II
Avevo
ancora tra le mani Green ice. Non riuscivo a
smettere di
leggerla e di assorbire quelle parole che sapevano di me per fissarle
nella mia testa. Lessi la canzone in continuazione prima delle prove,
e adesso ero ancora lì, dietro le quinte, a perdermi tra
quei versi,
poco prima di salire sul palco ed emozionare la mia Helsinki con la
band.
-Ville,
noi saliamo, siamo pronti per l'introduzione- mi avvisò Gas
afferrando le bacchette della batteria da un tavolino nero.
Alzai
di scatto lo sguardo su di lui e sbattei le ciglia, come se mi fossi
risvegliato all'improvviso da un sogno.
-Uh?
Oh, sì, tra poco salgo anch'io- dissi piegando il foglio in
quattro
e lo conservai nel mio piccolo zaino che stava adagiato sul divanetto
marrone, accanto a me.
-E'
da minuti buoni che leggi quel foglio, ma cos'è?- mi chiese
curioso
Migé.
-Una
canzone- rimasi sul vago, non mi andava di svelare quel piccolo
segreto prima di aver parlato con Madalina.
-Abbiamo
provato tutto il pomeriggio, la smetti di ripassare? Incendieremo la
città, come abbiamo già fatto in passato, stai
tranquillo- mi
rassicurò il mio bassista. Io gli sorrisi.
-Sali,
prima che i fans si chiedano dove sia Migé- lo incitai a
lasciarmi
perdere e a raggiungere gli altri sul palco. Quel barbuto si decise a
farsi vedere dal pubblico, mentre un insieme di voci urlanti mi
arrivò alle orecchie.
Il
pubblico mi stava aspettando e le voci mi diedero subito la carica
per affrontare la prima tappa del tour. In prima fila sarebbe dovuta
esserci Madalina. Non vedevo l'ora di scrutarla in mezzo alla gente e
di incrociare i suoi occhi cerulei, i quali mi avrebbero fissato per
tutto il concerto.
Mentre
Linde, Burton, Gas e Migé cominciarono a suonare, mi diedi
una
spinta e mi feci vedere anch'io. I fans urlarono più forte
alla mia
comparsa e il cuore cominciò a battermi più forte
per l'emozione.
-Ciao
Helsinki!- salutai al microfono con euforia, e il piccolo popolo mi
rispose con altre grida. Era davvero gratificante il calore dei fans,
li ho sempre adorati e ringraziati con tutto me stesso.
Tirai
fuori da una tasca interna della giacca il mio pacchetto di
sigarette. Ne estrassi una e l'accesi mentre i ragazzi, dietro di me,
fusero le note dell'introduzione con quelle di Wicked game,
un nostro classico. Dopo di essa sarebbero cominciate alcune tracce
del nuovo album, poi saremmo tornati sui nostri più grandi
successi.
Aspirai la prima boccata di fumo, poi una
nuvola biancastra e leggera fuoriuscì dalle mie labbra.
Poggiai le mani sul microfono, ben incastrato
sull'asta, di fronte a me.
The
world was on fire
no
one could save me but you...
Mentre
Wicked
game
si faceva cantare da me e dal pubblico, i miei occhi cercarono
Madalina tra le persone in prima fila, con ansia. C'era troppa gente
per riuscire a riconoscere il viso di qualcuno, ma poi,
all'improvviso, la mia attenzione cadde su un volto angelico,
incorniciato da lisci capelli neri e impreziosito da due occhi
azzurri, brillanti come zaffiri.
Eccola. Madalina.
Era venuta.
Sui nostri visi scoppiarono sorrisi, non appena
ci accorgemmo di esserci visti.
No I don't wanna fall in love...
Cominciare
il
ritornello mi fece sorridere, ma subito dopo cessai di farlo. Il
testo non coincideva con quello che pensavo realmente, in quel
momento.
O forse solo in parte.
Un
po' ero spaventato, se ripensavo al testo di Green
ice
e all'intensità con cui Mad la scrisse pensando a me. A
parte le mie
fans più sfegatate, chi poteva mai innamorarsi davvero di
Ville
Valo?
