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Autore: Chocolate_15    16/07/2014    2 recensioni
“EHI ALEXIS!” e adesso che vuole…
“CHE CAZZO VUOI, IDIOTA!” grido, così da farmi sentire.
“Vuoi davvero sapere com'è una come te? Ti accontento subito: quelle come te sono loro stesse soltanto con le persone di cui si fidano veramente. Quelle come te ci pensano due volte prima di fare qualcosa. Quelle come te si mostrano fredde e antipatiche, solo per non soffrire. Quelle come te si credono forti e sicure, quando alla fine sono fragili e sensibili. Quelle come te, se tengono davvero ad una persona, possono anche donarle tutto! In sostanza, quelle come te sono SPECIALI! Si, tu sei speciale! Sei speciale per me! come fai a non capirlo?!” Grida lui, rimanendo quasi senza fiato.
Ok, va tutto bene, ho solo perso un battito.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Ciao a tutti! Volevo solo dirvi una cosa: ho letto alcuni capitolo e ho notato degli errori. A volte, nei primi capitoli, sono passata anche dal passato al presente e vi chiedo scusa. Appena finirò di scrivere la storia la sistemerò, correggerò tutti gli errori, senza però cambiare la trama. Voglio che questa storia sia perfetta, davvero, senza un errore. Se notate qualche errore potete benissimo dirmelo. J
Bene, adesso vi auguro una buona lettura!

 



Beautiful…

Pov’s Alexis:


Sono sola, seduta su una sedia, davanti al minibar posto al centro di quel locale poco più che orrendo. Ragazzi che si strusciano su delle ragazzine senza alcun pudore. Non sono coscienti, non sanno quello che fanno. – mi dico, cercando di reprimere il disgusto davanti a quella scena; una ragazza, dai lunghi capelli neri, frangetta e vestitino argentato, che si attacca come un sanguisuga alle labbra di un ragazzo che potrebbe avere il doppio dei suoi anni. In questo caso sarebbe meglio non chiamarlo “ragazzo” ma “uomo”, per quanto uno così possa essere considerato degno di quel nome. Francamente, non capisco perché quelli del genere maschile – e sottolineo, non tutti – hanno questa… non so come definirla, voglia? Di andare con quelle più piccole di loro… sinceramente, se io fossi un maschio di sicuro non lo farei.
Scuoto la testa, cercando di rimuove quei pensieri stupidi; certo che non lo farei, non c’era bisogno di rifletterci neanche un secondo. Poi penso che anche certe donne hanno questa “voglia” e mi passo una mano sulla fronte, sospirando.

Nella sedia accanto a me, un ragazzo dai capelli biondi muove le labbra, facendo girare verso di se il ragazzo dietro il bancone. Quest’ultimo, capelli rossi e occhi verdi, mi fissa, per poi distogliere lo sguardo e posarlo sul ragazzo accanto a me. Si parlano, senza sosta, come se si conoscessero. Non so perché ma quando il ragazzo biondo si avvicina troppo a lui, mi alzo, andando proprio di fronte al biondo, chiedendo una birra. I due mi guardano come se fossi la cosa più strana che avessero mai visto, come se non si fossero accorti della mia presenza, come se fossi comparsa dal nulla. Erano così presi dal… litigare che non hanno nemmeno capito che li stavo osservando. Si, il rosso mi aveva guardata ma, mi sembra quasi che non si ricordi neanche di quell’incrocio di sguardi. Quel contatto visivo che subito era sparito, proprio quando il biondo aveva parlato al suo orecchio, dicendo qualcosa. Non so che cosa, ovviamente. La musica è troppo alta per io poter sentire solo una conversazione normale, pensa quando uno bisbiglia all’orecchio dell’altro. Ridicolo.

Questi mi guardano, ancora. Io sospiro, impaziente. Il rosso sorride, come se mi fosse grato per qualcosa, mentre il biondo continua a fissarmi dall’alto in basso. Cosa vuole? Ho solo chiesto una birra, per la miseria. Finalmente, il ragazzo dietro al bancone distoglie lo sguardo e prende da dietro di se due birre. – Ne ho chiesta solo una! – grido, cercando di farmi sentire al meglio che posso. Lui sorride, spingendo le birre verso di me. Sbuffando lascio i soldi, ma lui li rifiuta, sempre con quel suo sorrisino in faccia. Il biondo si gira per la seconda volta a fissarmi e io faccio lo stesso. Questa volta posso notare meglio il suo viso: ha dei semplici occhi marrone chiaro, pelle bianchissima, quasi come quella di un vampiro, naso lungo e labbra sottili. I capelli, di un biondo acceso, gli ricadono morbidi fin sopra le spalle. Ha un piercing al naso e uno al sopracciglio destro. Ghigna in mia direzione, per poi alzarsi e dirigersi verso la massa di ragazzi che ballano. Che strano.

