Fairytales Gone Bad
- Il
ballo -
Si risvegliarono nella solita radura, abbracciati ma vestiti. Draco aprì
gli occhi per primo e subito il suo sguardo si posò sulla ragazza che stringeva
tra le braccia. Quando anche gli occhi di Hermione si furono aperti, si
sorrisero.
«Buongiorno...» disse lei portandosi a cavalcioni su di lui prima di
baciarlo.
Lui mugugnò una risposta incomprensibile e poi si mise seduto di fronte
a lei.
«È la
serata del ballo. Dobbiamo prepararci.» le disse aiutandola ad alzarsi.
«Ti ricordi il piano?» domandò Hermione pulendosi la gonna dai fili
d'erba.
«Andiamo da Cenerentola, la prepariamo, la porto al ballo e la faccio
ballare col Principe mentre tu prendi i suoi panni e aspetti Filippo prima di
portarlo da Aurora.» Hermione sorrise sorniona
«Fantastico!» gli disse «Ora dobbiamo andare da lei.»
Camminarono affiancati senza mai guardarsi, ma le loro mani erano un
continuo sfiorarsi, scappare e rincorrersi.
La casupola di Cenerentola comparve alla loro vista e lì si scambiarono
uno sguardo di intesa.
La fanciulla era in giardino che potava le siepi e bagnava i fiori e
quando li vide si illuminò di una nuova luce.
«Siete voi! Siete tornati!» gli andò incontro e gli abbracciò un po'
imbarazzata e si imporporò vedendo Draco.
«Siamo qui per prepararti. Andrai al Ballo!» le disse Hermione
raggiante.
Cenerentola si coprì la bocca con le mani e si commosse davanti ai due
ragazzi. Quest'ultimi sfoderarono le bacchette e si fecero un cenno d'intesa.
Agitarono le bacchette sulla fanciulla e in un puf venne rivestita dall'abito avorio che Draco aveva costruito su
Hermione.
I capelli biondi erano raccolti ordinatamente sulla nuca fermati da una
tiara argentata ricoperta da piccole perle.
Le scarpette -rigorosamente di cristallo- le calzavano perfettamente e
la facevano sembrare una vera principessa.
«Non sai quanto vorrei che lo indossassi tu» sussurrò Draco
nell'orecchio di Hermione «Così potrei togliertelo» lei arrossì violentemente e
abbassò il capo.
Draco si avvicinò alla giovane e le porse un braccio mentre Hermione
cambiava anche i suoi vestiti e quelli di lui.
Doveva ammettere che vederlo al braccio di un'altra -anche se uguale a
lei-, le provocava non poca gelosia.
«Vi aspetterò qui al vostro ritorno, se tutto andrà come previsto.» nel
pronunciare l'ultima frase guardò Draco e lui capì immediatamente. «State
attenti.»
Prima di andarsene, Draco andò verso Hermione e la prese per un braccio
facendola voltare verso di lui che dava le spalle a Cenerentola.
«Andrà tutto bene. Tornerò il prima possibile.» la ragazza annuì e poi
si scambiarono un tenero e dolce bacio.
Hermione rimase a guardare i due andarsene e poi si mise a svolgere le
faccende che avrebbe dovuto fare Cenerentola.
Filippo non tardò ad arrivare. Non sapeva come accoglierlo. Come si
accoglieva un amante? Non voleva baciarlo. Non poteva tradire Draco... si mise
a ridere da sola quando capì che non avrebbe tradito Draco.
«Cenerella!» sentì chiamare «Cenerella!» si voltò e vide un viso sbucare
tra i cespugli. Filippo era un bel ragazzo, alto, moro e con occhi color miele.
Rimase interdetta per qualche istante prima di risvegliarsi da quello
stato di trance che l'aveva avvolta. Filippo si avvicinò e le prese la mano tra
le sue prima di baciarle il dorso come un soffio leggero. Hermione sorrise ma
cercò di ignorare quella strana sensazione alla bocca dello stomaco che sarebbe
finita in un'esilarante risata.
