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Autore: GraStew    12/07/2014    5 recensioni
Martina è la classica ragazza acqua e sapone. Ha vissuto molte esperienze tristi, ma nonostante ciò non si lascia distruggere da niente. Tutto cambierà un giorno d'estate, quando il suo cuore verrà spezzato per l'ennesima volta. Questa è la storia di una vendetta, di un'amore che non porterà niente di buono. Questa è la storia di Martina, una ragazza che avrà bisogno dell'aiuto degli altri per riuscire a sopravvivere e per continuare ad amare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Hurt Lovers
 
*Ritrovarsi*


-Quattordicesimo capitolo-
 
 
 
 
La vita mi ha messo duramente alla prova. Mi ha tolto due delle persone più importanti per l’essere umano: i genitori.
Il dolore e la nostalgia sono mie compagne da qualche anno. Sono sempre stata un tipo di persona abbastanza razionale.
E ho dimostrato abbastanza bene questo lato del mio carattere in varie occasioni e circostanze.
Grazie ad esso ho potuto vivere relativamente tranquilla gli anni senza una madre e in seguito senza un padre.
Non voglio fare la vittima, perché l’ho fatto già troppe volte ed è ora di cambiare.
Continuo a pensare alla telefonata che ho ricevuto da mia sorella, una di quelle che ti lascia senza fiato e con mille domande in testa; una di quelle che non vorresti mai ricevere in breve.
Nonostante Greta mi abbia rivelato una cosa abbastanza positiva, non riesco a pensare lucidamente sul da farsi.
Lei era esausta e le tremava la voce. Io, invece, sono rimasta sconcertata tanto da non riuscire neanche adesso a formulare un pensiero concreto.
L’ho raccontato alle mie amiche ed entrambe si aspettano da me un comportamento razionale, alla “Martina”, ma non sanno che mi sento come un pesce fuor d’acqua.
Il pensiero che lei, la donna che mi ha messo al mondo e che successivamente mi ha abbandonata, sia a casa mia, in quella che condivideva con suo marito, mi fa accapponare la pelle.
Tutti credono che io debba perdonarla, perché pensano che io abbia bisogno di lei, di una figura materna con cui confidarmi ed esporre i miei dubbi, ma come posso fidarmi? Come posso farla entrare nella mia vita, se a malapena sa come mi chiamo e quanti anni ho?
E poi perché è tornata? E perché se n’è andata? Sono domande che continuano a ronzarmi nella testa e che, ovviamente, non trovano risposte.
È vero quando mi dicono che dovrei essere felice, ma proprio non ci riesco. Come quando è morto mio padre, mi sento sconcertata, triste e senza forze, come se un intero camion mi fosse finito addosso, procurandomi diverse fatture, con la sola eccezione che gli squarci che mi porto dentro non potranno mai trovare sollievo.
Mi accompagneranno per tutto il resto della vita e dovrò sopportarli giorno per giorno.
Quando ho perso mio padre, mi sono sentita morire dentro, come se un pezzo del mio cuore fosse morto con lui.
Mi sono sentita inutile, sola e non trovavo un senso per continuare a vivere la mia esistenza. Avevo perso la mia ancora, la mia roccia, l’uomo che mi aveva cresciuta, amata e protetta.
Nonostante avessi le mie amiche e Alessio, mi sentivo sola e non riuscivo ad esternare il mio dolore, tant’è che lo feci solo l’anno dopo. 
Adesso mi sento così.
Non so cosa debba fare per affrontare il ritorno di mia madre, so solo che le parole di Greta continuano a ronzarmi in testa e proprio loro non mi hanno fatto chiudere occhio.
La voce incrinata, a causa delle lacrime miste a rabbia, di mia sorella mi rimbomba nelle orecchie e non vedo l’ora di tornare a casa per abbracciarla.
 
«Hai capito benissimo, Martina» mi disse esasperata dalle mie continue domande.
 
«Io ancora non ci credo. Cosa ti ha detto?» le chiesi, mentre mi accomodavo sul letto. «Anzi, ti ha riconosciuta?» continuai curiosa.
 
«Ha strabuzzato gli occhi. Non si aspettava che le aprissi la porta proprio io».
 
«Posso immaginare e che hai fatto».
 
«All’inizio le ho chiuso la porta in faccia, poi l’ho riaperta e le ho chiesto chi fosse. Non so perché ho reagito in quel modo, forse in cuor mio sapevo chi fosse la donna alta e bionda che mi fissava con aria distrutta. Mi ha guardato dritto negli occhi e l’unica cosa che ha detto è stata il mio nome.
Mi sono sentita morire e rinascere allo stesso tempo. Non te lo so spiegare».
 
