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Autore: Momoko The Butterfly    16/07/2014    2 recensioni
Sono ormai passati cento anni dalla quasi distruzione del genere umano. Dopo un'estenuante battaglia tra bene e male, il mondo è caduto infine preda di tenebre fatte di solitudine e sofferenza; il Conte del Millennio regna baldanzoso su una terra devastata dalla fame e dalla morte, tartassata fin nel profondo dell'animo da eserciti di Akuma voraci e famelici. Ma l'umanità non demorde, per questo si nasconde dalla loro vista, fiduciosa di poter riassemblare i tasselli di una vita in frantumi. Leda e Alan, fratelli inseparabili, hanno perso ogni cosa. Eppure sembra che la sede Nord America possa davvero diventare la loro nuova casa, grazie a benevole persone che hanno saputo ridonare speranza ai loro cuori avviziti dal dolore.
Ma nulla andrà per il verso giusto. Quando la sede verrà messa sotto assedio, sarà tempo per loro di cominciare un viaggio fatto di rischi e incertezze alla ricerca di risposte. Ad accompagnarli, i paladini dell'Innocence, gli Esorcisti, e un sempre più enigmatico Tyki Mikk...
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bookman, Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Tyki Mikk, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lady War


Capitolo 13: Faccia a faccia


L'attesa era terminata.
E meno male: era stufo di aspettare, rintanato dietro quel cespuglio come un codardo, che qualche stupido essere umano cascasse nel tranello. Che cos'era poi quello, se non un modo subdolo e vigliacco per vincere?
Di tutte le modalità con cui aveva operato nella sua lunga esistenza, si era sempre trovato a detestare e denigrare gli appostamenti e le imboscate. Modi più passivi, che non entravano nel vivo dell'azione; non gli permettevano di sfogare la rabbia che si portava dentro, anzi: l'aumentavano. Tutto il suo corpo fremeva, in procinto di esplodere. Lui aveva bisogno di liberarsi, di sentire il rumore delle pallottole che perforavano la testa dei suoi obbiettivi. Ed aveva anche bsogno di avvertire su di sé il manto gelido della morte riscaldarlo di piacere, nel mentre il sangue scorreva e colorava la terra di rosso carminio. Lui non avrebbe mai potuto vedere un simile spettacolo. Forse era la cosa che più ripudiava del suo essere Demone, una creatura in bilico tra la vita e la morte, in grado di provare ira o ribrezzo ma incapace di respirare ed insiensibile al freddo: un Akuma.
Perlomeno la sua elevata posizione gli consentiva di divertirsi spesso. Tutto ciò che voleva, in fondo, era divorarsi carne fresca e impaurita. Carne umana, la più succulenta e deliziosa. Ma anche la più difficile da ottenere, soprattutto visti i tempi che correvano.

- Abbiamo avvistato gli Esorcisti - una grossa creatura alta e possente, molto simile ad una gigantesca lucertola squamosa parzialmente avvolta nell'ombra, raggiunse il comandante nel suo personale nascondiglio e con voce rauca e mostruosa gli diede la tanto attesa notizia - Procediamo col piano?

La sua coda oscillava nervosamente in tutte le direzioni. Il superiore se ne rese conto. Percepì lo spostamento d'aria e sorrise, compiaciuto. A breve si sarebbero divertiti come non mai.

- Perché, aspetti anche un mio ordine? - domandò retorico evidenziando la dentatura candida, che presto avrebbe assaporato vorace le membra degli Apostoli di Dio - Che tutto si svolga come programmato da Sua Eccellenza il Conte...

Un breve cenno di assenso, accompagnato da un ringhio famelico e disumano; e il rettile si dissolse nel buio, sparendo nella notte.





Il lume evanescente che Claire si era apprestata a seguire pareva volesse giocare con la sua già precaria pazienza, e spingerla oltre il limite dell'esasperazione. Andava dietro un tronco e scompariva, mentre una nuova luce s'accendeva a qualche metro di distanza, dal nulla.
L'Esorcista stava seriamente rischiando di rimetterci l'autocontrollo. In un momento di rabbia domandò dove diamine fosse finita Leda, ma questa comparve in quello stesso istante al suo fianco, pronta a sostenerla - sebbene contro voglia - nella caccia alla luce. Bone Blade attivata aveva assunto l'aspetto di due lame d'osso taglienti e veloci a colpire. Parevano proprio due spade, che sporgevano dalla manica del cappotto dando l'illusione che non fossero una parte del suo corpo; che non fuoriuscissero affatto dai polsi della ragazza, bensì che si trattasse di armi saldate appositamente alle braccia.

