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Autore: Dragon_ele    16/07/2014    2 recensioni
Dopo Il Tour Heather torna a casa con un Boeing 747 ma avrà una sorpresa! Le piacerà?
Un piccolo disastro può diventare un passo fondamentale della vita della nostra malvagia preferita e del suo cuore di ghiaccio. Questa ff è una What if? ovvero; questo sarebbe potuto succedere se Alejandro non fosse stato messo nel robot da Chris e se la quarta e quinta (parte 1 e 2) stagione non fossero ancora accadute. Per scoprire cosa succederà a Heather sul piccolo Boeing 747 per il ritorno a casa restate sintonizzati su questa rete!
Dal testo:
"Aah, il piccolo 747 da 524 posti si riempie e dopo dieci minuti di attesa finalmente si parte. Bene, ora cosa faccio per più o meno 9 ore?
L’ mp3 ovviamente si è scaricato. Succede sempre nei momenti in cui serve davvero, dannazione. C’è uno schermo sul quale stanno trasmettendo un film ma è un film polpettone, ovvero uno di quei film che sono ripieni di amore, smancerie ecc ecc. voglio evitare il vomito quindi anche no. Potrei leggere quelle riviste stupide piene di gossip degne di un cervello come quello di Lindsay, tanto per ammazzare il tempo e non il mio vicino..."
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - Il tour
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Oddio, no! È finita!
Vedo due corpi riversi sui comandi, lasciati a loro stessi. Ma quello che più mi inquieta non sono i corpi del pilota e del copilota, anche perché Alejandro mi rassicura dicendomi che sono solo svenuti per una perdita di gas come suggerisce una spia accesa.
Ciò che mi dice ‘la tua vita sta per finire’ è quello che vedo dal parabrezza dell’aereo: il suolo che si avvicina molto velocemente. Mi sollevo svelta e guardo il mio vecchio nemico.
Vedo sul suo volto il terrore. Non c’è modo per spiegare ciò che vedo, me lo ricorderò per sempre. I lineamenti di Alejandro sono distorti dal panico e resta impietrito.
Ma non c’è tempo per restare fermi, dobbiamo fare qualcosa. Sposto i corpi sul pavimento e urlo autoritaria.
“Alejandro, prendi i comandi e dimmi cosa devo fare!” finalmente il mio cervello ha ripreso a funzionare, la paura è stata messa da parte… grazie all’abbraccio di prima. Alejandro si riscuote, vedo il suo sguardo deciso fisso sul suolo che continua ad avvicinarsi, quasi a sfidarlo. Si siede al posto del comandante e si mette la maschera che è scesa come nella zona passeggeri.
“Siediti lì e metti la maschera, poi aiutami a tirare verso l’alto la cloche.” Mi dice indicando il posto del copilota e successivamente la maschera e la leva che a quanto pare si chiama cloche. Eseguo.
Non mi costa fatica eseguire i suoi ordini anche perché noto che ha ripreso possesso della calma della quale ha bisogno e sa cosa sta facendo. Metto la mano sulla leva la cui posizione indica la direzione che l’aereo prende e faccio per tirarla verso di me per sollevare il muso del velivolo ma sento subito che è bloccata, per quanto io tiri non si muove.
“Aiutami!” grido. Alejandro subito mette le sue mani sulle mie e insieme tiriamo con tutte le nostre forze.
Niente.
Ancora più forte!
Niente.
Non un movimento di quella dannatissima cloche.
Oramai il terreno è vicino, troppo vicino. Entrambi capiamo che non sta cambiando la situazione, che non possiamo fare più nulla.
Che stiamo per morire.
La mia vita è stata stupida. La mia infanzia felice così bruscamente fermata dalla morte dei miei genitori, l’adozione da parte dei miei zii, la voglia di vendetta che ho sempre sfogato su persone che non c’entrano nulla con ciò che mi è successo,  il totale allontanamento volontario da qualunque emozione umana. In particolare l’amore. Già, amore… ricordo le prime cotte di quando ero piccola. E ricordo anche il modo in cui l’amore è svanito dalla mia vita dopo che la morte mi ha distrutta dentro.
Non mi sono mai lasciata andare ai sentimenti ma ora è diverso, ora sono ancora in tempo per migliorare due vite agli sgoccioli. Devo solo fare ciò che non faccio da più di dieci anni: esternare un mio sentimento. Un mio profondissimo sentimento.
