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Autore: Doomsday_    15/07/2014    6 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Angolo Autrice: Salve a tutti!^^ Eccomi con un nuovo capitolo che spero apprezzerete tutti! Devo ammettere che questo è uscito un pochetto a stento e non ne sono completamente soddisfatta. Diciamo che non rientra tra i miei capitoli preferiti della storia, ma si deve pur andare avanti! ahahha
Come sempre ringrazio BekkaMalfoy e NarcissaBM per le vostre stupende e superbellissime recensioni!*^* Vi adoro <3
E ringrazio anche con tutto il cuore le 12 persone che hanno aggiunto la storia nelle preferite, le 25 che l'hanno aggiunta nelle seguite e le 4 nelle ricordate.
Un bacione a tutti,
Giuliii





Rischiare il cuore





La professoressa Cooman si aggirava per i tavoli, osservando i propri alunni da dietro gli spessi occhiali da vista che le ingrandivano gli occhi in modo innaturale, agitando gli innumerevoli scialli da cui era avvolta e facendo tintinnare gli altrettanti braccialetti, muovendosi nel suo tipico modo teatrale.
Sean e Asteria, seduti sui rispettivi pouf, si guardavano a vicenda in modo particolarmente annoiato, mentre cercavano di seguire il filo del discorso di un'altra strampalata lezione di Divinazione.
Sean sbadigliava poco elegantemente, rigirandosi tra le mani la treccia di aconito e salvia.
« Ricordami il motivo per cui ci siamo segnati a Divinazione quest'anno » brontolò Asteria a voce bassa, per non farsi sentire dalla professoressa. Sean si limitò a sollevare le spalle, l'occhio smorto che annunciava un imminente colpo di sonno del ragazzo.
« ... grazie all'aconito, ragazzi miei, gli spiriti si desteranno. Aprite l'occhio interiore! Usate la vista! E gli spiriti si mostreranno a voi, rivelando i segreti del passato! » stava dicendo la professoressa Cooman in un ampio svolazzo di scialli. « Ora accendete le trecce di erbe e concentrate le vostre auree ».
« Spiegami tu il motivo per cui dobbiamo richiamare i fantasmi dall'aldilà quando Hogwarts ne è piena » ribatté Sean agitando la treccia, da cui il fumo dell'incenso aveva iniziato ad espandersi.
« Ragazzo! Stai per caso comunicando con gli spiriti? » la Cooman si avventò su Sean afferrandogli il braccio, guardandolo con espressione carica di aspettativa.
Asteria rise, coprendosi le labbra con la mano, agitando anch'ella la sua treccia di erbe per far vorticare meglio il fumo.
« Oh si, uno, professoressa », rispose Sean con uno dei suoi sguardi più innocenti « Anche piuttosto carino: capelli neri e occhi verdi. Ha presente? ».
La professoressa Cooman non sembrò intendere l'umorismo velato di Sean e annuì con vigore, allontanandosi poi con un: « Continua a mantenere la connessione e rinforza la tua aurea, caro ».

« Per Merlino! Questa lezione sembrava non finire più » sospirò Asteria, una volta fuori dalla classe di Divinazione. « Se stavo lì dentro ancora un minuto mi sarebbe venuto un attacco d'asma. Non si respirava più per tutto quell'incenso » si lamentò Sean, tra un colpo di tosse e l'altro.
Asteria gli diede qualche pacca comprensiva sulla schiena. « Dai, per lo meno non abbiamo altre lezioni oggi ».
Sean annuì mostrando un'espressione sollevata. « Ti dispiace se passiamo in biblioteca prima di tornare nella Sala comune? Dovrei prendere un libro di Trasfigurazione » disse il ragazzo, misurando con attenzione le parole: l'ultima volta che aveva fatto riferimento alla biblioteca poi aveva dovuto sopportare il malumore di Asteria per il resto della giornata.
Lo sguardo le si rabbuiò « Tu vai, tranquillo. Io inizio a sistemare le carte così ci facciamo una partita prima di cena ». Non l'aveva mai detto esplicitamente, ma era chiaro che tornare lì per lei sarebbe stato come tormentare una ferita ancora fresca; per questo la ragazza la evitava come se il luogo fosse invaso dal Tranello del Diavolo. « E poi sicuramente Daphne mi starà aspettando in Sala Comune », mentre Asteria parlava già aveva iniziato ad allontanarsi.
Daphne non sembrava aver dato peso al progressivo allontanamento di Asteria nei suoi riguardi, così come non sembrava far caso al successivo riavvicinamento della stessa, riacquistando così quella che per loro era la normalità. Presto, le due sorelle Greengrass, erano tornate a cenare insieme e a chiacchierare del più e del meno davanti al camino della Sala Comune: per Sean, quelle due, sarebbero rimaste per sempre un mistero.
Il ragazzo non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo, incamminandosi a sua volta nella parte opposta.

