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Autore: Julie Darkeh    13/07/2014    2 recensioni
-Allora? Andiamo? Dovrei avere qualcosa da bere in camerino- poggiai una mano sulla schiena di Madalina per condurla insieme a me verso la piccola stanza. Con l'altra mano afferrai il mio zainetto, dove dentro stava piegato il foglio di Green ice, insieme all'altro, poi proseguii verso la nostra meta.
-Succo d'ananas?- chiese Mad speranzosa.
-Uhm, no, non credo proprio- risposi con ironia e risi.
Sul palmo della mia mano, oltre la sua schiena, percepii un brivido.
E non era mio.
––––•(-•♥•-)•––––
-Cosa dovrei nasconderti?- mi domandò lei scuotendo la testa e facendo finta di non capire.
Mi alzai dal divanetto e posai il mio bicchiere vuoto per metà sulla scrivania bianca.
-Hai perso una cosa a casa mia, stamattina- le confessai aprendo il mio zainetto ed estraendo i due fogli, ma uno lo nascosi dietro la schiena. L'altro glielo mostrai.
-Cos'è?- chiese Madalina, curiosa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green ice
II








Avevo ancora tra le mani Green ice. Non riuscivo a smettere di leggerla e di assorbire quelle parole che sapevano di me per fissarle nella mia testa. Lessi la canzone in continuazione prima delle prove, e adesso ero ancora lì, dietro le quinte, a perdermi tra quei versi, poco prima di salire sul palco ed emozionare la mia Helsinki con la band.
-Ville, noi saliamo, siamo pronti per l'introduzione- mi avvisò Gas afferrando le bacchette della batteria da un tavolino nero.
Alzai di scatto lo sguardo su di lui e sbattei le ciglia, come se mi fossi risvegliato all'improvviso da un sogno.
-Uh? Oh, sì, tra poco salgo anch'io- dissi piegando il foglio in quattro e lo conservai nel mio piccolo zaino che stava adagiato sul divanetto marrone, accanto a me.
-E' da minuti buoni che leggi quel foglio, ma cos'è?- mi chiese curioso Migé.
-Una canzone- rimasi sul vago, non mi andava di svelare quel piccolo segreto prima di aver parlato con Madalina.
-Abbiamo provato tutto il pomeriggio, la smetti di ripassare? Incendieremo la città, come abbiamo già fatto in passato, stai tranquillo- mi rassicurò il mio bassista. Io gli sorrisi.
-Sali, prima che i fans si chiedano dove sia Migé- lo incitai a lasciarmi perdere e a raggiungere gli altri sul palco. Quel barbuto si decise a farsi vedere dal pubblico, mentre un insieme di voci urlanti mi arrivò alle orecchie.
Il pubblico mi stava aspettando e le voci mi diedero subito la carica per affrontare la prima tappa del tour. In prima fila sarebbe dovuta esserci Madalina. Non vedevo l'ora di scrutarla in mezzo alla gente e di incrociare i suoi occhi cerulei, i quali mi avrebbero fissato per tutto il concerto.
Mentre Linde, Burton, Gas e Migé cominciarono a suonare, mi diedi una spinta e mi feci vedere anch'io. I fans urlarono più forte alla mia comparsa e il cuore cominciò a battermi più forte per l'emozione.
-Ciao Helsinki!- salutai al microfono con euforia, e il piccolo popolo mi rispose con altre grida. Era davvero gratificante il calore dei fans, li ho sempre adorati e ringraziati con tutto me stesso.
Tirai fuori da una tasca interna della giacca il mio pacchetto di sigarette. Ne estrassi una e l'accesi mentre i ragazzi, dietro di me, fusero le note dell'introduzione con quelle di Wicked game, un nostro classico. Dopo di essa sarebbero cominciate alcune tracce del nuovo album, poi saremmo tornati sui nostri più grandi successi.
Aspirai la prima boccata di fumo, poi una nuvola biancastra e leggera fuoriuscì dalle mie labbra.
Poggiai le mani sul microfono, ben incastrato sull'asta, di fronte a me.


The world was on fire
no one could save me but you...


