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Autore: _feuerbach    14/07/2014    0 recensioni
Mi hanno consigliato EFP per pubblicare ciò che scrivo, per farmi conoscere un po'. In realtà questa non è una storia ma semplicemente la mia anima in qualche riga. Solo quando scrivo riesco a staccarmi dal mondo per cercare di capire cose succede dentro di me. Sono molto silenziosa e la scrittura è il mio grido più forte. Spero che le mie parole possano arrivarvi forti proprio come un grido.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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c'era il mare e basta, questa volta non c'ero nemmeno più io. Era di fronte a me, rumoroso come non mai.. è sempre così immenso, pretende di essere ascoltato, di essere guardato.. Ti si piazza davanti con prepotenza e tu non puoi farci nulla, sei costretto a viverlo, a sentirlo dentro le ossa, a farti colpire dalle sue onde perché sei troppo fragile per respingerle come fanno i grandi massi di rocce.. Che poi col tempo anche loro si fanno vincere da quelle onde.. col tempo un po' tutti ci facciamo distruggere da qualcosa.. da qualcuno. Ero lì e cercavo di farmi consumare da quel suono assordante, ma senza riuscirci. Più passavano i minuti più mi accorgevo che non c'era più nulla da consumare, non c'ero più, ero fuori dal mio corpo, staccata completamente dal mondo, da quelle persone da quel posto. L'unica cosa possibile da pensare era che di fronte a quell'imponente spettacolo, ciò che mi stava realmente mangiando viva, erano due occhi. Due occhi che non erano lì, due occhi che si trovavano a millemila metri da me, ma che erano più forti di qualsiasi altra catastrofe naturale. Per un attimo mi si sarà fermato anche il cuore per quanto io mi sentissi impotente di sbattere contro le rocce quel sentimento di infinita tristezza. Mi sentivo le mani legate, i piedi legati, il cuore stretto da catene invisibili, mi sentivo in trappola, mi mancava il respiro e dovevo sorridere. Mi sentivo chiusa in un buco senza ossigeno, e faceva freddo e tremavo e mi si stavano gelando le mani. Ero trappola, trappola dell'amore. Ci ero caduta dentro e non avevo appigli, non avevo nulla che mi permettesse di vedere la luce di quel giorno. Mi si erano incollati i piedi al pavimento, non riuscivo a muovermi a parlare, ero diventata roccia anch'io.
  
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