Colui che mi trovai davanti non era che l’ombra della persona che tanto ammiravo. Non aveva nemmeno alzato gli occhi per guardarmi in faccia; forse perché non gli importava sapere chi fossi o perché la luce feriva le sue pupille.

Il rumore strascicato che avevo sentito prima non era un sacco, ma la gamba infettata dal veleno che non riusciva a piegare senza provare un intenso dolore. L’uomo che un tempo era stato il maestro di Pozioni, dal passo sicuro e cadenzato, adesso si spostava pendendo da un lato come uno storpio, i lunghi capelli rigati di grigio a coprirgli parte del volto scavato e ancora più pallido di quanto ricordassi.

Fui brava a nascondere lo shock nel vedere questo nuovo Piton, che ora, dopo essere riuscito con la fatica di un anziano centenario a sedersi su una vecchia poltrona consunta, mi fulminò con lo sguardo, come a sfidarmi a fare qualche commento.

 

- Cosa aspetta? Faccia il suo dovere e se ne vada!-

 

Mi ferì sapere che non mi riconosceva, in fondo erano passati solo quattro anni!

Sospirai per raccogliere le forze e cominciai ad aprire una finestra dato che la stanza era nel buio più totale. Sentii alle mie spalle un mugugno di protesta per l’improvvisa luce, ma lo ignorai e dopo aver arieggiato la stanza mi avvicinai alla poltrona e tirai fuori l’occorrente dalla mia borsa a tracolla.

Solo dopo che ebbe ingerito l’antidolorifico mi resi conto che prima di quel momento stava soffrendo, perché nonostante il suo nuovo aspetto, riuscivo ancora a riconoscere la sua espressività e vidi che ora era più rilassata di prima.

Si accorse che lo stavo fissando e incrociò il mio sguardo. Io lo distolsi imbarazzata e fu allora che sorpreso pronunciò il mio nome.

 

- Howens…sei proprio tu?-

 

Anche in quel momento, come in passato sentii il mio stomaco fare le capriole: non si era dimenticato!

 

- Sì signore sono io-

 

Mi fissò ancora un attimo e con mia somma delusione si girò dal lato opposto e dopo aver preso l’ultima pozione si spostò in una posizione più comoda e chiuse gli occhi.

Io, come inebetita e ferita mi alzai e meccanicamente rimisi le boccette svuotate nella mia borsa, chiusi le finestre lasciando però un piccolo spiraglio e dopo aver sussurrato un “arrivederci” me ne tornai a casa.

 

 

Note:

 

Ecco qui il secondo capitolo! Visto che sono abbastanza corti penso che la storia sarà pubblicata entro il fine settimana così la lettura sarà anche più scorrevole per voi. Ringrazio Fra_Snape per il commento, speriamo che qualcun altro segua il tuo esempio!J Sono ben accette anche le critiche, anzi ben vengano, perciò non fate i timidi e ditemi cosa ne pensate! Fa piacere vedere molte letture ma anche sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male!
Qualunque sia la vostra intenzione, grazie per essere arrivati fin qui e al prossimo capitolo!

 

Morgan