- Proviamo ad accerchiarla - propose la neo Esorcista schivando per miracolo una grossa radice. Cominciava ad avere il fiatone; non era abituata a tutta quell'azione.
Con espressione stupita Claire accennò un 'sì' con la testa. In pochi secondi le due ragazze si divisero e presero strade opposte; un azione fulminea che le portò a rincorrere il barlume da due diverse direzioni, con tutta l'intenzione di circondarlo ed infine acchiapparlo.
Eppure, sebbene Claire dimostrasse di possedere una tenacia e resistenza singolari, temprate da numerose altre situazioni come quella, Leda già sentiva il petto bruciarle per la fatica. Aveva la gola secca, ed arrancava tra gli alberi cercando in tutti i modi di non sbatterci contro. In quel momento, si rese conto di quanto quel duro allenamento sostenuto durante tutto il mese in realtà avesse contato poco o niente; e anche come l'esercizio vero fosse da ricercare in momenti come quello, dove il corpo era spinto oltre i limiti perché solo sorpassandoli era possibile vincere.
Ecco la difficoltà dell'essere Esorcisti: una volta cominciato a correre, non puoi più fermarti. Puoi solo andare sempre più lontano, sempre più veloce... Ma senza mai fermarti. Senza mai riposarti un secondo perché, nel caso in cui lo facessi, quello sarebbe l'istante in cui moriresti; il momento cruciale che determinerebbe la tua disfatta.
Leda aveva cominciato la sua corsa senza rendersene conto; ed ora, era costretta ad andare avanti.

Nello schivare per miracolo un grosso pino, finì per spostarsi di lato all'ultimo e barcollare, rischiando così di perdere l'equilibrio. Invece compì due goffi saltelli su di un piede e infine, si fermò a riprendere fiato piegandosi sulle ginocchia. Ansimava rumorosamente, come se avesse fino a quel momento trattenuto il fiato sott'acqua. Non era abituata a quel movimento, non era abituata a star dietro a qualcuno. Non era abituata a niente. Pensandoci bene, lei non possedeva abitudini. Non avendo mai avuto la possibilità di crearsele, difficilmente avrebbe potuto raggiungere le prestazioni di Claire, o di chiunque altro. La vita di strada non dava certezze, le abbatteva. Dovevi cavartela con le opportunità che ogni giorno ti venivano offerte, accettandole nel bene e nel male, senza poterti aspettare nulla di più. Ma Leda non si sarebbe arresa solo perché messa in ginocchio da una simile realtà.
Strinse i denti, chiuse i pugni e con uno sforzo immane riprese a correre. Non avrebbe accettato rimproveri dalla sua collega, anzi, le avrebbe dimstrato di non essere solo una mocciosa incapace, ma una giovane donna in grado di sostenere il peso delle responsabilità.
Perle di sudore bollente scorrevano lungo la sua pelle gelida per il freddo e il vento, che le sferzava violento il viso, come a volerla costringere ad arretrare. Ma la giovane mise più forza nei suoi passi, ignorando il dolore di pancia, dei muscoli in fiamme e dell'istinto che la implorava di fermarsi. Aumentò ancora di velocità.
Nulla le avrebbe impedito di essere alla pari di qualunque altro Esorcista!

Improvvisamente, davanti a lei brillò una forte luce dorata. Spalancò gli occhi per la sorpresa. Il loro obbiettivo, il famoso spirito della foresta, si trovava proprio di fronte a lei!
Facendo appello ad ogni grammo di forza rimasto a darle appoggio, scattò verso sinistra col l'intenzione di inchiodare lo spettro prima che potesse sparire ancora. Ma quello scomparve.
Leda frenò bruscamente sull'erba, scrutando veloce la selva che la circondava con l'intento di rintracciare la sua preda, misteriosamente sparita. Ed eccola ricomparire, alla sua destra! Subito le fu dietro, tranciando di netto un ramo sporgente che le bloccava la via con una delle lame di Innocence.

- Non mi scappi! - esclamò, la voce distrutta dalla stanchezza, ma la voglia di farcela ancora viva nel cuore.

Ma quando sembrava che fosse sul punto di acchiapare la bizzarra luce, la vide dissolversi ancora; come una fiamma estintasi nel nulla. Si bloccò. Ora sì che cominciava a farle saltare i nervi! Cosa diamine aveva intenzione di fare giocando ad acchiapparella?!
Sul terreno si allungò davanti a lei l'ombra dei suoi stivali. Con uno scatto furioso si voltò e la vide ancora. Ma non le andò dietro. Non avrebbe concluso nulla a quel modo, e se voleva prenderla, doveva giocare d'astuzia e prevedere le sue mosse. Claire sembrava essere sparita, così come Tyki e Toma. Quindi, avrebbe dovuto uscirne da sola.
Certo, anticipare le azioni di quell'idiota di spiritello non sarebbe stato facile, ma era sempre la sua missione; l'incarico che lei aveva il dovere di portare a termine. E non voleva rimanere lì a riflettere troppo su quell'affermazione, perché sapeva che poi l'avrebbe reputata stupida, inutile. Quasi ridicola, se accostata a quella particolare situazione nella quale erano i fatti a parlare, e non i suoi futili incitamenti. Senza quindi soffermarsi troppo sul clichè che le faceva da monito, studiò con sguardo truce i movimenti del bagliore fluttuante.
Ora spariva dietro ad un albero, ora riappariva dietro un cespuglio: le sue azioni parevano sconclusionate, senza logica alcuna. Ma Leda notò una cosa che probabilmente correndo come un'ossessa non avrebbe saputo vedere: non c'era nulla di caotico nei suoi movimenti, anzi. Erano assai accurati, forse fin troppo. Perché quando faceva perdere le tracce di sé, ricompariva in un punto appena vicino al precedente. E la cosa strana era che... Sembrava volesse tracciare uno schema, formare un disegno di qualche tipo.
Per quanto avesse potuto correrle dietro, nulla avrebbe modificato i punti dei quali si sarebbe servita per delineare il proprio percorso, e questa era proprio la falla che la neo Esorcista aspettava, il punto debole da colpire!
Mosse un passo in avanti, come a voler stuzzicare la luce. Quella non cambiò il suo percorso. Quindi, se non era in qualche modo costretta, non sentiva l'esigenza di spostarsi?