Mi volto verso il rosso che aveva assistito a tutta la scena. Gli guardo le labbra, dove quel sorrisino non accenna ad andare. Sorrido anch’io in sua direzione. Non so perché, ho bisogno di ridere… eppure, non sono ubriaca. Ha gli occhi allegri, labbra sottili e naso piccolo. I capelli, color carota, gli cadono in ciocche confuse davanti alla fronte. – Se te lo stai chiedendo, quel ragazzo che è appena andato è mio cugino. Non è uno di molte parole! – grida in mia direzione ridendo. – Oh, l’avevo capito molto bene. – rispondo, unendomi a lui. Quella sua risata è così… dolce. Mi siedo e prendo in una mano la bottiglia di birra; noto con piacere che è già aperta. Ne bevo un sorso, poi un altro, poi un altro ancora. Nel giro di 20 minuti ho bevuto circa 4 birre. Di solito non bevo così tanto… strano. – Potrei sapere il nome di questa bellissima ragazza? – dice il rosso. Io gli sorrido, mentre le mie guance si colorano di un rosa accesso, che si va ad unire al rossore causato dal troppo caldo. – Alexis Cooper. E lei, splendido cavaliere? – rido, forse anche troppo, perché dopo un po’, sul suo volto, compare uno sguardo imbarazzato. Mi ricompongo, cercando di non sembrare troppo maleducata. È l’effetto dell’alcool. – bisbiglio. So che lui non mi può sentire ma è come se quella frase l’avessi sussurrata più per convincere me che lui. È tutto così strano. – Jeremy Foster, piacere Alexis. -

Da lì in poi, continuiamo a parlare. Non mi sono mai divertita tanto a parlare con una persona che conosco appena. È dolce, il suo sorriso è dolce. È allegro… sembra quasi un bambino. Veniamo interrotti, purtroppo, dalle continue richieste dei clienti. Sento i nomi più strambi, mentre dei ragazzi ordinano alcuni cocktail. Io lo vedo mentre lavora, con maestria e mi viene spontaneo fargli una domanda, quando rivolge il suo sguardo a me, incatenandomi con quei suoi piccoli, vivaci occhietti verdi: - Da quanto tempo lavori qui? -
Lui mi guarda, come se quella fosse una domanda altamente stupida, quando alla fine non lo è. Sembra quasi… deluso dalla mia domanda. – 4 anni circa. – risponde, distogliendo lo sguardo. Io, abbastanza confusa, mi chiedo che cosa abbia fatto, sentendomi quasi ferita da quel sorriso che aveva abbandonato le sue labbra nello stesso istante in cui aveva guardato nella mia direzione. Mi sento sfiorare la spalla sinistra, mentre con sguardo confuso, mi volto; è di nuovo quel ragazzo, quello con i capelli biondi, il cugino di Jeremy. Punta i suoi occhi su di lui che si allontana, andando dall’altra parte del bancone a servire delle bibite a due ragazze. Sospiro, mi alzo, sentendomi di troppo – cosa molto, molto strana - e cedo il mio posto al ragazzo. Meglio andare…
Lo saluto con la mano e lui mi guarda confuso, mentre mi vede allontanarmi tra la folla.

Sento qualcuno strizzarmi il sedere mentre mi allontano, disgustata. Ho un gran mal di testa… e questo vestito, questi tacchi. Voglio tornare a casa, non voglio più stare qui, sta diventando tutto così noioso da quando mi sono allontanata da quei due. Sbadiglio, portandomi una mano alla bocca. Annoiarsi in una discoteca dove migliaia di ragazzini di guardano adoranti, aspettando solo di mettere le loro manacce su di te? Si, si può. La cosa non dovrebbe sorprendere proprio nessuno. Quel locale chiede alle due e, aprendo la borsetta, prendo il cellulare, notando con piacere che sono appena le 24. Evviva. Dai, per queste due ore cercherò di divertirmi. Non so perché sto rimanendo, sinceramente. Non posso tornare a casa, i miei, o almeno mia mamma, sa che io sono a dormire da Ely. Devo chiamarla. Ho dei messaggi non letti su WhatsApp ma non li leggo, non ho tempo da perdere, dopotutto so già di chi sono. Esco dal locale, sentendo un’aria calda scivolare sul mio corpo. Almeno qui si può respirare.

Uno squillo. Niente, non risponde.
Due squilli. È una stupida, cosa starà facendo a quest’ora?
Tre squilli. E se risponde, cosa le dico? Oh, ciao Ely. Cosa sto facendo? Oh, niente, sono solo in un locale senza nessuno con cui parlare e mi sto annoiando a morte. Ho detto ai miei che andavo da te, stasera. Ma come avrai ben capito, ho mentito. Ho fatto di testa mia, come al solito, e adesso non so che fare. Per favore, puoi rimediare al mio sbaglio e far finta che non sia successo niente? Che io non abbia mentito? Ti prego!

