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Autore: NightWatcher96    12/07/2014    7 recensioni
La natura ha modi strani per favorire l'evoluzione di una specie. E Leonardo con Raphael scoprono qualcosa di inaspettato, nato dal loro rapporto. In un'avventura breve ma dolce, la famiglia Hamato è lieta di annunciare qualcosa di nuovo! T-Cest (LxR) / Mpreg
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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"Allora, ti piace, Fearless?".

Così accaldati, sudati sul letto di Leonardo. Sia lui sia Raphael avevano finalmente rotto il semplice legame fraterno che li univa, facendolo diventare qualcosa di  molto più intenso. L'amore che avevano cresciuto in un anno, dopo l'abbandono del Fantasma della Jungla e Nightwatcher era esploso. E ora, stavano sperimentando il  sesso sfrenato.

Raph era ginocchioni su Leonardo, accarezzandogli dolcemente la guance calde e arrossite: i loro occhi splendevano nella luce rossastra delle candele sparse nella  stanza. Così perfetta la loro notte, così emozionante, fruttuosa.

Il membro di Leo era stretto nell'altra mano di Raph, che ne accarezzava la pelle con il pollice: Leo, invece, lasciava correre le mani sui fianchi scolpiti di  Raphael, correndo verso la pelle più tenera dei piastroni finali. 

Poi, cambiarono posizione. Leo si mise carponi per lasciar entrare il membro di Raphael nel suo piccolo spazio anale, ignorando il dolore iniziale per provare estasi e  piacere per ogni spinta.

"Sì, Raphael... mi piace così tanto!" gemette Leonardo, mordendosi il labbro inferiore...




Leonardo si svegliò si soprassalto. Ancora quel sogno fantastico che era solo come un filmato di ciò che era accaduto due settimane prima. 

Si accarezzò le labbra, sorridendo nel buio dell'alba: il sapore di Raph era duraturo come sempre. Improvvisamente, però, un leggero crampo nel basso ventre lo fece  gemere e poi boccheggiare per qualche secondo: subito si strinse l'addome, allungando pigramente un braccio verso il lume sul comodino.

"Fantastico..." mormorò sottovoce "Iniziamo la mattinata con i crampi da vecchiaia? E ho solo diciotto anni".

Scuotendo il capo, decise che il tempo per dormire era finito e tranquillamente si diresse in bagno, iniziando la sua pulizia di prima mattina.

Si guardò allo specchio, aprì la doccia e si pesò. 

"Cosa?" mormorò incredulo "Non ricordavo di aver preso un chilo e mezzo" continuò, grattandosi la nuca "E ieri sera ho preso solo del tè... non ho avuto un pasto pesante o calorico".

Facendo le spallucce, entrò nella doccia, rabbrividendo un po' al contatto dell'acqua contro la sua pelle. 

Il rumore dell'acqua sovrastava anche i pensieri: mentre canticchiava anche sottovoce, Leonardo proprio non poté accorgersi di due occhi miele predatori che lo  guardavano maliziosi, come una preda succulenta. L'azzurro guaì un po' dallo spavento alle due braccia verdi che lo strinsero a sé.

"Buongiorno, bon bon" sussurrò il rosso, in un orecchio "Hai dormito bene? Mi hai sognato?" continuò, baciandogli la fronte "Scommetto di sì".

Leo ridacchiò e lo tirò subito in un bacio, lasciandosi afferrare per i fianchi.

"Tu che cosa dici?" sussurrò sotto l'acqua.

Raph ghignò e inspirò tranquillamente il sapone che Leonardo aveva sulla pelle.

Fra mille bolle di sapone la loro doccia fu sorprendente, tanto che furono costretti a fermarsi quando udirono un bussare sulla porta.

"Leo?" chiamò la voce di Donnie.

"Ehm... sì?" rispose il rosso, chiudendo la tendina gialla per evitare di mostrar Raph "Che c'è fratello?".

"Hai finito? Perché sai, non per essere scortese, stai lì dentro da trenta minuti!".

Raphael ridacchiò sul collo di Leonardo e i due non poterono che attendere che il genio si allontanasse un attimo per scambiarsi qualche altro bacio a fior di pelle e  lasciare la doccia, attendendo che nessuno li stesse osservando.

