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Autore: Sheriza    12/07/2014    1 recensioni
Sharon è una Nephilim e vive nella contea di Jevith, che si suddivide in tre città principali: Rhapsody, Blueville e Peck. Ha un sogno, quello di frequentare il Paradisium, una scuola di addestramento alle arti di combattimento e magiche che si trova a Rhapsody...c'è solo un problema, l'ingresso all'intera città è severamente vietato alle donne. Ma quando il suo sogno sembrerà avverarsi si ritroverà ad affrontare qualcosa più grande di lei, scoprirà cose sconcertanti, cose che cambierebbero l'intera credenza cristiana e religiosa, un qualcosa di così scottante da essere nascosto dai Nephilim stessi.
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[Tratto dall'undicesimo capitolo]
"Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca."
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[Tratto dal settimo capitolo]
“Durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica”
"Se fosse veramente una pietra?"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo X

I segreti di Londra


Il portale aperto da Artes nella camera di Sharon mostrava uno scorcio della Londra caotica ed esuberante, un paesaggio pieno di macchine, luci, autobus e con un tempo perennemente nuvoloso.

“Sei pronta?” chiese dolcemente Daniel avvicinandosi alla ragazza che teneva salda la valigia con cui aveva iniziato tutto il suo viaggio.

“Certo” rispose secca Sharon fissando lo sguardo sul portale.

La ferita all'occhio andava decisamente meglio, ora riusciva a tenerlo aperto senza provare dolore o altro ma comunque la cicatrice era rimasta ben visibile.

“Allora andiamo” disse Artes prima di sparire nella luce del portale seguito da Daniel e infine Sharon.

La ragazza appena varcata la soglia cominciò ad avvertire una sorta di forza che sembrava trattenerla distante dai ragazzi, qualcosa che sembrava tenerla dalle spalle.

“Daniel, Artes! Aspettatemi non riesco a raggiungervi!” gridò Sharon notando però che la sua voce era bassissima, quasi un sussurro.

Mi sento male, come se mi stessero risucchiando l'anima.

La facciata sul cemento la fece tornare in sé, dolorante e nauseata.

Ma allora provi piacere a farti del male” ridacchiò Daniel aiutando Sharon ad alzarsi.

Non è colpa mia, mi sono sentita male nel portale. Era come se qualcosa mi trattenesse...” si giustificò Sharon.

E' normale, il portale può fare quest'effetto a volte. Non sei abituata poi a viaggiare così no?” spiegò Artes.

In effetti si...”.

Sharon spostò lo sguardo dai ragazzi all'imponente struttura che si ergeva alle loro spalle e la ragazza riconobbe subito l'Elizabeth Tower (o meglio conosciuta come Big Ben) e il palazzo di Westminster.

Oh dio, è gigante... Veramente è enorme!” notò la ragazza stupita a bocca aperta.

Hai visto? E non lo crederai mai, ma è questo l'Altair di Londra!” disse euforico Artes con un sorriso fiero e orgoglioso.

Ma non è la sede del Parlamento inglese questa? E poi perché nessuno ci nota?” chiese Sharon confusa e dubbiosa.

Sei a Londra, non a Venezia! Qui puoi andare in giro anche in mutande e nessuno ti dice niente, e poi si è la sede del Parlamento ma tu lo sai che noi Nephilim abbiamo la magia dalla nostra parte, no?” disse Artes.

Ah credo di aver capito quello che vuoi dire..”.

Forza, andiamo! Non vedo l'ora di entrare negli archivi sa..” Artes fu interrotto da un improvviso calcio di Daniel, che con un'occhiata fulminea fece zittire il ragazzo.

Archivi?” chiese Sharon.

Eh, vedi lui è un guaritore per questo deve stare sempre sui libri a studiare nuove medicazioni... Non finirà mai di imparare è un topo di biblioteca” ridacchiò nervoso Daniel che cominciò a camminare verso il palazzo.

Una volta entrati due enormi guardie, con tanto di mitraglietta, fermarono i ragazzi.

“Dove pensate di andare? E' proibito entrare qui senza un'autorizzazione o un mandato” tuonò uno dei due.

Artes e Daniel si lanciarono una veloce occhiata e dopo qualche secondo le guardie erano riverse a terra svenute.

“Dobbiamo raggiungere il seminterrato, seguitemi”.

Daniel e Sharon seguirono Artes in un ascensore buio e apparentemente in disuso, scendendo lentamente in uno spazio privo di luce e arredamento. Arrivarono davanti un muro di mattoni al centro della stanza, quest'ultimo non separava né divideva niente era posto lì al centro della stanza completamente inutile e impolverato.