Mentre penso a quanto sono patetica, chiudo la chiamata e rimetto il telefono al suo posto. Sono davvero una stupida. Volevo fare quella “grande”, abbastanza matura da poter fare tutto da sola ed adesso mi ritrovo senza un posto dove andare a dormire. Potrei tornare a casa, entrando dalla finestra di camera mia. Beh, di sicuro, troppo pericoloso. Non ho voglia di chiamare Ely, non più, non ho voglia di una ramanzina. Già ci basterà quella di mia mamma e di mio padre quando scopriranno che non sono andata veramente a dormire a casa di Ely e, di conseguenza, mi faranno un sacco di domande: dove sei stata? Hai bevuto? Ti sei drogata? Qualcuno ti ha toccata? Sei andata a casa di qualche sconosciuto? Ti hanno fatto qualcosa?
Evito.

Potrei andare dalla nonna. No, lei è una pettegola, direbbe subito tutto ai miei genitori. Mio cugino? No, troppo pericoloso, mia zia direbbe tutto alla nonna che, di conseguenza, direbbe tutto a mia mamma. Emily? No… non mi fido di lei. Le mie cugine? Non mi ospiterebbero e basta, dopotutto non abbiamo tutta questa confidenza. Cazzo… e adesso?
Potrei anche tornare a casa ma… non credo sopporterebbero altre bugie da me. Sbuffo, esasperata, e mi siedo su una panchina un po’ lontano dal locale. Prendo il telefono e accendo internet. Fortunatamente, ho sempre il telefono carico. Whatsapp: 5 messaggi in 1 conversazione.

Oh, Matthew, lo sapevo.
Io stronzo? Sei tu quella che è scappata senza farmi parlare.
Non rispondi neanche…
Di cosa mi stupisco? Hai ragione, sono stato uno stronzo. Dovevo uscire con te, quel giorno, invece ero a “divertirmi” con una ragazza. Scusa.
Non so neanche perché mi sto scusando… io di solito non sono uno che si scusa, per niente. Eppure con te… cavolo, ti conosco da poco e penso sempre a te. Sei dentro la mia testa 24 ore su 24. Da quando ti ho vista… quei capelli, quegli occhi, quel caratterino… ho subito pensato di aver trovato una ragazza magnifica. Non solo di aspetto… non so come spiegartelo, non sono bravo con le parole…
Ehi…

“Ehi…” una lacrime scende sulla mia guancia e un piccolo sorriso appare sulle mie labbra. Ma che cosa volevo da lui? Chissà, può essere che quella è la sua ragazza o… era. Ridacchio, pensando a quanto sono stupida. Potrebbe mai lasciare una ragazza per me? Per una che l’ha trattato malissimo e che conosce da 1 settimana? Ma andiamo, che vado a pensare? Che cosa stupida…

Sento dei passi, vedo un’ombra e, spaventata, mi alzo e mi incammino verso il locale. Mi sono allontanata un po’ troppo. Qualcuno mi ferma, prendendomi per un braccio. Mi trascina sulla panchina e io grido. Mi tappa la bocca e poi mi lascia, togliendosi da sopra la testa il cappuccio blu… e lo vedo; è bellissimo… quei capelli, quegli occhi… è Matthew.
Si allontana da me e sorride. Io non ricambio, ancora un po’ spaventata. Cosa vuole da me? Mi guarda negli occhi e poi fa vagare lo sguardo sul mio corpo; faccio lo stesso e noto che il vestito, già abbastanza corto di suo, si è alzato, mostrando le cosce magre. Io arrossisco e porto una mano a coprirmi. Noto che lui a distolto lo sguardo e che le sue guance si sono colorate di un rosa acceso. Rido e lui si gira verso di me, sorridendo, per poi abbassare il capo. Vorrei andare lì e… abbracciarlo. Ma cosa vado a pensare? Che stupida!

- Ehi.- dico io. Odio quando le persone stanno in silenzio… e poi, voglio sentire la sua voce.
- Ehi.- risponde lui, sedendosi accanto a me.