«Filippo! Che piacere vedervi...» disse risoluta, cercando di sembrare
il più convincente possibile.
«Mia adorata, non siete ancora pronta per il ballo! È accaduto qualcosa
che ve lo ha impedito?» Filippo sembrava così buffo nel modo che aveva di
esprimersi che Hermione si morse la lingua per non fare brutte figure.
«Ho cambiato idea» disse quando ebbe recuperato un certo contegno «Mi
piacerebbe fare una passeggiata con voi nella radura qui accanto...»
Filippo la guardò in stato confusionario; certamente non si era
aspettato una tale richiesta dalla sua amata, che -a quanto pareva- adorava i
balli. Però sorrise, sorrise ad Hermione e le porse il braccio permettendo che
lei lo accettasse come supporto. E cosi lei fece.
Si incamminarono lungo un sentiero ciottolato che si inoltrava nella
foresta scomparendo alla vista, nascosta da fitti alberi sempreverdi. Hermione
condusse Filippo proprio nel luogo in cui lei e Draco avevano trovato Aurora
giacere indisturbata in mezzo ai fiori.
Raggiunto il luogo, non molto distante, Hermione fece finta di notare la
ragazza per la prima volta e corse subito al suo capezzale per soccorrerla.
«Guardate! C'è una ragazza! Probabilmente si è sentita male... dobbiamo
chiamare aiuto!» Filippo le fu accanto in un baleno e non riuscì a distogliere
lo sguardo dalla ragazza, rapito dalla sua bellezza. «Non preoccupatevi mia
amata, troveremo una soluzione adeguata a questa situazione.» Hermione si alzò
in piedi e iniziò a camminare intorno alla figura addormentata.
«Sta dormendo!» esclamò «Credo sia un incantesimo! Solo una magia
potente può avere questi effetti...» sperò
con tutto il suo cuore che a Filippo non fosse estraneo il concetto di
"magia", intesa come pratica, e le sue aspettative non vennero
deluse.
«La Strega Malefica!» urlò al capezzale della ragazza voltandosi verso
Hermione «La sua magia porta a conclusioni di questo tipo... è stata
sicuramente lei. Solo che non si conosce rimedio...» Filippo sembrò essere
affranto mentre pronunciava quelle parole e Hermione si sentì fiera del suo
piano in perfetto svolgimento. Un'altra piccola spinta e anche questa storia si
sarebbe risolta.
Il castello del Principe Azzurro era -Draco non l'avrebbe mai
immaginato- davvero azzurro! E alto. E imponente. E isolato.
Era in cima ad una piccola montagna che costò al ragazzo uno sforzo
enorme, lui che era abituato a scope volanti e teletrasporti.
Cenerentola invece, sembrava non accusare alcuna fatica; camminava
sorridente e gioiosa come solo una ragazza che sta per realizzare il suo sogno
può essere.
«Il castello è una meraviglia, non trovate?» chiese al ragazzo con gli
occhi che brillavano dalla felicità.
«Lo è. Ma dovreste vedere come il castello del regno da cui provengo io
sia immensamente più maestoso e antico di questo.» la ragazza aggrottò le
sopracciglia ma, per fortuna di Draco, non gli domandò più alcunché.
Entrarono da un enorme portone in lego d'ebano, accolti da piccole
guardie vestite a festa che li fecero entrare inchinandosi così profondamente
da toccare terra. Draco sogghignò.
Cenerentola avanzò trascinando il suo cavaliere su per le scale in marmo
bianco che li avrebbero condotti alla sala da ballo, al primo piano.
Arrivarono alla mercé di un salone enorme addobbato a festa: le persone,
vestite con i loro abiti migliori, volteggiavano per la sala a coppie, a ritmo
di una musica dolcemente riprodotta da un'orchestrina completa di ogni
strumento che si rispetti.
Draco individuò immediatamente il Principe, un alto ragazzo biondo
seduto alla sinistra di una bellissima donna che ne riportava gli stessi
tratti, probabilmente la madre. Che a sua volta, sedeva accanto ad uomo
invecchiato con l'età che doveva essere molto bello in gioventù, il Re.