Mentre Wicked game si faceva cantare da me e dal pubblico, i miei occhi cercarono Madalina tra le persone in prima fila, con ansia. C'era troppa gente per riuscire a riconoscere il viso di qualcuno, ma poi, all'improvviso, la mia attenzione cadde su un volto angelico, incorniciato da lisci capelli neri e impreziosito da due occhi azzurri, brillanti come zaffiri.
Eccola. Madalina.
Era venuta.
Sui nostri visi scoppiarono sorrisi, non appena ci accorgemmo di esserci visti.


No I don't wanna fall in love...


Cominciare il ritornello mi fece sorridere, ma subito dopo cessai di farlo. Il testo non coincideva con quello che pensavo realmente, in quel momento.
O forse solo in parte.
Un po' ero spaventato, se ripensavo al testo di Green ice e all'intensità con cui Mad la scrisse pensando a me. A parte le mie fans più sfegatate, chi poteva mai innamorarsi davvero di Ville Valo?
Un uomo solitario con un carattere piuttosto insolito e che vive di sola musica avrebbe mai potuto infatuare una donna?
Un uomo che a volte si mette la matita nera sugli occhi, che non sa staccarsi dalle sigarette e che salta i pasti per suonare avrebbe mai potuto attirare una donna bella, controllata, un po' timida e misteriosa come Madalina?
Stentavo un po' a crederci, ma tutto ciò mi rendeva felice.
Felice perché nonostante credessi di essere destinato alla solitudine, qualcuno era riuscito ad innamorarsi di me e di ciò che sono sempre stato davvero.
Il concerto era appena cominciato, ma già sapevo che mi sarei divertito ed emozionato da morire.




Mi asciugai il sudore sul viso con una salvietta, non appena mi ritrovai nel backstage. Il concerto era appena finito, ma dentro di me l'adrenalina continuava a scorrere.
-Siamo stati dei grandi!- esultò Linde battendo il cinque a Migé, poi anche al resto del gruppo. Io venni per ultimo.
-Che stanchezza!- si lamentò Burton sistemandosi i capelli dietro le orecchie. Afferrò una bottiglia d'acqua e bevve come un cammello in mezzo al deserto. Quasi mi fece paura.
Nelle mie vene continuò a scorrere l'agitazione più velocemente, al solo pensiero che presto avrei incontrato Madalina.
Alcune fans si fecero avanti per degli autografi e per fare alcune foto con noi della band. Una di loro, dai capelli rosso fuoco, stava per svenire dall'emozione, poiché si sorresse sulla spalla dell'amica, la quale l'incoraggiò a ricomporsi dandole delle pacche sulla schiena.
Quante fans vidi in quello stato...
-Oh mio Dio, non ci posso credere!- esclamò una ragazza accompagnata da un individuo con la cresta verde, probabilmente il suo fidanzato. Si tenevano per mano, i due.
-Sì, sono proprio io- scherzai poco prima che la fan si avvinghiasse a me per un abbraccio. Nel frattempo, Linde si prestò per delle foto mentre il ragazzo con cui fece i primi scatti giocava con i suoi capelli. Gli altri firmarono autografi e scambiarono qualche battuta con i nostri ammiratori, vincitori del concorso per accaparrarsi un pass per il backstage.
