzo. Sentì una mano delicata che le passava nei capelli, lentamente, attento a non tirare i nodi.
«Disse quella che ormai non riesce più nemmeno ad aprire gli occhi.»
«Non è— ero.» s'interruppe a metà frase portandosi la mano davanti alla bocca per coprire lo sbadiglio. Sentì il petto di lui vibrare leggermente sotto la sua testa, non riuscendo bene a capire se gli fosse venuto il singhiozzo o stesse semplicemente ridendo di lei.
«A volte mi chiedo come tu faccia ad essere così irragionevolmente testarda da negare l'evidenza.» lo sentì sbuffare e lei scosse la testa piano.
«Questione di punti di vista, penso di avere solo dei saldi principi.»
«Devi andare da un medimago, perchè la tua vista fa decisamente cilecca.»
«Come sei noioso, poi non stupirti se sbadiglio.» borbottò contrariata mentre infilava una gamba fra quelle del biondo, incastrandosi ancora di più contro di lui.
Scorpius alzò gli occhi al cielo, fortunatamente non visto.
«Sei una pappamolla, non reggi nemmeno una notte in bianco.» la prese in giro stringendola più a sé, perchè era vero, lui era un animale a sangue freddo e cercava disperatamente in calore -anche se non l'avesse mai ammesso- come le lucertole al primo raggio di sole uscivano dalle loro buche. Solo che lui aveva bisogno, si rese conto, del Suo calore, della rossa che ora gli era praticamente stesa addosso borbottando frasi sconnesse.
«Prima cosa.. noi Corvonero siamo più per il lavoro intellettuale. E poi— non ho manco voglia di risponderti, ecco.» il tono da bambina offesa ottenne la seconda alzata d'occhi nel giro di un minuto.
«Non mi rispondi perchè sai che ho ragione io e comunque sappi che se ti addormenti qui non ho la minima intenzione di portarti a letto in braccio.»
«Come se te l'avesse chiesto qualcuno, stiamo un po' qua e poi andiamo. Non ho molta voglia di dormire da sola.» borbottò Lily facendo scorrere la mano fino a infilarla nella camicia semiaperta grazie ai bottoni saltati in cerca di calore.
«Come? Non dormi qua, scusa?» le lanciò un'occhiata sinceramente confusa mentre lei apriva pigramente un occhio.
«Sì, perchè?»
«E allora non dormi da sola.»
«E invece sì.» gli lanciò quella che avrebbe dovuto essere un'occhiataccia di tutto rispetto se non avesse avuto gli occhi appannati dal sonno.
«Ma se dormi con mia sorella.» cercò di farla ragionare in tono ovvio.
«Sì, ma lei mica c'è.» gli rispose con un tono ancora più ovvio, la testa leggermente alzata, per guardarlo negli occhi.
«Come non c'è?» alzò un sopracciglio sospettoso.
«Bhe, nel suo letto non è.» fece un'alzata di spalle la rossa, del tutto ignara di dove stava andando a impegolarsi.
«E allora dov'è?» cominciò seriamente a pensare al peggio il biondino. Non era una novità che ogni tanto le due giravano per il castello a combinare guai, ma per l'appunto, sempre assieme.
«Sarà con Albus, non hai visto come tuona fuori?» il tono ovvio di lei mentre riappoggiava la testa al suo petto lo lasciò basito.
«E ora che c'entra tuo fratello?»
«Stanno assiem--» in quel momento ritornando lentamente sveglia si accorse che forse lui non lo sapeva ufficialmente e forse lei avrebbe fatto meglio a tenere la bocca serrata.
«E da quando?» il tono stava diventando pericolosamente inquisitorio.
«Bha..» fece un'alzatina di spalle.
«E perchè io non lo sapevo?» continuò imperterrito.
«Non mi sembra che Albus sappia qualcosa di noi due.» ribattè ad occhi chiusi la rossa.
«È diverso.» s'incaponì il biondo ricordandole un bambino capriccioso.
«Non mi pare.»