I due ragazzi si avvicinarono al muro e poggiarono una mano su dei simboli scavati nel mattone, che lentamente si illuminarono facendo sparire l'ostacolo e lasciando al suo posto una porta luminosa.

“Sharon entra prima tu” disse velocemente Daniel prendendo la ragazza e sospingendola verso la porta.

Appena la ragazza toccò la superficie di quel portale una scossa elettrica la fece allontanare e un bruciore sulla schiena la pervase.

“Che sta succedendo?!” chiese Artes sorpreso.

“La schiena... Mi brucia...” balbettò Sharon portandosi le mani sulle spalle e accucciandosi a terra dolorante.

Daniel non ci pensò due volte ad alzare la maglietta della ragazza, quando lo fece vide che lo strano marchio che aveva Sharon sulla schiena era diventato con i bordi neri e rossi e sembrava come pulsare.

“Credo che sia per questo che non ti ha lasciato passare” sussurrò Daniel passandoci una mano sopra e constatando che era caldo.

“Ma eppure ha già preso altri portali per uscire ed entrare e non ha mai subito quest'effetto!” rifletté Artes.

“Probabilmente questo deve avere un grado maggiore di protezione, che fa passare solo Nephilim guaritori e guerrieri marchiati” disse Daniel prendendo Sharon in braccio e sollevandola da terra.

“Cosa vuoi fare?” chiese dubbioso il ragazzo.

“Se fa entrare solo i Nephilim marchiati, allora io dovrei entrare anche con Sharon in mano” disse il ragazzo prima di buttarsi e sparire dietro la luce.

“Bell'idea” sussurrò Artes attraversando e richiudendo il portale.


L'Altair sotto il palazzo di Westminster era illuminato sporadicamente da luci fioche e giallastre che facevano intravedere un muro fatto in mattoni porosi, l'aria che si respirava era viziata e pesante come di un luogo chiuso da secoli. Daniel poggiò Sharon a terra che perdendo l'equilibrio si dovette sostenere sul muro che si sbriciolò al suo tocco, lasciandole la mano rossa e segnata dai pezzetti sbriciolati del mattone.

Sembra pericolante questo luogo” sussurrò Sharon chiaramente stanca e spossata.

E' fatto apposta. Vedrai che ti ricrederai tra poco” disse Artes seguendo un percorso completamente al buio.

Scesero delle scale e attraversarono una porta in stile gotico, con due angeli con le spade sguainate ai lati e si ritrovarono in quello che era la sala comune del vero Altair di Londra. Un enorme stanzone, lungo addirittura chilometri si apriva alla vista dei ragazzi, anche questo Altair era una specie di chiesa tutta fatta in stile gotico.

Le statue di marmo rappresentanti angeli e santi erano messe in quasi tutti gli angoli, dal soffitto pendevano dei candelabri che emanavano una luce opaca e misteriosa, sedie quasi simili a troni gotici erano sparpagliate per la stanza e le pareti non erano più fatte di mattoni, ma di dipinti antichi e un po' scrostati dal tempo. La stanza era apparentemente vuota e le uniche persone presenti erano proprio loro tre, che con cautela cominciarono ad avanzare nell'Altair.

Benvenuti, ero stato avvisato di questa visita dal rettore di Venezia. So i motivi di tale visita, quindi siete pregati di seguirmi.” una voce parlò.

I ragazzi si girarono trovando un ragazzo alto e dalla pelle così scura che se non avesse portato una tunica bianca sarebbe stato invisibile con quella oscurità.

Piacere, io sono Judith. Sono il rettore di questo Altair” il ragazzo aveva una voce profonda e autoritaria ma non mostrava più di vent'anni, principalmente rivolse il suo sguardo ad Artes e Daniel ignorando quasi Sharon.

Artes ebbe un sussulto e ricambiò il benvenuto dell'uomo con un sorriso, mentre Daniel corrucciò la fronte in segno di allerta.

Quasi come se fosse apparsa improvvisamente, Judith lanciò un'occhiata fulminea e piena di ribrezzo a Sharon che sentì un brivido attraversarle la schiena e notò che quell'occhiata era per la sua cicatrice sul volto.

Tu sei Sharon, benvenuta anche a te” disse in tono molto più freddo e cinico.

“Lieta che si sia accorto della mia presenza, non capita tutti i giorni” disse sarcasticamente Sharon.