Indossa una felpa blu a maniche lunghe, un paio di jeans e delle blazer dello stesso colore della felpa. Non so che dire… non riesco a parlare. Strano per me che non sto mai zitta. Sorrido e lui se ne accorge. Mi volto a guardare il locale, imbarazzata; rabbrividisco e mi sistemo meglio la parte superiore del vestito. Lo invito con me al locale? No… potrebbe pensare male di me. Lo saluto e gli dico che devo tornare a casa? Scusa prevedibile e poi, sinceramente, io voglio rimanere qui con lui. Non so che diavolo dire! Ci sarebbero tante opzioni, quali: pensi davvero quelle coso che mi hai detto in spiaggia? E quelle su WhatsApp? Perché pensi che io sia magnifica? Dopotutto, non lo sono per niente. Come fai a tenere a me? Ci conosciamo da 1 settimana e, di questi giorni, ti ho solo evitato o tantomeno insultato. Mi dispiace per come mi sono comportata, non potevo pretendere niente da te, specialmente che tu diventassi il mio amicone del cuore, sempre con me, uno di quelli che non tocca mai le altre ragazze ma, vorrei solo capire perché l’hai fatto. Si, perché hai baciato un’altra? E come la penso io? Che lei è la tua ragazza ma sei voluto uscire lo stesso con me? N-non so che pensare… forse, preferisco non sapere la verità, farebbe solo più male.

- Alexis…- mi volto verso di lui e noto che ha la testa abbassata.
- Dimmi.- Cerco di mantenere il tono della voce il più normale possibile.
- Come mai non hai risposto hai messaggi? Perché mi eviti? È per quello che è successo sulla spiaggia? Se si, mi dispiace. Non è stata colpa mia, quel bacio, al parco... Non so come spiegartelo, è una lunga storia. Potrà sembrare anche una scusa banale, ma è la verità.- Ha alzato la testa e i suoi grandi occhi verdi sono incatenati ai miei.
Devo rispondergli. Merita una risposta, credo: - Avevo da f-fare…- ah, okay, adesso mi metto pure a balbettare. Calmati Alex, calmati. - Si, voglio essere sincera, è per quello che è successo in spiaggia e non c’è assolutamente bisogno che tu mi spieghi qualcosa, ho capito. Dopotutto, non siamo niente noi due. Non so neanche come definire la nostra “relazione”, se di questa si tratta. Siamo amici? Eppure non abbiamo mai parlato come degli amici normali, tantomeno siamo usciti insieme a scherzare in giro come due amici veri fanno. Conoscenti? Forse… so di te solo il tuo nome, nient’altro. Per questo sono molto confusa, non siamo niente eppure… eppure io mi sono incazzata con te solo perché ti ho visto con una ragazza! Non siamo amici, siamo il nulla e io continuo a pensare a quanto sono stata stupida, davvero, a fare quella “scenata” isterica. Scusami tu. Adesso vado, ciao Matthew.- Mi giro verso di lui un’ultima volta e mi alzo, pronta per andare.

- Perché scappi sempre da me?- sussurra.
- Perché è meglio così, credimi.- Rispondo, dandogli le spalle. Non mi devo affezionare… non voglio affezionarmi a nessuno.
- No, per niente! Cazzo, Alex vieni qui!- grida lui e io mi volto, ritrovandomelo davanti.
Tiene le sue mani strette ai miei polsi, per non farmi muovere. Io mi dimeno ma lui non mi vuole lasciare.
- Alex. Alex, smettila!- dice strattonandomi le braccia.
Mi fermo e abbasso lo sguardo: - Lasciami andare, m-mi stai facendo male.-
- Tu guardami, Alexis.- Allenta la presa sui miei polsi e lentamente, alzo il viso.
Mi ritrovo davanti due occhi verdi che mi guardano, mi scrutano… mi stanno uccidendo.
- Hai detto che sono speciale per te, ma come fai a dirlo? Non capisco, davvero.- Sussurro.
- Non so che dirti… è per questo che sono incazzato, perché neanch’io lo capisco.- Porta una mano sulla mia guancia, lasciando il mio polso sinistro libero, mentre con l’altra mi cinge la vita, avvicinandomi a lui.
- I-io non…- all’improvviso, mi ritrovo le sue labbra sulle mie. È un bacio dolce, tenero, che subito dopo diventa qualcosa di più. Schiudo le labbra e mi ritrovo la sua lingua dentro la mia bocca. Adesso, non è più un bacio tenero, tutt’altro.
Alex, è tutto sbagliato! Penso, mentre una sua mano, dalla mia guancia, si sposta ai miei capelli. Non fare gli stessi sbagli un’altra volta. Ti farà soffrire come ha fatto Samuel!

Un bacio, è solo un bacio.

