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Autore: NightWatcher96    13/07/2014    5 recensioni
La natura ha modi strani per favorire l'evoluzione di una specie. E Leonardo con Raphael scoprono qualcosa di inaspettato, nato dal loro rapporto. In un'avventura breve ma dolce, la famiglia Hamato è lieta di annunciare qualcosa di nuovo! T-Cest (LxR) / Mpreg
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte, Leo non era riuscito a chiudere occhio, troppo sconvolto nel credere che tutti i suoi strani sintomi fossero stati associati a una gravidanza di uova. 

Raphael riposava dietro di lui, stringendolo al petto, con una mano sulla pancia e l'altro sull'inguine.

Non riusciva a pensare ad altro che... all'errore che lo aveva condotto in questa situazione: aveva già usurpato la fratellanza lasciando modificare il legame fraterno con Raphael in incesto puro, senza che il maestro ne fosse venuto a conoscenza. E adesso addirittura una gravidanza? Ma lui era un maschio!

"Tecnicamente, anche se sei un maschio, prima di essere mutato eri una femmina, ecco perché puoi avere una gestazione... anche se di uova, grandi quanto due mani giunte".

Le parole di Donatello vorticavano nella sua mente, adesso. Senza mai potersi fermare.

Uova, uovo... non sapeva niente di tutto questo! E aveva bisogno di parlarne con qualcuno...

Che potesse fidarsi.

Che non fosse della famiglia.

-A chi?! A chi posso rivolgermi?!- gridò mentalmente, stringendo il cuscino sotto la testa, palpandosi la pancia.

Era gonfia dal grasso acquisito sottocutaneo ma non certamente della piccola vita che stava formandosi dentro di lui.

-Io non voglio questo bambino! Non voglio!- pensò, stringendosi duramente la pancia per arrecarsi dolore: -Com'è potuto accadere?! Ero così felice con Raphie...!-.

Mugolando qualcosa di incomprensibile nel sonno, Raphael strusciò la guancia contro il collo di Leonardo, accarezzando la pancia con dolcezza.

"Il nostro bambino...".

Leonardo emise un respiro tagliente e guardò il compagno beatamente nel mondo dei sogni; togliendosi dolcemente la mano dalla pancia, scese dal letto, dandogli un'ultima occhiata prima di sparire nel buio per dirigersi in cucina per una forte fame implacabile.

-Se non fossi incinto, non sarei costretto ad abbuffarmi come un porco dannato!- ruggì freddamente nel pensiero.

Fu allora che notò la luce accesa e istintivamente si fermò, appiattendosi contro la parete solo per trovare Michelangelo seduto con una tazza di latte caldo e la coperta addosso. Sembrava pensieroso e il che era strano considerando che il fratellino mai assumeva simili pensieri.

O meglio, una faccia simile lo aveva fatto quando si era risvegliato di colpo dal laboratorio, proprio in tempo per sentir quel fatidico "Leo, sei incinto".

Si fece coraggio ed entrò, salutandolo affettuosamente.

"Buongiorno o buonanotte?" chiese in un sussurro.

Leonardo guardò l'orologio segnare le 04:30 e piegò la testa da un lato, sedendosi al tavolo.

"Buongiorno" rispose "Come ti senti, quest'oggi?".

"Come ieri... la bronchio-polmonite mi sta uccidendo... e gli antibiotici anche. Donnie insiste che ne prenda dozzine di litri per non farmi alzare la febbre".

"Mi dispiace..." mormorò Leo.

"Non è colpa tua. Anzi, tu non puoi stressarti ora che... beh... c'è un piccolino qui".

L'azzurro s'irrigidì un po', palpandosi istintivamente la pancia. Mikey era felicissimo di questo bambino e il sorriso sulla sua bocca, anche mentre sorseggiava del latte caldo, lo ammetteva. Anche Raph era entusiasta... e Donnie.

Perché lui solo no?

Perché tanto astio?

Perché tanto odio per una vita innocente?

"Mikey..." pronunciò "T... tu sei contento di... diventare... zio?".

"Assolutamente, fratellone! Promettimi che mi farai sentire i movimenti!" esclamò, accarezzando il ventre "Tu no? Non sei felice di essere papà?".

Leonardo chinò lo sguardo, ponderando la domanda. Che cosa doveva rispondere? Sì? No? Forse? Perché?