«Wow! Ti ha lasciata senza parole, immagino. Ora come ti senti?» le domandai seriamente preoccupata per lei.
 
«Mi sento come se non riuscissi a respirare bene, come se avessi un grosso macigno sul petto che non vuole spostarsi. Non so cosa debba fare. La odio Martina. La odio perché ci ha abbandonati, perché non è mai stata presente ad una recita. Non si è goduta le nostre vittorie, le nostre sconfitte, i nostri sbagli, i nostri primi amori. Non ci ha confortate e fatte sentire protette quando è morto papà. Chi è questa donna? Che cosa sappiamo di lei? Solo che si chiama Maria e che ci ha abbandonati quando tu avevi tre mesi ed io due anni. Sono arrabbiata, amareggiata e confusa. Questa è la verità» mi confessò sospirando rumorosamente.
E nonostante fossimo al telefono, sapevo che stava piangendo.
 
«Non piangere» le dissi. «Tra due giorni sarò a casa e troveremo una soluzione, te lo prometto» continuai, cercando di rassicurarla. Ci riuscii tant’è che la sentii annuire e asciugarsi il naso.
 
«Ti voglio bene e non permetterò a nessuno di farti del male» le sussurrai con così tanta convinzione che mia sorella scoppiò a ridere. Non so se lo fece per nervosismo, ma avvenne.
 
Ed ora eccomi qua.
Ho appena messo piede all’interno dell’aeroporto e sono alla disperata ricerca di mia sorella. Mi è mancata così tanto che quando la scorgo tra la folla, intenta ad agitare le mani, mi spuntano le lacrime per l’emozione.
«Eccoli!» esclama Chiara puntando il dito verso il gruppetto dei nostri parenti.
«Li ho visti, li ho visti!» grido iniziando a camminare sempre più velocemente, pronta a scansare chiunque mi intralci la strada verso Greta.
Quando arrivo di fronte a lei, non faccio in tempo ad abbracciarla che si butta di sopra facendomi quasi cadere.
«Mi sei mancata tantissimo» esulta gridando, quasi stordendomi.
«Anche tu».
«Sei bellissima» mormora squadrandomi dalla testa ai piedi. «Dio, che sei bella!» esclama ancora una volta.
«Basta che mi fai emozionare» borbotto per poi iniziare a ridere qualche secondo dopo.
«Ho detto solo la verità» continua Greta tenendomi per mano.
Sto per ribattere quando una Marta abbastanza emozionata mi si presenta davanti.
«Ciao» mormora abbracciandomi, anzi stritolandomi. «Mi sei mancata tanto. Come stai?» mi chiede lasciandomi spiazzata. Subito il mio pensiero va a Ryan e a quanto mi manchi.
«Mi sei mancata anche tu» mormoro sorridendole.
«Mi devi raccontare tutto, ma prima di tutto vorrei chiederti scusa per come ti ho trattata negli ultimi giorni. Mi dispiace tanto di essere stata fredda e lunatica».
«Non ti preoccupare, davvero. Sono cose che capitano» le dico rassicurandola. In realtà avrei voluto chiederle cosa ci facesse con Ryan e cosa mi stiano nascondendo, ma alla fine ho preferito non innescare nessun altro problema.
«Ryan e mio fratello sono in hotel, non sono riusciti a venire» continua lei guardandomi negli occhi, forse per notare ogni mia espressione.
Sono più furba di lei e perciò annuisco sorridendo senza farci troppo caso, anche se il mio cuore si è incrinato. Pensavo che sarebbe venuto a darmi il benvenuto, ma così non è stato ed è inutile negare che ci sia rimasta troppo male.
Saluto le mie amiche e con Greta inizio a camminare raccontandole di Samuel ed Emanuele, che mi mancano come l’aria, di Roberta e dei posti meravigliosi che ho visitato.
«E quindi ti sei rilassata un pochino?» mi chiede Marta avvicinandosi a me.
«Diciamo di sì, anche se sono successe parecchie cose e non vedevo l’ora di tornare a casa per risolverle».
«Tipo?»
«Mia madre in primis e Alessio».
«Cos’hai intenzione di fare con Maria?» mi chiede Marta con tono preoccupato. Secondo me ha paura che la butteremo fuori di casa, ma non ha capito che le vogliamo bene nonostante tutto.
«Non lo so ancora. L’ho spiegato anche a Greta: non so come debba sentirmi; da una parte sono felice, ma l’altra, quella che prevale, odia questa situazione. Odia lei per averci abbandonate» confesso continuando ad avanzare verso la macchina.
«Beh, ti capisco. Ragazze sappiate che qualunque cosa decidiate io non me la prenderò. Lei è vostra madre ed io ero solo la compagna di vostro padre, perciò…».
S’interrompe per prendere fiato o per pensare a come finire la frase, fatto sta che Greta continua per lei lasciandola spiazzata e con le lacrime agli occhi. «Perciò niente. Tu ci hai cresciuto per qualche anno e noi ti vogliamo bene. Perciò tu resti con noi e lei non potrà reclamare niente perché non ne ha il diritto».
Io annuisco e Marta sorride nonostante le lacrime le stiano rigando il viso.
Mi sono resa conto che la prima ad aver paura è lei. Noi, qualunque cosa accadrà, possederemo una casa tutta per noi. Mentre lei è da sola e ha solo l’hotel a nome suo.
«Grazie mille ragazze. Adesso andiamo a casa».
Greta ed io annuiamo e saliamo in macchina.
 