Leda stette perciò immobile, come un tronco, osservando per qualche secondo le sue mosse, cercando di coglierne l'ordine, la successione. In tutto erano cinque: uno si trovava molto vicino a lei, due erano ad una certa distanza l'uno dall'altro, paralleli, così come gli ultimi due, solo più ravvicinati. Unendoli con linee immaginarie, dopo un'attenza analisi, Leda fece una scoperta scioccante. Quei vertici uniti tra loro costituivano un disegno molto particolare, un simbolo maledetto che troppe volte aveva avuto l'orrore di osservare, avvolto dalle fiamme e circondato dalla polvere...

- Un... Un pentacolo... ! - esclamò titubante e sconcertata la giovane, sentendo irrigidirsi di colpo ogni muscolo. Che cosa diamine significava?!

- ESATTOOOO!!!

Una voce stridula, gracchiante, simile a cumuli di cingoli metallici sferraglianti; questo ciò che Leda udì, prima di ricevere un violentissimo colpo allo stomaco da qualcosa che era sbucato dai cespugli dietro di lei.
Il respiro tagliato bruscamente, la vista azzerata... Reagire, o almeno provarci, si rivelò del tutto inutile: la giovane Esorcista finì col sbattere furiosamente la schiena contro un grosso tronco, per poi ricadere a peso morto tra l'erba secca e le radici. Un rivolo rossastro, sgorgato silenziosamente da un taglio sulla fronte, cominciò a macchiare il terreno mentre boati sempre più forti e spaventosi facevano tremare gli steli verdastri. Tutta traballante, e con le braccia incapaci di sorreggerla stabilmente, tentò di alzarsi mentre le sue labbra a stento si trattenevano dal piegarsi in una smorfia rabbiosa.
Come diamine aveva potuto permettere una cosa simile?! Aveva lasciato che il nemico si beffasse di lei attraverso l'uso di stratagemmi idioti, per poi isolarla dal gruppo e attirarla in trappola. Lo aveva capito in quell'istante, in quel maledettissimo istante in cui era impossibile riflettere sulle proprie azioni o tornare indietro; era stata una stupida! Ed ora, che le sarebbe successo?

- Inno... Cence... - inutili furono i tentativi di attivare la sua Bone Blade. Nell'istante in cui aveva ricevuto il colpo le lame si erano ritirate, ed ora a causa del violento mal di testa che l'aveva assalita richiamarle sarebbe stato impossibile. Leda maledì se stessa per essersi lasciata abbindolare così facilmente dal nemico, alla sua prima missione per giunta... Una cosa a dir poco imperdonabile! Ed ora tutti quei discorsi sul non arrendersi mai, sul perseverare e mettercela tutta diventavano mucchi di polvere sparsi nel vento; favolette inutili, infantili, partorite d'impeto da una mente che avendo visto molteplici disgrazie, troppo facilmente cedeva di fronte a quei rari e ciechi momenti di fortuna che, avrebbe dovuto comprenderlo, non le appartenevano e non sarebbero mai rimasti per sempre con lei. Infine, aveva perso l'equilibrio ed era caduta... E anche in una maniera piuttosto miserabile.

- Dann... ! - sibilò a denti stretti, ripiombando a terra e sollevando tremante lo sguardo lucido e furente, per fissare negli occhi il suo assalitore. E il suo cuore perse un battito, quando si ritrovò di fronte ad una creatura mostruosa, che dalla sua possente mole la guardava come fosse stata un trofeo prezioso: pelle squamata e lucente, metallica; gli occhi dorati da predatore piccoli e brillanti facevano da cornice a un muso stretto e lungo, dal quale saettava vogliosa una lingua biforcuta. E non fu in grado di notarlo subito, ma... Dietro a quel possente corpo da rettile si muoveva fremente una grossa coda che ogni tanto, sbattendo sul terreno arido, lo faceva tremare. Era stato quel mostro a colpirla, quell'Akuma!
Doveva essere un livello due, senza dubbio. Komui le aveva spiegato che erano quelli che in quanto ad aspetto esteriore variavano maggiormente, assumendo di volta in volta forme che potevano avvicinarsi a quelle di altri esseri viventi e viceversa. Quello che troneggiava di fronte a lei, mostruoso, aveva tutta l'aria di essere una lucertola troppo cresciuta, solo increibilmente più schifoso.