E lo devo fare adesso.
“Alejandro…” Alza gli occhi su di me. È stanco, spaventato ma stanco. Mi guarda negli occhi e io ricambio lo sguardo. È ora di dirlo, Heather. Forza.
“Io devo dirti una cosa… è un po’ difficile ma ho poco tempo e voglio che tu lo sappia prima di… beh… lo sai.” Parlo con un filo di voce. Sono terrorizzata. Lui mi guarda ancora fisso negli occhi. Tolgo la maschera e parlo.
“Ale, io… ti amo. Ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto e più ti conoscevo più il mio amore per te cresceva. Ma ero accecata dall’orgoglio, non ho potuto fare altro che fare ciò che so fare meglio: allontanarti… Ti prego, perdonami, non ho mai avuto il coraggio di dirtelo prima e adesso la nostra vita sta per finire e…” Il mio discorso viene interrotto da un singhiozzo che esce senza che io l’abbia chiamato e che viene seguito da molti altri. Alejandro si alza dal posto del pilota, si dirige verso di me e si accovaccia per arrivare all’altezza del mio volto e asciugandomi le lacrime con dolcezza parla.
“Heather, ti amo anche io. Ho subito capito che tu eri la donna che io volevo davvero, tu sei unica. Tutte le ragazzine che ho manipolato nella mia vita messe insieme non darebbero mai una come te. Io e te insieme siamo una cosa sola, siamo fuoco, siamo senza rivali.
Chica… vuoi essere la mia ragazza?”
 Un’altra lacrima scende. “Avrei voluto davvero che avessimo avuto più tempo per goderci il nostro amore…” e sorrido, un sorriso di quelli veri, di quelli che non facevo da una vita.
Alejandro si alza e mi tende una mano. Mi fa alzare dal posto del copilota e incatena i suoi occhi nei miei.
“Hai dei meravigliosi occhi, lo sai?” Lo diciamo contemporaneamente e questo mi stringe il cuore.
Il nostro è l’amore che si legge nelle favole, l’amore vero.
Alejandro mi prende il mento con la mano destra mentre la sinistra è sul mio fianco. E ciò che aspetto da un sacco di tempo accade.
Mi bacia, un bacio caldo e avvolgente ma dolce. Non è come il bacio che mi ha dato sul vulcano, questo è vero, voluto da entrambi. C’è quasi la stessa passione di un bacio d’addio. In un certo senso lo è.
Mentre io e Alejandro ci baciamo il terreno si avvicina sempre di più.
I miei occhi restano chiusi per assaporare a fondo il momento più bello della mia vita ma ad un certo punto sento un movimento strano, diverso dalla perpetua caduta dell’aeroplano. Solo per questo mi stacco dall’abbraccio, per vedere cosa sta accadendo. Guardo verso il parabrezza che fino a poco fa ci mostrava la fine dei nostri giorni e…
Nebbia.
No, sembra nebbia, ma è l’immagine che si vede sugli schermi quando c’è assenza di segnale o interferenze!! Ma che diavolo..?
Chica, cos’è?” Anche lui si accorge dell’effetto schermo sul parabrezza del velivolo.
“Non ne ho idea, Ale…” appena finisco la frase un fortissimo “Sorpresa!” viene urlato.
Il grido parte dal parabrezza. No, dal monitor. No, da dietro al monitor!
Alejandro è furente e grida “No puede ser, no puede ser Chris!”
“Chris? Cosa?” non posso aver capito bene. Eppure Heather non sbaglia mai.
“Lo sai, amor, l’hai capito anche tu.” Dice questo sradicando letteralmente il grosso monitor dal suo posto.
E dietro ci sono Chris e Chef nella vera cabina di pilotaggio dell’aereo. Quella nella quale eravamo prima è stata ricostruita.
“Vi è piaciuta la mia idea?” chiede quel malato mentale comunemente chiamato Chris Mclean.
“Se ci è piaciuta?! Stavamo per morire tutti quanti, maldido!” urla fuori di se Alejandro.
“Adesso ci spieghi perché hai fatto una cosa del genere e se dici che era solo per tuo divertimento giuro sui miei capelli che questa volta ti uccido!” voglio capire se tutto quello che ho… che abbiamo passato ha un senso.