"Non lo so" ammise "E' tutto difficile per me, forse perché sono io a portare in grembo qualcosa... o meglio, qualcuno. Raph e tutti voi mi appoggiate, ma... come farò ad affrontare il sensei?".

Mikey lo guardò in silenzio e lo abbracciò "Qualunque cosa accadrà, noi ti saremo vicini, promesso!".

"Grazie, piccolo".

"Tu, però... promettimi che non interromperai in alcun modo questa gravidanza. E' un'occasione rara per riprodurci e Raph, poi, non te lo perdonerebbe mai!".

Leonardo annuì "Sì, va bene".

Mikey tossì fortemente, premendosi le mani sulla bocca e soffocò quel fastidioso solletico bevendo il resto del latte.

"Notte, Leo...".

"Notte, Otouto".

Rimasto da solo, l'azzurro si alzò solo per prendere una vaschetta di gelato da un chilo con fragola, nocciola e cioccolato. Afferrato un cucchiaino, iniziò a spazzolarsi l'intera leccornia fredda, mentre un piccolo sorrisino si levò sulle sue labbra.

"E' il mio bambino. E quello di Raph. E' il frutto del nostro amore...".

Non lo avrebbe ucciso...

....

Poche ore più tardi, il maestro Splinter si aspettava certamente di trovare Leonardo nel suo consueto allenamento mattutino nel dojo ma si sorprese di non trovare nessuno, se non Raph, che era mezzo addormentato davanti al sacco da box.

"Buongiorno, figliolo" salutò.

L'altro s'irrigidì un po' e costruì un frettoloso sorriso, ricambiando il saluto anche con un piccolo inchino.

"Tuo fratello non è qui?".

"Ehm... no, maestro. Leo sta riposando perché... aveva mal di pancia" rispose il rosso, parecchio a disagio dallo sguardo profondo di Splinter.

Il topo annuì, stringendo il bastone ma si mise a squadrare silenziosamente il figlio, senza un apparente motivo. Raphael cercò di mantenere il sorriso, muovendo le iridi per evitare di mostrarsi nervoso.

"Raphael, percepisco un odore intenso dal tuo corpo" disse "La stagione degli amori è iniziata per te?".

Il cuore del focoso mancò un battito e strofinandosi la nuca annuì "Ehm... solo che, sono quasi alla fine, padre".

"E hai scelto un compagno per soddisfare i tuoi istinti di accoppiamento?".

Perché tante domande? Raph non ne aveva idea ma non rispose stavolta.

"E' Leonardo che hai scelto?".

Una profonda pugnalata.

"Figliolo, devi dirmelo. Ho visto il comportamento insolito di Leonardo e ho immediatamente associato alla disperata ricerca di accoppiamento con un simile" continuò il maestro "Sappiamo che ci sono solo quattro esemplari di voi".

Raph chiuse gli occhi, non sapendo cosa dire! 

"Non mi arrabbierò Raphael se sei intimamente con uno dei tuoi fratelli. Ma ti prego di rispondere alle mie domande".

"Sì. Sì, padre! Mi sono accoppiato con Leonardo!" mitragliò il rosso, traendo forza da quel tocco paterno contro la sua spalla "E poi...".

"Cos'altro?".

"Sono incinto, maestro Splinter" risuonò una voce dalle tenebre della zona notte.

Raph spalancò gli occhi, notando un fremito nel padre che non ebbe bisogno di luci per identificare Leonardo seguito da un Don che non sapeva cosa dire o fare. E c'era anche Mikey, aggrappato al guscio di Donnie in silenzio.

"Come...?" biascicò il padre, confuso "Temo di non aver capito bene".

Leonardo si fece avanti con grande determinazione e non batté ciglio quando gli occhi castani di Splinter corsero sul suo corpo, vagando alla ricerca di un rigonfiamento da gravidanza.

"Può essere?" domandò Splinter, guardando il genio "Può essere, Donatello?".

"Sì, sensei. Secondo alcune mie ricerche, prima di essere mutati, Leo aveva un apparato genitale femminile che non ha del tutto perso, anche se è un maschio ora".

"Molto bene" espirò il padre "Non posso certamente negare di essere scioccato da una notizia simile" continuò, facendo un sorriso "Però, è qualcosa che dobbiamo abbracciare perché non siamo destinati ad estinguerci. Congratulazioni, figli miei".