Lo stesso che donai a Madalina, ma di lei non c'era nemmeno l'ombra. Stavo cominciando a diventare impaziente.
La ragazza dai capelli rossi mi schioccò un bacio sulla guancia e le mani le tremavano senza sosta. La sua amica, più alta e con i capelli neri, non la smetteva di ridere. Feci una foto con entrambe le fans: il fianco destro mi vibròper cinque secondi, mentre il braccio sinistro rischiò di scoppiare, poiché la mora me l'aveva stretto un po' troppo forte per l'emozione.
Che tortura... ma non era poi così male.
Durante la mia sessione di fotografie, Madalina fece finalmente la sua apparizione. In quell'attimo non c'era nessun altro che avrebbe potuto attirare la mia attenzione. I miei occhi esistevano solo per lei.
-Ehi, Ville! Disturbo?- chiese timidamente Mad, avvicinandosi.
-No, tranquilla... basta foto, per stasera- le comunicai, ma qualcosa mi disse che con quella frase ammazzai la felicità di qualche fan là presente. Però, secondo i miei calcoli, ero riuscito ad accontentare tutti.
La ragazza dai capelli rossi, ancora tremante come una foglia, lanciò un'occhiata infuocata a Madalina. Facile immaginarne il motivo...
Sorrisi tra me per quel pensiero, ma lo scacciai subito dalla mente.
-I fans vi adorano- disse Mad scuotendo la testa e sfoggiando un sorriso smagliante.
-Già, e noi adoriamo loro- risposi annuendo. -Ti va di andare in camerino? Chiacchieriamo con più tranquillità, se per te va bene- la invitai avvicinandomi di qualche passo a lei, ma Mad indietreggiò.
-In camerino?- chiese lei, come se non avesse ben capito. Deglutì, nervosa.
Ed eccolo, di nuovo, quel suo lato misterioso.
-Sì, hai qualche problema?- chiesi preoccupato.
-No, no- rispose Madalina, ma il suo tono di voce incerto la tradì.
Era splendida quella sera: il vestito nero, ricoperto di pizzo all'altezza del petto, le fasciava perfettamente il corpo morbido e le scopriva le gambe dalle ginocchia in poi; gli stivaletti in pelle nera si abbinavano bene all'abito e al trucco, composto da un ombretto sfumato nero, le guance rosee e le labbra dipinte da un rossetto rosso ciliegia. I capelli, lucenti e lisci, le incorniciavano il volto con piccole ciocche scalate e le punte più lunghe le ricadevano soffici sulle spalle e il petto.
Madalina era perfetta nella sua bellezza ed eleganza.
Gli occhi azzurri sembravano due fari, sempre pronti ad abbagliarmi.
-Ciao, Mad!- la salutò Linde, dietro di me, seguito poi dal resto del gruppo.
-Ciao, miei cari HIM- ricambiò i saluti con la sua dolcezza di sempre.
-Allora? Andiamo? Dovrei avere qualcosa da bere in camerino- poggiai una mano sulla schiena di Madalina per condurla insieme a me verso la piccola stanza. Con l'altra mano afferrai il mio zainetto, dove dentro stava piegato il foglio di Green ice, insieme all'altro, poi proseguii verso la nostra meta.
-Succo d'ananas?- chiese Mad speranzosa.
-Uhm, no, non credo proprio- risposi con ironia e risi.
Sul palmo della mia mano, oltre la sua schiena, percepii un brivido.
E non era mio.