Porto le mie braccia dietro il suo collo, mentre con una mano gli accarezzo i capelli neri. Lui si stacca da me, ansimando; mi guarda negli occhi e un sorriso si dipinge sulle sue labbra. Che faccio?
- Sei buffa, sai? Hai tutte le guance rosse.- dice, mentre ridacchia.
- Ma tu ti sei visto?- rido, portandomi una mano davanti alla bocca.
Lui sorride, mostrando i denti bianchissimi. È… bellissimo. Quei capelli neri che fanno risaltare i suoi occhi. Quegli occhi verdi, stupendi… proprio come lui. Prende la mia mano e mi da un semplice bacio a fior di labbra, mentre mi trascina verso il locale.
Quando entriamo, non è più pieno come prima, ci sono pochi ragazzi che ballano, lanciando sguardi complici ad alcune ragazzine sedute vicino a loro. Da qui, si può benissimo notare il minibar e sorridendo, mi incammino verso di esso, trascinando Matthew con me.
Al bancone c’è Jeremy, che mi guarda con uno sguardo divertito. - Ehi, ciao Alexis!- mi saluta.
- Ciao Jeremy.- gli sorrido.
- Vuoi qualcosa?- mi chiede, non degnando di un solo sguardo Matthew. Ha gli occhi fissi su di me e non mi guarda più con sguardo divertito, ma serio.
- Oh, si. Due birre. – lascio la mano di Matthew e mi siedo al posto di prima.
- Bene, ecco a te. – okay, qui c’è qualcosa di strano.
- Vi conoscete? – mi chiede Matthew, con voce improvvisamente seria.
- Oh, si. Lui è… -
- So perfettamente chi è. Jeremy Foster, 19 anni. – mi chiede, guardando Jeremy, che si trova dall’altra parte del bancone.
- Ah, okay, quindi vi conoscete! – rispondo, portando la birra alle labbra.
- Si. Bene, adesso andiamo. – prende la birra in una mano, mentre con l’altra mi trascina lontana dal bancone.
- Ehi, aspetta! – grido, - che cos’è successo? -
- Non devi parlare con quello. – risponde serio.
- M-ma… -
- Niente ma, meglio stare alla larga da quelli come lui. – mi prende la mano, mi sorride ed usciamo. Io lo guardo perplessa e annuisco.

Che cosa vorrà dire con “quelli come lui”?


Pov’s Matthew:

Cammino per il parco, ascoltando una canzone sul mio telefono. È così rilassante… adoro questo posto. Vengo qui per pensare, a volte, mentre altre solo per rilassarmi un po’. Tra scuola, casa e amici non ho mai tempo per stare un po’ da solo. Soltanto adesso, finalmente, posso stare in santa pace. Di solito il sabato esco con gli amici il pomeriggio, con Jake e Fabrizio, o semplicemente vado in qualche pub ad ubriacarmi e a divertirmi con qualche ragazza. Ma oggi no, oggi è un gran giorno. Ho quasi 19 anni e non sono mai uscito seriamente con una ragazza, tranne che con Melissa, certo. Melissa è la mia ex ragazza: bella, sexy, provocante, divertente, intelligente quando vuole, scontrosa, antipatica certe volte e stronza.

L’ho lasciata circa 5 mesi fa, quando l’avevo sorpresa a letto con il mio migliore amico. La rabbia che avevo provato in quel momento era immensa, eppure avevo detto soltanto “continuate pure” e avevo chiuso la porta della camera di Jeremy. Jeremy era più che un migliore amico per me, era come un fratello; uscivamo sempre insieme, giocavamo insieme a football nella squadra della scuola, condividevamo ogni cosa, anche le ragazze se capitava, eravamo inseparabili. Poi era arrivata lei… bella? Si, lo era. Lui si era innamorato di lei, però non voleva far niente per distruggere il nostro rapporto, così per un periodo, stavamo insieme poco e niente. Ci incontravamo qualche volta al parco, parlavamo un po’ e poi io tornavo a casa con Melissa, mentre lui con qualche suo amico. All’epoca non avevo capito quello che lui provava per Melissa, così mi ero un po’ “incavolato” con lui per come si comportava con me. Mi evitava, quando ero con Melissa, mi salutava con un cenno della testa, sorrideva e poi se ne andava. Non capivo il suo comportamento… era strano, molto strano. Che stupido, vero? Non capire i sentimenti del proprio migliore amico, del proprio fratello. Di solito si capiscono subito, no? Cercavo sempre di parlare con lui, di sapere cosa non andava, e se solo lui me l’avesse detto, se solo lui mi avesse detto quello che provava, avrei lasciato Melissa, l’avrei fatto per lui.