- Ah Ah! - sibilò grottesca la creatura, sorridendo in maniera terribilmente sinistra; cosa del tutto innaturale, dato che non era nemmeno simile ad un essere umano - Proprio come aveva detto. Sei caduta nel tranello, piccola stupida Esorcista!

Leda guardò davanti a sé, dove dagli alberi stava spuntando qualcosa. Inizialmente non fu in grado di dire se si trattasse di Akuma o meno, ma qualunque cosa fosse stata avrebbe risolto il mistero dello strano spirito della foresta. Perché la luce che aveva così ardentemente seguito si stava avvicinando, e i movimenti di fronde che l'accompagnavano nel tragitto che la seprava da lei presagivano un incontro decisamente poco piacevole. La giovane Esorcista sentì dei passi pestare le foglie e i rami secchi; tremò appena pensando che se quella era una trappola e loro si erano ben raccomandati di estraniarla dal gruppo, le chance di cavarsela questa volta sarebbero state decisamente minime. Si accorse di provare paura. Paura come quella volta nel canale fognario della sede, dove era stata attaccata nella più completa oscurità senza aiuti nelle vicinanze. Certo, non era sola questa volta, ma... Qualcosa le diceva che non sarebbe stata la stessa cosa. Che nessun salvatore dell'ultimo minuto sarebbe accorso per sottrarla al doloroso destino cui ogni passo del misterioso spirito l'avvicinava.
Però... Questa volta anche la situazione era diversa. Era ferita, ma di certo ci vedeva forte e chiaro e non era in condizioni tanto disastrose da non potersi muovere. Se avesse trovato il modo di guadagnare tempo, prima che quegli esseri decidessero di ucciderla, forse sarebbe riuscita a calmare un po' il male alla testa e a regire. Doveva solo attendere... Solo attendere...

- Che strano. Provo una piacevole sensazione di deja-vù... - ed ecco sbucare dalla selva la risposta a tutti gli interrogativi di quel surrogato di missione della cui reale entità Leda si rendeva conto solo ora. E spalancò allibita gli occhi nel trovarsi davanti un... Ragazzo. Non era troppo alto, né troppo imponente; anzi, a dirla tutta pareva piuttosto gracile e anonimo. Vestiva abiti normali, gli stessi che avrebbe indossato un suo coetaneo: giacca scura, piena di toppe, e scarpe impolverate. E fin lì la giovane non pensò ci fosse nulla di bizzarro in lui. Ma quando gli guardò il viso, un groppo formatolesi in gola quali le impedì di respirare. L'avrebbe chiamata visiera, se solo le fosse somigliata un po'. Ma quella che aveva era una placca metallica saldata all'altezza degli occhi, che gli arrivava fino a dietro le orecchie, terminando come se la stesse semplicemente indossando. Ma non era così: era parte integrante del suo volto, e non vi si poteva scorgere nulla sopra che fosse riconducibile a un'apertura, o a un buco. Quel ragazzo... Era forse... ?

- Forse perché tutto questo è già successo, più o meno un mese e mezzo fa, direi...

Si avvicinò, con passo calmo, lento, misurato. Poi, si chinò su di lei esibendo un sorriso poco raccomandabile; smalto bianco e lucente a formare una dentatura non certo perfetta, ma comunque inquietante. Pochi istanti dopo, qualcosa comparve nella sua mano, lucida e fredda: una pistola di piccole dimensioni. Leda sgranò gli occhi, avvertendo una strana sensazione di pericolo che le ingarbugliò lo stomaco. E sussultò, perdendo uno o due battiti, quando la sentì posarsi delicatamente sulla propria fronte pallida e sudata. In quel momento, ebbe uno strano presentimento... Come se avesse già vissuto quel momento.

- C'eravamo io, te e la mia pistola... Esattamente così.

La sua mano, che stringeva l'impugnatura saldamente eppure con ostentata delicatezza, sembrava quasi carezzare dolcemente l'arma, muovendo il pollice sulla leva dell'otturatore smanioso di poter sparare un colpo. E Leda ne fu terrorizzata perché dentro di sé sentiva che lo avrebbe fatto, lo avrebbe fatto e pure a sangue freddo. Non poteva guardarlo negli occhi, ma percepiva sprigionarsi da quel ragazzo un'aura nera come la pece, densa e soffocante.
Il suo respiro si fece frammentato, irregolare; cominciò ad avere paura.
Il ragazzo se ne accorse. La sua lingua passò rapida sulle labbra, inumidendole. Poi sorrise, e la giovane Esorcista si perse nel guardare quei denti bianchi, opachi, che più di tutto le facevano paura. Come se da un momento all'altro potessero azzannarla per strapparle di dosso la carne...