Un uomo solitario con un carattere piuttosto
insolito e che vive di sola musica avrebbe mai potuto infatuare una
donna?
Un uomo che a volte si mette la matita nera
sugli occhi, che non sa staccarsi dalle sigarette e che salta i pasti
per suonare avrebbe mai potuto attirare una donna bella, controllata,
un po' timida e misteriosa come Madalina?
Stentavo un po' a crederci, ma tutto ciò mi
rendeva felice.
Felice perché nonostante credessi di essere
destinato alla solitudine, qualcuno era riuscito ad innamorarsi di me
e di ciò che sono sempre stato davvero.
Il concerto era appena cominciato, ma già
sapevo che mi sarei divertito ed emozionato da morire.
Mi asciugai il sudore sul viso con
una
salvietta, non appena mi ritrovai nel backstage. Il concerto era
appena finito, ma dentro di me l'adrenalina continuava a scorrere.
-Siamo stati dei grandi!- esultò Linde
battendo il cinque a Migé, poi anche al resto del gruppo. Io
venni
per ultimo.
-Che stanchezza!- si lamentò Burton
sistemandosi i capelli dietro le orecchie. Afferrò una
bottiglia
d'acqua e bevve come un cammello in mezzo al deserto. Quasi mi fece
paura.
Nelle mie vene continuò a scorrere
l'agitazione più velocemente, al solo pensiero che presto
avrei
incontrato Madalina.
Alcune fans si fecero avanti per degli
autografi e per fare alcune foto con noi della band. Una di loro, dai
capelli rosso fuoco, stava per svenire dall'emozione, poiché
si
sorresse sulla spalla dell'amica, la quale l'incoraggiò a
ricomporsi
dandole delle pacche sulla schiena.
Quante fans vidi in quello stato...
-Oh mio Dio, non ci posso credere!- esclamò
una ragazza accompagnata da un individuo con la cresta verde,
probabilmente il suo fidanzato. Si tenevano per mano, i due.
-Sì, sono proprio io- scherzai poco prima che
la fan si avvinghiasse a me per un abbraccio. Nel frattempo, Linde si
prestò per delle foto mentre il ragazzo con cui fece i primi
scatti
giocava con i suoi capelli. Gli altri firmarono autografi e
scambiarono qualche battuta con i nostri ammiratori, vincitori del
concorso per accaparrarsi un pass per il backstage.
Lo stesso che donai a Madalina, ma di lei non
c'era nemmeno l'ombra. Stavo cominciando a diventare impaziente.
La ragazza dai capelli rossi mi schioccò un
bacio sulla guancia e le mani le tremavano senza sosta. La sua amica,
più alta e con i capelli neri, non la smetteva di ridere.
Feci una
foto con entrambe le fans: il fianco destro mi vibròper
cinque
secondi, mentre il braccio sinistro rischiò di scoppiare,
poiché la
mora me l'aveva stretto un po' troppo forte per l'emozione.
Che tortura... ma non era poi così male.
Durante la mia sessione di fotografie, Madalina
fece finalmente la sua apparizione. In quell'attimo non c'era nessun
altro che avrebbe potuto attirare la mia attenzione. I miei occhi
esistevano solo per lei.
-Ehi, Ville! Disturbo?- chiese timidamente Mad,
avvicinandosi.
-No, tranquilla... basta foto, per stasera- le
comunicai, ma qualcosa mi disse che con quella frase ammazzai la
felicità di qualche fan là presente.
Però, secondo i miei calcoli,
ero riuscito ad accontentare tutti.
La ragazza dai capelli rossi, ancora tremante
come una foglia, lanciò un'occhiata infuocata a Madalina.
Facile
immaginarne il motivo...
Sorrisi tra me per quel pensiero, ma lo
scacciai subito dalla mente.
-I fans vi adorano- disse Mad scuotendo la
testa e sfoggiando un sorriso smagliante.
-Già, e noi adoriamo loro- risposi annuendo.
-Ti va di andare in camerino? Chiacchieriamo con più
tranquillità,
se per te va bene- la invitai avvicinandomi di qualche passo a lei,
ma Mad indietreggiò.
-In camerino?- chiese lei, come se non avesse
ben capito. Deglutì, nervosa.