I tre ragazzi la guardarono strizzando leggermente gli occhi e facendo finta di niente.

“Sharon che hai? Di solito non usi questo tono con nessuno” sussurrò Daniel avvicinandosi cautamente a Sharon.

“Che dirti, forse sono cambiata”, disse conclusiva e seccata la ragazza.

Judith restò a guardarla per qualche secondo con un sorriso accennato ai lati della bocca, poi si cominciò ad incamminare verso un sottopassaggio ombroso e polveroso.

Artes si irrigidì improvvisamente capendo che Judith li stava portando direttamente all'archivio sacro.

“Judith, credo sia meglio se prima ci assegni delle camere... Sai non credo di voler incominciare a studiare da adesso...” disse in tono abbastanza nervoso il ragazzo.

Il Nephilim che stava conducendo i ragazzi si girò a malapena a guardarli e con un sospirò fece cenno con la mano di seguirlo.

Come desiderate, però mi è stato dato un ordine. La ragazza dovrà essere messa in una delle camere più sicure ed internate dell'Altair”.

E dove sarebbe questa stanza, Neph?” sibilò Sharon quasi riluttante alla vista di Judith.

Sharon!” gridarono Daniel e Artes facendo notare alla ragazza la gravità di quello che aveva detto.

Nel mondo dei Nephilim, essere soprannominati ''Neph'' era un chiaro segno di mancanza di rispetto, molte volte questo termine era usato dai demoni per prendersi gioco delle stesse persone e condurle all'odio.

Fa niente, probabilmente manco lo sapeva e non l'ha fatto apposta” disse frettolosamente Judith.

Camminarono in un silenzio quasi sacro fino a raggiungere una torre percorsa da più di dieci rampe di scale.

“La camera di Sharon si trova alla fine di questa torre, oltre ad avere un dispositivo di sicurezza in cima per evitare possibili inconvenienti l'entrata alla base delle scale sarà controllata ventiquattro ore su ventiquattro da un Nephilim guerriero” spiegò Judith cominciando a fare le rampe di scale.

Raggiunsero lentamente la cima dove una porta di legno blindata faceva da padrona, il luogo era abbastanza impolverato e malconcio ma sembrava sicuro.

Artes invitò Sharon a sistemarsi e a riposare già da subito in modo da poter star tranquillo e la ragazza anche se leggermente dubbiosa accettò senza proferire parola. Salutò con un cenno di mano i ragazzi e poi aprì la grossa porta di legno richiudendosela alle spalle con un tonfo che rimbombò per le scale, la stanza in cui era appena entrata era spoglia e grigia. L'unico mobile che non era grigio, pensò Sharon, era un letto a baldacchino dorato ma così consumato dal tempo che il colore che gli avrebbe dato si sarebbe aggirato intorno al beige più sbiadito, oltre al letto nella stanza c'erano una scrivania e un armadio a muro tutti e due grigi.

Poggiò la pesante valigia a terra scordandosi quasi di averla ancora in mano e si buttò sul letto sfinita, pochi secondi dopo già dormiva profondamente.


Artes e Daniel dopo che Sharon fu entrata nella stanza si lanciarono un'occhiata e chiesero gentilmente a Judith di accompagnarli negli archivi il più velocemente possibile.

“Siete abbastanza impazienti o sbaglio?” chiese il giovane che li stava scortando nei sottopassaggi dell'Altair andando sempre più giù.

“Penso che ti avranno detto il motivo per cui dobbiamo consultare quei libri..” disse con voce ferma Daniel che accelerava il passo per restare nel gruppo.

“Non sono solo libri”, lo riprese Judith stizzito, “Io li preferisco definire pergamene foderate.

Daniel guardò con fare dubbioso Artes che ricambiò con una risatina.

Dopo quasi dieci minuti di camminata dalla stanza di Sharon arrivarono finalmente davanti a un portone d'acciaio massiccio e protetto da una guardia armata.

E' la prima cosa che non sia in legno che vedo” disse sarcasticamente Daniel mettendo le mani nelle tasche dei jeans.

Artes e Judith fecero finta di non sentirlo poi quest'ultimo allungò una mano verso la guardia che si spostò immediatamente lasciando passare i tre ragazzi. Appena sopra il pomello della porta c'era una specie di incavo che ricordava una nota di violino e quando Judith vi poggiò sopra la collana che aveva al petto un tonfo rimbombò nell'aria, alzando un polverone unico.

