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Autore: Chiara188    12/07/2014    3 recensioni
Hogwarts.
Silente non è morto, la sconfitta di Voldemort è ancora molto lontana.
Hermione e Ron stanno insieme e, con Harry, tornano a scuola. Ma per Hermione questo sarà un anno particolare: capirà, insieme a un altro studente, come le circostanze possono cambiare, indipendentemente dalla volontà. E i due dovranno fare delle scelte, che li porterà a dover decidere tra i loro ideali e un eventuale nuovo percorso, che si è creato innanzi a loro.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Hermione sgattaiolava spesso fuori dalla Torre di Grifondoro ad orari improbabili.
Tutti avevano notato il suo attaccamento alla spilla da Caposcuola, dal momento che era sempre pronta a pattugliare i corridoi, anche quando non era il suo turno.
Ma i motivi, ovviamente, erano altri.
Si incontravano nel buio della scuola e non resistevano a rubarsi un bacio o a correre nella Stanza delle Necessità.
Le notti, ormai, non erano più fatte per dormire.
Si davano un fugace bacio e poi ritornavano ognuno nella propria Sala Comune. Ognuno alla propria vita.
Perché poi arrivava l’alba. E i due amanti erano arrivati ad odiare il giorno, perché, alla luce del sole, loro due si dovevano odiare.
Hermione doveva ridere quando Harry o Ron prendevano in giro i Serpeverde e l’atteggiamento borioso di Draco.
Quest ultimo doveva fare altrettanto, quando i suoi compagni commentavano lo stato di sangue della ragazza e l’idiozia dei suoi amici.
E più di una volta erano stati sul punto di farsi scoprire.
Una volta, Draco non aveva rinunciato a bloccarla in un corridoio durante la pausa pranzo. E dopo pochi secondi avevano visto arrivare Lavanda Brown e si erano separati, costretti a mandarsi occhiate d’odio.
“Cosa voleva da te?” le aveva poi chiesto la compagna di scuola.
Hermione aveva scosso le spalle con aria annoiata.
“Niente. Solo chiamarmi mezzosangue.”
Ma lui non la chiamava più così. Lei lo avrebbe incenerito. E a lui lo stato di sangue sembrava non pesare più. E come poteva essere il contrario? Passavano i giorni a desiderarsi e le notti a prendersi.
Era un rischio continuo. Ma nessuno dei due sembrava intenzionato a smettere.
Più di una volta Hermione, a letto con Draco, aveva pianto.
Erano lacrime nervose, date dalla quantità di stress che accumulavano coltivando due vite, date dalle continue menzogne che era costretta a dire a tutti.
“Non è giusto per Ron”, disse un giorno “E a Pansy? Tu non pensi a cosa le stiamo facendo?”
Ma lui evidentemente non ci pensava, perché spense i suoi dubbi con un bacio e ricominciarono a fare l’amore.
Ron era preoccupato, Harry sempre più sospettoso.
“Hermione, anche stasera turno extra di pattuglia?” gli chiese quest ultimo guardandola dritta negli occhi.
Lei non riuscì a fare a meno di pensare “Lo sa, Harry lo sa”, ma mantenne il controllo. Senza arrossire, annuì.
“Secondo me ti stai stancando troppo. O studi o svolgi compiti da Caposcuola.”
Lei lo accarezzò e corse fuori dal dormitorio per dedicarsi ai suoi “turni extra di pattuglia”.
Al Club dei Duellanti o quando avevano lezione insieme, non era raro che Hermione e Draco si scambiassero fugaci sorrisi, occhiate eloquenti. Si sarebbero presi lì, senza preoccuparsi di nessuno, se solo avessero potuto.
La notte. Dovevano solo aspettare la notte. Poi avrebbero avuto ciò che volevano.
Ma a Hermione c’era qualcos altro che preoccupava.
Una volta aveva buttato lì l’argomento con Harry, per avere conferme a ciò che la turbava.
“Secondo te qualche Serpeverde diventerà un Mangiamorte una volta uscito da qua?”
Harry annuì.
“Assolutamente si. Prendi Malfoy: secondo te non seguirà le orme del padre?”
Lei respirò profondamente, cercando di non arrossire.
“Non è obbligato. Può scegliere di non farlo.”
Lui la guardò incuriosito.
“Da quando credi che Malfoy non voglia essere un Mangiamorte?”
Lei fece spallucce e assunse l’aria più disinteressata che riuscì a fare.
“Semplice curiosità.”
 