....

Le doti empatiche di Michelangelo erano senza dubbio sempre molto sorprendenti. Anche se ora giaceva mollemente a letto, dopo una linea di febbre cresciuta di più nella notte, non poteva abbandonarsi al sonno: continuava a ripensare ai gemiti che aveva udito nel cuore della notte di puro piacere, dalla camera di Leo, nella  stanza a fianco. Sembrava proprio in calore!

-Lui e Raph hanno del tenero- pensò, riversandosi su un fianco: -Ci scommetterei il guscio... mi auguro solo che nessuno li scopra. Tutti sanno quanto per il sensei l'incesto sia una cosa vergognosa-.

Un toc morbido si udì alla sua porta: Mikey di anni quindici alzò debolmente la testa dolente e sorrise dolcemente a Donatello che, pulito e profumato, stava entrando.

"Buongiorno, dormiglione" commentò, accendendo la luce "Come ti senti questa mattina?" disse, tastandogli la fronte "Mmh, caldo più di ieri".

Mikey sospirò: odiava essere malato ma questa volta l'aveva proprio voluto lui! Aveva fatto infuriare Raph mettendogli un insetto finto sul cuscino e quando la corsa  per la vendetta era terminata nelle fogne, Mikey era stato lanciato nelle acque più gelide e sporche di alcune idro-pompe momentaneamente in manutenzione.

Aveva preso un raffreddore e poi... la febbre!

"Ma dico, certe volte non dovresti stuzzicare così tanto Raph!" sospirò Donnie, neanche avesse intuito il ricordo del minore "Soprattutto in questo periodo".

"Che periodo?".

Donnie si batté la frone in esasperazione "Mikey, la stagione degli amori è appena cominciata per Raph. Hai notato quanti feromoni il suo corpo sta producendo? E a quanto pare ha già scelto il suo compagno".

"Leonardo, naturalmente".

"Bravo. Le tue doti empatiche ti premiano, fratellino".

Mikey annuì e tossì un paio di volte con intensità crescente "E Leo ci sta, te lo dico io. Non credo si tratti solo di feromoni o altro" continuò con serietà "No...  si tratta di vero flirt. Amore. Si amano, Don".

"Beh... sarei felice per loro se non avremmo il problema del sensei".

"Come stavo dicendo a me stesso, lui è troppo tradizionalista" ripeté Mikey: "Facciamo finta di niente?".

Donnie annuì "E' l'unica soluzione".

"Ehi, voi due" risuonò allegra la voce di Raph "La colazione è pronta" disse, entrando, per poi rammaricarsi alla forma pallida del fratellino "Come ti senti,  pulce?".

"Non sono una pulce anche se siete più grandi di me di tre anni" si difese, tossendo di nuovo "Ehi, non fare quel viso dispiaciuto. Non era colpa tua... solo mia".

Raph finse di fare il menefreghista ma gli fece una carezza affettuosa sul cranio "Ricordati di non farmi arrabbiare quando mi metti i ragni finti".

"Dai, che era il massimo!".

Donnie ridacchiò, studiando in silenzio il fratellone testa calda. Sembrava diverso: più calmo, razionale, deciso e... più fratello anche. A volte sapeva essere un coglione, soprattutto quando ci si metteva nel far soffrire gli altri ma adesso era semplicemente adorabile oltre che sexy.

"Mi raccomando, Raph..." mormorò, poi, Mikey, rimanendo sdraiato per un forte mal di testa "Rendi Leo felice... altrimenti, ti faccio male...".

Il rosso sbatté incredulo gli occhi, incapace di spiccicare parola. Inizialmente non comprese a cosa Mikey si fosse riferito ma quando i suoi occhi s'incrociarono in quelli abbastanza imbarazzati di Leonardo, comprese ogni cosa.

"Tu lo sai?" sussurrò, mentre Leo chiuse la porta alle spalle.

"E' facile capirlo" rispose Donnie, con ovvia espressione "Non lo sai che Mikey capisce ogni cosa, poi? Tu e Leo siete intimi".

"Basta!" scattò l'azzurro, rosso come un pomodoro.

