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Autore: gatta1290    15/07/2014    3 recensioni
una ragazza che vive una vita isolata nella classe del liceo che frequenta. un giorno però accade una cosa imprevista, entra un nuovo alunno nella classe e questo tende ad isolarsi. lei cercherà di fare amicizia con lui e scoprirà una cosa imprevedibile... -Capitolo 7 modificato-
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passate finalmente le lezioni.

Avevo passato le ore a ticchettare le dita sul banco e lo sguardo sembrava sulla professoressa, ma purtroppo non lo era.

Ah. Purtroppo avevo la professoressa nana di qualche capitolo fa e forse non riuscivo nemmeno a vederla visto la sua stazza.

Presi le mie cose e mi affrettai ad uscire.

Va bene lui era ancora intento a sistemare ma però avevo voglia di stare all’aria fresca.

Infatti fuori tirai un sospiro.

Mi piaceva il vento che mi avvolgeva con il suo soffio.

In fondo con Giusy mi piaceva dopo scuola o quando potevamo andare nei giardini e sentire il sole sulla pelle.

In fondo era come sentirsi viva. Chissà se lo sentiva pure Thomas.

“eccoti”

Parli del lupo.

“ci hai messo molto a sistemarti”

“mi piace prenderla con calma. Poi eh tu potevi aspettarmi in aula”

“mi piace uscire e sentire il vento”

“finché non è un pericolo è bello sentirlo”

“ma no. È così bello”

“andiamo”

“ok. Oggi si sono trovati sul tetto della scuola e ora escono assieme” – disse una ragazza occhialuta che li stava scrutando

“se ti ricordi anche prima che succedesse questo si vedevano lo stesso”

“si ma era per una ricerca si vociferava”

“ricerca di se stessi!”

“comunque vanno d’accordo.”

“peccato però. Era un buon partito. Mi dispiace che volevo provarci io”

“se ti facevi avanti prima di lei!”

“ah adesso è colpa mia! Chi è che mi diceva aspetta un po’ e mettiti bene così lui sarà costretto a parlarti? E poi che risultati?”

“beh non pensavo che fosse così esente dalla bellezza. Dai eri uno schianto!”

“e se già da un po’ nutriva amore per lei? Oddio se fosse così i miei sforzi sono stati invani!”

“era cieco se non ti vedeva”

“ma scherzi? Ero proprio sulla sua linea di sguardo! Impossibile non notarmi!”

“già ma per intanto sono spariti”

“andiamo!”

Salimmo le scale dell’ospedale.

Sfortunatamente dovevamo andare al quinto piano, e non dico niente per l’ascensore.

Ero senza fiato.

“sei già stanca?”

“mi sto riposando cinque minuti”

“che scarsa”

“ma tu non hai mai problemi di fiato?”

“fammi pensare. Finora.. no”

Va bene anche questo ora.

Dopo un paio di riprese fiato da parte mia arrivammo alla stanza.

Mi sembrava più piccola dall’ultima volta.

Ma forse era solo impressione.

Dentro c’erano i genitori.

Si voltarono verso di me. Mi fecero un sorriso però al mio accompagnatore..

“sei venuta con un amico. Non ti conosco ragazzo”

“sono Thomas. Frequento la stessa scuola di vostra figlia”

“ah ho capito”

“non ci sono ancora miglioramenti?”

“purtroppo no. I medici dicono che ha avuto uno shock molto forte. Tutto per una cavolata”

“scusate ma che è successo?” – chiese Thomas

“ah non hai sentito le voci? Beh qualche sera fa ci stava dicendo di quando era stata rapita e ad un certo punto ci ha parlato di cose strane: una cupola, un rito, creature strane.. cose strane appunto ed è stato in quel momento che è svenuta di colpo..”

“mi dispiace” – disse. Un demone che dimostra tristezza. Chissà se ne e davvero capace.

“si vede che sto colpo ha fatto male. Non sembrava ma è da un po’ che il suo corpo si sta demolendo. Vi lascio con lei adesso. Devo andare al lavoro e mia moglie a casa”

“arrivederci”

Uscirono dalla stanza.

Thomas appena uscirono si avvicinò al letto.

“sono lontani vero?” – mi chiese

Mi sporsi verso la porta e vidi che non c’era nessuno.

“pare di si”

Si sedette sul bordo del letto e avvicinò una mano sul braccio.

Sfortunatamente proprio quel braccio aveva una flebo attaccata e gli fu difficile far apparire il segno.

Mise un dito sulla vena e dopo un po’ riuscì a farlo apparire.

A confronto del mio era molto più lungo. Non si vedeva quanto perché c’era la canottiera che copriva.

“puoi ricontrollare?”

“cosa devi fare?”

“devo svestirla. Per quello ti chiedo”

“ok..”

Misi ancora la testa fuori.

Fortunatamente non c’era nessuno in corridoio.

Gli feci segno che era tutto ok.

Si appresto ad alzare i lembi della canottiera fino a sopra il seno.

Il segno era sopra il cuore.

Lo stava come inglobando.

“le tenebre hanno capito dove colpire”

“come?”

“purtroppo ha detto qualche cosa di troppo e il segno ha colpito dove doveva. Per forza è in coma, le tenebre la stanno trattenendo”

“si può fare niente?”

“non credo. Dovrò informarmi”

Rimise Giusy come era.

“e ora?”

“non dovresti demoralizzarti. Capisco la situazione, però non devi buttarti giù”

“ma voi demoni non provate pietà?”

“è un sentimento sconosciuto”

Continuavo a guardarla.

Non sapevo cosa dire.

Adesso era crollato tutto.

Non avevo più nessuno con confidarmi e la mia amica era l’unica con cui avevo un bel rapporto.

“forza andiamo o sospetteranno”

Mi spinse sulla schiena e andammo a casa.

La sera, dopo cena, rimasi nella mia camera.

Ero sdraiata sul letto e pensavo a quello che era successo.

Speravo veramente che trovasse il modo per farla tornare indietro.

Forse dopo tanti anni aveva provato un sentimento.

Presi il telefono e gli scrissi.

Gi dissi che stavo ancora pensando a quello che era successo e che mi trovavo in difficoltà.

Mi disse che se avevo bisogno c’era lui.

Forse davvero stava provando qualcosa.

Poi il messaggio inaspettato.

“vuoi che domani usciamo a svagarci un po’?”

  
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