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Autore: gabri90rules    31/08/2008    0 recensioni
In un medievo cupo, tra Cattedrali Gotiche sconsacrate e cimiteri vi è un'oscura figura la cui arte dell'assassinio è grande quanto sconosciuta. Essa è Dark Hood, emblematica figura dal passato sconosciuto la cui freddezza è enorme. Un'assassino gli ruba ciò che gli è più caro e Dark Hood ha una sola scelta: inseguire in capo al mondo il ladro, riprendersi ciò che gli è più caro e ammazzarlo!
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gothic memories capitolo 2

 

Pioveva sulla strada che portava all’ingresso della città. L’ora era tarda e nessuno si aggirava sul sentiero della vecchia via di pietre levigate. Nessuno, tranne un misterioso individuo. Avvicinandosi, costui divenne un uomo dai capelli bagnati e con un mantello a coprirgli il volto. Un paio di spalline di metallo a coprirgli parte delle maniche di un vestito di buona fattura, ma logoro dal tempo. A tracolla una borsetta e un fodero laceri,che dovevano contenere probabilmente delle armi. Il viandante camminava fiaccato da un lungo viaggio, anelando e desiderando un luogo per abbeverarsi. A pochi passi dalla città due uomini dal manto vermiglio lo bloccarono e chiedendogli l'identità...

- Sono solo un povero viandante, cari signori. Sono due giorni che vago per boschi,con meta un luogo che a voi non ho l’obbligo di rivelare – esclamò l’uomo con voce roca provocata dalla gola riarsa. Uno dei due guardiani al suo cospetto si spazientì, ma l’altro, fissando le vesti logore, fece cenno al compare di lasciar correre e indicò le strade al poveraccio, concedendogli il lasciapassare e indicandogli la locanda più vicina. Continuava a piovere.

Il poveretto non sprecò parole di ringraziamento, e chinandosi su se stesso, si avviò verso la locanda indicatagli. Non appena l’insegna entrò nel suo campo visivo, si abbassò il bavero, mostrando un giovane volto. Bussò alla porta di rovere. Ad aprirgli, un uomo calvo dai baffi bianchi e veste da barista, caratteristiche che lo facevano credere il proprietario del locale. Lo fece accomodare al bancone e il ragazzo si sedette su di uno sgabello. Si guardò le spalle e scorse gruppi composti di non più di quattro uomini, tutti intenti a discorrere delle loro giornate. Il più di quegli uomini erano soldati o guardie, il resto gabellieri e contadini. Lo sguardo del misterioso straniero si volse su dei volantini affissi al fianco delle finestre. Portavano un ritratto molto somigliante ad egli e recavano la scritta:

“La Santa Eccellenza, per suo volere, vuole processare quest’uomo. Sarà offerto una cospicua somma di denaro a colui che riuscirà a catturare vivo il qui presente assassino”.

- Scusate, signore oste – disse il forestiero – quell’uomo… cosa mi dice di lui?-

- Ah quello… Mmm… A quanto pare ha cercato di assassinare alti dirigenti della Sede Sacra, Ah quanto dice la gente del paese,costui gira con una spada dalla lama lunga e stretta, forse di forgia straniera. Diversi cantastorie raccontano che quest’uomo, per avvertire la vittima, suoni una macabra sonata con un flauto… Ma perché vuole sapere ciò? – rispose l’oste.

- Semplice curiosità… Anche perché sono un cacciatore di taglie e quei soldi mi farebbero comodo… - disse il ragazzo.

- Stia attento, signore, se è riuscito ad avvicinarsi alla Santa Eccellenza in barba alle sue guardie del corpo vuol dire che è un soggetto pericoloso…-.

- Mi porta una birra? – terminò il viandante.

Più tardi uscì dal locale un signore dai capelli bruni vestito di un cappotto color porpora, pagando l’oste.

- Oste, le pago la birra, e vado a cercare un alloggio per la notte…sa dirmi dove posso trovare riparo? – chiese lo straniero, alzandosi dallo sgabello.

- Lungo questo viale c’è un albergo… "Il Nome del Destino"... Non può sbagliare, porta sull’insegna una Luna nera e un teschio. La padrona è strana… faccia attenzione -.

Il viandante era già uscito senza lasciar finire l’oste. Aprì una sacca attaccata alla cintura ed estrasse un flauto d’argento con le fattezze di un dragone e l’avvolse nel mantello lacero.

 

- Lei deve uccidere quest’uomo – disse il barone De Hauvre al suo interlocutore: un uomo sui venticinque anni circa, capelli scuri, vestito di un manto e delle spalline di metallo a coprire una veste viola dalle rifiniture dorate, il ricercato assassino a pagamento denominato Overture Red blood, dal nome della melodia che suona in onore delle sue vittime ormai in punto di morte.

- Mi esponga il motivo… e poi tiri fuori i soldi… Non sono gratis… - esclamò l’assassino. Il Barone De Hauvre tirò fuori i soldi e spiegò che quell’uomo era l’erede del feudo da lui confiscato, dopo una conseguente repressione ad un conflitto contadino. Overture intascò i soldi e uscì, garantendo la sua morte.