-Spero che ti piaccia bere champagne- dissi mentre stappai una bottiglia dal vetro verde e circondata da un'etichetta dorata.
-A cosa brindiamo?- chiese Madalina dietro le mie spalle, seduta sul divanetto.
-Bé, a questa sera- risposi facendo spallucce, poi versai lo champagne in due bicchieri di carta. Non erano eleganti, ma non avevo altro a disposizione. Mi voltai verso Mad e la raggiunsi per potermi sedere accanto a lei. -Il concerto è stato fenomenale, a te è piaciuto?
-Come sempre, siete stati grandi- si complimentò lei e mi sorrise teneramente.
-Cin cin!- feci incontrare il mio bicchiere insieme al suo e cominciai a bere. Stessa cosa fece Mad.
Ero un po' ansioso, ma non vedevo l'ora di intraprendere il discorso che avrei voluto sostenere quella sera. In testa avevo così tante parole confuse e non sapevo quali fossero le più adatte da utilizzare. Non mi capitava spesso di avere quella difficoltà, ma Madalina mi riduceva il cervello completamente in poltiglia.
-Mi fa piacere che ti sia divertita.
-Lo sai che vengo sempre con piacere ai vostri concerti, però è già abbastanza tardi- disse Mad abbassando lo sguardo e si grattò la nuca.
-Vuoi già andare via?- le chiesi dispiaciuto.
-Se tu fossi disposto ad accompagnarmi...
-Ti prego, resta ancora due minuti- provai a convincerla prendendole una mano, e lei si voltò di scatto verso di me. Le sue guance presero più colore sopra il trucco.
-Uhm, e va bene- riuscii a convincerla. -Ma sappi che tengo d'occhio l'orario- aggiunse lei mostrandomi lo schermo del suo cellulare.
-Mad, ma perché hai sempre fretta di andartene?- le domandai perplesso e lasciandole la mano. Pensai che probabilmente con quella domanda avrei potuto introdurre tutto ciò che volevo dirle di noi, di Green ice.
Madalina si irrigidì e le gote sembrarono esploderle a momenti.
-Ho parecchio sonno- disse lei, ma era evidente che si trattasse di una scusa. Lei non è mai stata brava a mentire.
-E stamattina? E settimana scorsa?
-Te l'ho detto, avevo impegni.
-Mad, mi nascondi qualcosa, vero?- provai a farle uscire le parole di bocca, ma sapevo che di lì a poco sarei riuscito ad arrivare ad una conclusione, alla verità.
-Cosa dovrei nasconderti?- mi domandò lei scuotendo la testa e facendo finta di non capire.
Mi alzai dal divanetto e posai il mio bicchiere vuoto per metà sulla scrivania bianca.
-Hai perso una cosa a casa mia, stamattina- le confessai aprendo il mio zainetto ed estraendo i due fogli, ma uno lo nascosi dietro la schiena. L'altro glielo mostrai.
-Cos'è?- chiese Madalina curiosa.
-Il testo di Love, the hardest way- risposi sorridendole. Lei prese il foglio tra le mani e lo aprì per guardarlo.
-Oh, che tesoro, me l'hai riportato!- esclamò sollevata. -Ma cosa c'entra con ciò che stavamo dicendo? Cos'hai lì dietro?
-Ciò che nascondo c'entra molto- confessai con un sorriso malizioso stampato in volto. Mad sembrò diventare di pietra, come se avesse capito cos'altro aveva dimenticato sul mio divano. Tolsi il foglio da dietro la schiena e lo aprii per leggerlo.
-Questo testo dice che i miei occhi sono fatti di ghiaccio verde- dissi tenendo lo sguardo fisso sulla carta, ma subito dopo lo riposi su Madalina, la quale si alzò immediatamente dal divanetto e mi strappò la sua poesia dalle mani. Dal suo viso traspariva imbarazzo, così tanto da non potermi guardare in faccia.
-Oddio, non ci posso credere- farfugliò a bassa voce, agitata, e mi diede le spalle. Afferrò la sua borsa e fece per uscire dal camerino. -Non doveva accadere, che stupida!- si rimproverò, sempre con tono basso.
-Aspetta, Mad!- la richiamai prima che potesse toccare la maniglia della porta e lei si fermò subito, senza voltarsi indietro. La raggiunsi a passi larghi, ma rallentai non appena Madalina mi fu più vicina.
-Senti, vorrei parlarne- le sussurrai quasi.
-Non avresti dovuto leggerla- mi disse lei dopo un lungo respiro.
-E perché no? Dopotutto è dedicata a me, o sbaglio?- la provocai e la feci girare lentamente verso di me, poggiandole delicatamente le mie mani sulle sue spalle. Una fitta al petto liberò una miriade di farfalle che, sbattendo contro ogni parete del mio stomaco, mi fece quasi perdere il controllo delle mie emozioni.