"Non... sei arrabbiato... perché questo è incesto?" mormorò Leonardo, un po' sorpreso.

"No, figliolo. Non lo sono. Anche se siamo mutanti antropomorfi con intelligenza e caratteristiche umane, siamo sempre animali e con essi, seguiamo i nostri istinti primordiali, come, in questo caso, la stagione degli amori con la ricerca di un compagno".

"E nemmeno del bambino ti dispiace?".

Il topo gli poggiò entrambe le mani sulle spalle, guardandolo con affetto "No, figliolo. Sono entusiasta di diventare nonno. Perché non me lo avete detto subito?".

Scambiandosi un sorriso dolce oltre che sollevato, sia Raph, sia Leo iniziarono a raccontare delle caratteristiche della gravidanza che sarebbe continuata ad avanzare...

Improvvisamente, al centro del dojo, una luce fortissima si materializzò, splendendo di un verde acqua intenso.

Mikey fu il primo a notare il chiaro portale e a indicarlo a tutti gli altri.

"Un portale?" fece Donatello, notando due forme materializzarsi dalla luce, rivelando un coniglio e un uomo seduto a mezz'aria.

"Usagi-san?" espirò incredulo Leonardo "E... l'Assistente del Daimyo?".

I due si inchinarono rispettosamente, mentre il portale si chiuse alle loro spalle, lasciando a Don il tempo di illuminare l'intero dojo con un battito di mani, in modo da attivare l'impianto elettrico.

"E' un piacere vedervi" sorrise il coniglio samurai "E perdonate l'interruzione. Non abbiamo avuto il tempo di avvisarvi".

L'Assistente agitò il ventaglio che stringeva nella mano sinistra ed ecco che una busta bianca con un sigillo rosso fuoco comparve nelle mani di Splinter. Ognuno ricobbe quel foglio scritto in caratteri nexusiani, dorati e in verticale, con tanto di firma del Daimyo.

Un invito.

"Tra un mese inizierà il Torneo per determinare il nuovo Campione" lesse il maestro Splinter "Siamo tutti invitati".

Leonardo spalancò gli occhi e guardò la pancia: lui non avrebbe potuto combattere ora che c'era una vita dentro di lui. No... proprio no. Come avrebbe potuto fare? Le regole del Nexus obbligavano a combattere, tranne per maternità, malattie prolungate o infortuni gravi.

Beh, certo... lui era in stato di maternità però si sarebbe vergognato moltissimo a rivelarlo, anche se la notte precedente aveva desiderato qualcuno a cui dire della sua gestazione.

Piegò la testa da un lato ma sorrise quando Raphael gli sfiorò gentilmente la coda, sapendo quando quel punto fosse sensibile e piacevole da stimolare. 

Ottenne un sorriso e ciò gli bastò.

"Grazie per l'invito" disse il maestro "Ci vedremo tra un mese".

Il coniglio e l'Assistente s'inchinarono ancora e sparirono all'interno di un altro portale...

Gli Hamato rimasero a guardare i frammenti di polvere luccicante che si depositarono sul tatami arancione, abbastanza sconvolti. Poi, un colpo selvaggio di tosse da parte di Mikey li fece tornare alla normalità.

"Io..." mormorò Leonardo, chinando il capo per strofinarsi le braccia "... non potrò venire...".

Raph gli baciò la tempia, avvolgendogli le braccia da dietro, per accarezzare la minuscola pancia; voleva provare a risollevargli il morale in qualche modo.

"Stai tranquillo, Leo" fece Mikey, mostrando il pollice in su "Vinceremo anche per te! Chissà, quest'anno potrei non essere io a vincere".

La sua risatina restò solitaria nello sgomento generale: Michelangelo mai ammetteva che qualcuno avrebbe potuto rubargli il trofeo e l'onore del Nexus. Si comportava in questo modo solo quando non era in forma perfetta o temeva qualcosa di grosso.

"Che ti prende?" commentò Donnie "Perché così pessimista?".

"Già. Quello è compito mio" rispose Raph, appoggiando il mento sulla spalla di Leo.