Il mal di testa non era ancora passato, anche se i contorni cominciavano a divenire sempre più nitidi. Tuttavia, qualche giramento lo aveva ancora e non riusciva a drizzarsi nemmeno a sedere. Poteva solo rimanere a terra come una miserabile ed osservare, finché non avesse avuto forze sufficienti a contrastare i suoi assalitori.

- Chi sei... ? Cosa diamine stai dicendo? - sussurrò traballante con voce roca e stanca. Cercò di ricordare, ma mai aveva visto un viso come quello in vita sua. Eppure, perché le sembrava di conoscerlo?

- Oh, giusto. Probabilmente non ti ricordi di me... Ma io sì, che mi ricordo di te, tesorino. Sono arrivato vicino ad ammazzarti tanto così, l'ultima volta...

Leda non capì, fino a quando l'altro non terminò con tono spaventosamente sinistro la frase.

- ... In quella fogna...

Ricordi.
Invasero la sua mente come un fiume in piena. Un corridoio di metallo arrugginito, il silenzio... Poi quel boato, lo sparo, il dolore, l'oscurità che rapidamente l'aveva divorata e infine, quella distorta sensazione di essere a un passo dalla morte, con la canna di una pistola puntata alla testa. Non le venne da piangere, e nemmeno si sentì atterrita per trovarsi di fronte a colui che aveva tentato di ucciderla e ci era quasi riuscito. No, non era più una ragazzina, era cresciuta. Ed ora, ciò che la pervadeva era la rabbia. Stringendo con forza i pugni a terra, a stento si trattenne dal colpirlo con un pugno. L'unico dettaglio che seppe bloccarla fu quello che se lei ci avesse realmente provato, lui avrebbe reagito uccidendola. Quindi represse l'odio e calmò il proprio animo, che come un vulcano agitato rischiava di esplodere e sfogare tutta la sua furia.
Doveva avere pazienza; doveva attendere...

- Per caso... - fece emergere cauta la sua voce, senza tuttavia provare paura. Se quel bastardo aveva voglia di chiacchierare, lo avrebbe accontentato. Ma poi sarebbe stata la sua fine - ... Centri qualcosa con l'assedio della Sede Nordamerica?

Il silenzio calò improvvisamente. Leda alzò lo sguardo per incontrare il viso del suo assalitore, completamente apatico. Ma fu questione di secondi, prima che esplodesse in una risata sguaiata e irriverente, volta non solo a beffarsi della sua ingenuità ma anche a confermare quando chiesto. E se ne rese conto: non c'era nulla di normale in quel ragazzo cieco, anzi. Avrebbe potuto affermare con certezza che non era nemmeno umano.

- Un'altra domanda - pronunciò tombale, facendo appello ad ogni grammo di buona volontà rimastole per non farlo a fette lì sul posto. Era lui quindi il responsabile dello sterminio del tutto gratuito di una popolazione innocente, e del barbaro assassinio dei suoi cari. O se non lo era direttamente, il solo fatto di aver confermato a quel modo le sue preoccupazioni lo rendeva complice dei reali carnefici. Oh, come avrebbe voluto vederlo morto, fatto a pezzi, sepolto talmente in profondità che nemmeno l'Inferno avrebbe potuto accoglierlo. Con gli occhi lucidi per il dolore e la rabbia, mentre sentiva il mondo attorno a sé stabilizzarsi e il mal di testa diminuire, concluse - Sei un Akuma anche tu?

- Sei una ragazza curiosa - rispose il ragazzo, senza attendere un secondo, mentre ancora teneva la sua pistola sulla giovane Esorcista, imperterrito - Però sì, sono un Akuma, un "giocattolo" di Sua Eccellenza il Conte, come dite voi. Non ricordo come si chiamasse il proprietario di questo corpo, ma la mia anima porta il nome di Jeremy. Tanto piacere, Esorcista.





- E' passata di qua, me lo confermi?

- Così mi è sembrato, Nobile Claire. Suggerisco di aspettare finché quella luce non ricomparirà; anche la Nobile Leda è sparita, dovremmo cercarla...

Claire e Toma avevano perso ogni speranza. Circondati unicamente da alberi, cespugli e ogni sorta di impedimento naturale, avevano perso di vista lo spirito errante della foresta nel momento in cui avevano deciso di dividersi  per acchiapparlo. Improvvisamente, ad un punto imprecisato della caccia, era sparito nel nulla e non lo avevano visto risbucare da nessuna parte. Che fosse stato tutto uno scherzo?!
Per giunta, la notte calava rapidamente lì al nord e il trovarsi in una foresta non migliorava di certo le cose: ogni cosa era già divenuta preda della notte, e del suo velo invisibile che rende cieco anche chi della notte è confidente. Tra le proprie mani, Claire stringeva intensamente la propria frusta, unica arma in suo possesso e unica difesa in caso di attacco nemico. La situazione non le piaceva proprio per niente, e sentiva uno strano presentimento roderle i pensieri, come un tarlo fastidioso nel cervello. C'era qualcosa di molto strano in quella situazione, di decisamente troppo bizzarro perché la giovane, abituata ormai da anni a compiere ogni genere di missione, trovasse nelle sue dinamiche qualcosa di anche solo lontanamente abituale. Non c'era nulla di regolare in quel nascondino snervante, nulla che volesse andare secondo la prassi cui ormai si era abituata.
Se anche fosse stato un agguato di Akuma, ormai era passato troppo tempo e fu costretta suo malgrado a scartare l'ipotesi; se fosse stata davvero Innocence allora doveva trattarsi di una tipologia veramente fuori dal comune. La bionda era perplessa, si guardava attorno girando cautamente su se stessa e badando a scrutare ogni dettaglio del luogo prima di cambiare visuale. Non doveva perdersi neanche la più piccola incongruenza...