Poi ci siamo separati… non ho più rivisto Melissa da quando l’ho lasciata, davanti al cancello della scuola, in lacrime. L’ultima volta che vidi Jeremy fu in quella stanza, con la mia ragazza. Non mi chiese scusa e non lo perdonerò mai per questo, così come non mi perdonerò mai per non aver capito prima quello che provava, perché se solo l’avessi capito, adesso sarei ancora con lui. Lui sarebbe ancora il mio migliore amico. Non credo di odiarlo, no, so solo che se un giorno lo incontrassi, non potrei mai più essere suo amico. Sono cresciuto, non sono più come prima, non voglio fare gli stessi sbagli. Era un bravo ragazzo, eppure aveva quell’atteggiamento… quello tipico da stronzo, che prima fa l’amico e subito dopo si prende quello che è tuo, senza farti capire niente. Eppure, gli sono anche grato, per avermi fatto capire che persona era Melissa. Mi sono lasciato questo alle spalle anche per dimenticare quello che ero: uno stupido, debole e ingenuo ragazzino. Come sono cambiato, e già.


Mi siedo in una panchina, vicino ad un albero. Vedo in lontananza una figura, una ragazza. È alta, magra, capelli rossi e un bel sorriso. È con due ragazze. Le due le parlano, guardando verso di me. Cosa vorranno adesso queste qui? Sbuffando mi alzo e con le mani nella tasca vado verso il laghetto, non troppo lontano dall’entrata del parco. Oggi uscirò con Alexis… non capirò mai quella ragazza. È così perfetta e strana allo stesso tempo… quei capelli, quegli occhi, è così dannatamente sexy! Non so come io sia riuscito a non stringerla a me… a non stringere a me quel suo bellissimo corpo. A non baciarla… a non baciare quelle sue labbra perfette, quelle labbra che si mordicchia ogni volta che è in difficoltà, cosa che, per precisare, mi mette molto in difficoltà quando la vedo. Non so come ho fatto a non saltargli addosso, sinceramente. La conosco da quanto? 1 settimana? Si, ed è sempre nella mia testa. Mi sono comportato come uno stronzo, come un emerito idiota, ma ha accettato lo stesso di uscire con me. E lei pensa questo di me, pensa che io sia uno stronzo e uno stupido, e non sa che è lei a farmi diventare così. Appena vedo che parla con qualche ragazzo, vado subito da lei e dico al ragazzo di andarsene. Lei mi dice che sono uno stronzo e lo accetto. Non accetto, invece, che qualcun altro oltre me metta le sue mani su di lei, perché lei è solo mia. E poi quando vedo il suo corpo, protagonista dei miei sogni più erotici, divento subito uno stupido perché continuo a fissarla. Poi sposto lo sguardo sul suo viso e sorrido, pensando a come diventa rosso quando si arrabbia. Mi potrà insultare all’infinito, perché so che tutto ciò che dice è solo un modo per difendersi, non pensa davvero quelle cose.

Sospirando mi avvicino al laghetto e mi siedo sull’erba. Mi bagno le mani e le passo sul viso, sospirando. Devo evitare di pensare a lei, davvero. Sorrido, prendo il cellulare dalla tasca e digito la password. Vado nella casella dei messaggi e noto che Alexis non mi ha cercato, così le invio un messaggio.

- Ehi piccola, pronta per stasera? – quando la chiamo “piccola” sulle sue labbra appare un piccola sorriso, che subito dopo sostituisce con un ghigno. Alla fine mi dice che non la devo chiamare così ma io non l’ascolto, perché mi diverte troppo vederla arrabbiata. So che non lo è per davvero perché, sotto sotto, la cosa diverte anche lei.

Mi giro verso la panchina dove ero seduto prima e noto che le ragazze si sono sedute lì e mi fissano, continuando a parlare tra loro. Cerco di alzarmi per andare da loro ma sento il telefono squillare e mi siedo, lanciando un’occhiataccia verso di loro.

- Non chiamarmi “piccola”. Sai, ho un nome. Comunque, se con “pronta” intendi pronta alla noia mortale allora si. –
- Nessuna si è mai lamentata, stanne certa che ti divertirai. Non vedo l’ora di vederti in qualche abitino sexy, gattina. – okay, sono consapevole che “gattina” è veramente un soprannome orribile ma dai, fa niente. Ridacchio mentre aspetto la sua risposta.
- Beh, se trovi sexy i leggins e le felpe allora siamo apposto. -
“ti troverei sexy anche con una busta della spazzatura addosso.” Le vorrei dire, ma potrebbe anche decidere di annullare l’appuntamento e no, non voglio, ne ho bisogno. Si, ho bisogno di passare una serata con lei. Una serata dove saremo solo io e lei, Matthew e Alexis. Niente scuola, niente compagni… sarò me stesso, per la prima volta, con lei. Non mancheranno le battutine, certo, ma voglio farle capire che io ci tengo a lei per davvero.  