«Lo è.» insistette perentorio, del tutto incurante del fatto che ormai la rossa stesse tornando allo stato di intorpidimento mentale che precedeva il sonno.
«Non hanno fatto molto per nasconderlo e poi dai del tonto ad Al..» sbuffò stufa di quella conversazione.
«Ero preso a capire cosa passasse per la testa a te, sei un lavoro a tempo pieno Potter.»
Sembrò che quella frase fintamente sprezzante fosse stata buttata fuori con difficoltà, la stessa difficoltà che contraddistringueva i fratelli Malfoy nell'esprimere quello che provavano. Da parte sua, quando era così assonnata Lily Potter diventava peggio di quando era ubriaca, sincerità in primis.
«Anche tu sei un lavoraccio, che credi.» sussurrò sbadigliando di nuovo. «Ora resta un attimo zitto, riposiamo.»
«Non puoi dormire qua, lo sai?» le ricordò accarezzandole i capelli.
«Non ho visto nessun cartello e ora shh.» borbottò strofinando il naso contro l'incavo fra il collo e la spalla del ragazzo, beandosi nel suo profumo.
«Sei una despota.»
«Mhm..»

La mattina dopo i primi studenti che scesero per andare a fare colazione videro i due ragazzi accoccolati sul divano coperti da un plaid verde-argento appellato da Scorpius poco dopo che Lily si era addormentata. Fra risolini e sguardi sconcertati gli passarono accanto, ma solo quando Emily Warrington gli passò accanto l'espressione di pace assoluta di Scorpius fu capita veramente. Dormivano beati, lei completamente appallottolata sopra e attorno a lui, i capelli che formavano una criniera intorno alla viso rilassato con la bocca leggermente socchiusa. Lui con la testa leggermente reclinata verso di lei con la guancia ricoperta dalla barba biondo chiarissimo di un giorno appoggiata alla sua testa dormiva con un'espressione talmente pacifica sul viso da sembrare un bambino.
Emily si limitò a sorridere e sedersi sulla poltrona di velluto lì accanto mentre aspettava che Zabini scendesse per andare a fare colazione, osservandoli assorta appoggiando la testa alla mano, col gomito appoggiato al bracciolo.
Quando il ragazzo moro si avvicinò facendo per salutarla allegramente lei gli fece segno di fare silenzio e gli indicò il divano i cui occupanti erano coperti alla sua vista dallo schienale. Non appena fu abbastanza vicino per vederli gli sfuggì una breve risata.
«Finalmente.»
«Già.» annuì la bionda un po' malinconica. Aveva sempre pensato che il giorno in cui sarebbero svegliati lei avrebbe potuto fare arrossire violentemente la rossa prendendola in giro e le avrebbe ripetuto fino a farla scoppiare “Te l'avevo detto che era tutta tensione sessuale.”.
E invece no, lei e la Corvonero non si parlavano più da un pezzo e tutto era cambiato nel giro di quei.. due mesi?
«Credevo che ci saremmo diplomati e loro avrebbero continuato a baciarsi negli angoli bui e urlarsi addosso il resto del tempo.» ridacchiò Zab facendo il giro del divano e raggiungendo l'amica, prendendo posto sul bracciolo libero della poltroncina.
«A parte gli angoli bui non credo che tu ci sia andato molto lontano, non ce li vedo proprio tutto zucchero.» sorrise leggermente la bionda senza distogliere lo sguardo.
«Mhm, sì, alla fine sono due adorabili coglioni.» lanciò un ultimo sguardo il ragazzo ai due prima di spostarlo su Emily e sorriderle.
«Non si spiano le conversazioni altrui.» lo rimproverò alzando lo sguardo verso di lui.
«Il fatto che tu abbia capito l'allusione vuol dire che non ero l'unico ad essere curioso.»
«Colpevole.» sorrise ampiamente sistemandosi i capelli sulle spalle.
«Dici che dobbiamo svegliarli?» lanciò un'occhiata nella direzione dei due che continuavano a dormire pacificamente come se nulla fosse.