- Qui non c'è niente - confermò con una nota irritata nella voce, infine - torniamo indietro.

Toma sistemò ulteriormente l'attrezzatura anti Akuma che si portava sulla schiena, come a voler controllare che ci fosse ancora, e si apprestò a seguire la collega, che a passo di marcia si faceva strada tra i rami bassi degli alberi scansandoli senza pietà, con movimenti bruschi e che tradivano il nervosismo che stava crescendo dentro di lei. Ecco cosa succedeva a mandare in missione una bimbetta capricciosa come quella! Quando sarebbe tornata - perché sarebbe tornata, con o senza Leda - avrebbe dato una bella lezione a quel dispotico di Komui. E a chiunque  altro avesse avuto la disgraziata idea di farle ripetere l'esperienza.

- Dannazione a quella novellina! Dove se n'è andata?! Ed è sparita pure la carogna!

- Se desidera potrei inoltrarmi alla loro ricerca - si propose Toma affiancandola, senza mostrare espressione alcuna sotto le bende che gli coprivano parte del volto.

A quelle parole Claire rispose immediatamente, con tono duro e deciso, da vero leader.

- No, non voglio sprecare neanche un minuto per quei buoni a nulla. Tu mi servi qui, ora, per immobilizzare l'Innocence con il Talisman nel caso si faccia viva - e nessuna replica sarebbe stata accolta, non da lei.

Il Finder abbassò lo sguardo, continuando poi a seguirla in silenzio.





Ormai le forze erano quasi del tutto tornate. Leda sentiva che l'intorpidimento causatole dalla brutta botta presa alla testa si stava attenuando: i contorni degli alberi più alti rischiarati dalla luce della luna apparivano sempre più chiari e definiti. E al contempo le cicatrici alla base delle mani iniziavano a pruderle, quasi la forza che vi risiedeva bramasse d'esser sfoderata. E lo sarebbe stata, la giovane Esorcista non aveva alcun dubbio che sarebbe riuscita a sbaragliare i suoi nemici una volta ritornata in forma. Il grosso Akuma somigliante a un rettile era ancora lì, a pochi passi da lei con quel perenne ghigno stampato sul muso squadrato, e la fissava intensamente, mostrando la propria impazienza con il movimento irrequieto della coda; l'unica cosa davvero pericolosa, secondo Leda. Se infatti quella l'avesse colpita ancora, difficilmente avrebbe potuto cavarsela, perciò doveva fare attenzione. Quell'affare sembrava abbastanza possente per frantumarle qualche costola, e il fatto che col primo colpo subito non avesse riportato gravi danni era stata una fortuna incredibile. Oppure, qualcos'altro?

- Pensierosa? - Jeremy era ancora chino su di lei, con la pistola puntata. E dire che se non si fossero trovati in una situazione del genere, Leda avrebbe continuato a pensare e a sostenere che quel ragazzo fosse del tutto un essere umano. E la cosa la turbava, perché era il primo Akuma che vedeva comportarsi a quel modo. Il primo che riuscisse a... Parlare come una persona normale; il primo che, in qualche modo, le pareva ragionasse in maniera differente dai suoi simili. Non sembrava affatto una macchina assassina programmata per uccidere, tutto il contrario. Eppure... Non poteva fare a meno di provare un indescrivibile terrore guardandolo in faccia, guardando quei canini bianchi pronti a divorarla.
Ma presto sarebbe tutto finito. Nella sua testa scorrevano veloci miliardi di ragionamenti, uno più assurdo dell'altro, volti a trovare una via di fuga da quel paradosso che l'avrebbe portata alla morte, se non avesse fatto qualcosa per impedirlo. I suoi occhi saettavano da un punto all'altro della foresta, cercando di scorgere quante più scappatoie possibili. E ce n'erano. Solo... Doveva aspettare il momento adatto prima di colpire.

- No... - rispose perciò calma, dopo aver tirato un lungo respiro per placare l'agitazione; c'era un terribile dubbio che l'attanagliava, e prima di attivare l'Innocence era sua premura dissiparlo - Per quale motivo non mi hai ancora ucciso?

