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Autore: Maybeisyou    15/07/2014    1 recensioni
[One Direction and 5 Second of Summer][One Direction and 5 Second of Summer]Una splendida coincidenza, ecco quello che questa storia racchiude. Nes e Julie, amiche con un sogno in comune, la possibilità di realizzarlo trasferendosi all'estero. Nuova vita, nuovi obiettivi, nuove conoscenze. E tra queste conoscenze, una coincidenza le porta a incontrare proprio loro, gli idoli di una vita. Tra baci rubati, turni lavorativi fino a tardi, sguardi eloquenti e litigi; scopriranno che l'amore può colpire anche loro, perchè sono ragazzi dannatamente normali.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Luglio 2011 | J.

Era un giorno come un altro passato davanti al computer ed io, come mio solito, non avendo nulla da fare stavo scorrendo nell’homepage di Facebook senza una vera e propria motivazione. Improvvisamente si illuminò una delle chat che avevo lasciato socchiuse poco prima, la aprii e vidi che la ragazza dall’altra parte dello schermo mi aveva inviato un video che mai visto prima, ci cliccai sopra e si aprì la pagina bianca di Youtube accompagnata da una musichetta di sottofondo. Automaticamente abbassai lo sguardo sul video già iniziato e iniziai a seguirlo con un certo interesse. Rimasi quasi incantata, non so cosa mi spinse a farlo ma mi piacque talmente tanto da non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo. Dopo la seconda volta che feci ripartire il video decisi di chiudere la pagina per non ossessionarmi maggiormente a quella canzone. Il problema non era la canzone in sé, ma la band. La mia band preferita si era appena sciolta, non volevo rimanere ulteriormente sconvolta affezionandomi a qualcun altro. Chiusi la pagina, tornai su Facebook e scrissi alla ragazza qualcosa simile ad un “Bravi, ma non mi interessano”, lasciandola quasi di stucco. Insomma, in quel periodo quei cinque ragazzi avevano appena fatto il botto e stavano letteralmente spopolando. Capii da subito che non erano una semplice boyband come tutte le altre ma decisi comunque di tenere repressi quei sentimenti che provai quando li ascoltai per la prima volta, probabilmente per il semplice fatto che non volevo seguire la massa; anche se in realtà dentro di me lo stavo già facendo. infatti il giorno seguente, sempre stando davanti al pc, iniziai a guardare altri video di questi cinque ragazzi, scoprendo così che tutta la loro storia era iniziata appena un anno prima. Segretamente continuai a seguirli.

Ottobre 2011 | V.

Era un banalissimo pomeriggio di pioggia, uno di quelli tipici di ottobre. Con la noia che mi soffocava cercavo un po’ di svago su Youtube, ascoltando qualche cover. Le ho sempre trovate affascinanti perché chi si cimenta nella loro registrazione in qualche modo aggiunge significato a parole scritte e pensate da qualcun altro. Chi canta delle cover si emoziona ed emoziona, e lo fa involontariamente. Un po’ come quando io canto sotto la doccia “Wonderwall”: mi emoziono, e sono sicura di emozionare le piastrelle del bagno, perché restano ammutolite di fronte al mio grande talento. Insomma, stavo ascoltando una cover di Bruno Mars e, nei suggerimenti che spuntano di fianco al video, mi ha colpito l’icona di questo ragazzino biondo con una canotta blu. Ho aperto il link e mi sono messa ad ascoltare. “Just the way you are”. Nonostante l’audio basso, mi sono emozionata. Al momento non mi è parso che quel ragazzo avesse una voce molto particolare, ma mi ha comunque regalato qualcosa. Così ho aperto il suo profilo e ho iniziato ad ascoltare a rotazione tutte le cover che aveva caricato. Mi sono iscritta al canale con un sorriso.

Novembre 2011 | J.