Ed eccolo, di nuovo, quel suo lato misterioso.
-Sì, hai qualche problema?- chiesi
preoccupato.
-No, no- rispose Madalina, ma il suo tono di
voce incerto la tradì.
Era splendida quella sera: il vestito nero,
ricoperto di pizzo all'altezza del petto, le fasciava perfettamente
il corpo morbido e le scopriva le gambe dalle ginocchia in poi; gli
stivaletti in pelle nera si abbinavano bene all'abito e al trucco,
composto da un ombretto sfumato nero, le guance rosee e le labbra
dipinte da un rossetto rosso ciliegia. I capelli, lucenti e lisci, le
incorniciavano il volto con piccole ciocche scalate e le punte
più
lunghe le ricadevano soffici sulle spalle e il petto.
Madalina era perfetta nella sua bellezza ed
eleganza.
Gli occhi azzurri sembravano due fari, sempre
pronti ad abbagliarmi.
-Ciao, Mad!- la salutò Linde, dietro di me,
seguito poi dal resto del gruppo.
-Ciao, miei cari HIM- ricambiò i saluti con la
sua dolcezza di sempre.
-Allora? Andiamo? Dovrei avere qualcosa da bere
in camerino- poggiai una mano sulla schiena di Madalina per condurla
insieme a me verso la piccola stanza. Con l'altra mano afferrai il
mio zainetto, dove dentro stava piegato il foglio di Green ice,
insieme all'altro, poi proseguii verso la nostra meta.
-Succo d'ananas?- chiese Mad speranzosa.
-Uhm, no, non credo proprio- risposi con ironia
e risi.
Sul palmo della mia mano, oltre la sua schiena,
percepii un brivido.
E non era mio.
-Spero che ti piaccia bere
champagne- dissi
mentre stappai una bottiglia dal vetro verde e circondata da
un'etichetta dorata.
-A cosa brindiamo?- chiese Madalina dietro le
mie spalle, seduta sul divanetto.
-Bé, a questa sera- risposi facendo spallucce,
poi versai lo champagne in due bicchieri di carta. Non erano
eleganti, ma non avevo altro a disposizione. Mi voltai verso Mad e la
raggiunsi per potermi sedere accanto a lei. -Il concerto è
stato
fenomenale, a te è piaciuto?
-Come sempre, siete stati grandi- si
complimentò lei e mi sorrise teneramente.
-Cin cin!- feci incontrare il mio bicchiere
insieme al suo e cominciai a bere. Stessa cosa fece Mad.
Ero un po' ansioso, ma non vedevo l'ora di
intraprendere il discorso che avrei voluto sostenere quella sera. In
testa avevo così tante parole confuse e non sapevo quali
fossero le
più adatte da utilizzare. Non mi capitava spesso di avere
quella
difficoltà, ma Madalina mi riduceva il cervello
completamente in
poltiglia.
-Mi fa piacere che ti sia divertita.
-Lo sai che vengo sempre con piacere ai vostri
concerti, però è già abbastanza tardi-
disse Mad abbassando lo
sguardo e si grattò la nuca.
-Vuoi già andare via?- le chiesi dispiaciuto.
-Se tu fossi disposto ad accompagnarmi...
-Ti prego, resta ancora due minuti- provai a
convincerla prendendole una mano, e lei si voltò di scatto
verso di
me. Le sue guance presero più colore sopra il trucco.
-Uhm, e va bene- riuscii a convincerla. -Ma
sappi che tengo d'occhio l'orario- aggiunse lei mostrandomi lo
schermo del suo cellulare.
-Mad, ma perché hai sempre fretta di
andartene?- le domandai perplesso e lasciandole la mano. Pensai che
probabilmente con quella domanda avrei potuto introdurre tutto
ciò
che volevo dirle di noi, di Green ice.
Madalina si irrigidì e le gote sembrarono
esploderle a momenti.
-Ho parecchio sonno- disse lei, ma era evidente
che si trattasse di una scusa. Lei non è mai stata brava a
mentire.
-E stamattina? E settimana scorsa?
-Te l'ho detto, avevo impegni.
-Mad, mi nascondi qualcosa, vero?- provai a
farle uscire le parole di bocca, ma sapevo che di lì a poco
sarei
riuscito ad arrivare ad una conclusione, alla verità.