Aveva posto quella domanda con una punta di timore mal celato, senza sapere quale sarebbe stata la reazione dell'Akuma. Per come lo aveva visto giocherellare con la propria arma impaziente di usarla, poteva dire con certezza che volesse qualcosa da lei. Non che le importasse scoprirlo, solo voleva guadagnare ancora un po' di tempo.

- Ah, bene bene - Jeremy parve sollevato da quella domanda, quasi aspettasse che gli venisse posta - Così velocizziamo i tempi.

Ah, quindi un motivo c'era...

- Allora, stiamo cercando una cosa particolare, che il mio Maestro desidera ardentemente - disse con voce annoiata; i dettagli non gli erano mai piaciuti. Aveva sempre preferito agire e colpire, solo per uccidere. Missioni complicate come quella, nelle quali entravano in gioco il recupero di strani manufatti o qualsivogllia altro oggetto lo avevano sempre scocciato - E' una cosa molto importante, e mi è stato detto di chiedere a te. Mi sembra... Che avesse parlato di qualcosa tipo scrigno, o roba del genere...

- Scrigno? - Leda lo ripeté allibita. Che scemenza era mai quella? E quando parlava di "Maestro" intendeva lui, il Conte?

- Sì, più o meno la forma è quella - rispose l'Akuma, mimando un cubo con le mani; quella fu la prima volta che tolse la pistola dalla fronte della giovane - Ne ho bisogno, capito? Dov'è?

Ecco. Ora sì che la situazione si faceva rischiosa. Quale risposta avrebbe dovuto dare? Cosa avrebbe dovuto dire? Se avesse detto di non possedere nulla del genere, lui l'avrebbe uccisa, ma se avesse detto di sì... Ah! Che confusione! Cosa doveva fare?!
Mentre nei suoi pensieri aveva inziato a infuriare una tempesta, il tempo passava tra silenzi preziosi e snervanti. I due Akuma fissavano l'Esorcista con aria interrogativa e spaventosamente ansiosa. Doveva pensare in fretta a una soluzione, o sarebbero stati dolori...

- Ehm... - incespicò inizialmente, volgendo lo sguardo al terreno, in cerca di una risposta convincente. In fondo, non doveva intrattenerli per molto. Le bastava solo aspettare di essere di nuovo funzionante al cento per cento, e poi...

- A cosa dovrebbe servirvi una cosa del genere? - domandò d'impeto, senza riuscire a trovare qualcosa di meglio con cui ribattere.

A quelle parole Jeremy parve reagire in maniera discordante: strinse l'impugnatura della pistola, nervoso, poi tornò a sorridere in maniera ambigua.

- Questa è una cosa che non posso dirti, piccoletta - disse scuotendo appena la testa.

- Ma come fate a sapere che ce l'ho io? - domandò ancora Leda, iniziando a prenderci gusto. Se comunque non potevano farle del male, tanto valeva sfruttare la situazione: avrebbe acquisito informazioni e al tempo stesso avrebbe avuto la certezza di sbaragliarli quando il momento sarebbe giunto.

- Be', tu sei figlia di Albert Fringe, no? - fece Jeremy indicandola con la canna della pistola - Se è una cosa che ha costruito lui, tu devi sapere senz'altro dove si trova.

E ora... Cosa c'entrava suo padre?
Troppa confusione. Improvvisamente sentì la propria curiosità crescere. Voleva sapere cosa stessero cercando quei dannati Akuma e perché servisse loro qualcosa costruito da suo padre. Che lei sapesse, aveva lavorato come membro della sezione scientifica all'Ordine Oscuro un po' di tempo prima, ma non aveva modo di sapere quali diavolerie avesse progettato nel frattempo. Lei aveva davvero pochi ricordi che lo riguardavano, e spesso li confondeva con fantasie della propria mente; con l'immaginazione di una bambina privata di una figura di riferimento, la cui mancanza si sentiva a volte in maniera incredibile. Ma lei non lo aveva mai odiato per aver abbandonato la famiglia, no. Cosa strana a dirsi, però era così. Ne aveva sempre parlato con orgoglio, ed era contenta di vedere Alan felice pensando che suo padre contribuiva a proteggere il mondo dal Conte. Le rare volte in cui era tornato a casa, prima che la guerra si facesse più aspra in Europa, non lo aveva mai sentito parlottare di strani scrigni o congegni particolari con sua madre. Per cui... Davvero, non sapeva cosa rispondere. Certo, prima di mettersi al servizio del Vaticano, aveva fatto il giocattolaio: un mestiere che aveva sempre amato. Ma come poteva questo in qualche modo avere collegamenti con il Costruttore?

- Mio padre... Costruiva giocattoli da giovane. Nemmeno io so di preciso dove possa essere la cosa che cercate...

Ecco. Ora aveva definitivamente terminato gli argomenti. Con quella semplice frase aveva ammesso di non sapere nulla. Il tempo per tergiversare era finito. Doveva agire ora, altrimenti non ne avrebbe più avuto la possibilità.