«Andiamo ad annunciarci alla Famiglia Reale» propose Draco, già con un
piede avanti in direzione della fine della sala. Non si rese conto di essere
trattenuto dalla stessa ragazza che stava cercando di portare con sé,
spaventata e angosciata
«Vi prego no! Non sono degna di parlare con la Famiglia Reale, sono solo
una semplice sguattera...»
«Non questa sera» le rispose Draco il più dolcemente possibile,
accompagnando le parole a mesti sorrisi che lo aiutarono a convincere la
piccola Cenerentola.
Arrivati al cospetto dei regnanti, Draco si inchinò profondamente,
cercando di imitare la modalità e la galanteria degli altri uomini presenti
nella sala.
Cenerentola ammaliò tutti con la sua dolcezza, e bastò uno sguardo col
principe che fu subito amore.
Lui si alzò dal suo trono e le prese la mano, gliela baciò da perfetto
cavaliere e poi la condusse al centro della pista da ballo mentre Draco si
congratulava con la riuscita del piano.
«Un rimedio ci sarebbe.» Hermione aveva parlato piano, sommessamente ma
a voce abbastanza alta da far udire a Filippo le sue parole. Si accovacciò
accanto a lui e gli spiegò.
«Mi è capitato di vedere altre volte incantesimi di questa potenza, magie
oscure e irrisolvibili,» Filippo si adombrò «ma, conosco anche un rimedio che
forse potrebbe spezzare questo incantesimo.»
«E quale?» la voce risollevata di Filippo le giunse alle orecchie come
una melodia.
«Un bacio. Bacia le labbra della ragazza e lei si sveglierà.» gli occhi
di Filippo si oscurarono nuovamente.
«Ma io non provo sentimenti per questa fanciulla, siete voi l'unica per
me.»
«Ne vale la vita di una fanciulla innocente. So cosa provate per me
e vi assicuro che anche io provo gli
stessi sentimenti, ma vi chiedo di salvare questa giovane. Per me.»
Filippo non poté far altro se non inginocchiarsi accanto al viso della
ragazza che, rilassata, dormiva beata sognando fate e unicorni. Avvicinò
lentamente il viso fino ad essere distanti solo qualche insignificante
centimetro. Poi accadde: le labbra di Filippo si poggiarono su quelle di Aurora
e le accarezzarono dolcemente finché la stessa non aprì gli occhi e guardò il
giovane scostarsi.
Hermione sorrise. Era davvero una bellissima versione di lei, doveva
ammetterlo.
L'incontro tra quei due fu fatale; non ci fu più scampo per il loro
amore sopito e risvegliato da un tenero bacio. La ragazza si alzò aiutata da
Filippo che la sorresse gentilmente.
«Dove mi trovo...?» biascicò la ragazza confusa e assonnata «Chi siete
voi?»
Filippo le sorrise dolcemente e poi le spiegò tutto con voce grave «Sono
il Principe Filippo e vi trovate in una radura nel regno del Principe Azzurro.»
Hermione si allontanò un poco, capendo che la sua presenza non era più necessaria.
Li vide allontanarsi insieme e capì che era fatta: avevano sistemato la storia.
Chissà come Draco se la stava cavando...
Volteggiavano insieme ormai da parecchi minuti e Draco capì che ormai
quello che doveva fare era stato fatto, e lasciò che Cenerentola avesse la sua
serata con l'amore della sua vita.
Si allontanò dal salone da ballo e si smaterializzò pensando alla casa della ragazza, a cui lui ed Hermione si
erano dati appuntamento ore prima.
Apparve dietro un cespuglio e vide subito la ragazza che si cambiava
d'abito.
«Non lo sai che se qualcuno ti vedesse in questo stato potrebbe
approfittare di te?» disse uscendo da dietro il suo nascondiglio, dirigendosi
verso la ragazza.
«So come difendermi, grazie.» sorrisero e quando lui la raggiunse, si baciarono
con tenerezza.