Ogni mese, ogni giorno sempre più appassionatamente avevo seguito la vita di quei ragazzi, scoprendo sempre più cose sul loro conto ma continuando a considerarli come dei semplici adolescenti che avevano influenzato in piccola parte la mia noiosissima vita. Continuando segretamente a seguirli e ad amarli, comprai il loro primo album. Non riuscivo più a dimenticarne i motivi, imparando pian piano così le parole di ogni singola canzone. Imparai anche i loro nomi definitivamente, visto che continuavo a saperli in modo confuso. Cominciai anche a seguirli sui vari social network, per riuscire a tenere il passo con la loro movimentata vita. Iniziai a seguirli anche in tv, dove pian piano si facevano spazio. Rimasi incollata allo schermo durante tutte le loro piccole performance, come in occasione di quella che fecero per la chiusura delle Olimpiadi a Londra.

Dicembre 2011 | V.

Continuavo a seguire l’account di quel ragazzo che ho scoperto chiamarsi Luke, Luke Hemmings. Australiano, ha un anno meno di me e, nonostante questo, mi ritrovo a ascoltare le sue cover mentre vado a scuola, sui pullman, mentre disegno o non riesco ad addormentarmi. Luke Hemmings suona la chitarra e canta, e ha un gruppo. Erano in tre inizialmente, ma a inizio dicembre hanno pubblicato un video con un quarto ragazzo, aggiuntosi nelle vesti di batterista. Quindi eccoli qui i miei quattro eroi: Luke Hemmings e la sua chitarra, e la fossetta che gli si forma sulla guancia destra quando canta; Calum Hood e il suo basso, e la sua voce profonda che mette i brividi. Micheal Clifford e il suo ciuffo emo sugli occhi, e la sua chitarra con cui riesce a dar sfogo alle emozioni. E poi c’è Ashton Irwin e la sua batteria, Ashton che con quel sorriso dà il ritmo ai battiti del cuore di chiunque. Loro mi salvavano continuamente.

Marzo 2012 | V.

La scuola era stressante. La vita fuori da essa forse lo era ancora di più. Avere 17 anni non è sempre facile. Anzi, mi correggo! Avere 17 anni è un fottutissimo schifo. L’unica cosa che mi dava un po’ di sollievo era la musica. Le cuffie nelle orecchie e il mondo che di colpo sparisce. Riuscire a sentire solo nella tua testa parole sussurrate, urlate, silenzi che parlano attraverso accordi di chitarre e ti fanno venire la pelle d’oca. Ecco, questo è quello che mi ha salvata. Mi hanno salvata i generi diversi che accompagnavano i miei sbalzi d’umore, mi hanno salvata i video pieni di significato e i testi che sembrava parlassero di me.

Settembre 2012 | J.

Dopo quasi un anno di misterioso silenzio (anche se proprio silenzio non era), mentre ero in cerca di loro notizie su internet, mia sorella si trovava nell’altra stanza. Stava guardando i soliti programmi musicali e qualcosa dentro di me sentì il bisogno di spostarsi nella stanza insieme a lei per ascoltare la canzone successiva a quella che stavano mandando in onda in quel momento. Così feci. Subito intravidi dei visi familiari sullo schermo del mio soggiorno e un motivetto molto movimentato incominciò a risuonare dentro tutta la casa. Di nuovo li rividi, quei cinque ragazzi fuori di testa con una nuova hit che, appena uscita, stava già spopolando. Con la gioia nel cuore, ripresi a seguirli più di prima.

Febbraio 2013 | J.