Raphael inspirò profondamente, grattandosi la nuca con fare pensieroso, non troppo convinto di cosa esattamente dire.

"Non riveleremo nulla... stai... tranquillo..." sbadigliò Mikey, scivolando immediatamente in un sonno profondo.

I tre maggiori sorrisero nel vederlo tanto piccino, aggrovigliato nelle coperte e preferirono lasciarlo riposare...

....

Splinter, Don e Raph guardavano Leonardo mangiare come una belva impazzita, in un ritmo davvero... disgustoso. Aveva iniziato con la solita scodella di latte, passando a ingurgitare tutti i cereali di Raph, un cornetto alla marmellata di Donnie e alle solite ciambelle semplici di Splinter, terminando con un sorso del caffè dalla tazza del genio.

"Grazie per la colazione. Era buona" disse, non potendo soffocare un sonoro rutto per poi andarsene al dojo.

I tre rimasti si guardarono attentamente, ancora con gomiti sollevati con i cucchiai stretti nelle mani o bocche spalancate di stupore.

Donnie si voltò verso la porta, guardando poi il bicchiere mezzo vuoto.

"Uhm... è la mia impressione o Leo... sembrava...".

"Ingordo come un porco?" commentò il rosso.

Fece per mangiare quando dei passi infuriati condussero un arrabbiatissimo Leonardo dietro il focoso, mollandogli un forte scappellotto dietro la nuca, facendogli affondare ironicamente il volto nella scodella di latte e tre unici cereali rimasti.

"Come cazzo ti permetti!" ringhiò Leonardo, ignorando il gergo irrispettoso "Come osi darmi del porco? Avevo fame! FAME, hai capito?!" urlò a pugni stretti, con le lacrime crescenti negli occhi "Non sono un porco! Non lo sono!".

Il suono dei suoi singhiozzi risuonò nella cucina, causando uno sgomento generale. Probabilmente, se sarebbero stati in un fumetto, avrebbero avuti i classici occhi a pallini piccoli e neri.

Asciugandosi alla meglio il volto grondante di latte, il rosso si alzò dalla sedia, guardando la figura leggermente patetica del suo compagno.

"E sono anche ingrassato di un chilo!" urlò sotto forma di lagna "Non sono un porco!".

"Stavo solo scherzando, Leo" appianò il rosso, abbastanza confuso "Non c'è bisogno di fare questo piagnisteo".

Lo sguardo dell'azzurro assunse un luccichio di profonda rabbia tenebrosa che costrinse Raph a ridacchiare nervosamente, facendo un passo indietro, leggermente intimorito.

"Sei un coglione!" ruggì freddamente, afferrandogli il polso per trascinarlo nel buio dojo, rischiarato solo dal fascio di luce della cucina.

Il rosso non ebbe nemmeno il tempo di alzare la tendina salmone che avevano come porta e gli fu praticamente sbattuta sul viso, mentre l'azzurro lo inchiodò contro il muro, bloccandogli i polsi nelle mani. Con la luce trasversale, il focoso notò un luccichio di malizia terribilmente sensuale e non poté sottrarsi a un lieve bacio.

"Mmh..." espirò Leo, leccandosi le labbra, mentre annusava il collo del compagno "Come sei bello, Raphie...".

Il rosso si mordicchiò le labbra, cercando di non gemere quando la mano birichina dell'altro scivolò sotto il nodo della cintura, allargando di proposito lo spacco intimo per palpare la punta del caldo membro gonfio d'eccitazione.

"Leo... cazzo fai..." sussurrò il rosso, emettendo un piccolo churr di piacere, notando anche le ombre in cucina muoversi verso l'uscita.

"Fammi felice, Raph...".

"Lo sai che sempre lo faccio... ma non qui!".

Lo sguardo d'oro si ampliò nel notare il guscio di Donatello che praticamente era dinanzi al sensei, cercando di invogliarlo a non indagare sullo strano combattimento dei due; sentì la voce di Don che cercava di frenarlo senza troppo successo.

-Come faccio a far smettere Leo? Non sembra neanche lui!- pensò il focoso, avendo un'ideuccia un po' malefica.

Toccò uno dei fianchi dell'azzurro, spingendolo dolcemente verso il dojo, con uno sguardo oscuro e sexy allo stesso tempo.

