Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: MileyPotterWeasley_95    14/07/2014    1 recensioni
Dal Capitolo 8
****
“Ci speravo..” sussurai.
“Che riuscissi a debuttare?”
“No.. che tu venissi qui. Come quando eravamo piccoli ricordi?”
Non si aspettava per niente la mia affermazione, almeno quello riuscivo a capirlo.
“Niall, ricordi quando prendevo, mi isolavo e dopo un po’ che non tornavo venivi a cercarmi? Sapevi esattamente cosa avevo e con un abbraccio passava tutto”.
Era un amico fantastico, e io mi ero comportata da vera stronza con lui.
“Si, ricordo. Ma ora è tutto diverso” era tornato freddo e distaccato.
“Sei tu che vuoi che sia diverso” ribattei cercando di mantenere la calma.
“E sei tu quella che se n’è andata senza dire niente!” il tono della sua voce si era fatto leggermente più alto.
****
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La pubblicità della nuova linea “Valerie Produce” era in televisione da poco più di una settimana ed io non potevo essere più felice. Aprii lentamente un occhio quando sentii la luce del sole riscaldarmi il viso. Era sabato mattina e non avevo scuola, sarei rimasta volentieri a dormire ma la sera prima avevo ricevuto un messaggio da Liam che diceva che ci saremmo visti  questa mattina in agenzia, e mio padre aveva ricominciato a parlare con la TV.. di nuovo. Mi strofinai gli occhi e riluttante mi alzai. Strusciai i piedi fino in cucina dove trovai mio padre abbracciato al televisore.
“Ehm.. ehm” mi schiarii la voce.
“Buongiorno Valerie!” Mi salutò senza lasciare andare l’apparecchio elettronico “Hai visto quanto sei bella nella tua pubblicità?”
“Papà..” sospirai “Va in onda da più di una settimana, non ti sei stufato di guardarla?”
“Assolutamente no” mi rispose come se lo avessi appena offeso.
Sbuffai sconfitta prima di fiondarmi sulla mia colazione, almeno quella l’aveva preparata per me e non per la mia immagine in televisione.
Finita la colazione mi diressi in camera per cambiarmi, prima di salire le scale, però, il mio sguardo cadde sul piano forte d’avorio della mamma: quello, penso, sia stato l’unico oggetto che ci ha seguito in tutti i traslochi. Né io né papà avevamo la forza per liberarcene. Ora che lo guardo mi vengono in mente tanti ricordi, io e la mamma cantavamo sempre insieme, aveva una voce angelica, mi aveva insegnato lei a cantare e a suonare il piano, ma da quando lei se n’era andata quei tasti neri e bianchi erano rimasti fermi e io non avevo più aperto bocca per cantare.
Scrollai la testa, dovevo sbrigarmi o avrei fatto tardi.
 
“Buongiorno a tutti” salutai appena arrivata in agenzia.
“Valerie ti stavamo aspettando!” mi informò il Direttore entusiasta.
Presi posto accanto a Liam.
“Dove sono gli altri?” notai.
“Giorno libero” rispose alzando le spalle “c’è una visita per te, scommetto che ti piacerà”
Lo speravo vivamente, visto che di sabato mattina mi sono dovuta alzare presto, come minimo doveva sbucare Harry Styles con quei suoi adorabili ricci che urla “sorpresa!” e un vassoio di crepes in mano.
Ma non fu Harry ad entrare nella stanza. Al contrario entrò un ragazzo non troppo alto dai capelli rossi, gli occhi celesti e il viso cosparso di lentiggini, conosciuto in tutta Europa con il nome di Ben Coleman.
“B-Buongiorno” scattai subito in piedi.
“Valerie, che piacere conoscerti” mi tese la mano e la sua bocca si allargò in un sorriso “Sei esattamente come ti immaginavo, perfetta, assolutamente perfetta
Allungai la mano incerta. Perfetta? Per cosa?
“Ti spiego subito” s’intromise il Direttore “Ben è venuto qui perché noi vorremmo cominciare a promuoverti come cantante e lui vorrebbe essere l’autore del tuo primo Album”
Non so esattamente che faccia ho fatto quando ho sentito queste parole. Un misto tra lo stupore, la preoccupazione e il terrore. Cantate? Primo album? Non penso di essere pronta a tutto questo.
“Non sei contenta Valerie?” disse Liam alzandosi accanto a me e posandomi una mano sulla spalla.
“Contentissima..” mormorai a denti stretti abbozzando un mezzo sorriso.
Entrammo in sala registrazione: c’erano un microfono, un pianoforte, un complesso di batteria e un paio di chitarre.
“Tieni” ben mi porse un foglio con il testo di una canzone e si andò a sedere al pianoforte.. perfetto.
“Sai leggere uno spartito musicale?” mi chiese poi.
“S-si certo” balbettai.
“Fantastico” esclamò “Vorrei poter tornare a casa e scrivere dei pezzi con la tua voce impressa nella mente”
Mi sforzai di sorridere.
“Sei pronta?”
Feci cenno di sì con la testa. La verità è che non ero per niente pronta.
Ben cominciò a suonare ma le note del pianoforte arrivavano come lame nel mio petto, provai ad aprire la bocca per cantare e non ne uscì nessun suono. Mi schiarii la voce e riprovai.. ma niente, le parole non volevano uscire e la mia bocca si rifiutava di emettere suoni.
Ben smise di suonare deluso.
“Scusate..” dissi a testa bassa “Io.. Io non riesco a cantare”
“Che vuol dire che non riesci a cantare?” chiese Mary Kate alterata.
Esattamente quello che ho detto” non avevo per niente voglia di mettermi a discutere con lei in questo momento.
Non pensavo minimamente che la mia reazione fosse stata questa. È vero non avevo né più cantato né suonato il pianoforte, ma ogni tanto qualcosa a bassa voce da sola canticchiavo. Perché questo blocco?
“Mi dispiace ma se è così non potremo promuoverti come cantante..” avevo deluso anche il Direttore con il mio atteggiamento.
“Se ogni volta hai una reazione così, è impossibile che tu riesca a cantare in pubblico”osservò tagliente Mary Kate.
“Forse è meglio che io tolga il disturbo”
Ben si alzò e si avviò verso la porta
“No Ben, aspetta” lo bloccai prima che potesse andarsene “Ti prometto che mi eserciterò e canterò, ma dammi un’altra possibilità”
“Non credo che tu riesca a sbloccarti così facilmente” disse scrollando la testa.
“Ma io voglio cantare, lo faccio soprattutto per sentirmi più vicina a..” avrei tanto voluto dire a mia madre, e in parte era così, mi sarebbe piaciuto avere anche lontanamente la sua voce. Ma alla fine non lo facevo solo per lei “Per sentirmi più vicina alle persone che mi sostengono. Per favore”
“Due settimane a partire da oggi, non deludermi” sentenziò secco prima di andarsene.
“Valerie aspetta!” la voce di mio fratello mi bloccò sulla porta di uscita dell’agenzia “Ti accompagno a casa”
 
