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Autore: meetmeatsunset    12/07/2014    0 recensioni
C'era un ragazzo.
No, questa purtroppo non è una di quelle favole che iniziano con "C'era una volta" e terminano con "e vissero tutti felici e contenti".
No.
Questa è un'altra storia.
Allora, c'era un ragazzo e c'era una ragazza.
Okay, fin qui sembra tutto apposto, no?
Ma non è così.
Cosa succederebbe se i due s'innamorassero? Se diventassero così uniti da non lasciarsi più? Se i loro cuori continuassero a cercarsi per sempre?
E poi, cosa succederebbe se, tutto ad un tratto, si dividessero?
Lui si allontanerebbe.
Lei piangerebbe.
E' ovvio.
Ma dopo? Se un giorno, casualmente, si reincontrassero? Magari con qualche lacrima in più e qualche sorriso in meno?
Beh, sta al destino deciderlo.
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Storia di @meetmeatsunset©
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nothing's changed at all.
V Capitolo.
@meetmeatsunset

 
 

Harry era passato in camera prima di andare nell'aula di arte.
Cercava il suo blocco dei disegni, su cui aveva fatto schizzi di ogni genere. Carboncino, matita o acquarelli non importava, era capace di mettere su carta tutto ciò che voleva.
Sapeva dare vita ai soggetti che disegnava, trasmettere emozioni talmente forti e vere da prendere lo spettatore e trascinarlo in quell'armonioso incastro di linee fatte a mano.
In pochi conoscevano questo suo talento, ma chiunque vedesse un suo disegno, non poteva fare a meno di ammirarlo per minuti interi.
Harry era timido, soprattutto se si trattava di arte.
Custodiva quel blocco come si fa con le cose preziose e lo portava sempre con sè.
Solo che in quel momento non lo trovava.
Pensò subito che Niall, dopo aver svuotato la sua valigia sul letto, l'avesse mandato chissà dove o addirittura sotterrato sotto quella massa di vestiti.
Appena vedo quell'adorabile biondino gliene dico quattro, pensò.
Cominciò a cercare meglio sotto il letto e tra la roba di Niall, ma non era lì.
Lo trovò sul comodino dell'amico, con sopra un post-it.
"Ad Haz,
scusa se ho sbirciato, ma mi era capitato sotto gli occhi e non ho potuto farne a meno.
Spero non ti dispiaccia.
Disegni bene, comunque.
Niall
", diceva.
Harry si infuriò in un attimo.
Come aveva potuto aprire e leggere il suo blocco?
Dove aveva disegnato la sua vita, i suoi sogni?
Strappò il post-it e lo lanciò nel cestino.
«Calmati» disse Harry rivolto a se stesso.
Qualche respiro profondo e si riprese.
Non sapeva come definire ciò che gli era appena passato per la testa e che aveva tramutato in azioni.
Un altro respiro.
Non era nervoso per Niall nè per la sua privacy violata - in fondo Niall era suo amico -, non seppe dire -cosa gli stesse accadendo.
Era forse per l'evento di pochi minuti prima?
Aveva visto quella ragazza di cui non conosceva il nome ed era svenuta subito dopo averlo guardato negli occhi.
Anche Harry aveva guardato nei suoi, ma non era di certo svenuto.
Aveva provato una piccola scarica elettrica nel vederla, eppure non la conosceva.
Aveva visto una luce in quel paio di iridi grigio-verde e ciò gli aveva provocato una stretta allo stomaco.
Una stretta molto forte.
Come se da quella scarica, gli occhi avessero lasciato scorrere nel resto del corpo il resto dell'energia.
Gli era sembrato di vivere per un attimo.
Harry scrollò la testa prendendosela tra le mani.
Non aveva voglia di ricordare il passato.
Il passato nel quale non-viveva.

Scese al piano terra portando il suo blocco sottobraccio, portando un pennello e una matita nella mano destra.
Corse verso l'aula di arte, rischiando di fare tardi.
Entrò e, con suo piacere, l'aula era ancora mezza vuota.
Non era una comune aula, ma era divisa in banchi per due e ognuno aveva sopra dei fogli bianchi e una tela accanto.
La lavagna era più larga e gli scaffali erano pieni di pennelli e tavolozze.
Scelse un banco vuoto e sperava che fosse rimasto così.
D'altronde il corso di arte non era così tanto frequentato. I ragazzi preferivano iscriversi a musica o a teatro, lasciando quel dolce sapore nella bocca di Harry che amava la solitudine e che l'avrebbe avuta anche lì.
La professoressa Crane entrò in classe con un fare molto scattoso e severo; non si accorse dei pochi ragazzi presenti e prese a mettere in ordine le nuove tempere.
«Ehm, salve Mrs Crane» disse una ragazza.
«Oh cielo, salve ragazzi» si ricompose la donna.
Scrutò i suoi alunni, soffermandosi su ogni volto e prese a camminare tra i banchi, studiando ogni reazione nei ragazzi.
Aveva una buona nomina e altrettanto una buona reputazione, sapeva fare il suo lavoro sebbene... a modo suo.