-No, non ti sbagli- confermò Mad, finalmente guardandomi negli occhi. Durò per un secondo quell'incrocio di sguardi dai colori freddi, poiché il suo tornò subito a fissare il suolo.
Posai un indice arricciato sotto il suo mento e le sollevai il viso, in modo che lei potesse guardarmi ancora.
-Perché scappi da me?- le chiesi dolcemente.
Madalina scostò il volto dalla mia delicata presa per sviare di nuovo i miei occhi. L'imbarazzo la stava divorando sempre più, minuto dopo minuto.
-Tu non provi le mie stesse emozioni- disse con sicurezza passandomi oltre le spalle e raggiunse il divanetto. Rimase in piedi davanti al mobile. Mi voltai a guardarla, rimanendo là alla porta.
-Come puoi esserne sicura?- le chiesi facendo una smorfia.
-Ville Valo non si innamora delle ragazze chiuse e impacciate come me.
-E se ti dicessi che a Ville Valo, invece, piacciono le ragazze come te?- le feci notare. Madalina mi guardò con gli occhi che le vacillavano.
Mi avvicinai a lei a passi lenti, senza smettere di fissarla.
-Bé, non ci crederei.
-Dovresti, invece- controbattei. -Sai a cosa non credo, io?- la provocai ancora. Le distanze tra me e Mad andavano sempre più ad accorciarsi.
-Sentiamo- mi sfidò lei.
-A tutte le scuse che inventi per non passare del tempo in più con me- le confessai a due centimetri dal suo naso, ma Madalina indietreggiò di qualche passo. -Odio quando te ne vai e mi lasci solo, sai?
Mad deglutì rumorosamente ed infilò i due fogli ripiegati a caso nella borsa, in fretta.
-E io odio quando sei insistente- mi sputò quelle parole in faccia, quasi come se fossero una difesa abbastanza potente da potermi abbattere.
-Ti comporti sempre così con gli uomini? Non ti ho mai sentito parlare di maschi.
-Sai com'è, non ho nessuno di cui parlarti- ammise lei incrociando le braccia al petto.
-Sei lesbica, forse?- le chiesi un po' preoccupato.
-No, che c'entra?- reagì male. -Semplicemente non ho ex ragazzi di cui parlare, tutto qui- confessò Mad, e i suoi occhi si inumidirono. Temetti di vederla piangere, ma nessuna lacrima riuscì a rigarle il dolce viso.
-Come è possibile che una ragazza così bella come te non abbia mai avuto un ragazzo in venticinque anni?- le chiesi incredulo. Avevo paura di toccare tasti dolenti, ma mi servì farlo: solo così avrei potuto capire meglio il comportamento della mia collaboratrice di canzoni.
-Sto meglio sola, è forse vietato non voler qualcuno accanto?- ironizzò lei, irritata. Si sedette di nuovo sul divanetto e spostò la borsa dietro di sé.
-Ma non ci credo che non ti sei mai innamorata, prima di me- le dissi sedendomi accanto a lei.
-Ville, io non sono fatta per stare con qualcuno.
-Parli tanto d'amore quando idealizziamo nuove canzoni, ma perché lo neghi a te stessa? Non puoi importi di privartene- le domandai con l'amaro nel cuore. Non riuscivo a sentire le sue parole, così tristi e colme di malinconia da farmi male. Non sopportavo vedere Madalina con quel velo nero sopra il viso.
-L'amore non fa per me- mi rispose secca.
-Non si direbbe, da quel che scrivi...
-Mi fa paura, tremendamente paura- ammise Mad mentre cominciò a vibrarle il labbro.
Io le cinsi le spalle con un braccio e le baciai la testa.
-Non hai niente di cui temere, Mad- la rassicurai. -L'amore è una cosa bellissima e quando senti che arriva, tu non devi respingerlo.
-Perché no?
-Ma non lo vedi coi tuoi occhi? Ti fai soltanto del male- le feci notare portandole la testa sopra il mio petto e la cullai lentamente. -E fai male anche a me.
Madalina rialzò il capo dal mio corpo e mi guardò con gli occhi lucidi. Due lacrime le solcarono le guance e io gliele asciugai con i pollici.
-Scappo da te perché scappo dall'amore- le uscirono queste parole tra le labbra rosse e mi colpirono il cuore come piccoli proiettili.
Dando ascolto al mio istinto, afferrai il volto di Mad e la baciai con dolcezza, a stampo. La mia bocca rimase premuta sulla sua per un paio di secondi, poi mi staccai. Le mie mani erano ancora sulle sue guance e i miei occhi incastrati nei suoi. Attendevo una risposta mentre sperai che quel silenzio si rompesse con il suono della voce di Madalina.
-Cos...- provò a parlare, ma si bloccò per un motivo a me sconosciuto.
-Ti fa paura anche un bacio?- ironizzai sorridendole e lei soffocò una risata.