Quel pomeriggio Hermione era in biblioteca, da sola.
Si portava avanti con i compiti e terminava un tema per la settimana prossima.
Una voce la fece trasalire.
“Ciao, secchiona”
Draco era dietro di lei.
Si guardò intorno imbarazzata, cercando di scorgere la presenza di qualcuno. Ma, per loro fortuna, non c’era nessuno.
“Pensi sia uno stupido? Ho controllato prima di entrare.”
Lei annuì.
“Posa i libri e vieni con me.”
“Dove?”
“Fuori, nel parco.”
Lei sorrise.
“Sei pazzo, ci vedranno.”
“Conosco un posto dove non verrà nessuno.”
Lei lo fissò per qualche secondo  e poi acconsentì.
Camminava distanti, fingevano di essere da soli.
Più volte Hermione e Draco furono fermati da qualche amico, mentre l’altro doveva continuare a camminare, facendo finta di niente.
A un certo punto, appena fuori l’uscita del castello beccarono anche Piton. Lui si fermò a salutare Malfoy, mentre la ragazza continuò il suo percorso, fingendo di essere diretta in qualche ignota parte.
Ma il professore osservò comunque i due ragazzi.
“Signor Malfoy, cosa ci fa in giro?”
“Non posso?”
Lui mandò uno sguardo eloquente a una, ormai lontana, Hermione, ma non disse niente. Forse pensò che qualunque suo sospetto fosse troppo assurdo per essere vero.
 
Draco si fece seguire fino a un grande albero.
Era fuori dalla visuale di Hogwarts e gli studenti non sarebbero mai arrivati fin laggiù.
“Piton lo sa?” chiese preoccupata Hermione.
Lui scosse la testa.
“Sospetta, ma non può crederci. Dovrai ammettere che me e te insieme è una cosa paradossale, non trovi?”
Lei annuì.
Passarono il pomeriggio sotto quell’albero, all’aria aperta.
Hermione sobbalzava a ogni minimo rumore, ma dopo un po’, preda delle carezze del ragazzo, si calmò.
Doveva fargli una domanda, non ce la faceva più.
“Draco, tu diventerai un Mangiamorte?”
Lui la guardò stranito. Non si aspettava un simile quesito.
“Perché?”
“Beh, credo sia piuttosto importante, non credi?”
Lui sorrise.
“Io non so niente. Quando sarà il momento, se servirò al Signore Oscuro, mio padre me lo dirà.”
“E tu non puoi rifiutare?”
Draco la guardò sorpreso e divertito.
“Stai già pensando a come accalappiarmi dopo la scuola, Granger?”
“Sto pensando che io odio i Mangiamorte.”
“Io non lo sono.”
“Ma potresti diventarlo.”
“C’è la possibilità.”
“Ma…”
Draco la interruppe.
“Hermione, sapevi benissimo chi ero quando è iniziata questa cosa tra di noi. E lo sai anche ora. Sai che potrebbe succedere, come sai che non potrebbe succedere, dal momento che i miei genitori vorrebbero impedirlo. O lo accetti o no.”
Lei scosse la testa.
“Non posso accettare una simile cosa. “
Lui la guardò dritta negli occhi.
“Tu l’hai già fatto, Granger. Il giorno in cui sei rimasta al Club perché te lo avevo chiesto io, avevi già accettato ciò che ero. Perché, come ho già detto, hai sempre saputo cosa ero e cosa sarei potuto diventare.”
Lei non poté controbattere. Lui aveva ragione.
E si lasciò baciare da Draco.
   
 
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