L'attenzione di Mrs. Crane fu attratta da una ragazza arrivata in ritardo.
Aveva una borsa con dentro il materiale e si chiese dove lo avesse preso.
«Scusate il ritardo» disse Erin.
«Non è in ritardo signorina...» disse la Crane lasciando la frase in sospeso e cercandola con le dita.
«Price. Sono Erin Price» affermò lei, accennando un sorriso.
Harry sussultò lievemente sulla sedia al sentire quel nome.
«Mh, bene. Si accomodi»
Erin si sedette in un banco vuoto parallelo a quello di Harry.
Si guardarono ancora.
Harry le sorrise appena; gli venne spontaneo, c'era qualcosa in quella ragazza che lo spingeva ad essere l'Harry che era tempo fa.
Erin arrossì e sistemò i suoi pennelli in ordine di grandezza.
Mettere in un ordine preciso gli oggetti l'aiutava a calmarsi. 
Inspira-espira, si ripeteva.
Vide Harry alzarsi e dirigersi verso la sua direzione, forse per sedersi accanto a lei, ma in quell'esatto istante ecco entrare Margaret Fisher e prendere posto vicino ad Harry.
«Ciao Harry!» disse eccitata sventolando una mano nonostante gli fosse seduta accanto.
«Ciao, Margaret.» rispose lui.
Harry l'aveva conosciuta alle scuole elementari e da quel momento lei non aveva voluto scollarsi minimamente.
Okay, Harry sapeva di possedere un certo carisma, ma non era il tipo donnaiolo che tutti credevano.
Lei salutò anche Erin, ma con meno entusiasmo.

«Bene, ora che ci siamo tutti, vorrei che cominciaste a disegnare ciò che volete sul foglio ruvido che avete davanti, poi potrete scegliere se sfumare con il carboncino o dipingere ad acquarello» annunciò Mrs Crane.
Tutti i presenti presero una matita e cominciarono il loro lavoro.
Erin avrebbe decisamente scelto gli acquarelli, ma era ancora bloccata su cosa disegnare.
Guardò Harry con la coda dell'occhio e vide che aveva già cominciato.
La sua mano destra si muoveva leggera su quel foglio ancora bianco, mentre la sinistra studiava il tatto del ruvido.
Erin ne restò estasiata.
Prese a disegnare.