Mikey fece le spallucce, abbassando lo sguardo. Ognuno si scambiò un'occhiata perplessa ma fu Donnie a prendere l'iniziativa; poggiando le mani sulle spalle del fratellino che arrivava solo alla sua clavicola, sorrise nervosamente.

"Ok, io e Mikey avremmo alcune chiacchiere da fare. Se potete scusarci...".

Ed entrambi si diressero nel laboratorio; qui, Donatello chiuse la porta dietro al guscio e Mikey rimase in piedi, fissando un punto vuoto del pavimento.

"Piccolo, che ti prende? Come mai questo muso lungo?".

"Nulla, Donnie".

"Nulla non credo. Se sei così triste, un motivo ci sarà, no?" replicò il genio, alzandogli dolcemente il mento.

Quegli occhi azzurri brillavano di una profonda angoscia e in un gesto brusco, Mikey si strinse al petto del fratello maggiore, gemendo un po'. Spiazzato, il genio non poté far altro che strofinargli amorevolmente il capo, cercando di capire cosa stesse accadendo con lui.

"Donnie... non dirlo a nessuno" continuò, guardandolo "E' da un po' di tempo che comincio ad avvertire un brutto presentimento! Si manifesta in incubi che non capisco e di giorno rimane un tarlo fisso nella zucca!".

"Perché non me ne hai parlato prima?" fece il genio, con tono di rimprovero "Sai quanto le tue sensazioni siano veritiere!".

Mikey fece un passo indietro, giocherellando con le dita "Ecco... c'è già la bronchite... non volevo aggiungere più preoccupazione...".

Un buffetto morbido: Donatello lo guardava con occhi fiammeggianti, gentili e anche tristi. Mikey sospirò ma si fece alzare semplicemente il mento, ancora una volta. Un bacio dolce gli sfiorò la fronte, donandogli un sorriso e il viola lo mise seduto sul lettino, dopo averlo raccolto in stile sposa.

"Mi piaci di più quando sorridi" sussurrò Donatello, aggiustandogli la coperta addosso.

Mikey arrossì semplicemente e sbadigliò "Ti voglio bene, Donnie! Sei il miglior genio che tutti dovrebbero avere".

Ancor prima che Donatello potesse replicare, Mikey si era già addormentato...

....

Settimane più avanti...

Il Torneo stava sempre più avvicinandosi e mancavano ancora cinque giorni. In quell'arco di tempo volato più lentamente del normale, qualcosa era accaduto, per grande gioia di Raphael, poi.

Come previsto da Donatello, la pancia di Leo aveva finalmente cominciato a mostrarsi un po' di più ed era grande abbastanza da lasciarsi toccare a coppa dalle mani. 

Faceva un po' uno strano effetto vedere il forte leader in uno stato tanto delicato ma ognuno aveva imparato a sorvolare questo dettaglio, esattamente come gli scatti di ira o crisi di pianto che cominciavano ad esserci di rado. Infatti, la fase cruciale era terminata, in tutto, da un mese intero...



Raphael sospirò un po', seduto sul divano a guardare senza alcun interesse un film d'avventura; non gli interessava molto un grosso gorilla che picchiava un dinosauro ricreato nella computer grafica. La sua mano accarezzò dolcemente la fronte di Leonardo che riposava con un cuscino sulle sue gambe, con un sorriso sulle labbra e una coperta addosso. 

Anche se coperto, quel rigonfiamento dolce si notava molto meglio e non certamente per qualche ciambellina di grasso. 

-Chissà quante uova porta Leo...- pensò con un sorriso: -Non posso ancora credere che diventerò padre! E'... un desiderio che si avvera!-.

Scoprì, quindi, quel corpo perfetto del compagno, palpando la piccola pancia che aveva costretto ad allentare il solito nodo stretto della cintura. Era un bozzolino troppo tenero, ma che martellava sul necessario bisogno di essere protetto.

Nessuno in casa, oltre Don, conosceva il presentimento di Michelangelo che non era guarito. La bronchite lo stava lentamente consumando, rendendolo sempre più debole e meno "rimbalzante".

-Fratello... sai quanto mi stai facendo preoccupare?- pensò ancora Raph, tornando serio: -Voglio dire... sarà più di un mese che sei malato! E che cazzo!-.

Poi ricordò: Michelangelo aveva un sistema immunitario molto debole e bastava un niente per spedirlo a letto con la febbre.