-Cosa dovrei nasconderti?- mi domandò lei
scuotendo la testa e facendo finta di non capire.
Mi alzai dal divanetto e posai il mio bicchiere
vuoto per metà sulla scrivania bianca.
-Hai perso una cosa a casa mia, stamattina- le
confessai aprendo il mio zainetto ed estraendo i due fogli, ma uno lo
nascosi dietro la schiena. L'altro glielo mostrai.
-Cos'è?- chiese Madalina curiosa.
-Il testo di Love, the hardest way-
risposi sorridendole. Lei prese il foglio tra le mani e lo
aprì per
guardarlo.
-Oh, che tesoro, me l'hai riportato!- esclamò
sollevata. -Ma cosa c'entra con ciò che stavamo dicendo?
Cos'hai lì
dietro?
-Ciò che nascondo c'entra molto- confessai con
un sorriso malizioso stampato in volto. Mad sembrò diventare
di
pietra, come se avesse capito cos'altro aveva dimenticato sul mio
divano. Tolsi il foglio da dietro la schiena e lo aprii per leggerlo.
-Questo testo dice che i miei occhi sono fatti
di ghiaccio verde- dissi tenendo lo sguardo fisso sulla carta, ma
subito dopo lo riposi su Madalina, la quale si alzò
immediatamente
dal divanetto e mi strappò la sua poesia dalle mani. Dal suo
viso
traspariva imbarazzo, così tanto da non potermi guardare in
faccia.
-Oddio, non ci posso credere- farfugliò a
bassa voce, agitata, e mi diede le spalle. Afferrò la sua
borsa e
fece per uscire dal camerino. -Non doveva accadere, che stupida!- si
rimproverò, sempre con tono basso.
-Aspetta, Mad!- la richiamai prima che potesse
toccare la maniglia della porta e lei si fermò subito, senza
voltarsi indietro. La raggiunsi a passi larghi, ma rallentai non
appena Madalina mi fu più vicina.
-Senti, vorrei parlarne- le sussurrai quasi.
-Non avresti dovuto leggerla- mi disse lei dopo
un lungo respiro.
-E perché no? Dopotutto è dedicata a me, o
sbaglio?- la provocai e la feci girare lentamente verso di me,
poggiandole delicatamente le mie mani sulle sue spalle. Una fitta al
petto liberò una miriade di farfalle che, sbattendo contro
ogni
parete del mio stomaco, mi fece quasi perdere il controllo delle mie
emozioni.
-No, non ti sbagli- confermò Mad, finalmente
guardandomi negli occhi. Durò per un secondo quell'incrocio
di
sguardi dai colori freddi, poiché il suo tornò
subito a fissare il
suolo.
Posai un indice arricciato sotto il suo mento e
le sollevai il viso, in modo che lei potesse guardarmi ancora.
-Perché scappi da me?- le chiesi dolcemente.
Madalina scostò il volto dalla mia delicata
presa per sviare di nuovo i miei occhi. L'imbarazzo la stava
divorando sempre più, minuto dopo minuto.
-Tu non provi le mie stesse emozioni- disse con
sicurezza passandomi oltre le spalle e raggiunse il divanetto. Rimase
in piedi davanti al mobile. Mi voltai a guardarla, rimanendo
là alla
porta.
-Come puoi esserne sicura?- le chiesi facendo
una smorfia.
-Ville Valo non si innamora delle ragazze
chiuse e impacciate come me.
-E se ti dicessi che a Ville Valo, invece,
piacciono le ragazze come te?- le feci notare.
Madalina mi
guardò con gli occhi che le vacillavano.
Mi avvicinai a lei a passi lenti, senza
smettere di fissarla.
-Bé, non ci crederei.
-Dovresti, invece- controbattei. -Sai a cosa
non credo, io?- la provocai ancora. Le distanze tra me e Mad andavano
sempre più ad accorciarsi.
-Sentiamo- mi sfidò lei.
-A tutte le scuse che inventi per non passare
del tempo in più con me- le confessai a due centimetri dal
suo naso,
ma Madalina indietreggiò di qualche passo. -Odio quando te
ne vai e
mi lasci solo, sai?