“Che diavolo ti è preso?” mi chiese Liam serio mentre controllava la strada.
“Niente” mormorai con lo sguardo basso sulle mie mani che si stavano intrecciando nervosamente.
“Non mi sembrava ‘niente’ la scena muta che hai appena fatto”
“È che..” le lacrime minacciavano di uscire, mi mozzicai il labbro inferiore per trattenermi.
“Valerie, non sei obbligata a parlarne se non vuoi, l’unica cosa che voglio dirti è che la ragazza che ho visto poco fa non eri tu”
Per tutto il resto del viaggio nessuno dei due aprì più bocca. Ogni tanto notavo Liam lanciare sguardi nervosi verso di me in attesa che gli dicessi qualcosa.
“Siamo arrivati” fu lui il primo a parlare.
“Sai..” non avevo ancora smesso di torturarmi le mani da quando eravamo partiti “Da quando la mia mamma non c’è più, non ho più provato a cantare. È lei che mi ha insegnato a cantare e suonare il piano..”
Liam mi ascoltava in silenzio mentre io gli raccontavo di mia madre, del pianoforte d’avorio, del canto e dei pomeriggi passati insieme a lei.
“Valerie io non immaginavo..” si scusò mortificato una volta che ebbi concluso il racconto.
“Tranquillo, non potevi sapere” lo giustificai dandogli una carezza.
“Se vuoi posso darti una mano”
Scrollai la testa “Voglio e DEVO riuscirci da sola”
“Sicura?”
“Sì”
“Ok, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami. Promesso?”
“Promesso”
E con questa mia ultima affermazione mi abbracciò prima di lasciarmi scendere dalla macchina per tornare a casa.
 