Prego, siete i benvenuti negli archivi sacri” disse il Nephilim spostandosi a un lato e lasciando passare i due ragazzi che scivolarono silenziosamente all'interno.

La stanza che avevano di fronte era piena di scaffali in legno polverosi che saranno stati alti come minimo cinque metri l'uno, erano disposti uno di fronte all'altro formando file orizzontali e verticali quasi infinite. C'era una piccola finestra a un angolo della stanza, anche quella impolverata e chiusa da chissà quanto tempo, due tavolini di legno davanti agli scaffali facevano intravedere l'antichità di quel posto ormai corroso dal tempo e dalla polvere. Appena entrarono di più vennero invasi da un'aria viziata e pesante di polvere e legno marcio che fece venire dei conati di vomito ad Artes, che si trattenne.

Vi lascio ai vostri”, Judith fece una pausa quasi pensieroso, poi schifato disse “libri” e uscì dalla stanza socchiudendo l'enorme porta in acciaio.

Su ogni scaffale c'era un cartello ingiallito dal tempo che indicava i vari argomenti dei libri in esso.

Quindi che dobbiamo cercare? Trinità?” chiese Artes guardando gli scaffali e mettendosi una mano tra i capelli già esasperato.

Credo proprio di sì” sussurrò Daniel alzando la testa, “Credo che dobbiamo concentrarci anche sull'Honorius Elité e su Lui nei tempi angelici... Sicuramente ci sarà qualcosa”.

Bene allora, possiamo iniziare tu cerca l'Honorius Elitè io cercherò la Trinità” disse Artes prima di sparire tra il buio e la polvere degli scaffali.


Quando Sharon si risvegliò era notte inoltrata, la luna era alta in cielo e i suoi raggi penetravano dalla finestra delicati e luminosi. Si alzò e si mise un vestito bianco attillato di seta che le arrivava fino a metà coscia (tecnicamente quello era il suo pigiama) e si affacciò dalla finestra della torre. La vista su Londra era fantastica, era come stare sospesa su una coperta di luci colorate, con il rumore delle macchine e di una città che non dormiva mai. A risvegliarla da quel panorama fu un bussare insistente sopra la porta in legno, Sharon vi si avvicinò e dopo aver tirato con forza la porta scoprì che sull'orlo non c'era nessuno. Sporse la testa fuori e notò una lucina rosa per le scale che sembrava chiamarla, era la prima lucina rosa che vedeva di solito erano sempre azzurre, bianche e dorate. Uscì furtiva a piedi nudi dalla stanza richiudendo silenziosamente la porta alle sue spalle e poi cominciò a seguire la luce che aveva cominciato a muoversi.


“Hai trovato niente?” chiese Daniel sentendo la propria voce risuonare nella stanza.

“A parte un libro abbastanza rovinato che parla dell'Honorius Elité niente, tu sei stato più fortunato?” sospirò Artes poggiandosi sul tavolo.

“Gli unici libri che parlavano di Trinità erano quelli della Sacra Trinità, niente diafane o armi divine” rispose Daniel facendo spallucce e buttando un libro in un ammasso di libri accatastati in un angolo.

Beh intanto senti che dice questo libro sull'Honorius Elite:

L'Honorius Elité era formato dagli angeli più belli e potenti di Dio, il loro potere era così grande che potevano portare l'Apocalisse sulla Terra, ma non era abbastanza per loro. Dio forgiò per loro delle armi epiche, sacre. Ogni arma aveva un potere specifico, ma ce n'era una in particolare forgiata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo che era così potente da poter rovesciare il Paradiso” Artes fece un profondo respiro e guardò Daniel, “Sta parlando della Trinità”.

Credo di sì, continua a leggere” disse il ragazzo avvicinandosi e guardando il libro consumato.

L'arma fu forgiata da del metello benedetto e prima si trasformò in una falcem a due lame, successivamente in kamas e infine nella spada della giustizia che bruciava di fuoco eterno la Trnità. Il suo potere fu affidato a quello che per Dio era l'angelo più fedele e perfetto di tutti, colui adesso conosciuto come Lucifero. Il potere di quell'arma era così grande che solo un angelo potente non ne sarebbe morto al tocco, ma quell'arma presto fu perduta dopo che il conflitto tra bene e male ebbe inizio. L'Honorius Elité si schierò metà con Lui e metà con Dio, sciogliendosi per sempre e dando inizio alla battaglia. L'arma si dice fu persa perché solo sentimenti buoni ne potevano animare il fuoco che bruciava ma...” Artes si fermò a leggere e guardò Daniel.