«Me lo chiedi proprio tu che dividi il dormitorio con Scorpius?» alzò un sopracciglio la bionda alzandosi.
«In effetti.. ma magari la presenza della Potter lo addolcisce.» scrollò le spalle Ares mentre si alzava anche lui.
«Dubito, è più probabile che provino ad ucciderti in due.» scosse la testa bionda facendo ondeggiare i capelli biondi perfettamente lisci. «No, meglio lasciarli stare, prima o poi si sveglieranno.»
«Va bene, allora andiamo che ho fame.»

Quando Kim e Al scesero anche loro per fare colazione, la bionda con i pantaloncini con cui aveva dormito e le stesse calzamaglie, ma con sopra una felpa con la zip aperta non sua come la t-shirt dei Boccini Schiantati -un gruppo di dubbia bravura che piaceva ai fratelli Potter- che indossava sotto non li vide immediatamente, ma il ragazzo che era più alto di lei notò la testa bionda dell'amico.
«Come mai Scor ha dormito in Sala Comune?» chiese innocentemente mentre si dirigeva verso l'amico per svegliarlo. Strano, Zabini era uscito prima di lui, non l'aveva notato?
Quando si avvicinò di più notò una selva di capelli rossi troppo famigliari per essere confusi con quelli di qualcun altro.
«Kim!» la richiamò con la voce che era salita di dieci ottave. La biondina lo raggiunse poco dopo, capendo perchè sembrasse prossimo ad un attacco di panico.
«Che c'è Aluccio?» cercò di sembrare totalmente indifferente, come se fosse del tutto normale trovare i loro rispettivi fratelli che dormivano pacificamente abbarbicati in quel modo.
«Che ci fa tuo fratello con le sue manacce su mia sorella?» domandò con gli occhioni verdi spalancati. Non aveva pregiudizi di sorta come sarebbe potuto essere per James o suo Padre, ma conosceva abbastanza bene il suo migliore amico da sapere quante ragazze si fosse portato a letto e che non era esattamente definibile come il principe azzurro delle fiabe babbane che loro padre gli leggeva da piccoli. Era più il tipo da sedurre e abbandonare, a dire il vero.
«Dormono.» constatò serafica affacciandosi accanto a lui appena aldilà della spalliera del divano occupati dall'oggetto di tanta agitazione.
«Questo l'avevo notato, ma perchè dormono assieme.»
«Si saranno addormentati così.» Kimberly sapeva benissimo che quell'atteggiamento noncurante non sarebbe riuscito a tenere a bada ancora per molto la paranoia del mezzano dei Potter, ma almeno, se l'avesse trattata come una cosa normale, forse alla fine si sarebbe semplicemente arreso all'idea che sua sorella non era poi così pura e innocente.
«Kimbry, come fai a essere così calma? Stiamo parlando di Lily e Scorpius.» speranza vana, stava per scoppiare. «Scorpius e Lily!» rimarcò il concetto.
«So chi sono.» rispose compita per poi posargli leggera la mano sul braccio. «Dai andiamo, lasciamoli dormire.»
«Io non mi muovo da qui finchè qualcuno non mi da una spiegazione!»
Proprio in quel momento, probabilmente svegliati dal casino fatto dal moro, cominciarono a muoversi i due interessati.
«Al perchè devi spaccare i coglioni di prima mattina?» fu l'elegante borbottio del biondo che si portò il braccio che non avvolgeva Lily in un abbraccio possessivo sugli occhi, per massaggiarsi le tempie, coprendo temporaneamente gli occhi grigi semichiusi.
«Perchè tu sei appiccicato a mia sorella?»
«Al sta un po' zitto, è domenica.» borbottò Lily stroppicciandosi gli occhi assonnata.
«Io non sto zitto proprio per un cazzo!» saltò su adirato.
«Albus..» il tono di Kimberly voleva essere d'avvertimento, ma venne bellamente ignorato.
«Voi due mi dovete una spiegazione.» continuò imperterrito.