-Vero. L'avevo scordato. Spero solo che si rimetta per il Torneo. Tutti sappiamo quanto soffrirebbe se non potrebbe mettere piede sul podio-.

Leonardo si mosse un po', sbadigliando e schiudendo gli occhi ramati; guardò a testa in giù Raphael che allargò un sorriso e si stiracchiò un po', grato di quella dormitina piacevole.

"Ehi..." salutò.

"Baby" rispose il rosso, baciandogli le labbra al contrario "Come sta la mia mammina?".

"Bene. Affamato" ridacchiò Leonardo, accarezzandogli la guancia, prima di mettersi dolcemente seduto "Che ore sono?".

Guardarono l'orologio del salotto battere quasi le 19:40 e l'aria era tranquilla nella tana, perché Don e Mikey erano usciti per comprare alcune pizze.

Leo annuì e appoggiò la testa contro la spalla di Raph, che gli avvolse un braccio intorno alle spalle, mentre si strofinò la pancia. Ora era troppo orgoglioso di diventare genitore.


"Mi dispiace..." mormorò Leo.

"Non è colpa tua. Anzi, tu non puoi stressarti ora che... beh... c'è un piccolino qui".

L'azzurro s'irrigidì un po', palpandosi istintivamente la pancia. Mikey era felicissimo di questo bambino e il sorriso sulla sua bocca, anche mentre sorseggiava del latte caldo, lo ammetteva. Anche Raph era entusiasta... e Donnie.

Perché lui solo no?

Perché tanto astio?

Perché tanto odio per una vita innocente?

"Mikey..." pronunciò "T... tu sei contento di... diventare... zio?".

"Assolutamente, fratellone! Promettimi che mi farai sentire i movimenti!" esclamò, accarezzando il ventre "Tu no? Non sei felice di essere papà?".

Leonardo chinò lo sguardo, ponderando la domanda. Che cosa doveva rispondere? Sì? No? Forse? Perché?

"Non lo so" ammise "E' tutto difficile per me, forse perché sono io a portare in grembo qualcosa... o meglio, qualcuno. Raph e tutti voi mi appoggiate, ma... come farò ad affrontare il sensei?".

Mikey lo guardò in silenzio e lo abbracciò "Qualunque cosa accadrà, noi ti saremo vicini, promesso!".

"Grazie, piccolo".

"Tu, però... promettimi che non interromperai in alcun modo questa gravidanza. E' un'occasione rara per riprodurci e Raph, poi, non te lo perdonerebbe mai!".

Leonardo annuì "Sì, va bene"...



-Sì... è vero... avevi ragione, Mikey...- pensò Leo, espirando felicemente "Sai, Raph" disse, poi "Sono felice di questo bimbo".

"Era ora che te lo sentissi dire!" esclamò il rosso, ridacchiando "Adesso sì che mi sento davvero felice! Avevo creduto che non eri felice di questa gravidanza".

Leonardo abbassò gli occhi, lasciandosi scivolare immancabilmente sullo spacco intimo di Raph e scosse il capo in diniego.

"No. Sono felice e sai perché?".

Raph negò.

"Perché lo abbiamo fatto insieme".

Il rosso aprì la sua bocca istintivamente per lasciar entrare la lingua deliziosa di Leonardo in un bacio dolce che sapeva ancora di una merendina al cioccolato che l'azzurro aveva ingurgitato verso le diciassette del pomeriggio.

"Sai a che pensavo?" mormorò Raphie, accarezzandogli il volto.

"No, cosa?".

"Al modo migliore per le notti di fuoco senza danneggiare la pancia".

"Che ne dici del Kamasutra?" sussurrò Leo, arrossendo, mentre Raph lo guardò con aria stupita "Cosa? Una tartaruga in amore sa tutto per far felice il proprio uomo!".

Un altro bacio fu necessario, come un abbraccio e un pizzicare alla gola; entrambi ridacchiarono ai membri che forzavano gli spacchi intimi sempre più ma a interrompere i loro gemiti di puro estasi, ci pensò la porta d'entrata, rivelando Don e Mikey con sacchetti e cartoni di pizza fumante, nonché il sensei che aveva appena terminato la meditazione.

I due si staccarono in fretta, mentre il chiacchierio degli ultimi due fratelli si avvicinava sempre più...
  
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