Quel giorno Draco si era svegliato di malumore come, tra l'altro, ogni mattina di quelle ultime settimane. Di rado gradiva la compagnia dei suoi amici, a stento sopportava invece la costante presenza di Daphne e Pansy intorno a lui, le quali se lo litigavano senza troppi complimenti.
Ma se c'era qualcuno di cui davvero sopportava a stento la vista, quella era senz'altro Asteria Greengrass.
Certamente la ragazza non mentiva quando, in biblioteca, gli aveva detto che si sarebbe accontentata di guardarlo da lontano. Erano innumerevoli le volte in cui egli aveva colto il suo sguardo su di sé. E ogni volta lo irritava sempre di più, tanto da rendergli difficile restare negli stessi luoghi in cui anche lei sedeva, o trattenersi dal non alzarsi per urlarle contro di smetterla.
La cosa peggiore era che il suo sguardo non era insistente né voluto, semplicemente lei non se ne accorgeva e si abbandonava a quel semplice gesto, come se in esso ritrovasse sogni non ancora dispersi.
Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Lo irritava oltre ogni modo sapere quanto poco a lei bastava per accontentarsi. Era davvero di questa misera misura il suo affetto?
Una furia dai capelli neri gli si scontrò contro, strappandolo ai suoi pensieri. Draco, sorpreso, si ritrovò occhi castani puntati su di sé. Pansy. Non proprio la persona a cui stava pensando.
Cercò di allontanarsi dalla presa della ragazza, arpionata al suo braccio. « Draco ho notato che eri diretto verso la Sala Comune e ho pensato di accompagnarti ».
Draco si riuscì a liberare « Non ce n'è bisogno. In questo momento voglio solo andare a cenare », sbottò, cambiando bruscamente direzione per poi raggiungere a grandi passi la Sala Grande.
Si andò a sedere in un angolo in disparte del tavolo dei Serpeverde, che andava a riempirsi ancora molto lentamente. Di sfuggita notò Sean e Asteria sedersi dalla parte opposta dove si trovava lui; e da quel momento smise di far vagare i suoi occhi per la Sala Grande.
Quello sguardo carico d'affetto che lei gli rivolgeva ogni volta, l'avrebbe fatto presto impazzire. No, lei non lo capiva affatto. Per Draco, l'unica scelta assennata era ignorarla e lei questo non lo capiva. L'unico modo per far si che la lontananza risultasse meno insopportabile. Draco tentava di affievolire ciò che provava verso Asteria, ma ciò riusciva soltanto ad aumentare il forte desiderio che provava per lei.
La guardava mangiare, ma ella toccava a malapena il cibo. Accanto a lei, al contrario, Sean mangiava per entrambi. Non era la prima volta che non la vedeva mangiare, constatò, e aveva anche il viso stanco. Erano entrambi stanchi.
Draco si irrigidì, sentendosi colto da un'improvvisa rabbia: doveva mettere fine a tutto questo.
« Cosa guardi? » volle sapere Daphne, non appena si sedette accanto a Draco. Egli abbassò gli occhi sul proprio piatto « Quel paranoico di Potter » fu la risposta soffiata tra i denti.
Non era del tutto una menzogna, il volto di Potter spuntava da dietro la spalla di Asteria, ed egli assottigliava lo sguardo ogni qual volta Draco alzava gli occhi sulla ragazza, pensando invece che la sua attenzione fosse rivolta a lui.
Bisognava andare avanti - pensò Draco, improvvisamente, posando gli occhi su Daphne - creare una situazione che avrebbe irrimediabilmente distrutto quella precedente. Quale modo migliore per dimenticare un desiderio, se non facendo si che esso non risultasse più tale?
Draco si puntellò sui gomiti, le mani incrociate davanti alla bocca. Poi si voltò verso Daphne: « Potrei parlarti un momento in privato? ».