Mad deglutì rumorosamente ed infilò i due
fogli ripiegati a caso nella borsa, in fretta.
-E io odio quando sei insistente- mi sputò
quelle parole in faccia, quasi come se fossero una difesa abbastanza
potente da potermi abbattere.
-Ti comporti sempre così con gli uomini? Non
ti ho mai sentito parlare di maschi.
-Sai com'è, non ho nessuno di cui parlarti-
ammise lei incrociando le braccia al petto.
-Sei lesbica, forse?- le chiesi un po'
preoccupato.
-No, che c'entra?- reagì male. -Semplicemente
non ho ex ragazzi di cui parlare, tutto qui- confessò Mad, e
i suoi
occhi si inumidirono. Temetti di vederla piangere, ma nessuna lacrima
riuscì a rigarle il dolce viso.
-Come è possibile che una ragazza così bella
come te non abbia mai avuto un ragazzo in venticinque anni?- le
chiesi incredulo. Avevo paura di toccare tasti dolenti, ma mi
servì
farlo: solo così avrei potuto capire meglio il comportamento
della
mia collaboratrice di canzoni.
-Sto meglio sola, è forse vietato non voler
qualcuno accanto?- ironizzò lei, irritata. Si sedette di
nuovo sul
divanetto e spostò la borsa dietro di sé.
-Ma non ci credo che non ti sei mai innamorata,
prima di me- le dissi sedendomi accanto a lei.
-Ville, io non sono fatta per stare con
qualcuno.
-Parli tanto d'amore quando idealizziamo nuove
canzoni, ma perché lo neghi a te stessa? Non puoi importi di
privartene- le domandai con l'amaro nel cuore. Non riuscivo a sentire
le sue parole, così tristi e colme di malinconia da farmi
male. Non
sopportavo vedere Madalina con quel velo nero sopra il viso.
-L'amore non fa per me- mi rispose secca.
-Non si direbbe, da quel che scrivi...
-Mi fa paura, tremendamente paura- ammise Mad
mentre cominciò a vibrarle il labbro.
Io le cinsi le spalle con un braccio e le
baciai la testa.
-Non hai niente di cui temere, Mad- la
rassicurai. -L'amore è una cosa bellissima e quando senti
che
arriva, tu non devi respingerlo.
-Perché no?
-Ma non lo vedi coi tuoi occhi? Ti fai soltanto
del male- le feci notare portandole la testa sopra il mio petto e la
cullai lentamente. -E fai male anche a me.
Madalina rialzò il capo dal mio corpo e mi
guardò con gli occhi lucidi. Due lacrime le solcarono le
guance e io
gliele asciugai con i pollici.
-Scappo da te perché scappo dall'amore- le
uscirono queste parole tra le labbra rosse e mi colpirono il cuore
come piccoli proiettili.
Dando ascolto al mio istinto, afferrai il volto
di Mad e la baciai con dolcezza, a stampo. La mia bocca rimase
premuta sulla sua per un paio di secondi, poi mi staccai. Le mie mani
erano ancora sulle sue guance e i miei occhi incastrati nei suoi.
Attendevo una risposta mentre sperai che quel silenzio si rompesse
con il suono della voce di Madalina.
-Cos...- provò a parlare, ma si bloccò per un
motivo a me sconosciuto.
-Ti fa paura anche un bacio?- ironizzai
sorridendole e lei soffocò una risata.
-Sono un po' scossa.
-Vuoi rifarlo?- le proposi cautamente. Mad si
morse il labbro inferiore e, dopo aver esitato per un istante,
annuì.
Mi avvicinai ulteriormente a lei e le nostre
labbra di unirono una seconda volta con più passione e
calore. La
mia lingua cercò subito quella di Mad e dovetti reprimere un
sorriso
quando esse s'incontrarono. Sentii Madalina tremare e il suo respiro
mi sfiorò il viso, così caldo, così
piacevole.
Il baciò perse intensità e per un attimo io e
Mad rimanemmo fronte contro fronte.
-Come dice la nostra ultima canzone, quando
l'amore comincia a morire inizia con un bacio- feci riferimento a
When love starts to die, ai primi due versi del
ritornello.