- So che non ti presenterai così. – voglio sfidarla…

Vedendo che non risponde, poso il cellulare nella tasca e mi alzo, dirigendomi verso l’uscita del parco. Non posso presentarmi all’appuntamento senza niente, devo pur comprarle qualcosa. Non so bene cosa le piace, quindi opterò per un semplice bracciale. Entro in un negozietto lì vicino e guardo un po’ in giro. Fortunatamente, ho portato abbastanza soldi per comprarle qualcosa di carino. In una vetrina noto una collana con delle perle, poi un’altra con dei cristalli Swarovski; in un’altra vetrina ci sono degli orecchini, in un’altra degli orologi, ma nessuna di queste cose mi attira particolarmente. Avevo deciso un bracciale ma non sono sicuro che le piaccia… non ne sono affatto sicuro.

Un signore abbastanza vecchio e con una barba molto lunga si avvicina a me e mi chiede:
- Posso aiutarti? – ha una voce profonda che mi fa quasi paura.
- Oh, si, grazie. – gli sorrido.
- Cosa stai cercando? – ricambia il sorriso.
- Stavo cercando un bracciale per… per un’amica. – lui mi guarda e sorride un’altra volta. Sono stranamente in imbarazzo.
- Bene, vieni da questa parte. – mi porta davanti ad una vetrina che, sinceramente, prima non avevo notato.
- Stai cercando qualcosa in particolare? – mi chiede.
- Qualcosa di colorato e allegro, in un certo senso. – lui annuisce e mi mostra un bracciale rosso con dei ciondoli argentati.
Vedendo la mia espressione, il signore posa il bracciale e ne prende un altro. Questo è celeste, fatto con delle perline brillantate.
- Non c’è altro? – gli chiedo e lui posa il bracciale.
- Guarda un po’ qui se ti piace qualcosa, appena hai finito vieni di là. – io annuisco e guardo il signore allontanarsi.

Ci sono diversi bracciali, alcuni gialli, altri rosa, circa due blu ma quello che attira la mia attenzione più di tutti è un bracciale verde acqua in gomma. Potrà sembrare banale, in gomma, ma è davvero bello. Lo prendo e lo porto alla cassa. Fortunatamente, non c’è nessuno oltre me, così mostro subito quello che ho preso al signore.
- Oh, davvero bello come bracciale. Vedi, qui ha una chiusura in bronzo dorato e cristalli di Swarovski. Una scelta molto azzeccata per una ragazza giovane. – mi fa l’occhiolino e io gli sorrido.
- Pacchetto regalo? – chiede, mentre si sposta verso un banco.
- Si si. – mi affretto a dire.
- Bene, ecco a te. – mi da il pacchettino in mano, pago ed esco dal negozio.

Controllo il telefono e noto che è ancora presto così vado di nuovo al parco. Appena entrato, vedo la ragazza con i capelli rossi che avevo visto prima, ma questa volta da sola. Si gira verso di me e sorride. Mi sembra così conoscente… quei capelli, quegli occhi… che cosa strana. Sbuffo e poso lo sguardo sul mio telefono: 1 messaggio.
- è per caso una sfida? – sorrido e rispondo.
- No cara, è solo ciò che penso ma poi, se tu vuoi interpretarla in questo modo… ok. – ridacchio, pensando alla sua faccia quando leggerà questo messaggio.

Poso il telefono nella tasca e appena alzo gli occhi, mi ritrovo quella ragazza davanti. Come ho fatto a non accorgermi della sua presenza? Sono stupido o cosa? Lei continua a sorridere senza nessun imbarazzo.
- Ciao! – mi abbraccia ma io l’allontano subito.
- Scusami, ma tu chi sei? – le chiedo. Lei mi guarda delusa ma subito dopo sorride di nuovo.
- Andiamo, non ti ricordi di me? Stupido orsacchiotto! – io la guardo confuso ma subito dopo capisco. Lei inizia a ridere e io mi allontano di qualche passo, notando che siamo troppo vicini.
- Melissa? – le chiedo, sperando che risponda con un grande “no”.
- Si, questo è il mio nome. – mi metto una mano sulla fronte e sospiro. – Okay, non ci vediamo da un po’, ma non credevo di essere così irriconoscibile. – continua lei.
- Si, okay. Cosa vuoi Melissa? Ho da fare. – non voglio parlare con lei, per niente.
- Niente di che, ti ho visto così ho pensato “perché non vado a parlare con il mio bel ex fidanzato?” – continua a sorridere e la cosa mi sta dando sui nervi. Che avrà tanto da ridere?
Vedendo che non rispondo, mi prende la mano e mi trascina al laghetto. È abbastanza tardi, quindi non c’è quasi nessuno al parco, solo poche persone che stanno con i loro figli o vecchietti che comprano qualcosa in qualche bancarella in giro.

