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Autore: Geis Dun    16/07/2014    0 recensioni
Geis [Qualcosa di Proibito] Dun [Parte centrale di una Fortezza, in questo caso il Corpo Umano] - Dorchadas [Oscurità, Tenebre] Berserk [I Guerrieri Nordici che invece di essere alimentati dal Fungo, sono alimentati dall'Albero Sacro]
Una storia d'amore ai limiti dell'impossibile...
Siamo Antonio e Jessica, due amici che provano a scrivere qualcosa... speriamo possa piacere ;)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza si era svegliata all’improvviso, destata dal rumore della neve che cadeva dal tetto.
Neve…
Era ormai aprile inoltrato, l’inverno era stato decisamente più rigido degli altri ed inaspettatamente lungo. I raggi pallidi di sole che filtravano dalla finestra erano alquanto deboli e la loro presenza veniva costantemente bloccata da nubi scure e uggiose.
A Green River le nevicate erano sempre state abbondanti, addirittura nella stagione del 1948-49 ci fu una nevicata così forte ed abbondante che mise l’intero Wyoming in ginocchio. La nonna, quando era in vita, glielo ricordava spesso.
Ma quest’anno era diverso. Maddy non ne conosceva il motivo ma sentiva che qualcosa stava cambiando.
 
La ragazza si vestì in fretta. Ormai si stava facendo tardi e i suoi cavalli non potevano certo aspettarla all’infinito.
Da 2 anni Madeline lavorava al River Ranch, nei pressi del fiume Yellowstone e per i suoi 23 anni era decisamente un buon posto di lavoro. I cavalli erano sempre stati la sua passione: cavalcare, godere la velocità e la brezza dell’aria che ti accarezza il viso. Sentire un corpo caldo e robusto tra le gambe, prendersi cura di quegli animali così forti fisicamente e allo stesso tempo tanto fragili da avvicinarsi ai sentimenti umani.
- Maddy, sbrigati, la colazione è pronta!
- Arrivo!
La voce di sua madre la destò improvvisamente dai suoi pensieri; doveva sbrigarsi se non voleva arrivare in ritardo.
 
- Sei sicura di voler andare al ranch? Non sarebbe meglio che telefonassi a Robert? Le condizioni meteo non promettono nulla di buono, è pericoloso.
- Dannazione mamma, non posso fermarmi per una semplice nevicata!
Non era una semplice e Maddy, infondo, lo sapeva.
- Fa come credi, sei uguale a tuo padre! Testarda!
La ragazza vide sua madre voltarsi verso la cucina e fuggire, non era mai stata una donna adatta alle discussioni.
Quindi si alzò e decise di uscire.
 
Appena Maddy aprì la posta di casa fu investita da una folata di vento gelido.
L’aria frizzante (quasi una carezza… una mano fredda, tagliente, famigliare… ) le scostò una ciocca di capelli biondi dal viso.  Come tutte le mattine, un Blinzgulis era svogliatamente “seduto” – se così si poteva definire la posizione di quel dio apparentemente viscido, senza spina dorsale - sul ramo di un albero ormai spoglio da troppo tempo, le zampe cineree artigliavano il tronco lasciandone i solchi mentre le ali argentee erano spiegate quasi a pavoneggiare una bellezza inesistente, almeno per i gusti umani di Maddy.
La ragazza lo ignorò, come di consueto, ignorando altresì le risa di scherno che provenivano da quella bocca spigolosa, formata da labbra biancastre e denti di ghiaccio.
Si avviò velocemente verso la macchina. Ogni soffio di quell’essere era una ventata gelida.
Salì in macchina e si avviò piano verso il ranch.
Neve.
Ovunque Maddy voltasse la testa vedeva solo neve e ghiaccio. E quella notte la nevicata era stata decisamente più abbondante del solito, tanto da non riuscire ad individuare la strada.
Una piccola esplosione proveniente dal cofano dell’auto fece sobbalzare la ragazza che frenò di colpo; l’auto di spense subito dopo.
- Maledizione, ci mancava solo questa…
Provò più volte a girare la chiave ma invano: l’auto non dava cenni di voler ripartire.
La ragazza si sporse dal finestrino e vide che le ruote della macchina erano completamente affondate nella neve. Non sarebbe mai stata in grado di uscire da lì, non da sola.
Doveva cercare aiuto.
Maddy, dopo qualche minuto di indecisione, si decise ad aprire la portiera dell’auto e scese, cercando di ignorare il freddo della neve che le arrivava alle ginocchia.
Si guardò attorno per capire se quello fosse stato uno scherzo di qualche Blinzgulis ma di quei demoni non si vedeva traccia. C’era il silenzio attorno a lei, rotto solamente dal fruscio del vento contro degli alberi dai rami ormai spogli da troppo tempo e che si innalzavano al cielo come scheletri di ghiaccio.
Il cielo plumbeo non prometteva nulla di buono: presto avrebbe ripreso a nevicare.
Prese il cellulare dalla tasca del cappotto per avvisare Robert dell’imprevisto. Digitò il numero… ma non udì nulla. Nessun suono.
Con un gesto di stizza tornò dentro all’auto per prendere la borsa, ci cacciò il cellulare alla rinfusa e se la mise a tracolla. L’unica soluzione sarebbe stata quella di riprendere il cammino verso il paese seguendo le orme dell’auto.
Chiuse a chiave la macchina e…
- Oh mio Dio…
Madeline guardava il retro dell’auto stupita, angosciata, incredula.
La macchina non aveva lasciato orme, sembrava essere spuntata dal nulla in quel mare di neve e freddo.
Era arrivato il momento, lo sapeva.
Era una strana consapevolezza che le creò uno strano brivido lungo la schiena e sapeva con certezza che non era il freddo.
Si guardò attorno sperando di vedere qualcosa di famigliare ma c’erano solo alberi spogli, innevati e tutti maledettamente uguali!
Si passò le mani tra i capelli in preda ad un momento di disperazione. Qualcosa avrebbe dovuto pur fare…
Un lampo secco, inaspettato e seguito da un tuono la fece sussultare e chinare su se stessa, mentre un leggero urlo le usciva dalle labbra.
Dopo qualche istante di incertezza alzò lo sguardo: una baracca. O forse era una capanna, un rifugio… non si vedeva bene ma sicuramente non era molto distante.
Maddy si incamminò con difficoltà, lo scricchiolio della neve sotto gli stivali mentre affondava. Non sapeva cosa o chi avrebbe trovato in quella dimora, sapeva solamente che la sua avventura sarebbe cominciata da lì.
   
 
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