La mattina seguente Asteria si svegliò in ritardo: in quegli ultimi giorni, ad ogni risveglio, si sentiva sempre troppo stanca, nonostante dormisse come un sasso per tutta la notte. Si vestì in fretta e furia e si catapultò in Sala Comune, ormai deserta tranne che per una figura seduta al tavolo e china su di un libro.
Sean sollevò il capo, lanciandole un sorriso « Buongiorno raggio di sole ».
« Mi hai aspettato » disse Asteria sorpresa, cercando di non far cadere i propri libri che cercava di tenere tutti assieme sotto al braccio.
« Certo che ti ho aspettata », ribatté lui scrollando le spalle e alzandosi.
« Ma così hai saltato la colazione » Asteria si mosse agitata verso il ritratto « e siamo già in ritardo per la lezione di Trasfigurazione! ».
Sean le corse dietro, tirandole la treccia per farla voltare « Tieni », sbuffò lui mettendole in bocca un muffin alle more.
Gli occhi verdi della ragazza brillarono sorridenti. Diede un morso al muffin e poi scoccò un bacio sulla guancia al suo migliore amico.
« Se non ci fossi tu a prenderti cura di me, morirei di stenti » affermò lei ridacchiando, mentre correva su per le scale dei sotterranei.
La mattinata passò molto velocemente tra una lezione e l'altra, e il pomeriggio si prospettava sempre più pieno di compiti da fare. Sean mangiò da solo nella Sala Grande, Asteria non aveva appetito e preferiva prendere una boccata d'aria e poi tornare in Sala Comune per iniziare i compiti.
In ogni caso Sean, una volta finito di pranzare, si premurò di portarle un po' di frutta e una fetta di torta alla crema e caramello.
Mentre scendeva le scale verso i sotterranei, Sean - senza riuscire a resistere dallo spiluccare qualche briciola della torta, di tanto in tanto - si imbatté in Daphne e Asteria.
Le due ragazze parlavano a bassa voce, nonostante la scala fosse deserta.
Sean non poté fare a meno di notare quanto Asteria sembrasse pallida alla fioca luce delle torce. « Vi siete messi insieme? » stava dicendo con un filo di voce. Ma lì i rumori rimbombavano e per Sean non fu difficile udire le sue parole.
Daphne sorrise, confondendo la reazione allibita della sorella come felice sorpresa. L'entrata in scena di Sean non parve turbarla, come se egli non esistesse; ma Sean era troppo abituato a quel suo comportamento per prendersela.
« Si, ieri sera. Draco mi ha chiesto di stare con lui e io non potevo certo far altro che rispondergli di si » le gote della maggiore delle Greengrass si arrossarono un poco: forse emozione, forse imbarazzo per aver intuito qualcosa di più dall'espressione sempre più palesemente sconvolta della sorella.
Asteria deglutì piano, poi con un sorriso tremulo si allungò verso Daphne per abbracciarla « Sono molto felice per te. Vedi, i tuoi dubbi erano vani », disse con voce rauca, accarezzandole i capelli.
Quando sciolse l'abbraccio, si rivolse a Sean « Andiamo? », chiese allungandogli la mano, e solo quando lui gliela prese si iniziò ad allontanare, senza più voltarsi verso Daphne.