"Mio dolce Fearless, luce dei miei occhi" iniziò, ottenendo la completa attenzione "Mi dispiace dirtelo, ma hai messo su qualche chilo".

Leonardo gelò sul posto ma anziché piangere, ringhiò infastidito e senza alcuna parola gli balzò addosso, ruzzolando ironicamente sul pavimento del dojo, proprio in contemporanea all'uscita dalla cucina di Don e Splinter.

"Donatello, voglio solo controllare. Non è il caso di lasciar perdere dopo quello che ho visto".

"Ma sensei...".

Troppo tardi. Il sensei aveva applaudito una volta per accendere le luci del dojo e illuminare la situazione, mentre il genio chiuse gli occhi, non potendo guardare.

"Leonardo! Raphael! Yahme! Smettetela subito di azzuffarvi! Michelangelo sta riposando!!".

Questo bastò al genio di schiudere almeno un occhio da pesce e guardare attraverso la fessura delle dita. La sua bocca si aprì di scatto, in puro stupore di trovare Raph disteso sul pavimento in una posizione da tintarella solare e il culo di Leo giusto in faccia.

"Ehm..." mormorò, voltandosi per soffocare una risatina.

I due ninja si alzarono immediatamente e Leonardo sospirò, lasciando cadere le spalle.

"Chiedo scusa, maestro Splinter. Oggi mi sento... come dire... non proprio me stesso".

Il topo annuì e gli poggiò, poi, la mano sulla spalla, guardandolo così profondamente che l'azzurro lottò affinché non distogliesse lo sguardo. Sembrava che ti stesse leggendo dentro.

"Va bene, figlio mio"...

....

I giorni passavano lentamente, mutandosi in settimane, vissute più o meno felicemente da ogni membro della famiglia Hamato.

Beh... eccetto per Mikey e Leo, se non altro. Il primo aveva sviluppato una bronchio-polmonite a causa dei batteri dell'acqua ingerita e aveva bisogno di medicine che doveva procurargli spesso April; Leonardo, invece, aveva periodi di scatti di rabbia, pianti, fame o digiunava ma ultimamente cominciava ad avere preoccupanti mal di stomaco.

Così, una bella mattina, Donnie pensò che ne aveva avuto abbastanza di vedere il maggiore così male e lo trascinò a peso morto nel laboratorio, fregandosene che l'istinto di fare la pipì stesse prevalendo sulla vescica gonfia!

"Va bene" ringhiò spingendolo sul lettino, mentre Raph chiuse la porta, comparso dietro di essa.

"Leo, se non facevamo noi qualcosa, tu mai ti saresti fatto controllare" sbuffò quest'ultimo, accarezzandogli il volto pallido "Sai quanto ti amo... e che sto male se soffri".

Il senso di colpa strinse duramente lo stomaco di Leonardo che si mordicchiò il labbro e decise di seguire alla lettera ogni ordine medico che Don iniziò ad impartirgli.

"Che sintomi hai avuto, oltre quelli che ci hai dimostrato?".

"Beh... fame, digiuno, molto sonno... voglia di ehm... sesso sfrenato e crampi allo stomaco".

"Mmh...".

"Sesso sfrenato?" ridacchiò la voce rauca di Michelangelo, entrando con una coperta arancione addosso.

"Mikey! Dovevi stare a letto!" scattò Donatello, facendolo trasalire "Ok... va bene, scusa lo sfogo. Puoi entrare, ma tieni la porta chiusa".

"E perché? Tanto il sensei è in profonda meditazione".

"Le meditazioni del maestro sono conosciute per essere facilmente spezzate anche con un semplice movimento di zampe di ragno" ricordò Leo, disteso sul letto.

"Ok, vediamo" iniziò il genio "Fratello, potresti scioglierti la cintur... oh, mamma!".

"Che c'è?" domandò subito l'azzurro, ora seduto.

"Accidenti...! Leo, ti sei proprio lasciato andare!" commentò anche Raph, guardando le piccole ciambelline di ciccia che ricoprivano il ventre "E mi piace!".

L'azzurro ringhiò un po' e sospirò drammaticamente, sbattendo la cintura sul lettino.