Era Febbraio quando venni a conoscenza del fatto che la band aveva organizzato un tour. Emozionata dall’idea che avrebbero fatto tappa anche in Italia, mandai i miei parenti alla ricerca di un pezzo di carta, che per me equivaleva a un sogno. Quel giorno però, si rivelò essere il più triste della mia vita: non riuscii a trovare nemmeno un biglietto per l’ultima fila perché c’era stato sold out in neanche 10 minuti. Sconsolata e senza speranze, accettai la proposta di mia madre: si offrì di accompagnarmi fuori dal luogo dove si sarebbero svolti i concerti. Mantenne la promessa. Andammo all’esterno dell’Arena di Verona, dove si sarebbe tenuto il primo concerto. Sin dal mattino iniziai a girare in tondo, conoscendo persone nuove da ogni parte, finchè non trovai il posto adatto a me, ne ero sicura! Era un semplicissimo buco sotto il cancello sul retro. Una ragazza se n’era appena andata, così velocemente mi sistemai al suo posto e, sdraiata sul terreno bollente, rimasi con il mio cartellone srotolato e le mani allungate sotto di esso. Per uno stupido, meraviglioso scherzo del destino, Harry Styles, un componente della band passò proprio di lì. Inizialmente si diresse verso i camerini senza notare la nostra rumorosa presenza. Poco dopo ripassò di lì e, questa volta, visto i grandi schiamazzi si accorse di noi. Nonostante le guardie glielo vietassero, si avvicinò a noi e iniziò a salutarci con grande entusiasmo, lasciando qua e là qualche autografo. Me ne accaparrai uno, sentendomi come rinata. Una piccola parte del mio sogno iniziava lentamente a prender forma e a diventare reale.

Aprile 2014 | V.

La vita è un criceto che corre e corre sulla sua ruota,che costantemente continua a girare. La vita è così: prosegue, gira, non si ferma. La vita corre se corri tu, rallenta se tu ti adagi un poco. La vita la fai tu. La mia vita era così frenetica che Youtube era diventato un passatempo a cui non avevo più attimi da dedicare, perché tutte le mie energie venivano risucchiate dalla vita scolastica, sentimentale, familiare. Hemmings e la sua chitarra mi facevano compagnia solo quando avevo le cuffie nelle orecchie, ma non ho più seguito il suo canale. Ho perso il filo con gli aggiornamenti che riguardavo il suo gruppo, e il susseguirsi degli eventi mi ha portato ad abbandonare i miei quattro eroi. Ma erano comunque sempre presenti, con le loro canzoni, le loro cover, qualche inedito che avevano pubblicato quando ancora avevo del tempo per stare incollata al computer. Era la prima settimana di Aprile, sono tornata a casa stanca e provata dalle sei ore di scuola che avevo affrontato quella mattina. Finito il pranzo in fretta mi ero concessa un attimo di relax, così tenendo il telecomando tra le mani facevo zapping. Ovviamente la mia scelta era ricaduta su MTV MUSIC. Stavano trasmettendo il video di “Best Song Ever”. Ho alzato il volume e ho iniziato a cantare, felice di quella bella sorpresa. Comincia la breve sigla di MTV PUSH e, incuriosita, sono rimasta di fronte alla TV per vedere chi sarebbe stato l’artista del mese. È partito un video dal sound familiare. Nel giro di pochi secondi mi sono ritrovata di fronte un primo piano di un Luke cresciuto, con i capelli in aria e un piercing al labbro. Sconvolta, pensando di essere in errore, ho guardato tutto il video. Fino alla fine. Mi sono assaporata i salti di Michael e le smorfie di Calum, la bandana di un Ashton con i capelli diversi e i bellissimi occhi di Luke. Mi sono goduta ogni secondo, con lo stomaco in subbuglio. Ce l’avevano fatta. I miei eroi, avevano portato a termine un sogno. E mi avevano ritrovata, nel bel mezzo della preparazione per gli esami scolastici, stressata, spaventata; mi avevano trovata. Dopo anni, erano sullo schermo della mia televisione e suonavano e io sorridevo perché il destino li aveva riportati da me, in qualche modo. E allora mi ero ripromessa che non li avrei più accantonati, perché mi avevano salvata da mille giorni bui. Li avrei tenuti sempre vicini, per quanto possibile. Li avrei seguiti nonostante gli impegni, anche se questo mi avrebbe portata a deconcentrarmi. Ma non avrei più permesso a niente di togliermi quei quattro idioti, neppure alle difficoltà, alla scuola, agli impegni e al drastico ciclo che la vita ogni giorno ripete. Erano tornati, o meglio, io ero tornata da loro. E non sarei più andata via. Mai più.

   
 
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