Perché ti sei fermato?” chiese Daniel impaziente e con gli occhi fissi sul ragazzo.
“Le pagine dopo sono state macchiate ed è impossibile leggere oltre... Ma quello che ho letto basta per capire che Sharon non è quello che dice di essere, non è una Nephilim...” sussurrò Artes con il cuore che gli martellava in petto.

E' impossibile! Non può essere! Non ha le ali ed è una donna!” gridò furioso Daniel.

E' possibile che nemmeno lei sappia chi è in realtà..” fece notare il ragazzo prendendo il libro e mettendolo dentro la borsa con fare furtivo.

Lo scoprirò adesso” disse Daniel prima di correre via fuori dalla stanza.


Sharon uscì dalla sua torre senza problemi, il Nephilim che doveva fare da guardia dormiva attaccato al muro russando come un demone. Continuando a seguire la luce si accorse che si stava dirigendo dalla parte opposta dell'Altair fino a quando non giunse all'ingresso di una torre uguale a quella in cui risiedeva, l'unica differenza era un cancello dorato dove un lucchetto era stato da poco rotto e aperto. Oltrepassò con cautela il cancello e salì le scale che l'avrebbero portata in cima, ad aspettarla c'era una grossa porta di cristallo opaco che brillava debolmente, a quel punto la lucina si poggiò sul pomello e sparì aprendo la porta. La stanza che Sharon si ritrovò davanti era completamente spoglia tranne per un piedistallo al centro di essa, le pareti erano fatte di vetri e quindi i raggi della luna penetravano illuminando a tratti la stanza buia.

Ti piace?” una voce uscì dall'ombra di un angolo avanzando lentamente.

Judith... Che cosa ci fai qui?” chiese sorpresa Sharon avanzando qualche passo.

Adesso che era più vicina al piedistallo poté vedere cosa conteneva, una pietra rosso sangue appoggiata su un cuscino di seta illuminato dalla luna.

Potrei farti la stessa domanda”, avanzò di qualche passo verso Sharon e si fermò all'altezza della teca, “Ma visto che sono io che ti ho condotta qui non avrebbe senso, non credi?”.

E perché mi volevi qui?”.

Volevo mostrarti questo”, disse allungando un dito contro il piedistallo.

Perché mai? Non mi interessano le pietre” disse nervosa la ragazza cominciando a indietreggiare lentamente.

C'è qualcosa che non va in lui...

Non cercavi il Divinium, Nephilim?” disse in tono macabro il ragazzo che adesso era sotto la luce della luna, “O preferisci che ti chiami Arcangelo?”.

Non capisco di cosa stai parlando” sussurrò confusa Sharon.

Avvicinati, prendi pure la pietra, è tua. Però dopo che l'avrai presa ti trasformerai in quello che sei veramente”, la voce e lo sguardo del Nephilim si erano assottigliati.

Ripeto non so di cosa stai parlando, ma non prenderò quella pietra mi dispiace”.

Ah, allora lascia che ti convinca io”, la sua voce era malvagia e quando schioccò le dita dalla porta entrò Daniel sollevato da terra da una forza invisibile che lo teneva per la gola.

Se non la prenderai, lui si farà un volo di più di 30 metri e per uccidere una persona ne bastano solo dieci, allora?” disse lui con voce impaziente e sbattendo Daniel contro una vetrata in modo da romperla. I vetri finirono ovunque, scheggiando e ferendo Daniel che però rimaneva silenzioso e con gli occhi sgranati.

Non credo gli farai del male” disse Sharon cercando di avvicinarsi il più possibile alle vetrate.

Come credi, ma sappi che l'hai voluto tu”.

La mano di Judith si aprì e in quello stesso momento qualsiasi cosa stesse tenendo Daniel lo lasciò cadere fuori dalla finestra, nel vuoto.

DANIEL!” gridò Sharon incredula e senza accorgersene stava già correndo contro la finestra saltando nel vuoto.

Vide Daniel, sembrava un angelo senza ali che cadeva dal Paradiso ma prima che questo pensiero potesse attraversarle la mente era già su di lui a mezz'aria, pochi metri li separavano dall'asfalto duro. La faccia di lui si trasformò in incredulità mista a terrore, erano sospesi in aria abbracciati ma dalla schiena di lei uscivano delle ali enormi che li ricoprivano per intero, bellissime, delicate e possenti di un azzurro chiaro che verso le punte si andava scurendo diventando quasi nero, però erano macchiate di sangue come lo era quasi tutto il vestito di Sharon.

  
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