Asteria attraversò a grandi passi la Sala Comune veloce come un bolide, diretta verso la poltrona su cui Draco Malfoy sedeva. Sean, alle spalle di Asteria, poté giurare di vedere il ragazzo impallidire di fronte alla visibile furia della ragazza.
« È stato un colpo basso questo, Malfoy » la voce le tremava; se per rabbia o per sofferenza, Sean non seppe dirlo. « Anzi no, penso che questa sia stata una mossa volutamente cattiva. E sai una cosa? Non mi importa se l'hai fatto semplicemente per offendermi: penso che come ripicca sia piuttosto infantile! ».
Lui si limitò a fissarla, il volto esangue « Non è ciò che volevi? Non è ciò per cui non stiamo insieme? Daphne è innamorata di me; perché allora non darle quel che lei vuole? ».
Draco strinse i pugni, tanto che le nocche sbiancarono.
Asteria rimase per un momento senza parole, poi prese a farfugliare, confusa e disorientata come un cucciolo che riceveva violenza senza motivo: « Ma io credevo che non provassi niente per Daphne. Credevo che... io fossi più importante per te. Che sarei valsa il tuo tempo, la tua attesa... » la voce giunse flebile persino alle orecchie di Draco, che le stava difronte.
« Non pensavo di essere così facilmente sostituibile », aggiunse cercando di recuperare quel po' lucidità, di non mostrarsi così inerme e ferita.
Draco sorrise glaciale, gli occhi due lastre di ghiaccio prive di alcuna emozione. Asteria si allontanò di riflesso, aggiungendo un po' più di spazio tra di loro.
Il ragazzo si poggiò allo schienale della poltrona, con sguardo tagliente « D'altronde una Greengrass vale l'altra ».
Senza pensare Asteria scattò istintivamente a quelle parole, per colpirgli il volto. Ma Draco si aspettava una reazione del genere, l'aveva già provata sulla propria pelle e intercettò facilmente lo schiaffo. Le afferrò il polso e le torse il braccio, strattonandola per avvicinarla a sé, con tale violenza che per Asteria fu difficile non cadergli in braccio. Ora i loro volti erano a una vicinanza tale da potersi sfiorare al minimo movimento.
« Solo se poi mi baci », disse Draco, soffiando le parole a poca distanza dalle labbra di Asteria.
La ragazza si allontanò da lui, liberandosi dalla stretta con un movimento brusco, nonostante il dolore al braccio; ma non le importava, l'unica cosa che le premeva era togliere qualsiasi contatto tra lei e Draco.
Egli poté scorgere negli occhi di lei, l'esatto momento del non ritorno, l'istante preciso in cui tutto andava distrutto.
Una lacrima solitaria attraversò il viso di Asteria, ma comunque raddrizzò la schiena, impedendosi di versare nuove lacrime poi, con passo misurato si diresse verso il proprio dormitorio.
Sean era rimasto a guardare la scena, con le braccia incrociate e sulla faccia un misto di disgusto e incredulità. Si sentì in dovere di difendere Asteria, fosse l'ultima cosa che faceva; ma, appena accennò un passo, Draco scattò in piedi ammonendolo con un gesto della mano « Non una parola, Jugson », sbottò. Respirava affannosamente, passandosi la mano tra i capelli biondi con fare nervoso, lo sguardo perso. D'improvviso si girò e con un calcio gettò a terra la poltroncina, imprecando. Probabilmente non sarebbe mai riuscito a togliersi dalla testa lo sguardo deluso e mortificato di Asteria.
Un senso di soffocamento lo invase: si era spinto troppo oltre. Voleva soltanto che lei la smettesse di star male per lui, ma ora dubitava che farsi odiare fosse la soluzione più adatta. Non aveva pensato a cosa sarebbe significato per lui, essere guardato in un modo simile da Asteria.
Si era lamentato per i suoi sguardi carichi d'amore, preoccupandosi dell'afflizione che ne leggeva dentro, della tristezza che le dava essere innamorato di lui; ma non si era mai reso davvero conto di quanto in realtà fossero per lui importanti.
« Sai, non sarò un esperto, ma non credo che si faccia così per conquistare una ragazza » disse Sean, appoggiandosi a uno dei tavoli, fingendo un'aria disinteressata.
Draco lo guardò dritto negli occhi, facendo sentire Sean a disagio. Era la prima volta che lo sguardo glaciale di Draco Malfoy lo fissava, e Sean pensò a come facesse Asteria a riuscire a tenergli testa.
Poi un lampo gli attraversò quegli occhi apparentemente impenetrabili e una smorfia gli deformò le labbra fine. « Se mi odia per lo meno la smetterà di guardarmi continuamente con quegli occhi da cucciolo bastonato », sputò ogni singola parola con disprezzo.
« Non ne meriti neppure uno tu di sguardi, Malfoy », Sean si raddrizzò, improvvisamente irato da come Draco osava parlare di Asteria e, prima di abbandonare la Sala Comune come quest'ultima, sbottò: « Prova a lottare anche tu per lei, una volta tanto ».

   
 
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