-Così divino- aggiunse lei, sempre ripensando
alle parole che componemmo per il testo.
Sorrisi nel vedere che accettò di stare al
gioco e un forte impulso continuava a indurmi di impossessarmi ancora
e ancora delle sue labbra carnose. Ora che le avevo sperimentate,
sapevo che ne andavo già pazzo.
All'improvviso sentimmo bussare alla porta e
trasalimmo a quel rumore.
-Ville? Si può?- la voce ovattata di Migé,
oltre la porta, si fece sentire.
-Vai a farti un giro!- gli ordinai, ma lui si
mise a ridere malizioso.
-Che stai combinando, amico? Lo so che c'è
Madalina, lì dentro.
-Ecco, appunto, smamma- insistetti.
-Sei sempre il solito! Possibile che dopo un
concerto hai sempre il bisogno di farti qualcuna?
La voce di quel barbuto perse volume, il che mi
fece intuire che Migé, finalmente, si arrese e raggiunse gli
altri
nel backstage.
Io scoppiai a ridere, ma nello sguardo di
Madalina lessi ancora una volta un grande senso di disagio.
-Ti fai sempre delle ragazze dopo un concerto?-
mi chiese lei, delusa.
-Non dare retta a quel cretino, non è vero- le
risposi. -O almeno, succede solo quando mi ubriaco- tenni a
precisare, in fondo era la verità.
-Stasera hai bevuto champagne.
-Sciocca, non abbastanza da perdere il
controllo di me stesso- la corressi, divertito.
-Giusto- concordò Mad, sempre più
imbarazzata.
-Allora? Non mi hai detto che ne pensi del
bacio... oh, sì, pensi che sia stato divino.
Madalina cercò di reprimere un sorriso, ma la
mia ironia glielo impedì.
-Bé...
-Ti fa ancora paura l'amore?- le chiesi
premuroso, avvicinandomi di nuovo a lei, ma non la toccai.
-Sempre più- rispose. -Ma adesso che ne ho
assaggiato un pezzo, sono curiosa di sperimentare il resto- mi
confessò Madalina, ed io le sorrisi felice.
La baciai di nuovo. Promisi a me stesso che non
avrei lasciato che Mad potesse scapparmi un'altra volta, anzi,
probabilmente lei non l'avrebbe più fatto e presto saremmo
diventati
una cosa sola, guerrieri impavidi che avrebbero affrontato qualsiasi
critica, ostacolo e gossip dato dalla stampa, ma soprattutto non le
avrei permesso di intimorirsi ancora davanti all'amore, ossia a me.
Le avrei fatto capire che un rifugio l'avrebbe trovato senz'altro in
me, per poter fuggire da qualsiasi cosa. Tutto tranne dai sentimenti,
dalle farfalle nello stomaco e dal cuore, sempre più
palpitante.
Presto avrei spiegato tutto anche ai ragazzi
della band, e anche se inizialmente non avrebbero potuto capire, col
tempo si sarebbero abituati alla situazione.
Dopo quel lungo e caldo bacio, i miei occhi e
quelli di Madalina si incastrarono tra loro.
Così potei affondare di nuovo il mio ghiaccio
verde nel suo mare blu.
Proprio come un iceberg nel Mar Glaciale
Artico.
FINE
OH L'AMOUR.
buon pomeriggio a tutti.
dopo un po' di tempo ho deciso di aggiornare con questo secondo ed
ultimo capitolo, che ve ne pare?
vi è piaciuta la storia? o avete qualcosa che non vi
è chiara?
per qualsiasi cosa scrivete una recensione :)
a proposito di questo, mi dispiace che fin ora non ci sia stato nessuno
che abbia lasciato un commento, ma spero che almeno uno di voi abbia il
coraggio di farlo in futuro.
non mordo eh ;)
spero di tornare presto con un nuovo racconto per voi e che vi possa
piacere.
mi scuso se avete incontrato errori durante la lettura.
ringrazio per le 47 visualizzazioni e spero che almeno due di queste
siano di lettori che sono riusciti ad arrivare alla fine.
bé, alla prossima!
Kisses and
heartgrams,
Darkeh