Finalmente la rossa sembrò prendere coscienza del luogo e della posizione in cui era e si voltò verso il fratello. Scorpius si tolse la mano dal viso e la osservò, preparandosi a una filippica in cui negava l'evidenza, invece rimase di sasso.
«Primo, non a te non devo proprio niente. Seconda cosa, se voglio dormire con il mio ragazzo ci dormo, punto.» lo sguardo blu di sfida lasciò basito anche Albus. Lo vide aprire e chiudere la bocca più volte.
«Il tuo--?» incapace di capacitarsi di quella situazione assurda o delle parole della sorella. «Ma voi vi odiate.»
«A quanto pare no, quindi non rompere.» rispose sicura mentre si raddrizzava seguita da Scorpius e il plaid cadeva a terra. La rossa ebbe appena il tempo di chiedersi da dove arrivasse quella coperta prima che il fratello tornasse all'attacco.
Scorpius lanciò un'occhiata indagatrice all'amico senza proferire parola.
«È assurdo.» boccheggiò il moro fissandoli spiritato. «Da quanto tempo va avanti questa storia?»
«Da ieri.» rispose il biondo con la voce calmissima, senza tradire nessuna vergogna.
«Oh.» fu tutto quello che riuscì a dire Albus. «Voi due mi manderete al manicomio.»
Si passò una mano fra i capelli corvini confuso, un momento prima quei due si lanciavano qualunque oggetto contundente fosse a portata di mano e il momento dopo stavano assieme.
«Bene, ora che lo sai possiamo andare a fare colazione? Ho fame.» lo richiamò la bionda dopo aver lanciato un'occhiata d'intesa all'amica.
«Io— sì. Sì, andiamo. Voi due non venite?» si rivolse poi ai ragazzi intenti a sgranchirsi gli arti indolenziti.
«Sì, ho una fame da lupi.» sorrise lieta che la crisi isterica del fratello fosse durata meno del previsto.
«E quando mai tu non hai fame?» ribattè il biondo lanciandole un'occhiata obliqua.
«Oh, ma sta zitto tu.» sorrise lei, totalmente in pace col mondo. «Vado a prendere le scarpe e arrivo.» disse poi rendendosi conto di essere ancora con i calzini.
Quando tornò giù aveva anche cambiato il maglione con un'altro e presa la mano del biondo con disinvoltura che stupì entrambi i ragazzi Serpeverde si diressero alla Sala Grande.
Perchè Lily aveva capito una cosa davvero importante la sera prima ed era che quello era solo l'inizio, nonostante l'anno stesse per finire, era solo l'inizio. E sarebbe dovuta crescere e maturare ancora e avrebbe litigato con Scorpius probabilmente all'infinito, ma non le importava, perchè alla fine avrebbero fatto pace. Ne era convinta, se lei non l'avesse voluto, nessuno avrebbe potuto dividerli.
Perchè Lily, finalmente, aveva capito quello che voleva davvero e se c'era qualcosa che era davvero brava a fare era lottare per ciò in cui credeva.
Sì, pensò mentre rideva ad una battutina acida di Kim e stringeva la mano del biondo al suo fianco, aveva proprio tutto ciò di cui aveva bisogno.







MEOOW.
Okay, prima che partano i meloni volanti, eccomi. Yup, lo so, scusatemi. Sono un'autrice schifida che impiega sempre troppo tempo ad aggiornare fra blocchi dello scrittore e casini vari, ma eccolo. L'ultimo capitolo, il fatidico ultimo capitolo.
C'è un prologo, ma alla fine tutto —o quasi— è stato sistemato, tutto è finito. Insomma, eccoli.
Loro, beh, sono due adorabili coglioni e non devo piangere. Perchè i sentimentalismi li lascio al prossimo capitolo, intanto comincio con ringraziare chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fin qua e ha recensito, seguito, messo fra le preferite questa storia, perchè davvero, non avete idea di quanto conti per me.
Un'ultima cosa, la canzone a metà capitolo è “Say it now – The Afters”.
Bhe, basta, alla prossima e ultima volta con Maybe..
With love. :)

   
 
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