"Non fa niente. Forse è una questione di ormoni" subito disse Donatello, toccandogli il ventre per ottenere un grido di dolore "Ecco! Ho trovato il punto cruciale! Il basso ventre!".

"Povero fratellone..." mormorò Mikey, scoppiando in un forte eccesso di tosse.

Raph gli batté la mano sul guscio, sospirando un po'.

"Qui ci vogliono analisi sanguigne, tanto per assicurarci che siano solo crampi" spiegò Don, infilandosi guanti in lattice per afferrare siringa e ago.

Leo non disse nulla ma ridacchiò quando Mikey nascose il volto sul petto di Raph che lo strinse con un'aria un po' corrucciata.

Sangue bordeaux riempì presto la siringa vuota, mentre Don spezzò l'ago usato e si assicurò di analizzarlo al meglio.

"Trenta minuti e i risultati saranno pronti"...

....

Mikey era crollato a dormire e nessuno aveva preferito svegliarlo. Nel laboratorio di Donnie vi erano solo Raph, il genio (ovviamente) e Leonardo, seduto sul lettino.

"Ho i risultati ed è tutto nella norma. Forse il colesterolo è un po' più alto ma sempre nella norma... solo che..." disse Don.

"Cazzo! Non ti fermare!" scattò l'azzurro, ridacchiando per la pessima figura "Continua, caro fratello...".

Con la palpebra sinistra che sbatteva un po' per tanto shock, il genio scosse il capo e tornò alla questione.

"Sta bene, il maialino qui?" disse Raphael, chinandosi per evitare uno sgabellino alla testa "MAIALE!".

"AAAAARGH!" gridò Leonardo, infuriato.

"Leo, praticamente sei incinto".

Silenzio generale.

Poi una risata crescente da parte dell'azzurro che si trasformò in un'espressione terrorizzata e scioccata, nascondendosi il volto nelle mani.

"No... non può essere... io sono un maschio! MASCHIO!" fece sconvolto "Non posso essere incinto!".

"Io sarei il padre?" commentò Raph, eccitatissimo.

"Sì, ma si tratta di uova".

"Come posso essere incinto?!" gridò Leo, con le lacrime lungo il viso fiammeggiante "NO! NON E' POSSIBILE!".

"Calmati, Leo..." provò Mikey, ma ottenne solo uno schiaffo contro il viso che lo fece cadere in terra "Ahio!".

"Basta, Leonardo!" ruggì Don, aiutando il minore a rialzarsi "Tecnicamente, anche se sei un maschio, prima di essere mutato eri una femmina, ecco perché puoi avere una gestazione... anche se di uova, grandi quanto due mani giunte".

"Come fai a sapere tutto questo?" chiese Mikey, con una mano sul naso.

"Un bravo medico abbraccia ogni campo".

Raphael si grattò la testa e abbracciò Leonardo, accarezzandogli il guscio. Guardò la ciccettina e di nuovo il compagno che lo avrebbe fatto diventare padre.

"Quando partorirà Leo?".

"Direi... considerando che la fecondazione è avvenuta due settimane fa... circa cinque mesi e mezzo" rispose Don, a braccia incrociate "Ma quando sarà il momento, l'uovo o le uova resteranno tali e avranno bisogno di cinque giorni per schiudersi definitivamente".

"Hai sentito Leo?" confortò Raph, baciandogli la fronte "Non è meraviglioso?".

L'azzurro non rispose, troppo perso a singhiozzare in silenzio. Questa notizia lo aveva semplicemente sconvolto... inoltre, una piccola idea nella sua mente gli ricordava di indagare se era possibile annullare quella specie di gravidanza...



Angolo dell'Autrice.

Ho scritto questa storia da un po' di tempo e solo ora la pubblico, semplicemente perché volevo prima terminare qualche altra fic, ma non ho voglia di farlo (colpa dell'estate e dal fatto che sono molto presa da un fumetto che sto creando a una mia carissima amica). M-preg su una coppia che non favorisco, ma che ho scelto perché non ho mai centrato nulla su di essa.
Io vado di più per RxM, ma gli altri abbinamenti non mi dispiacciono! 
Al prossimo cappy!
  
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