Erano quasi passate due settimane ed io ancora non avevo concluso niente. Inizialmente avevo un blocco anche per suonare il piano, fortunatamente quello ero riuscita a superarlo. Ogni suono che emetteva quello strumento erano ricordi, ricordi che per quanto belli, facevano male.
Era venerdì, il giorno dopo sarebbero scadute le due settimane di tempo che mi aveva dato Ben e ovviamente la mia bocca si rifiutava imperterrita ad emettere un qualsiasi suono canoro intonato. Avevo deciso di fare una passeggiata nel parco per rilassarmi e schiarirmi un po’ le idee.
“Valerie che bello vederti!” sentii la voce di Harry chiamarmi.
Mi voltai per trovarmi Harry con gli occhi coperti da spessi occhiali da sole e i ricci schiacciati sotto un cappello.
“Harry che ci fai qui?”
“Avevo un po’ di tempo libero quindi ho pensato di farmi una passeggiata. Tu che ci fai qui?”
“Io.. beh.. ecco..” balbettai
“Qualcosa non va?”
Ringraziai mentalmente mio fratello per non aver detto a nessuno dei ragazzi del mio spiacevole incontro con Ben, tuttavia decisi di raccontare ad Harry quello che era successo, in quel momento avevo bisogno di parlare con qualcuno.
“Sono in un enorme pasticcio” piagnucolai abbandonandomi sulla panchina più vicina a me “Ben Coleman si è offerto di promuovere il mio primo album e di scrivermi le canzoni”
“Mi sembra fantastico!” esclamò entusiasta.
“Si, se non fosse per il fatto che ho un blocco e non riesco a cantare. Dopo che l’ho pregato di darmi un’altra possibilità mi ha dato due settimane di tempo. Scadono domani e io sto ancora a carissimo amico. Ci ho provato Harry, ma sembra che il mio corpo si rifiuta di cantare.. Non so più cosa fare”
Finii di parlare scoppiando in una risata nervosa, di sicuro non volevo piangere davanti ad Harry e soprattutto dovevo riuscire a cantare, altrimenti il mio sogno sarebbe finito ancora prima di iniziare.
“Il mondo è pieno di gente con una bella voce” parlò dopo una breve pausa di riflessione “Ma per gli artisti è un po’ diverso. I fan vogliono ascoltare le loro canzoni perché si immedesimano, li amano per quello che dicono ma anche per come lo dicono” spiegò mettendosi seduto accanto a me.
“In poche parole mi stai dicendo che amano la personalità dell’artista?”
“L’avevi detto tu stessa, ricordi? Volevi cantare per sentirti più vicina alle persone che ti sostengono. Per esprimere te stessa devi solo cantare come piace a te”
Forse avevo capito perché non riuscivo a cantare. Avevo paura, paura di non essere abbastanza brava, paura di deludere mia madre, paura di non avere una voce meravigliosa come la sua. Forse era proprio questo che mi bloccava. Harry aveva ragione, dovevo cantare come piace a me e soprattutto essere me stessa senza voler assomigliare ad altri.
“Harry.. Grazie!”
Ero così talmente felice che non mi ero resa conto che avevo espresso un po’ troppo la mia gratitudine e adesso mi ritrovavo con le braccia intorno al collo di Harry Styles e con la faccia sicuramente più rossa di un peperone.
“Ho un’idea, vieni con me” annunciò improvvisamente Harry balzando in piedi.
Mi prese la mano, facendo aumentare il rossore sulle mie guance.
Mi trascinò fino ad un edificio a Piccadilly.
“Aspetta qui un momento” disse lasciandomi su un balcone che dava sulla piazza.
“Dove vai?” provai a chiedere inutilmente visto era già scappato dentro.
Potevo vederlo dalle vetrate trasparenti che stava parlando con un uomo.
“Valerie prova a cantare” disse poi porgendomi un microfono da una delle vetrate
“Qui? Ora? Devo proprio?” mi lamentai, quasi come se lo stessi supplicando di portarmi via.
Troppo tardi, di fronte a me c’era un maxi schermo con sopra la mia immagine.
“Ehm.. prova, prova.. Mi sentite? Salve sono Valerie Payne” balbettai al microfono.
“Ehi ma quella è la ragazza della pubblicità delle torte”
“Sì ed è anche la testimonial della ‘Valerie Produce’”
“Com’è carina”
“Secondo voi cosa vuole fare?”

Il pubblico mi aveva riconosciuta ora era il momento di passare all’azione.
“Sono qui perché vorrei cantare una canzone per voi”
Subito piombò il silenzio in piazza, lanciai uno sguardo nervoso a Harry. Di tutta risposta lui alzò due pollici in su e scoprì due fossette che facevano da contorno ad uno splendido sorriso.
Ripensai a ciò che ci eravamo detti poco prima al parco, feci due respiri profondi e con le sue parole nella mente cominciai a cantare.
Stavo cantando sul serio, la mia voce era sorprendentemente simile a quella di mia madre, solo che questa volta ero io a cantare. Mi ero dimenticata della magnifica sensazione di libertà e di sfogo che ti da questa disciplina, era come se nulla, in quel momento mi potesse fermare.
Smisi di cantare e la reazione del pubblico fu positiva.
“Com’è brava!”
“Ha una voce meravigliosa”
“Spero che diventerà una cantante”

All’inizio volevo entrare a far parte di questo mondo solo per avvicinarmi a Harry, ma adesso è diverso, io sono diversa. Desidero farlo per tutte le persone che in questi mesi mi hanno conosciuta e apprezzata per quello che sono. È in momenti come questi che mi sento una vera artista.
Ora Ben non poteva dirmi di no.
 
SPAZIO AUTRICE
Buonasera! Avete visto? Non ci ho messo mesi per aggiornare ma solo una settimana, che brava! Cercherò di aggiornare ogni Domenica sera/notte. Forse salterò o questa o la settimana prossima per motivi tecnici. Comunque tornando alla storia questo capitolo non mi fa proprio impazzire, soprattutto la parte finale.. ma credetemi è stato veramente un parto perché non sapevo come scriverlo ç_ç Ora che ci penso non ho nemmeno un titolo da dargli.. I titoli stanno diventando un incubo D: e non so nemmeno cosa scrivere in questo spazio autrice, sto divagando.. l’età, la stanchezza, l’orario.. capitemi ç_ç Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e se vi avanza del tempo lasciate anche qualche recensioncina per farmi sapere che ne pensate, non mi offendo eh!
Stay Tuned!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MileyPotterWeasley_95