 
Appena varco la porta di casa un urlo acuto mi fa accapponare la pelle. Sorrido come un ebete quando davanti a me ritrovo la mia famiglia e i miei amici più stretti a darmi la bentornata.  
Il soggiorno di casa mia è addobbato con palloncini e una scritta lunghissima percorre tutta la parete della stanza. “Bentornata a casa” c’è scritto.
Fisso le persone davanti a me sorridendo e con il cuore che batte a mille. Ci sono proprio tutti: i miei vicini di casa, le mie amiche della scuola, i miei zii e cugini, Ryan. Il mio sguardo si ferma su di lui e il mio cuore batte sempre più velocemente. Vorrei saltargli addosso e abbracciarlo e baciarlo fino allo sfinimento, ma le mie amiche corrono verso di me baciandomi le guance e festeggiandomi. Io rimango paralizzata mentre continuo a guardarlo negli occhi. Ci stiamo divorando solo con lo sguardo e posso sentire tutto il mio corpo reclamare le sue mani e la sua bocca su di me.
E anche per lui è così.
Annuisco, sorrido e ringrazio a tutti coloro che mi vengono incontro senza capire chi siano o cosa mi stiano dicendo.
Vedo lui, solo lui. In ogni gesto, in ogni persona, in ogni parola.
Continuo a ripensare alle parole che mi ha detto al telefono: “Ti amo Martina. Hai capito? Ti amo!”.
Ho bisogno di lui come l’aria.
Lui mi fa segno di seguirlo ovunque stia andando ed io come un automa faccio ciò che mi dice. Congedo gli altri dicendo che devo andare in bagno e seguo l’uomo che mi ha rapito il cuore, l’anima, la mente.
Senza destare attenzione salgo le scale e me lo ritrovo a pochi passi da me. Non mi lascia il tempo di parlare, di salutarlo che mi bacia con prepotenza insinuando la sua lingua dentro la mia bocca, come a voler reclamare qualcosa che gli appartiene.
Ed è così.
Io non l’avevo capito, ma sono stata sua dal primo momento in cui i nostri occhi si sono incrociati.
«Ti voglio» mormora contro il mio collo mente riempie la mia gola di baci.
«Ti desidero anche e mi sei mancato in modo assurdo» confesso mentre lo abbraccio da dietro, mentre godo del suo tocco preciso e sensuale.
Mi gira in modo che la mia schiena appoggi al suo petto e inizia a baciarmi anch’essa mentre con le mani mi accarezza il seno. Un brivido mi fa venire la pelle d’oca mentre mi abbandono alla sua mercé.
«Voglio fare l’amore con te» sussurro tra un gemito e un altro.
Lui non se lo fa ripetere due volte, mi prende per mano e mi porta nella sua stanza.
Inizia a baciarmi, a spogliarmi con delicatezza, come se fossi una pietra preziosa pronta a rompersi.
Mi accarezza con cura, senza fretta nonostante sotto ci siano una ventina di persone che mi aspettano.
Inizio a spogliarlo anch’io e lo bacio in ogni singola parte della spalla e del collo. Gli tocco le spalle e lo abbraccio quando diventiamo una sola cosa, un unico corpo che si muove all’unisono.
I nostri gemiti e i nostri respiri si confondono con la musica e le voci del piano di sotto, ma non ci interessa perché siamo nella nostra bolla perfetta, fatta di amore e felicità.
 
 
***********
 
 
Sono tornata dopo un bel po’ di tempo, ormai con questa storia è andata così. Mi dispiace tanto ma giuro che non lo faccio di proposito a non pubblicare regolarmente. Sono impegnata tantissimo e non trovo il tempo di scrivere.
Spero che questo capitolo ricco di sentimenti contrastanti vi sia piaciuto.
Un bacio e grazie a chi continua a seguirmi.
Grazia
 
 
P.S: Laura amami!
   
 
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