 

L’uomo col cappotto porpora camminava sotto la pioggia piuttosto impaurito. Aveva lasciato il feudo in cui nacque, per sfuggire dalle diatribe interne e al dominio di De Hauvre, ma aveva paura e l'acqua non lo aiutava certo a distarglielo da quella sensazione. Camminava guardandosi intorno con circospezione. Senza accorgersene, era arrivato ad una radura al quale centro vi era un tronco di quercia,e lì l’uomo ne approfittò per sedersi. Si coprì il volto con le mani, ripensando nostalgicamente ai ricordi passati, ai giorni felici, finché il suono di un flauto non lo riportò alla triste, lurida realtà. Si trattava di una melodia dolce, sognante, portatrice di bontà d’animo e di voglia di vivere. Dal sentiero che portava alla radura, una figura ammantata,che si avvicinava con lentezza alla sua vittima. Le note del flauto si fecero sempre più gravi, fino a sembrare tristi e addirittura ad assumere, dopo le tonalità tristi, una melodia macabra. L’uomo dal cappotto porpora sobbalzò.

- N-n-n-n-n-n-non è possibil-possibile! T-t-t-t-t-t-t-tu sei…- balbettò terrorizzato.

L’uomo tolse dalla bocca il flauto d’argento e con gli occhi chiusi estrasse una spada.

- La mia coscienza, uomo, è molto sporca. Morirai prima che i sensi di colpa mi prendano…- esclamò l’uomo.

- S-s-s-s-sei Overture Rosso sangue!!- gridò, ribaltandosi dal ceppo e annaspando nella pioggia per scappare.

- Magnifica deduzione…- Overture rosso sangue fece uno scatto verso l’uomo.

In quel momento una folata violenta scosse le fronde degli alberi del posto.

La testa della vittima rotolò ai piedi dell’assassino prima che egli stesso potesse assolvere al suo compito. Una figura oscura, fissò Overture:

Una donna dai capelli neri, che brandiva un’alabarda dal bastone in oro, vestita di un cappuccio nero e un abito blu e nero, che terminava con due ali pendenti ai pantaloni, e segno particolare di costei, una catena avvolta al braccio sinistro. Senza proferire parole, s'avventarono l'uno contro l'altra. Overture cercò di spezzare la difesa dell'avversaria con la lama della sua spada, ma Dark Hood si piegò all’indietro, ricambiando l’affondo. Lui, con una gomitata al bastone, costrinse la sua avversaria ad abbassare l’arma e con un calcio in viso la fece cadere. Dark Hood si rialza e Overture gli lanciò l’alabarda, ripartendo all’attacco. Dark Hood la prese al volo e voltandosi provò un taglio trasversale, alla destra del nemico. La lama tagliò il mantello, senza infliggere danni apparenti all'avversario. Intanto la sua spada tentò di mirare alla mantella incappucciata: Dark Hood si voltò scansando il colpo. Un calcio agli stinchi di costei fece cadere Overture red blood e un altro calcio allo stomaco, aumentò la sua velocità d’atterraggio. Con un colpo di reni, l’uomo si rialzò e fece roteare la sua spada con un movimento molto simile ad una danza, colpendo più volte la sua avversaria. Aiutandosi con la catena al braccio sinistro, Dark Hood parò i colpi evitando in questo modo anche le ferite. Aspettò il momento propizio, poi con un fulmineo fendente della sua alabarda, riuscì a lacerare le carni d’Overture rosso sangue senza ferire mortalmente l’avversario, il quale sbalzò all’indietro e cadendo a terra.

Si rialzò ridendo, mostrando in una delle mani, un ciondolo a forma di teschio,un grosso rubino abilmente lavorato,con due canini sporgenti e una catena d’oro spezzata. Dark Hood si portò una mano al collo, rendendosi conto, che le mancava qualcosa:quel ciondolo.

- ridammelo! – ordinò con voce glaciale.

- Ahahahahahah!E se non lo facessi? – rise beffardo l’uomo, tossendo e sputando sangue poi a causa delle ferite.

- RIDAMMELO!!! – alzò la voce lei. 

- Vieni a prenderlo – ribatte lui,e con le poche forze rimastegli,saltò su uno degli alberi. Dark Hood lo imitò e i due iniziarono un accanito inseguimento tra i robusti rami di quelle querce, lanciandosi pugnali e altri oggetti da taglio per ferirsi e costringersi a vicenda a rallentare. Arrivati alla strada maestra per il villaggio, Overture Red blood fece perdere le sue tracce, nascondendosi dietro un enorme arbusto. Dark Hood si fermò a cercare nell’oscurità più totale, disturbata dall’acquazzone, quell’assassino che le rubò il ciondolo. Calpestò una macchia di sangue, ma non se ne curò, anche se apparteneva alla sua preda,la quale stava acquattata pochi metri più in là.

- Maledetto… T’inseguirò in capo al mondo, Overture… - disse, coprendosi il volto con il suo Cappuccio, correndo in mezzo ai cespugli in cerca di un riparo.

  
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