Al termine della campanella che segnava la fine delle due ore del corso, Harry si alzò per consegnare il suo disegno a carboncino, non curandosi di Margaret che gli teneva il braccio.
Non aveva in mente particolari soggetti da disegnare, ma si ricordò della scarica elettrica negli occhi di Erin -adesso che sapeva il suo nome non faceva altro che ripeterselo nella mente- e li impresse su carta.
Pensò che il carboncino fosse l'idea migliore per sfumare le ombre e dare vita alle iridi.
Anche perché se avesse dipinto con i colori, Erin avrebbe capito che si trattava di lei.
«Oh Styles, ciò che ha fatto è notevole» disse la Crane mentre ammirava il suo disegno «ha usato una particolare tecnica?»
Harry si guardò le mani istintivamente.
«No, Mrs» disse infine.
«Invece sì, è molto difficile da realizzare. E' sicuro di non conoscerla?» chiese la professoressa stupita.
Scosse la testa corrugando la fronte in un modo che lo rendeva ancora più adorabile.
Harry sentiva che quella donna provava ammirazione verso di lui o meglio, per quello che era in grado di fare.
La Crane gli diede una ricerca su quella tecnica di sfumature e gli chiese di portarle un saggio per la settimana a venire, citando i maggiori esponenti di quel piccolo movimento artistico.
Harry scrisse i suoi compiti su un pezzo di carta e se lo mise in tasca.
Uscì velocemente dall'aula salutando educatamente la professoressa.
Anziché dirigersi verso la mensa, aspettò vicino allo stipite.
Erin stava consegnando il suo lavoro alla Crane.
Aveva dipinto le braccia di un uomo, con alcune vene sporgenti sul dorso delle mani che si intrecciavano verso l'alto, come a sorreggere un oracolo.
«Erin Price, è molto bello; ha grandi capacità, ma vanno ancora coltivate. Ciò vuol dire che se adesso si ritiene brava, frequentando questo corso si supererà da sola, glielo assicuro» disse la donna annuendo.
Erin la ringraziò con il sorriso.
La Crane non le affidò compiti particolari se non quello di realizzare un dipinto simile, ma in bianco e nero ed esclusivamente con la matita.
Voleva valutare tutte le sue capacità per capire se lei fosse una persona versatile, e lo era sicuramente.
Uscì dall'aula provando un senso di incontrollata felicità.
«Erin» disse Harry, deliziandosi ancora del suono del suo nome.
Si poteva sentire sulla pelle la timidezza che provava in quel momento.
Lei sobbalzò e lo guardò con sorpresa: «Har...» disse, ma le parole si spezzarono in gola.
Lui era in piedi davanti a lei e la guardava con la testa inclinata.
Emozioni.
«Oh, ehm, ciao Harry» disse infine, ricomponendosi.
Erin, inspira-espira, si disse.
«Non ci siamo ancora presentati ufficialmente. Ad ogni modo...» disse lui porgendole la mano.
Erin la afferrò e la strinse come si fa in un primo incontro.
Era calda, liscia, piena, viva.
Respirare.
«Mi dispiace di averti fatto... Svenire» sussurrò, come se qualcuno li stesse osservando.
Ma non c'era nessuno.
Lui s'incupì tutto d'un tratto.
La testa di Harry stava per esplodere, il passato che gli scorreva davanti agli occhi.
Stava riemergendo dopo essersi avventurato troppo a fondo nell'oceano, risaliva, nuotava verso l'alto e quando stava per riprendere aria, uscire, respirare, qualcosa lo afferrava e lo tirava nuovamente giù, verso il nero.
Prese un respiro profondo.
Doveva apparire il più gentile e naturale possibile.
Si concentrò.
«Non preoccuparti, non è stata colpa tua» rispose Erin, ammettendo dentro se stessa che invece era lui la causa.
Lui si avvicinò di un passo: «Andiamo a pranzo?»
Erin annuì e lo seguì a ruota, mentre deglutiva a fatica.

Entrarono entrambi nella mensa, alla ricerca del tavolo con i loro amici.
«Ciao ragazzi» disse Erin sedendosi accanto a Sarah.
Gli altri le risposero e Niall si fece un po' più a destra per far sedere Harry, spingendosi così verso Caleigh.
A lei non dispiacque.
Ancora una volta, Erin ce lo aveva davanti.
Occhi su occhi.
Era troppo per lei.
Scappò dal suo sguardo e bevve un po' d'acqua, nervosa.
Se avesse parlato in quel momento, Erin si sarebbe messa l'anima in pace.
Almeno avrebbe saputo cosa Harry voleva davvero.
«Hey Erin, che hai?» le chiese Sarah.
«Dopo ti devo parlare» disse l'altra in un soffio.
Le due amiche si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Il pranzo si concluse con abbracci e tanti "Ci vediamo dopo".
Solitamente gli studenti cominciavano i compiti subito dopo aver salutato gli amici, ma Erin e Sarah si erano date appuntamento nel cortile.
Sarah era un po' preoccupata per l'altra: da quando erano arrivate non faceva altro che guardarsi intorno e aveva sentito da Louis che era svenuta vicino al suo piano.
Vide Erin correre giù per le scale e raggiungerla.
«Eccomi qui!» esultò.
L'altra sorrise: «Allora, cosa devi dirmi?»
Erin si accomodò davanti a lei e prese un respiro.
«Mi sono iscritta al corso di arte all'ultimo minuto oggi e...» fece una pausa carica di significato «Ha... Harry era lì. C'era anche lui»
Sarah sbarrò gli occhi. «Ma...»
«Sì, avevo sognato i suoi occhi prima di partire! Ed erano proprio i suoi!» continuò Erin. «Quando l'ho visto nell'aula di musica, ho avuto un brivido strano e non mi ricordo altro. Mi sono ritrovata con Louis di fronte e lui era sparito.»
Erin le disse anche di come avesse rivisto Harry al corso e di come la guardava.
Parlava con gli occhi lucidi e le mani che tremavano.
Quando ebbe concluso il tutto, citando anche i loro disegni, Sarah disse: «Beh, quando si dice che i sogni diventano realtà!»
«Non è quel tipo di sogni Sarah, ma sì, è tutto vero» disse Erin.
In quel momento comparve Zayn e si sedette come se nulla fosse accanto a Sarah; «Hey ragazze, che fate qui?»
Erin guardò l'amica. «Le stavo raccontando di cosa avevo fatto stamattina dopo storia» svagò.
Zayn annuì e prese in mano la situazione: «Già ecco, penso di essere l'unico a non essermi iscritto ad uno di quei corsi lì» disse accompagnandosi con alcuni gesti delle mani.
«Nemmeno io» affermò Sarah.
«Dai, è il primo giorno, domani vedrete» annunciò Erin.
I due annuirono ed Erin si sentiva terribilmente fuori posto.
Se solo ci fosse stato Harry lì...
No.
Anche se lui, il sogno e tutto il resto si erano rivelati -reali, c'era ancora qualcosa che non girava nel modo giusto.
Ormai poteva definirsi un'esperta di occhi e nei suoi c'era qualcosa di strano ma talmente attraente da farglielo dimenticare.
Liquidò gli amici, lasciandoli soli a parlare. Ne avevano bisogno.
Decise di andare nella sua camera e fare quattro chiacchiere con Caleigh mentre abbozzava il disegno per Mrs. Crane.
Non era male come idea.
Salì le scale e spalancò la porta quasi urlando un "Heey" alla coinquilina porgendole uno dei cappuccini che aveva in mano.
Le raccontò molto brevemente del corso, senza far trasparire troppo sul ragazzo dagli occhi verdi.
E l'altra invece parlò di Niall, di come i suoi occhi fossero blablabla e di come le parlava, stregato.
Tra una risata e l'altra, Erin iniziò il suo disegno.