Le lascio subito la mano quando sento il mio telefono suonare. Sorrido, notando che Alex mi ha risposto.
- Secondo te sono così stupida da non capire i tuoi giochetti? No caro, qui di sicuro lo stupido sei tu. Dimmi un po’ chi preferisci: Spongebob o i Baby Looney Tunes? – ridacchio, ma subito dopo ricordo che con me c’è anche Melissa.

- Chi è? – mi chiede con sguardo severo. Non ha più quel sorrisetto, adesso.
- Non credo siano affari tuoi. E adesso scusami ma io dovrei andare. È stato un piac- anzi no, non lo è stato affatto. Ciao Melissa. – le dico piccato, mentre mi volto e le do le spalle.
- Credo che i Baby Looney Tunes vadano più che bene! – rispondo ad Alexis. Deve sapere che non sono uno che si arrende facilmente.

Sento Melissa gridare qualcosa alle mie spalle e subito dopo me la ritrovo davanti. Mi guarda intensamente e mi attira a sé, tirandomi dal colletto della maglia. Posa le sue labbra sulle mie in un bacio privo di amore. Prende una mia mano e la posa sul suo sedere mentre l’altra sul suo seno destro. Lei insinua la sue lingua nella mia bocca e mi tira i capelli, avvicinandomi ancora di più a sé. Non sta succedendo davvero… non posso farlo, non posso! Alexis… cazzo, Alexis!
Questo non è il suo sedere perfetto, questo non è il suo seno piccolo e tondo, questo non è il suo corpo! Queste non sono le sue labbra stupende, non sono le sue mani a toccare i mei capelli! Questa non è lei!

L’allontano bruscamente e, senza volerlo, inizio ad alzare la voce: - Ma he cazzo fai?! -
Lei mi guarda con le lacrime agli occhi e inizia a balbettare qualcosa di incomprensibile. Questa scena mi ricorda tanto quel giorno, quando l’ho lasciata, davanti alla scuola. Stavo piovendo e io le urlavo contro che era una stronza e che non doveva più avvicinarsi a me, che se solo mi avessi cercato io non l’avrei degnata di uno sguardo. Eppure, oggi, io le ho parlato. Non ho mantenuto la parole.
- Che cosa ti sembrava? Che venendo qui e baciandomi sarebbe stato tutto come prima? Non lo sarà mai! Noi non stiamo più insieme, Melissa! Adesso vattene, hai solo peggiorato le cose! – alcune persone si sono girate a guardare la scena ma non me ne frega assolutamente niente! Ho altro a cui pensare.
- Eppure… eppure prima ti piaceva, tutto questo! – grida, indicando il suo corpo.
Le prendo il polso e la trascino in uno posto dove la gente non può guardare.
- Esatto, prima! Adesso è cambiato tutto! – le dico pensando ad Alexis.
- Chi è? Chi è lei? Chi è quella che ti ha cambiato?! – grida, dandomi pugni sul petto.
- Stai ferma! Non c’è nessuna lei! Adesso smettila, vai a casa! – l’allontano da me e lei mi guarda delusa. Si asciuga le lacrime e fa qualche passo indietro.
- Spero che sarei felice con la tua nuova puttanella. – sputa quelle parole con disprezzo e inizia a correre verso l’uscita.

Come ha solo osato chiamare Alexis in quel modo? Non avrebbe dovuto farlo, davvero. Come ho fatto a stare con lei per tutti quei mesi? Come?! Sono uno stupido. Mi siedo sull’erba, poggiando la schiena contro il tronco di un albero. Prendo il cellulare, sperando in un suo messaggio. Niente, nessun messaggio. Perché non ha risposto?


Sono andato in una spiaggia per rilassarmi un po’ prima dell’appuntamento e, sfortunatamente, alcune persone hanno avuto la geniale idea di fare una festa. Sbuffo e mi allontano il più possibile da quel baccano. In lontananza noto una figura seduta sulla sabbia; ha dei bellissimi capelli biondi che le ricadono delicati sulle spalle e, da questa postazione, posso vedere il suo viso. Capisco subito chi è e rimango a bocca aperta, facendo cadere il telefono sulla sabbia. È così bella… vorrei tanto andare lì da lei e abbracciarla. Stare sulla spiaggia a coccolarci. Perché non posso farlo?

Mi avvicino a lei e bisbiglio: - A-Alexis… s-sei stupenda. –
Ecco quello che ho pensato la prima volta che l’ho vista e finalmente sono riuscito a dirle tutto. Ma, sfortunatamente, lei non hai sentito.



Angolo autrice:

Salve! Ed eccomi qui con questo nuovo capitolo! Mi sono impegnata davvero tanto e spero che sia un bel capitolo da leggere. Se volete, fatemi sapere se vi è piaciuto come capitolo e se avete qualche consiglio da darmi scrivete pure! Al prossimo capitolo! :*

Chocolate_15!



  
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