“Calma, calma, quanta fretta! Siccome ho capito che voi due insieme piacete tantissimo al pubblico di tutto il mondo, tanto che avete già un bel po’ di fan che vi chiamano addirittura ‘Alheather’ ho deciso di creare una situazione che vi facesse finalmente dichiarare. L’unico problema è stato il vostro orgoglio… Sapete, è stato davvero difficile e costoso per me costruire tutto questo teatrino per voi due, gradirei un po’ di apprezzamento!” Chris si è forse accorto dei nostri sguardi omicidi? Ah, certe volte odio veramente tanto il fatto di non possedere la vista che incenerisce!
“Continua.” Lo incita Alejandro.
“Bene, dicevo…” riprende l’idiota con uno dei suoi soliti sorrisi da repertorio “Ho dovuto scervellarmi per trovare un modo per farvi confessare l’amore che ovviamente provate. E un giorno, mentre facevo la mia dose di ore di camera iperbarica per mantenermi giovane e bello, ecco l’illuminazione! Voi vi dichiarereste solamente se foste in pericolo di vita!” detto ciò sforna un altro dei suoi sorrisi ebeti come se richiedesse applausi.
“Hai pensato di ricostruire una scena di pericolo mortale solo per farci dichiarare? Tu sei completamente pazzo Mclean!” Di nuovo io e Ale parliamo all’unisono e Chris fa una faccia come per dire ‘Ah, quanto sono stato bravo!’.
“Potreste almeno ringraziare, no? Alla fine è merito nostro se ora state insieme!” si intromette Chef Hatchet. Ed effettivamente ha anche ragione…
“Andiamocene.” Esprimo a parole il pensiero di entrambi.
Nella zona passeggeri non c’è più nessuno, erano tutti ologrammi. Perfino l’hawaiano festaiolo! All’improvviso è calato un silenzio imbarazzante.
E se avessi sbagliato a dirglielo? E se fosse stata la paura a farmi parlare?
No, so benissimo che non è così. Questi dubbi sono dovuti solamente al fatto che, passato il pericolo, il mio orgoglio è tornato ai soliti livelli. Non credo che cambierò mai.
Amor, io avrei un’idea per ‘ringraziare’ quei due, ti va di ascoltarla?”
“Stavo pensando anche io a una piccola vendetta, Al, se la meritano.” Sottolineo con la voce il nomignolo che detesta e lo guardo con un sorriso malvagio.
“Non mi chiamare Al, Heaty!” Ridiamo insieme, finalmente.
Appena l’aereo tocca terra a Toronto ci fiondiamo giù da quella scatoletta infernale, il più lontano possibile dai due piloti idioti.
Alejandro mi abbraccia da dietro mentre aspettiamo la navetta che ci porterà in città.
Cominciamo a complottare per trovare la giusta punizione per quello che ci hanno fatto Chris e Chef ma ad un tratto mi accorgo che Alejandro sembra sovrappensiero.
“Ale…”
“Mmh?”
“Come ti senti?”
“Bene, stai tranquilla, stavo solo pensando che questa sarà la nostra prima vendetta di coppia.” Termina la frase stringendomi delicatamente i fianchi e guardandomi negli occhi con un sorriso dolce.
“E ti piace dover dividere la scena con me?”
No puedo estar mejor, mi angel.”
E mentre le nostre menti lavorano per uno scopo comune le nostre labbra si uniscono così come i nostri cuori, finalmente liberati dal peso del segreto.
D’ora in avanti voglio che tutti sappiano che io e lui stiamo insieme.
Voglio che tutti su questo dannato pianeta ci conoscano.
E voglio che tutti tremino al pensiero di noi due uniti nel male.

 

Angolo autrice:
Ecco l’attesissimo ultimo capitolo ^^
È molto più lungo degli altri, in teoria con questa lunghezza avrei dovuto fare tre capitoli ma avevo già detto che la fine era vicina (?) e non volevo sembrare una che parla parla ma non fa 
Con questo capitolone termina l’avventura dei demoni più amati di A Tutto Reality, spero vivamente che la storia vi sia piaciuta!
Recensite per dirmi se c’è qualcosa che avete gradito particolarmente, se c’è qualcosa che proprio non vi è piaciuto, per dirmi cosa avete mangiato a colazione ecc ecc ^^
Alla prossima ff, carissimi lettori 
Un abbraccio da
Dragon_ele <3

  
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