- Un bel dilemma... -affermò Jeremy, massaggiandosi il collo con aria sconsolata - Quindi abbiamo messo su questo spettacolino idiota solo per niente?

Si rialzò. I suoi movimenti di fecero più repentini, trascinati; meno calcolati che in precedenza.

- Procediamo col piano! - lo incalzò il lucertolone avvicinandosi e facendo tremare il terreno con la sua mole. Aveva la bava alla bocca. Era stanco di aspettare, così come il suo compagno - Uccidiliamoli!

- Va bene. Farò poi rapporto personalmente al Con...

Ma Jeremy non fece in tempo a voltarsi che si bloccò lì, sul posto; le labbra, dischiuse appena in un gesto di sorpresa che né Leda né l'altro Akuma furono in grado di comprendere, parvero voler mormorare qualcosa. Ma nessuna parola fece in tempo a scivolare fuori che il ragazzo prese a guardarsi attorno, forse dimentico del fatto che non potesse vedere. Sembrava aver perso il senno; come se ci fosse stato qualcosa al di là degli alberi che lo terrorizzasse. Come se una mostruosità ancora peggiore si annidasse nel buio, e lo spiasse...

- Che ti prende?! - ringhiò spazientito il lucertolone, avvicinandosi al compagno.

Stava succedendo qualcosa di strano e Leda, rannicchiata ancora a terra, a stento credette a ciò che vide. Perché quel ragazzo aveva iniziato a comportarsi in quella maniera? Chi o cosa ne era responsabile?
Poco male. Ora che i suoi nemici parevano più che distratti, poteva finalmente contrattaccare e restituire loro il favore con anche un bel po' di interessi! Non le importava la disparità di numero, l'unica certezza di cui aveva bisogno era di trovarsi a una distanza sufficientemente sicura per non essere alla portata della coda del lucertolone, e per il resto, la sua agilità l'avrebbe sicuramente aiutata a sopraffarli.
Fu un gesto fulmineo, accuratamente calcolato quello che la spinse a buttarsi di lato per allontanarsi con un balzo un po' maldestro dalla traiettoria del gigantesco Akuma e portarsi debitamente lontano da lui. Ripreso l'equilibrio dopo aver compiuto una sottospecie di capriola sull'erba secca, finalmente poté gridare a pieni polmoni e chiamare la propria Innocence.

- BONE BLADE: ATTIVAZIONE!!!

Le lame ossee squarciarono la pelle delle cicatrici sui polsi e fuoriuscirono completamente, avvolte da un bagliore biancastro che rischiarò per un breve attimo le tenebre della foresta estendendosi per molti metri in profondità. Due spade di luce, le sue, che avrebbero rispedito quelle disgustose creature da dove erano venute!

La giovane Esorcista sorrise così spavalda, la consapevolezza di averli ingannati a dovere viva nel petto che batteva al ritmo del suo cuore agitato. Era ora di regolare i conti, e punirli per ciò che avevano fatto a lei, ad Alan, e a tutti i suoi cari!

- Fatevi sotto, dannati Akuma! - gridò, lo sguardo furente che brillava d'odio.

Ripresosi dallo strano comportamento tenuto qualche istante prima, Jeremy strinse l'impugnatura della pistola, sorridendo soddisfatto; come se finalmente le cose avessero preso ad andare nella giusta maniera: quella più diverente. Sorrise, mostrando quei denti bianchi che presto si sarebbero immersi nelle carni della ragazza e puntandole l'arma contro non poté fare a meno di passare la lingua sulle labbra, affamato.

- Con piacere...



Angolo di Momoko


Allora, salve a tutti... Poi... Ah, sì! Il prossimo capitolo sarà l'ultimo -3- *Para con la tastiera i coltelli che le volano addosso*.
No, tranquilli, non è la fine di tutto! xD Vi spiego: ho deciso di dividere la storia in più parti, o fasi, ciascuna collegata a uno o più momenti salienti della trama. Col prossimo capitolo si conclude la prima parte. E non preoccupatevi (?), non lascerò la storia incompiuta. Lo faccio, oltre che per aiutarmi a lavorare sui miei altri progetti, anche per dare un ordine alla storia, senza ficcarle dentro troppi capitoli - cosa che non mi è mai piaciuta -.
Quindi... Spero che questa mia scelta non vi crei troppi problemi, in ogni caso fatemi sapere, perché se mi dite che è un'idea stupida faccio dietrofront immediatamente. Me è ancora novellina e deve imparare ;^;
Beeeene... Io avrei concluso. Nel caso voleste il mio indirizzo per mandarmi pacchi bomba e/o minacce, ditemelo çAç'' Inoltre, ringrazio tantissimo tutti quelli che ogni volta spendono parte del loro tempo per commentare, e anche chi legge e basta. Siete fantastici, mi riempite d'orgoglio come nessun'altro ;)
Come sempre, se ci sono cose che non vanno bene o errori di qualsivoglia genere, vi prego di farmelo notare!!
Ora mi dileguo, un bacione a tutti!!
A prestooo,

Momoko <3
   
 
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