Harry invece, da bravo ragazzo, si diresse in biblioteca alla ricerca di libri d'arte.
Aveva deciso di cominciare quella ricerca sul carboncino.
Non è che studiare gli piacesse da matti, ma doveva farlo e anche bene.
Si perse nei suoi pensieri e un po' nel suo passato ma quando Louis entrò nella sala, Harry si nascose dietro uno scaffale.
Non voleva farsi vedere da lui, non voleva essere catturato dalla sua frizzante simpatia.
Cioè, sì, voleva.
Ma non in quel momento.
Louis svoltò a destra, in un altro scomparto.
Si erano conosciuti prima che iniziassero il college e... Buio.
Non doveva ricordare, non lì.
Si ripetè più volte di calmarsi.
Fortunatamente trovò molto presto i libri che gli interessavano, prendendone di sicuro qualcuno che non serviva.
Salì le scale di corsa e bussò alla porta.
«Niall, dai! Quanto ti ci vuole, amico?» urlò Harry.
Ad aprirgli si presentò un Niall eccessivamente scoperto.
«Oddio, copriti ti prego» disse Harry coprendosi gli occhi con una mano, mentre teneva i libri nell'altra.
«Ho appena finito di farmi la doccia, calm down babe» rispose l'altro in modo ironico.
Harry lanciò i libri sulla scrivania e si buttò sul letto.
Qualche minuto dopo Niall uscì dal bagno vestito e profumato.
Sembrava un bambino dentro vestiti da diciannovenne. E forse lo era.
«Com'è andata arte?» gli chiese.
Harry sbuffò e si girò sul fianco destro per vedere meglio l'amico: «Devo fare una ricerca sul carboncino»
Niall rise, con una di quelle risate che sapeva fare solo lui. «Hey, scherziamo? Harry Styles alias il re del carboncino deve fare una ricerca sulla cosa che sa fare meglio?» e ricominciò a ridere.
«E' la Crane che me l'ha detto, sostiene che uso tecniche particolari ed evolute... Anche se non le conosco» ammise corrugando la fronte.
Niall fece un cenno d'assenso e tornò a guardare Harry: «Qualcosa non va, Haz?»
Harry si distese a pancia ingiù e mugugnò qualcosa.
«E' un ragazzo o una ragazza?» continuò Niall insistente.
Conosceva Harry abbastanza da fargli quel tipo di domande.
«Una ragazza» sbuffò l'altro.
Niall guardò un punto a caso nello spazio, sorpreso. «Che ha questa che ti attira? Un bel paio di tette? O magari sa anche ballare bene?»
«Niente di tutto questo, apparte il fatto che non la conosco abbastanza da sapere se balla o meno» disse Harry riemergendo dal cuscino, rivolgendo a Niall un lato arrossato del viso.
«Vuoi dirmi che non le hai guardato le tette?» sbottò l'altro.
Harry gli tirò il cuscino.
Sapeva benissimo che l'amico scherzava.
«E allora perché sei così depresso?» chiese imitando le virgolette.
«Non lo so, Niall. Non lo so.» rispose Harry.
E non lo sapeva davvero.



SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti!
Stavolta ho pubblicato in tempo, come vi sembra il capitolo?
Scriverlo è stato un po' difficile perché ho introdotto una descrizione che si allarga e va a toccare anche Harry, dicendo anche ciò che lui prova, vede e sente.
Spero vi piaccia, recensite se volete!

@meetmeatsunset

  
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