«È
fatta!» esclamarono in coro «Sì, tutto è andato secondo i piani... smettila di
parlare in contemporanea con me! Adesso basta!» entrambi si zittirono e poi
scoppiarono a ridere come bambini.
«Okay, abbiamo sistemato due storie.» disse Hermione avvolta dalle
braccia del ragazzo.
«Credi che il nostro compito sia finito?» domandò lui scuro in volto.
«Non lo so. Possiamo solo sperarlo.» anche Hermione si sentiva triste.
Si risvegliarono al castello, nella camera di lui ed Hermione ebbe
un'illuminazione.
«Oh Merlino! Oh Merlino!» Draco non capiva cosa avesse ma attese che la
ragazza continuò a parlare «Il bicchiere!» dopodiché lo fissò come se anche lui
fosse a conoscenza della sua scoperta. Lui alzò un sopracciglio.
«Il bicchiere!» ripeté lei sempre più convinta.
«Mezzosangue di cosa diamine stai parlando?» stava perdendo la pazienza.
«Prima che iniziasse tutto questo» disse riferita alle favole «io ho
preparato la pozione di notte e l'ho bevuta da un bicchiere che avevo preso
dalla cucina...»
«Ladra» la accusò lui e lei lo
fulminò con lo sguardo.
«Dopo averla bevuta, ho riportato il bicchiere dove lo avevo preso.
Doveva essere ancora sporco della pozione, non avendolo lavato ma solo pulito
con un panno, e dev'essere stato usato da te durante la colazione del giorno
dopo!»
Draco si illuminò «Quando sono stato male!» lei annuì.
«Sì! Devi aver bevuto la pozione anche tu, per questo sei stato
implicato in questa faccenda...» Hermione si sentì soddisfatta.
«Mezzosangue sei un genio.» la prese per le spalle e con forza le posò
le labbra sulle sue. Tutti i nervi di Hermione si risvegliarono, le sensazioni
al basso di ventre si fecero insopportabili e il modo in cui lui la toccava non
aiutava per niente.
«Draco adesso no ti prego... non posso resistere ancora...» lui
sogghignò compiaciuto «Non farlo» lei scosse la testa e si allontanò.
Improvvisamente sentirono dei brividi invaderli, che non avevano niente
a che vedere con la libidine. Era la pozione che svaniva, Hermione ne era
certa.
«Mezzosangue noi...»
«Sì» gli disse.
«Hai trovato il lieto fine» lei lo guardò di scatto. Sì, pensò, aveva
davvero trovato il suo lieto fine.
«Ti amo Draco» lui si irrigidì e si allontanò spaventato.
«Mezzosangue... non possiamo... no.» lei non capì. Draco si avviò verso
la porta e la aprì, facendole segno di andarsene.
«Ma Draco...»
«Vai» il tono brusco di lui non ammetteva repliche. Hermione lo
assecondò con la pesantezza nel cuore.
Appena la porta si richiuse dietro di sé, scoppiò a piangere sonoramente
e muovere i passi verso il suo dormitorio fu più difficile di qualunque altra
cosa avesse mai fatto.
Aveva commesso un errore, un errore gravissimo. Lui non era pronto per
quello: Voldemort lo teneva in pungo e gli aveva affidato un compito, qualcosa
di pericoloso. Lei doveva assolutamente scoprire di cosa si trattasse prima che
fosse troppo tardi. Cercò di pensare a cosa Voldemort bramava e cosa potesse
chiedere ad un ragazzino.
Inoltre doveva dimenticarsi dei sentimenti che aveva per lui. Era chiaro
come il sole che non avrebbero potuto stare insieme. In più, Ronald si era
svegliato ed era suo dovere di amica andare da lui.
Note:
Ehi! Lasciate da parte le armi per favore! So di essere in un ritardo pazzesco e mi sono già schiaffeggiata con una torta... ok non proprio ma virtualmente lo farei. Ecco il capitolo che da una svolta a questa storiella... allora?! Finito tutto eh... devo ancora scrivere il continuo, perciò abbiate pazienza. Scusate.