-Sono un po' scossa.
-Vuoi rifarlo?- le proposi cautamente. Mad si morse il labbro inferiore e, dopo aver esitato per un istante, annuì.
Mi avvicinai ulteriormente a lei e le nostre labbra di unirono una seconda volta con più passione e calore. La mia lingua cercò subito quella di Mad e dovetti reprimere un sorriso quando esse s'incontrarono. Sentii Madalina tremare e il suo respiro mi sfiorò il viso, così caldo, così piacevole.
Il baciò perse intensità e per un attimo io e Mad rimanemmo fronte contro fronte.
-Come dice la nostra ultima canzone, quando l'amore comincia a morire inizia con un bacio- feci riferimento a When love starts to die, ai primi due versi del ritornello.
-Così divino- aggiunse lei, sempre ripensando alle parole che componemmo per il testo.
Sorrisi nel vedere che accettò di stare al gioco e un forte impulso continuava a indurmi di impossessarmi ancora e ancora delle sue labbra carnose. Ora che le avevo sperimentate, sapevo che ne andavo già pazzo.
All'improvviso sentimmo bussare alla porta e trasalimmo a quel rumore.
-Ville? Si può?- la voce ovattata di Migé, oltre la porta, si fece sentire.
-Vai a farti un giro!- gli ordinai, ma lui si mise a ridere malizioso.
-Che stai combinando, amico? Lo so che c'è Madalina, lì dentro.
-Ecco, appunto, smamma- insistetti.
-Sei sempre il solito! Possibile che dopo un concerto hai sempre il bisogno di farti qualcuna?
La voce di quel barbuto perse volume, il che mi fece intuire che Migé, finalmente, si arrese e raggiunse gli altri nel backstage.
Io scoppiai a ridere, ma nello sguardo di Madalina lessi ancora una volta un grande senso di disagio.
-Ti fai sempre delle ragazze dopo un concerto?- mi chiese lei, delusa.
-Non dare retta a quel cretino, non è vero- le risposi. -O almeno, succede solo quando mi ubriaco- tenni a precisare, in fondo era la verità.
-Stasera hai bevuto champagne.
-Sciocca, non abbastanza da perdere il controllo di me stesso- la corressi, divertito.
-Giusto- concordò Mad, sempre più imbarazzata.
-Allora? Non mi hai detto che ne pensi del bacio... oh, sì, pensi che sia stato divino.
Madalina cercò di reprimere un sorriso, ma la mia ironia glielo impedì.
-Bé...
-Ti fa ancora paura l'amore?- le chiesi premuroso, avvicinandomi di nuovo a lei, ma non la toccai.
-Sempre più- rispose. -Ma adesso che ne ho assaggiato un pezzo, sono curiosa di sperimentare il resto- mi confessò Madalina, ed io le sorrisi felice.
La baciai di nuovo. Promisi a me stesso che non avrei lasciato che Mad potesse scapparmi un'altra volta, anzi, probabilmente lei non l'avrebbe più fatto e presto saremmo diventati una cosa sola, guerrieri impavidi che avrebbero affrontato qualsiasi critica, ostacolo e gossip dato dalla stampa, ma soprattutto non le avrei permesso di intimorirsi ancora davanti all'amore, ossia a me. Le avrei fatto capire che un rifugio l'avrebbe trovato senz'altro in me, per poter fuggire da qualsiasi cosa. Tutto tranne dai sentimenti, dalle farfalle nello stomaco e dal cuore, sempre più palpitante.
Presto avrei spiegato tutto anche ai ragazzi della band, e anche se inizialmente non avrebbero potuto capire, col tempo si sarebbero abituati alla situazione.
Dopo quel lungo e caldo bacio, i miei occhi e quelli di Madalina si incastrarono tra loro.
Così potei affondare di nuovo il mio ghiaccio verde nel suo mare blu.
Proprio come un iceberg nel Mar Glaciale Artico.

FINE

OH L'AMOUR.

buon pomeriggio a tutti.
dopo un po' di tempo ho deciso di aggiornare con questo secondo ed ultimo capitolo, che ve ne pare?
vi è piaciuta la storia? o avete qualcosa che non vi è chiara?
per qualsiasi cosa scrivete una recensione :)
a proposito di questo, mi dispiace che fin ora non ci sia stato nessuno che abbia lasciato un commento, ma spero che almeno uno di voi abbia il coraggio di farlo in futuro.
non mordo eh ;)
spero di tornare presto con un nuovo racconto per voi e che vi possa piacere.
mi scuso se avete incontrato errori durante la lettura.
ringrazio per le 47 visualizzazioni e spero che almeno due di queste siano di lettori che sono riusciti ad arrivare alla fine.
bé, alla prossima!

Kisses and heartgrams, 
Darkeh

   
 
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